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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


4877 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 22 agosto 2008 : 07:57:53 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Apro una nuova discussione spinto da una vecchia curiosità e da molte interessanti notizie che si trovano frequentemente su ForumNaturaMediterraneo ma che rimangono slegate una dall'altra e si perdono poi negli archivi.

Tutti noi sappiamo come l'uomo moderno abbia spostato specie animali da un posto all'altro, tra continenti ed isole, tra un continente ed un altro, tra isole diverse. Spesso queste specie sono diventate "invasive" o si sono conquistate importanti nicchie ecologiche diventando elementi essenziali dei "nuovi" ecosistemi.
Su questo tema delle specie "invasive" vi sono state sul forum già numerose accese discussioni, ad alcune delle quali ho anche partecipato. Posso citare qui come esempio quelle sulla Gambusia e sul Persico trota. E proprio per la reattività che suscita questo argomento colgo immediatamente l'occasione per chiarire che quando sopra dico "diventando elementi essenziali" non associo all'aggettivo "essenziale" nessuna valutazione né positiva né negativa.
L'ultima premessa prima di entrare nel discorso principale è questa: non solo l'uomo moderno ha compiuto quest'opera di rimescolamento della biodiversità ma già l'uomo antico e probabilmente quello preistorico. Nella discussione sul Persico trota ho postato un'immagine di una navicella nuragica stracolma di animali domestici!

Qui però non voglio puntare l'attenzione sulle specie invasive introdotte, ma sulle piccole specie introdotte dall'uomo di cui non si accorge nessuno. Questa curiosità mi è nata ormai parecchi anni fa leggendo un lavoro sulle Planarie di Sardegna. Non ricordo neppure bene i particolari, ma essenzialmente fu rinvenuta nell'isola di Tavolara (coste a Nord Est) una specie tipica della Toscana. Biogeograficamente la cosa non aveva alcun significato, la sicura assenza dall'isola madre impediva qualunque giustificazione. Tanto è vero che gli autori ipotizzavano un trasporto passivo da parte dell'uomo. A Tavolara infatti sembra si fermassero le navi dell'antichità (periodo fenicio-greco-romano) e spesso queste imbarcavano terra come zavorra e poi la sbarcavano quando facevano il carico di merci.
Da lì mi è sempre ronzata in testa questa cosa e, purtroppo senza raccogliere le varie indicazioni (ma il mio disordine è proverbiale), ho sempre posto attenzione a queste cose rendendomi conto che sono veramente frequentissime.

Sul forum recentemente (le ultime sono di stamattina) sono apparse proprio notizie di questo tipo (e dopo ne faccio un piccolo elenco). La mia proposta è di invitare tutti gli amici di ForumNaturaMediterraneo a discutere di questo argomento portando notizie a loro conoscenza.

Specie alloctone non invasive - piccolo elenco
Andrea/Theco in un'altra discussione fornisce questo INTERESSANTISSIMO collegamento sul Mollusco Gasteropode Papillifera papillaris arrivata nella villa di Cliveden nel Buckinghamshire (Gran Bretagna) nel 1886 (uno dei pochi casi in cui si riesce a ricostruire la storia dell'arrivo) e mai vista dagali studiosi prima di quest'anno.
John/Jvvl proprio ieri sera racconta di una popolazione isolata della lucertola Podarcis muralis a Maastricht in Olanda. Se non è una popolazione introdotta quella ...
Vari amici erpetologi discutono qui, frammisto a varie altre chiacchere amene, della vipera dell'isola di Montecristo che appartiene alla sottospecie Vipera aspis hugyi altrimenti diffusa nell'estremo sud d'Italia ed in Sicilia e non, come ci si poteva aspettare, alla sottospecie V. a. francisciredi diffusa nell'Italia centro-meridionale e W-settentrionale.
Maurizio/Gomphus cita, in una discussione "biogeografica" (qui), alcune specie balcaniche xilofaghe come Purpuricenus budensis (Coleottero Cerambicide) o Chalcophora detrita (Coleottero Buprestide) in Francia meridionale o Italia centrale che sono localizzate nei pressi di quelle che già in epoca greca, o romana, erano città portuali.

