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 La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia
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vespa90ss
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Inserito il - 09 settembre 2007 : 20:00:48 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia




La Diaccia Botrona - Il Padule di Castiglione della Pescaia - GR








Da tempo pensavo alla preparazione un articolo riguardante la Diaccia Botrona (il Padule di Castiglione della Pescaia – GR ) ma non riuscivo a raccogliere tutto il materiale necessario.
Finalmente credo di averne abbastanza per poter pubblicare qualcosa di decente.
Durante le mie ricerche mi sono orientato verso spunti tratti dal web e da varie pubblicazioni ma solo un articolo mi ha attratto in particolar modo in quanto riusciva a condensare in poche cartelle l’evolversi della situazione del padule nel corso dei secoli in maniera molto chiara e dettagliata.
Purtroppo questo pregiato lavoro di ricerca eseguito dalla Pof.ssa Nathalie LAFENETRE era in lingua francese, per cui ho dovuto tradurlo di sana pianta avvalendomi dei miei ricordi ginnasiali.
Ho ricevuto da lei l’autorizzazione per pubblicarlo quasi integralmente, tranne alcuni tagli per contenerne la dimensione entro limiti accettabili.
L’originale in francese, con altre notizie specifiche riguardanti flora e fauna del luogo, potrete trovarlo seguendo questo link:

Link


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Histoire et vie de la Diaccia Botrona - 01/2004 - Storia e vita della Diaccia Botrona




Al tempo degli Etruschi la Diaccia Botrona non esiste ancora veramente, ma al suo posto si trovava una specie di lago salmastro retrodunale o più esattamente una laguna molto più vasta della Diaccia Botrona: era il Prilius Lacus (Lago Prile). Il Lago Prile rappresentava un grande bacino a contatto diretto con il Mar Tirreno, giocando un ruolo molto importante per due delle dodecapoli etrusche: Roselle e Vetulonia.

Roselle (VII secolo A.C. – IX sec. D.C.), situata su di una bassa collina a 9 km da Grosseto, rappresentava la città più importante dell’Etruria Settentrionale. La posizione elevata di Roselle le permetteva di controllare l’attuale piana di Grosseto occupata all’epoca dal vasto Prilius Lacus che si estendeva da Roselle a Vetulonia, la cui profondità notevole lo rendeva navigabile, particolarmente nella sua parte settentrionale. La ricchezza di Roselle proveniva dalle esportazioni di grano, particolarmente verso Roma, rese possibili dall’accesso al mare garantito dalla navigazione sul Lago Prile.

Vetulonia (IX-V secolo A.C.), situata in linea d'aria a 16 km da Roselle a NW di Grosseto, si trova su una collina a 344 m d’altitudine. Questa posizione arroccata, come del resto Roselle, le permetteva di dominare tutta la vallata del Lago Prile, parte integrante della rete lagunare compresa tra Vetulonia e Roselle che consentiva l’accesso al mare: il suo porto si trovava ai piedi della collina sulla quale era arroccata.
Certe attitudini marinare di Vetulonia sono state confermate dal rinvenimento di monete dove figuravano tridenti, ancore o delfini. Vetulonia dovette la sua prosperità alle risorse minerarie delle Colline Metallifere e a questa comunicazione marittima che le consentiva un florido commercio navale.


Lacus Prilius
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Gli Etruschi modificarono il regime idrografico della Piana di Grosseto, così come nelle altre pianure di quel periodo. Esistevano degli abili esperti in tecniche idrologiche che nonostante non praticassero una reale azione di bonifica, favorivano il ricambio naturale delle acque marine.

I Romani, quando invasero la Maremma, non pensarono ad altro che ad utilizzare al massimo le loro terre per un’agricoltura intensiva, particolarmente del grano nonché come luoghi di villeggiatura, ma non si preoccuparono mai della regimentazione delle acque. Le miniere chiusero. La popolazione locale abbandonò la Maremma (gran parte fu sterminata dalla pulizia etnica perpetrata nei loro confronti nel periodo di Mario e Silla) oppure si rifugiò sulle colline per sfuggire ai measmi dell’impaludamento. La zona costiera divenne deserta.