A me viene in mente un Carabide che si trova solo nell'area presso Cagliari ed in Tunisia; me ne parlò Daniele/Hospiton che se ci legge, e si ricorda , è invitato a fornirci il nome.

Insomma mi sembra ce ne sia in abbondanza. Spero ora nei vostri contributi.

Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus

theco
Utente Super




6114 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 23 agosto 2008 : 23:23:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se ho ben capito, il tuo interesse è rivolto a specie introdotte in modo involontario.

Se è così, e il tuo interesse riguarda anche gli invertebrati, ne esiste un ampio repertorio in biologia marina: il CIESM cura l'aggiornamento di un Atlante online di queste segnalazioni, qui per esempio trovate la parte relativa ai molluschi: Link

Per ogni specie sono forniti molti dati tra cui la modalità di introduzione, in molti casi involontaria.

La navicella nuragica trasportava molti animali domestici all'interno, ma sicuramente trasportava anche molti invertebrati all'esterno, sotto la chiglia... e oggi accade la stessa cosa, per cui si ritrovano in Adriatico specie indo-pacifiche, con vuoti di popolazione intermedi di dimensioni oceaniche.

Ciao, Andrea
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Fabiolino pecora nera
Moderatore


Città: Napoli
Prov.: Napoli

Regione: Campania


4999 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 24 agosto 2008 : 01:03:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non credo sia un bene mischiare terrestre e marino...comunque per il marino qualcosa per i mari italiani l'ho scritta anche io assieme anche ad altri appassionati del forum. Il CIESM è un ottimo punto di partenza ma è del 2003 e solo alcune specie sono state aggiornate al 2005.

Crocetta F., 2005. Prime segnalazioni di Fulvia fragilis (Forskål in Niebuhr, 1775) (Mollusca: Bivalvia: Cardiidae) per i mari italiani. Bollettino Malacologico, 41(5-8): 23-24.

Crocetta F., 2006. First record of Portunus pelagicus (Linnaeus, 1758) (Decapoda, Brachyura, Portunidae) in the northern Tyrrhenian Sea. Crustaceana, 79(9): 1145-1148.

Crocetta F. & Soppelsa O., 2006. Primi ritrovamenti di Rapana venosa (Valenciennes, 1846) per alcune lagune costiere italiane. Atti del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, 52: 215-218.

Crocetta F. & Renda W., 2007. Further record of Chlamys lischkei (Bivalvia: Pectinoidea) in the Mediterranean Sea. Journal of Marine Biological Association of UK2. Biodiversity Records.

Crocetta F. & Vazzana A., 2008. First record of Haminoea cyanomarginata (Gastropoda: Haminoeidae) in the Italian Seas. Journal of Marine Biological Association of UK2. Biodiversity Records.

Crocetta F., Renda W. & Colamonaco G., 2008. New distributional and ecological data of some marine alien molluscs along the southern Italian coasts. Journal of Marine Biological Association of UK2. Biodiversity Records.




Fabiolino pecora nera
...il vero, l'unico, l'originale...
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Riccardo Banchi
Utente Super


Città: PIOMBINO
Prov.: Livorno

Regione: Toscana


5312 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 agosto 2008 : 12:50:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anche una lucertola prettamente africana (l'agama agama) si trova ad esempio nel porto di Palermo, portata probabilmente tempo fa dall'Africa con le navi.
Spesso fatti del genere non comportano nessun problema; altre volte, purtroppo, qualche danno vien fuori... Poi ci sono le immissioni volontarie e anche qui possono avere effetti negativi. Il discorso vale per gli animali, ma anche per le piante. Certe piante ormai naturalizzate (mi vengono in mente le agavi sulle nostre coste anche alto tirreniche) non si posono considerare pericoli per la biodiversità; altre specie (ad esempio l'ailanto) sono davvero un grosso problema!

Ric
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perfect
Utente Senior

Città: Roma


1790 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 agosto 2008 : 15:53:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Topic affascinante questo.

Ho segnalato qui: Link
la presenza in Danimarca di una specie di rana verde balcanica.
Analoghe introduzioni, però più antiche, sempre sul fronte delle rane riguardano ovviamente anche l'Italia come tutti sappiamo:
Pelophylax ridibundus (secondo alcuni sempre di ceppo balcanico) nel Nord Ovest
Lithobates catesbeianus un pò in tutto il Paese
Xenopus laevis recentemente segnalato in Sicilia anche se non ho letto nient'altro di nuovo a riguardo.
Ricordo poi l'introduzione delle rane verdi (italiane?) in Sardegna dove prima erano assenti e qui si può leggere un interessante discussione a riguardo:
Link

La guida di Arnold/Burton sui rettili e anfibi europei poi riporta due dati interessanti:
la presenza di colonie isolate quasi sicuramente di origine antropica involontaria di Podarcis siculus lungo le coste della Tunisia, della Libia, della Provenza e a Filadelfia negli USA e di Hemidactylus turcicus in alcune località dell'America Settentrionale e Centrale.

Per quanto riguarda invece la presenza di Podarcis muralis in Olanda, la stessa guida riporta questa specie naturalmente presente in Belgio e in Olanda del Sud, è possibile che quella di Maastricht sia una popolazione isolata ma comunque naturale.


Dario
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ang
Moderatore


Città: roma

Regione: Lazio


11309 Messaggi
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Inserito il - 26 agosto 2008 : 16:18:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
splendida idea

ci sono numerosi casi di molluschi continentali, cioè terrestri e d'acqua dolce, introdotti involontariamente dall'Uomo. Cito quelli che mi vengono in mente adesso

Papillifera bidens (dobbiamo abituarci a chiamare così la specie che per oltre 200 anni era conosciuta come papillaris) è strettamente legata agli insediamenti umani; infatti tutte le popolazioni peninsulari centro-settentrionali sono da considerarsi importate, mentre sono riportate in ambiente naturale solo in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna (vedi ad es qui). Comunque la notizia riuardante la popolazione britannica era già stata riportata 3 anni fa da Janet R. Sharpe, vedi qui.

Ugualmente la Marmorana muralis, che si trova in natura in Sicilia e in ambiente ruderale in Italia continentale (vedi qui). Queste due specie sono state trasportate con tutta probabilità con i materiali da costruzione già dai Romani.

Analogamente si trova in Francia una popolazione di una specie prettamente appenninica, Leucostigma candidescens, vedi qui; l'unicità del caso si può spiegare col fatto che la specie è strettamente calciofila.

Ancora inspiegata è invece la presenza di Bulgarica thessalonica nelle pinete di Ravenna (vedi qui). La specie è originaria del Bosforo e non c'è continuità di distribuzione con la popolazione italiana, che rimane limitata nel ravennate. Certo, il pensiero subito va a Bisanzio e Ravenna...

Molto interessante è la presenza puntiforme in Sardegna di Otala punctata, vedi qui e qui, Helicidae commestibile originario della Spagna e probabilmente diffuso dall'Uomo che la utilizzava come fonte di proteine facilmente trasportabile.

Un caso recente di apporto antropico riguarda presenza attribuibile all'acquariofilia della Planorbella duryi (o Helisoma duryi) segnalata per il Lago di Albano.

fin qui le specie facili... ci sono poi un paio di specie neozelandesi in cui il vettore è incerto, possibilmente aviario, come Paralaoma servilis e Potamopyrgus antipodarum.

La più interessante di tutte a mio avviso è la Ferrissia, piccola specie d'acqua dolce. Descritta neanche 50 anni fa per l'Italia come wautieri, recenti studi molecolari hanno dimostrato come in realtà le popolazioni centro-europee siano geneticamente identiche alla nord-americana Ferrissia fragilis; la sua diffusione in Europa dovrebbe essere quindi recente. E' interessante notare come le prime segnalazioni per l'Europa (la prima è del 1950) riguardino esemplari viventi in acquari e orti botanici, cioè in ambienti artificiali.

molto interessante infine il riferimento che facevi in questo post
Messaggio originario di Hemerobius:

Tra l'altro le navi nell'antichità non viaggiavano mai vuote, se non avevano carico zavorravano la stiva con terra. Ti puoi immaginare quanta roba sia stata trasportata in questo modo. La localizzazione di alcuni Carabidi, Gasteropodi, Piante ed anche Tricladi, Collemboli, ecc. (cito gruppi su cui ho qualche dubbio) andrebbe letta anche in questa ottica.