Il periodo medievale


Questo periodo è molto poco documentato. Castiglione rimase deserta fino all’anno Mille quando si potè assistere ad una sua timida rinascita. Siena si preoccupò della bonifica delle paludi e della fortificazione dei borghi continuamente soggetti alle invasioni barbariche.
Nel 1555 i Medici realizzarono l’unione della Toscana prendendo possesso anche di Pisa e di Siena.
I Medici di Firenze giunsero in Maremma con delle buone intenzioni e si preoccuparono anche loro, in un primo tempo, della bonifica del lago di Castiglione (ex Prilius Lacus); furono loro che incoraggiarono i primi arrivi di famiglie dal nord Italia.

Il periodo Mediceo


Nel XVI secolo, il lago, ancora immenso, si estendeva su una superficie di 50 kmq: era il più vasto della Toscana (un’ estensione pari quasi a tutta la provincia di Grosseto) ed apparteneva alla famiglia dei Medici che ne ricavava un profitto conseguente a ciò che maggiormente poteva produrre. Ma interessati solo allo sfruttamento dell’attività fruttuosissima della pesca, i Medici si preoccuparono sempre di meno della manutenzione del lago. Alla fine del 1600, a causa dell’impaludamento, la popolazione delle campagne si spostò a Castiglione mentre le terre si ritrovarono nell’abbandono totale, tornando le acque ad impaludarsi ancora di più.



Il periodo dei Lorena

Tre secoli dopo i Medici, la Toscana passa nelle mani della casa degli Asburgo- Lorena.
Fu proprio allora che cominciarono delle grandiose opere di bonifica dei territori paludosi nella piana grossetana trasformatasi in una sterminata palude malsana.
Piero Leopoldo Lorena interpella il matematico gesuita Leonardo Ximenes e l’incarica di studiare e pianificare degli interventi di risanamento.
L’intenzione di Ximenes era quella di mantenere in essere le superfici allagate dalle acque stagnanti e di vivificarle grazie all’acqua del mare: desiderava trasformare il Prilius Lacus in una grande zona di pesca in acqua salmastra, prosciugando delle porzioni modeste di terreno necessari alla costruzione di canali perimetrali per regimentare un continuo scorrimento delle acque.


Lago Prile nel 1776 - durante l'intervento di Leonardo Ximenes :
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anno 1786 - particolare riguardante l'attuale Diaccia Botrona :
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Ximenes ridusse la superficie del lago utilizzando un ingegnoso sistema di deviazione e canalizzazione che regolava il flusso delle acque tra lago e mare. Per questo scopo fece edificare la Casa Rossa , o Casa Ximenes , posizionata all’estremità iniziale del lago.



Casa Ximenes - Le chiuse
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Casa Ximenes
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Le paratie della Casa Rossa dovevano regolare, da un lato il deflusso delle acque palustri in mare, dall’altro l’ingresso di acqua salata “fresca” secondo delle particolari calibrature che contenessero la salinità dell’acqua entro limiti tali da impedire in estate la morte delle piante acquatiche e la loro putrefazione (sono piante che riescono a resistere ad alte concentrazioni di salinità)

Il breve periodo napoleonico.

Con il trattato di Fontainebleau del 1807 la Toscana si trova annessa all’Impero Francese di Napoleone e fu amministrata da Parigi. Si determinò un certo vuoto di potere ai fini della cura del lago, tanto che un nuovo impaludamento tornò a decimare le popolazioni locali. Nel 1814, con la caduta del governo francese, i primi lavori di risanamento iniziati da poco vennero subito interrotti.

Il ritorno della casa Asburgo-Lorena


Con il ritorno di Ferdinando III di Lorena, la bonifica della Diaccia Botrona e della Maremma riprese in pieno. Dopo 20 anni d’abbandono il Canale Navigabile era interrato e le chiuse della Casa Rossa non funzionavano più.
Vennero ideate nuove soluzioni: poco a poco le zone paludose dovevano essere prosciugate con l’apporto di terra. Quella era l’unica prospettiva ritenuta realizzabile.

Il periodo dopo l’unità d’Italia


Nel 1900 il genio Civile intraprese la costruzione d’un canale di deflusso supplementare (l’attuale) che completò la bonifica di altri 1020 ettari del Padule Aperto.
Occorsero dai trenta ai cinquant’anni per giungere a dei risultati soddisfacenti nella bonifica delle paludi. Dell’immenso Lago Prile degli etruschi non restava che qualche palude di superficie ridottissima, la più importante formata dalle acque della Diaccia Botrona, rappresentante appena 1/50 della vecchia superficie lacustre.

Il periodo attuale della Diaccia Botrona


Nel 1991, secondo la convenzione di Ramsar, la Diaccia Botrona viene riconosciuta come zona umida d’interesse internazionale. Nel 1994, diviene oasi di protezione della fauna e la caccia viene allora proibita. Nel 1996 diventa Riserva Naturale della Regione Toscana.


libera traduzione da un lavoro della Prf.ssa
Nathalie LAFENETRE
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Questa è l'attuale situazione dell'ex Lacus Prilius, oggi diventato Padule di Castiglione a cui è stato assegnato anche il nome di Diaccia Botrona.
Puoi cliccare qui

Come si può ben osservare la parte sopravvissuta del padule è quella scura invasa dall'acqua e dalla vegetazione palustre. Sul lato sinistro del padule,
al di là del Fiume Bruna sono presenti campi coltivati. La stessa cosa accade tutt'intorno all'Oasi della Diaccia Botrona, dove l'opera dell'uomo ha sottratto alla malaria campi da coltivare.
E' possibile notare sulla parte posteriore del padule, in località Ponti di Badia, l'Isola Clodia, una piccola collinetta sopraelevata di una cinquantina di metri dove sono situati i ruderi di un vecchio monastero, visibili da grande distanza.
In quel luogo sopraelevato sono presenti delle telecamere, insieme ad altre sparse in più punti, dotate di potenti teleobiettivi collegate a dei computers.
Questi sono posti nel Museo allestito all'interno della Casa Ximenes, per garantire l'osservazione diretta degli animali in sosta nell'Oasi.

In questo collegamento con Google Maps che segue, è ben visibile sulla parte destra della mappa satellitare la collinetta dell'Isola Clodia, con una colonica accanto, di forma lenticolare con un piccolo sentiero a serpentina.
Sulla parte sinistra in alto è visibile un laghetto dove converge una superficie triangolare di padule, sulla cui punta esatta è situato il secondo capanno d'osservazione, visibile zoomando l'immagine col segno più. Per le foto eseguite in questo capanno: vedi questo link
Link

e questo

Link

Per vedere invece la zona della collinetta clicca qui



Altri link di articoli che ho già postato in precedenza sulla Diaccia Botrona:

Link

Link


Link

Appena potrò cercherò di inserire un post relativo alla fauna ed alla flora che ho fotografato a completamento del presente.

A presto,
Beppe Miceli



Vista Padule lato Isola Clodia
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volo di Garzette durante l'aurora :
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un ponticino
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il capanno alla casa Ximenes
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Casa Ximenes e Castiglione della Pescaia :
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veduta da Casa Ximenes
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uno specchio d'acqua prosciugato :
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piante acquatiche
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veduta dal lato della pineta
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specchio d'acqua in procinto di prosciugarsi
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Beppe nel capanno di Casa Ximenes
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A volte Madre Natura decide di lanciare una palla ad effetto. (Charles Bronson)