è stata accertata la diffusione di qualche specie in questa maniera? hai qualche riferimento bibliografico?

ciao

ang
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

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Flora e Fauna

Inserito il - 27 agosto 2008 : 07:45:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In attesa di dare una risposta ad Ang (non sono così ordinato da avere tutto sotto mano e comunque credo di avere una o due cose), scusandomi per l'assenza di questi giorni (problemi di lavoro e di provider), fornisco la prima segnalazione di rane verdi in Sardegna. Non sono mai riuscito a trovare il lavoro originale (non l'ho proprio cercato con "decisione" però), se qualcuno ce l'avesse ... sono solo tre pagine.

Sulla rana esculenta Linn. : importata in Sardegna / nota di A. Corona e F. Fanzago Modena ; tipi Vincenzi, 1880 Descrizione fisica: 3 p. ; 22 cm.

Io stesso ho visto esemplari giganteschi di rana verde presso Erula (lago Coghinas).

Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus
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Akis bacarozzo
Utente V.I.P.

Città: Bologna
Prov.: Bologna

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Inserito il - 16 settembre 2008 : 14:45:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Occupandomi di termiti, vi segnalo l'introduzione in alcune città dell'Italia del nord e della Francia del sud di Reticulitermes urbis, specie greca. Si pensa che sia arrivata con i commerci ai tempi dell'impero bizantino.

Ma mi chiedo: oltre quale limite si può ritenere innaturale un'introduzione da parte dell'uomo? Anche altri animali vengono sfruttati come trasporto da altre specie. Fino a che punto rientriamo in una naturale foresi e quando invece diventiamo trasportatori innaturali?

Silvia
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Icaro
Utente Junior


Città: Cagliari
Prov.: Cagliari

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Inserito il - 18 settembre 2008 : 20:30:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Congratulazioni per il discorso di stasera, Professore.
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gomphus
Moderatore


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Inserito il - 02 ottobre 2008 : 13:38:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao roberto

scopro solo ora questa interessantissima discussione, e solo perché tu hai inserito il link in un post del forum insetti, altrimenti... e chissà per quanti altri amici entomologi/entomofili è lo stesso, cosa si diceva a proposito della perdita di visibilità di discussioni tolte dal forum insetti per postarle in altre sezioni che ben pochi "insettologi" visitano ? la stessa discussione nella sezione insetti, o raggiungibile dalla medesima, a quest'ora avrebbe al suo attivo una pioggia di interventi !

Messaggio originario di Hemerobius:

... A me viene in mente un Carabide che si trova solo nell'area presso Cagliari ed in Tunisia; me ne parlò Daniele/Hospiton che se ci legge, e si ricorda , è invitato a fornirci il nome...


in attesa che anche daniele/hospiton scopra l'esistenza di questa discussione e ci mandi la conferma, provo ad azzardare Dicheirotrichus punicus (già il nome dice tutto !)

e a questo proposito, sebbene manchino dati conclusivi, osservo che in generale molte specie del genere Carabus sono note per la tendenza a differenziarsi localmente, anche in seguito a isolamento relativamente recente, in una miriade di forme che hanno fatto la felicità dei descrittori sottospeciomani e varietisti

ora, il Carabus (Macrothorax) morbillosus, con la forma nominale (morbillosus morbillosus) in nordafrica (e Lampedusa), si presenta in Sicilia e a Malta con una sottospecie (morbillosus alternans) ben caratterizzata e immediatamente riconoscibile, e in Sardegna e Corsica con un complesso di popolazioni a cui si sono voluti dare dei nomi (ovviamente !), ma che sfido chiunque di voi a distinguere dalla forma tipica senza guardare il cartellino di località , mentre l'alternans lo riconoscerebbe subito chiunque

tale sostanziale identità, a fronte della netta differenziazione delle popolazioni sicule e maltesi, non è in ragionevole accordo con i tempi dai quali data la separazione fra nordafrica e Sardegna; ricordo che l'altro Carabus presente in Sardegna e Corsica, C. (Eurycarabus) famini, è un endemismo sardo-corso, appartenente al complesso famini-favieri (Sicilia e Maghreb) ma ben differenziato dalle forme conosciute, e se l'isolamento di C. morbillosus in Sardegna risalisse alla medesima epoca sarebbe lecito attendersi un analogo livello di differenziazione

trattandosi di specie ecologicamente molto plastica e frequente anche in ambienti coltivati, è così peregrina l'idea che in realtà il C. morbillosus nordafricano sia stato introdotto in Sardegna dai fenici, e in assenza di competitori abbia successivamente colonizzato tutta l'isola e successivamente raggiunto la Corsica?

aggiungo che fino ad alcuni anni fa la specie non era conosciuta di Italia continentale, tranne l'Aspromonte; successivamente ne è stata trovata una rigogliosa popolazione in Toscana, a Scarlino (zona industriale)

delle due l'una: o una specie grossa, vistosa, facilmente riconoscibile e appartenente a un gruppo oltremodo appetito dai collezionisti è passata inosservata a varie generazioni di entomologi, per di più con una localizzazione puntiforme senza alcuna logica biogeografica ; oppure si tratta di una recentissima introduzione accidentale seguita da rapida acclimatazione , voi che ne pensate ?

maurizio

quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato,
allora ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare

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theco
Utente Super




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Inserito il - 02 ottobre 2008 : 14:08:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di gomphus:
scopro solo ora questa interessantissima discussione, e solo perché tu hai inserito il link in un post del forum insetti, altrimenti... e chissà per quanti altri amici entomologi/entomofili è lo stesso, cosa si diceva a proposito della perdita di visibilità di discussioni tolte dal forum insetti per postarle in altre sezioni che ben pochi "insettologi" visitano ? la stessa discussione nella sezione insetti, o raggiungibile dalla medesima, a quest'ora avrebbe al suo attivo una pioggia di interventi


La decisione sulle discussioni da spostare è legata al fatto che le stesse sono diventate (o possono diventare) trasversali, in questo caso non più di interesse specifico per la sola entomologia.
Ciò non toglie che possano ritornare 'a casa' se si decide che è meglio così

Ciao, Andrea
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Hemerobius
Moderatore


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Flora e Fauna

Inserito il - 02 ottobre 2008 : 14:23:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:
La decisione sulle discussioni da spostare è legata al fatto che le stesse sono diventate (o possono diventare) trasversali, in questo caso non più di interesse specifico per la sola entomologia.
Ciò non toglie che possano ritornare 'a casa' se si decide che è meglio così

Il responsabile della posizione di questa discussione sono io (a parte la successiva entrata in questa nuova sezione) . Il mio intento era di aprire il discorso anche ai malacologi ed ai botanici, invece è stata nascosta a tutti. Proprio di questi problemi si sta parlando qui (da pagina 2). Non so che dirvi sulla decisione di portarla tra gli Insetti, sicuramente avrebbe maggior visibilità.


Ciao Roberto


verum stabile cetera fumus
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gomphus
Moderatore


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Inserito il - 02 ottobre 2008 : 15:11:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Hemerobius:

... Non so che dirvi sulla decisione di portarla tra gli Insetti, sicuramente avrebbe maggior visibilità.

ciao roberto

beh, maggiore visibilità di così l'avrebbe sicuramente...

a parte gli scherzi: se non portarla tra gli insetti (io ovviamente sarei favorevole, ma non è il mio parere quello che conta) almeno mettere nel forum dei medesimi un link un po' più evidente per rintracciarla... si potrebbe fare?

maurizio

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lynkos
Con altri occhi


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Inserito il - 02 ottobre 2008 : 16:17:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sempre con quella voglia di intromettermi negli affari degli altri senza invito che mi contraddistingue , una cosa che mi piace molto di Roberto e che quando giro nel forum, lo trovo dovunque, fra le piante, fra i pesci... mi pare che non è ancora arrivato in mezzo ai funghi, ma non ho nessun dubbio che fra poco arriverà ! Perché la vita, la natura, è così... un gran mescolamento, con ogni cosa che dipende da un'altra, non compartimenti stagni e guai a te se sconfini . Insomma, anche se per ora non ho tempo per contribuire, e forse non ho nemmeno nulla da dire all'altezza dei vostri dibattiti, credo che il fatto di aver portata la discussione al di fuori di una zona di specializzazione sia un passo entusiasmante verso il dialogo "senza frontiere". Basta farsi l'abitudine di guardare in giro.