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Modificato da - vespa90ss in Data 09 settembre 2007 20:13:50

ecolab
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Inserito il - 10 settembre 2007 : 01:33:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Complimenti per la bella idea della ricostruzione della storia della palude.
un simile lavoro è utile anche per poter capire meglio la natura di un sito, inquadrandolo in una dimensione dinamica, nel tempo.
ancora complimenti.
giampaolo
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vespa90ss
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Inserito il - 10 settembre 2007 : 08:16:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Giampaolo,
era l'unico anello che mancava alla comprensione esatta di come possa essere stato influenzato dall'uomo un territorio ai limite della depressione altimetrica: di quanto abbia potuto interferire positivamente e negativamente sullo sviluppo di un certo tipo di biodiversità rispetto ad un altro.
Quanti possibili futuri ci sarebbero potuti stare per la maremma grossetana?
Uno possibile quello che è toccato alle lagune ed ai tomboli dell'Argentario.
Ma è stato scelto quello della bonifica e dello sfruttamento agricolo.
Fortunatamente la creazione dell'Oasi Faunistica voluta dalla sensibilità di pochi ha salvaguardato la sopravvivenza di un miracolo naturalistico.
Godiamocelo rispettandolo e facendolo rispettare.
Ti auguro una serena giornata Giampaolo.

Beppe






A volte Madre Natura decide di lanciare una palla ad effetto. (Charles Bronson)

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lynkos
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Inserito il - 10 settembre 2007 : 09:09:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie mille Beppe per questo lavoro ottimo e esauriente. A parte l'interesse del caso specifico, il tuo intervento evidenza eloquentemente l'importanza fondamentale dell'interazione fra l'uomo e l'ambiente nella creazione di molti degli habitat che adesso cerchiamo di salvaguardare come "naturali". Tanti sono gli spunti per riflettere e eventualmente approfondire. Aspetto con curiosità gli prossimi sviluppi sulla flora e fauna .


Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto" (S. J. Gould)

Modificato da - lynkos in data 10 settembre 2007 09:10:07
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FOX
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Inserito il - 10 settembre 2007 : 14:24:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Beppe,

complimenti, detti con il cuore, so quanto tu ci tenevi a fare questa documentazione, e quanto tempo gli hai dedicato, non contano le risposte e gli elogi che ne avrai, ma quanto hai voluto testimoniare e trasmettere a tutti noi..

simo



Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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vespa90ss
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Inserito il - 10 settembre 2007 : 14:47:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Sarah,
sono davvero felice che sia piaciuto particolarmente a te questo mio lavoro in quanto dall'analisi dei tuoi testi e delle tue immagini traspare quella grande sensibilità che ti ha condotto ad un profondo amore per la natura. Una bellissima porta spalancata che non a tutti è dato di attraversare. Quindi un giudizio postivo ricevuto da te ha per me un doppio significato.
Quest'Oasi Naturalistica è molto giovane ed è stata realizzata in un contesto sociale particolarissimo in quanto come ben saprai la maremma ha una tradizione venatoria particolarmente radicata. Da sempre quel territorio è stato serbatoio e palestra di tiratori. Gente che da sempre ha ricevuto in eredità questa mentalità venatoria, la conserva e la custodisce gelosamente.
Tanto per renderti più chiaro il concetto, proprio sul limitare del palude all'altezza del tombolo dove è cresciuta la pineta, esiste uno stand di Tiro a Piattello oggi dismesso ed in stato di abbandono. Puoi immaginare quante tonnellate di piombo sono state riversate in quel luogo (che ancora rimane e rimarrà per sempre - ricordo che il piombo è uranio decaduto ) a pochissime decine di metri dall'oasi. In alcuni punti esistono (sigh) cartelli attaccati l'uno accanto all'altro che indicano l'uno "Attenzione! Tiro al piattello" l'altro "Divieto di Caccia" Oasi Faunistica.
Uno stupendo controsenso e contrasto che racconta l'evoluzione dei costumi. Che sigla e legittima con la "firma" di questi nuovi cartelli l'avvenuto cambiamento. Spero che col tempo si riesca a modificare anche la sensibilità della gente del luogo (turisti particolarmente) che nella migliore delle ipotesi, pur non usando il fucile entra nell'oasi in bicicletta con cani sguinzagliati a molestare gli animali in sosta o a fare del footing.
E' su questo che bisognerebbe lavorare: sul riempire il padule di questi cartelli (già presenti ma pochi e poco chiari relativamente alle sanzioni))e facendo rispettare i divieti.
Sarebbe anche opportuno invitare i visitatori, con una certa insistenza, mediante cartellonistica ad indossare un abbigliamento mimetico idoneo all'inserimento nell'ambiente come sollecitato già più volte in altre occasioni.
Elencare i punti più salienti del codice di comportamento all'ingresso dell'oasi responsabilizzando in tal modo il visitatore che si sentirebbe coinvolto ed accolto maggiormente nell'Oasi. Non sarebbe più una visita ma...un esplorazione.
Grazie Sarah per avermi offerto lo spunto per queste ulteriori considerazioni.