Sarah Gregg - Con altri occhi


"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano
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Hemerobius
Moderatore


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Flora e Fauna

Inserito il - 02 ottobre 2008 : 16:31:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di lynkos:
... Roberto e che quando giro nel forum, lo trovo dovunque, fra le piante, fra i pesci... mi pare che non è ancora arrivato in mezzo ai funghi, ...

Ma allora mi controlli ?
Ho capito mi adeguerò ...




Ciao Roberto

PS: effettivamente l'esame di micologia mi era piaciuto molto, pensa che l'ho dato con Gilberto Govi!

verum stabile cetera fumus
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
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Inserito il - 02 ottobre 2008 : 16:34:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
effettivamente l'esame di micologia mi era piaciuto molto

Come non detto .

Sarah Gregg - Con altri occhi


"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano
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Carlmor
Moderatore Trasversale


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Prov.: Varese

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Flora e Fauna

Inserito il - 02 ottobre 2008 : 16:45:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ho messo un link alla discussione nella sezione insetti, vediamo se funziona

Carlo
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Velvet ant
Moderatore


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3768 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 03 ottobre 2008 : 08:15:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di gomphus:

ciao roberto

...sebbene manchino dati conclusivi, osservo che in generale molte specie del genere Carabus sono note per la tendenza a differenziarsi localmente, anche in seguito a isolamento relativamente recente, in una miriade di forme che hanno fatto la felicità dei descrittori sottospeciomani e varietisti

ora, il Carabus (Macrothorax) morbillosus, con la forma nominale (morbillosus morbillosus) in nordafrica (e Lampedusa), si presenta in Sicilia e a Malta con una sottospecie (morbillosus alternans) ben caratterizzata e immediatamente riconoscibile, e in Sardegna e Corsica con un complesso di popolazioni a cui si sono voluti dare dei nomi (ovviamente !), ma che sfido chiunque di voi a distinguere dalla forma tipica senza guardare il cartellino di località , mentre l'alternans lo riconoscerebbe subito chiunque

tale sostanziale identità, a fronte della netta differenziazione delle popolazioni sicule e maltesi, non è in ragionevole accordo con i tempi dai quali data la separazione fra nordafrica e Sardegna; ricordo che l'altro Carabus presente in Sardegna e Corsica, C. (Eurycarabus) famini, è un endemismo sardo-corso, appartenente al complesso famini-favieri (Sicilia e Maghreb) ma ben differenziato dalle forme conosciute, e se l'isolamento di C. morbillosus in Sardegna risalisse alla medesima epoca sarebbe lecito attendersi un analogo livello di differenziazione

trattandosi di specie ecologicamente molto plastica e frequente anche in ambienti coltivati, è così peregrina l'idea che in realtà il C. morbillosus nordafricano sia stato introdotto in Sardegna dai fenici, e in assenza di competitori abbia successivamente colonizzato tutta l'isola e successivamente raggiunto la Corsica?

aggiungo che fino ad alcuni anni fa la specie non era conosciuta di Italia continentale, tranne l'Aspromonte; successivamente ne è stata trovata una rigogliosa popolazione in Toscana, a Scarlino (zona industriale)

delle due l'una: o una specie grossa, vistosa, facilmente riconoscibile e appartenente a un gruppo oltremodo appetito dai collezionisti è passata inosservata a varie generazioni di entomologi, per di più con una localizzazione puntiforme senza alcuna logica biogeografica ; oppure si tratta di una recentissima introduzione accidentale seguita da rapida acclimatazione , voi che ne pensate ?

maurizio


Ciao Maurizio
In questo interessante esempio da te proposto, indichi come endemismo sardo-corso, ovviamente per un "lapsus calami", C. (Eurycarabus) famini, intendendo riferirti a C. (Eurycarabus) genei
Attingendo a piene mani dall'enorme serbatoio di immagini che, giorno dopo giorno, è diventato il nostro forum, mi permetto di aggiungere qualche riferimento iconografico al tuo esempio, per renderlo ancora più comprensibile a tutti.

C. (Eurycarabus) genei di Sardegna

C. (Eurycarabus) famini di Sicilia

Carabus (Macrothorax) morbillosus morbillosus di Lampedusa

Carabus (Macrothorax) morbillosus morbillosus di Sardegna

Carabus (Macrothorax) morbillosus morbillosus della Maremma Toscana

Carabus (Macrothorax) morbillosus alternans di Sicilia

Carabus (Macrothorax) morbillosus alternans di Sicilia, forma cromatica verde



Marcello


L''uomo come
 
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gomphus
Moderatore


Città: Milano
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


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Inserito il - 03 ottobre 2008 : 11:47:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Velvet ant:

Ciao Maurizio
In questo interessante esempio da te proposto, indichi come endemismo sardo-corso, ovviamente per un "lapsus calami", C. (Eurycarabus) famini, intendendo riferirti a C. (Eurycarabus) genei ...



me ne sono accorto troppo tardi , roba da dare la testa nel muro

cmq non è un lapsus calami... è proprio senescenza che incombe !

grazie per il contributo iconografico

maurizio

quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 03 ottobre 2008 : 23:33:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per la varietà di Carabus trovata a Scarlino, suggerisco una spiegazione un po' fantasiosa.
In quell'area c'è, e soprattutto c'era, un'intensa attività di trasformazione di prodotti minerari (ricordate i problemi di smaltimento dei fanghi rossi che derivavano dalla produzione del biossido di titanio?).
Considerando che i Carabidae stanno per terra, è possibile che siano stati importati insieme al minerale da trasformare?

Tra le specie da segnalare -non so se è una cosa seria - ma la famosa "zanzara tigre" si dice sia arrivata dall'oriente nell'acqua raccolta dentro vecchi pneumatici da riciclare.





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Velvet ant
Moderatore


Città: Capaci
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


3768 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 ottobre 2008 : 00:02:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

Tra le specie da segnalare -non so se è una cosa seria - ma la famosa "zanzara tigre" si dice sia arrivata dall'oriente nell'acqua raccolta dentro vecchi pneumatici da riciclare.


Ciao Luigi
Non si tratta di una leggenda metropolitana, ma del primo reale e documentato caso di diffusione mondiale di una specie attraverso "trasporto passivo su (o meglio dentro) pneumatici riciclati".

Qui trovi gli estremi bibliografici e l'Abstract del primo lavoro pubblicato nel 1998 dove si parla di questa singolare diffusione della specie negli Stati Uniti e in Europa.

In quest'altro articolo sulla diffusione della zanzara tigre in Italia, pubblicato nel 2001 sugli Annali dell'Istituto Superiore della Sanità, a pag. 242, si legge:

"Ae. albopictus si è diffusa in tutto il mondo attraverso il commercio di copertoni usati. La femmina gravida depone le uova all’interno dei copertoni stoccati all’aperto contenenti anche quantità minime d’acqua, in genere di origine piovana. Le uova vengono deposte poco sopra il livello dell’acqua e sono in grado di resistere anche a lunghi periodi di disseccamento. All’interno di containers i copertoni viaggiano in tutto il mondo per essere rigenerati e, una volta giunti a destinazione, vengono nuovamente accatastati all’aperto, dove la prima pioggia permetterà la schiusura della uova adese al loro interno, dando vita ad una nuova colonia della specie.
In Italia, siamo stati in grado di dimostrare che uova della “zanzara Tigre” sono arrivate attraverso il commercio di copertoni usati importati dagli USA, ma ragionevolmente le infestazioni sono il risultato di molteplici introduzioni, forse anche con merci diverse da aree diverse. Anche la rapida diffusione interna in Italia è stata legata, perlomeno in un primo momento, al commercio interno di copertoni usati che le grandi aziende importatrici, prevalentemente localizzate in Veneto ed Emilia-Romagna, rivendono ad imprese minori che li rigenerano
"


Marcello


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