Una serena giornata,
Beppe



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lynkos
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Inserito il - 10 settembre 2007 : 15:04:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Purtroppo Beppe, per l'uomo comune, la natura continua ad esistere per essere sfruttata. In passato era primariamente una fonte di cibo e materia prima, adesso serve per lo svago o il divertimento, una palestra all'aria aperta, una discarica o un nascondiglio per nascondere quello che non bisogna far vedere davanti gli occhi di tutti. Non hanno capito la differenza fra un parco urbano dove la natura è (discutibilmente) al servizio dell'uomo e una riserva naturale dove l'uomo dovrebbe essere al servizio della natura. Senza mezzi termini. Le mie soluzione sarebbero tutte molto radicali e, temo, impraticabili .

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto" (S. J. Gould)
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vespa90ss
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Inserito il - 10 settembre 2007 : 16:47:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Simo,
non ti avevo ancora letta.
Tu conoscevi quanto lavoro abbia richiesto questo piccolo riassunto di tutte le escursioni che ho eseguito al padule nel corso dell'estate. Sapevi che essendo in campeggio a pochissimi km di distanza mi recavo tutte le mattine all'alba a fotografare per godere degli spazi dell'anima e dei silenzi della mente. Lì trovavo tutto questo. Lì è nata l'ispirazione per la poesia che ho voluto condividere con voi " Silenzio di palude "

Link

per offrirvi un pizzico di coinvolgimento emotivo anche in tal senso.

La spiritualità è qualcosa che comunque ci accompagna tutti, noi amanti della natura. Una luce interiore che in ognuno di noi affiora più o meno percettibilmente e lascia intravedere la sua presenza.
Sta a noi nutrirla e fortificarla con gli strumenti di cui ognuno può disporre. Noi possediamo l'amore per la natura che ci nobilita e ci rende sicuramente migliori. Utilizziamo nel migliore dei modi questa particolarità perchè nulla giunge a caso.

Sono quindi felice che tu ti sia sentita coinvolta in questo mio lavoro di condivisione. E' un piacere veramente enorme sentirti dire queste parole, dettate sicuramente non dall'amicizia che ci lega ma sono certo da vera emozione.

Un caro saluto,
Beppe




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vespa90ss
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Inserito il - 30 settembre 2007 : 20:51:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


La Diaccia Botrona - Il Padule di Castiglione della Pescaia - GR

- segue -




Come vi avevo promesso all'inizio di questo post, comincio ad offrirvi la presentazione delle specie, animali e vegetali, che popolano con maggior frequenza il Padule della Diaccia Botrona.
Non sarà un elenco vero e proprio delle specie perchè questo non è lo scopo primario del mio lavoro nè tantomeno rientra più nella mia mentalità che rifugge ormai da raccolte di qualsiasi genere, che siano di animali veri e propri o semplicemente di dati elencati da collezionare ed aggiornare.
Desidero che questo lavoro rappresenti invece una passeggiata virtuale in mezzo a questo splendido ambiente, non una grigia lista semplicemente da consultare ad uso statistico.
Certamente un archivio fotografico verrà aggiornato col trascorrere dei mesi, mano a mano che incontrerò nuove specie che potrò documentare. Forse un giorno potrò anche cadere nella trappola dell'elenco. Ma saranno esclusivamente le immagini a fare da filo conduttore. Condizione essenziale per poter dichiarare come presente a tutti gli effetti una specie animale o vegetale.





La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia


In questo primo excursus esplorativo ho pensato di catturare la vostra attenzione presentandovi un microhabitat particolarissimo: quello che regola i ritmi e le cadenze vitali di una quantità notevole di artropodi. Si tratta di una pianta che, date le sue caratteristiche e dimensioni, ospita una
popolazione di specie diverse molto nutrita e di varia tipologia, tanto che parlare di biocenosi, limitandone il riferimento a questa sola specie vegetale, non mi sembra eccessivo.
Si tratta di una pianta molto presente nel Padule, a volte persino infestante lungo gli argini principali:

il Cynara cardunculus (Cardo o Carciofo selvatico).

Questa Asteracea è una pianta perenne, geofita, in grado di riprodurre annualmente dai propri rizomi un nuovo asse fiorale che successivamente si ramifica e genera un certo numero di "carciofi selvatici" da un’infiorescenza a capolino.




La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia





La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia


Siamo ormai in autunno... e sta per iniziare il mese di ottobre.
In questo preciso momento il Cynara, dopo l'estivazione che lo ha praticamente disseccato e quasi immobilizzato nelle sue attività cellulari, riprende un minimo di flusso vegetativo alla base del fusto, ancora vitale e nei rizomi, assorbendo acqua piovana dal terreno.
Una fase di accumulo idrico preparatoria alla nuova vegetazione primaverile. Nell'inverno la parte aerea si seccherà completamente per ricominciare un nuovo ciclo vitale nella successiva stagione di crescita che corrisponderà al periodo in cui si verificheranno con maggiore abbondanza le piogge primaverili.
Non appena si saranno formate le infiorescenze, tutta una serie di simpatici ospiti comincerà a popolare questa pianta particolarmente generosa in quanto riesce ad ospitarne in gran numero, proteggendoli in mezzo alle sue spine.
Allo stesso tempo li nutrirà con l'abbondante polline delle sue enormi infiorescenze e con i succhi zuccherini che produce quando viene leggermente incisa con le mandibole.
Chiaramente la funzione simbiotica è palese in quanto l'affollarsi di questi bellissimi folletti consente l'impollinazione e la maturazione degli acheni provvisti di un caratteristico pappo, ciuffo peloso cui si affidano per la dispersione anemofila del seme.
Ma oltre essere paradiso ricchissimo di nettari, pollini e profumi entro cui bearsi, diventa altresì territorio di caccia per piccoli ragni della famiglia Salticidae e Thomisidae nonchè per i Cleridi del gen. Tilloidea che, sfruttando il clima di grande eccitazione e la confusione regnante, ne approfittano per sferrare i loro tragici attacchi.
Le spine di questa pianta rappresentano anche un ottimo supporto dove infilzare le prede per le Averle, che catturano grossi insetti come cicale, melolontidi, saturnidi, cavallette. Costituiranno una riserva alimentare per i periodi più difficili.
Mentre questo uccello predatore compie il suo rituale, poco più in là, in mezzo al polline del fiore, alcune coppie di Curculionidi del gen. Larynus affiancate dai Cerambicidi del gen. Streptoleptura che li ignorano pur sfiorandosi, si accoppiano per rinnovare il ciclo della vita.
Questo continuo alternarsi di vita e di morte si protrarrà per tutta l’estate, intorno ad un’unica pianta: Il Cynara cardunculus.


Ho cominciato ad effettuare i primi scatti nel mese di luglio, quando ormai le infiorescenze erano praticamente al termine, ma un certo numero di presenze mi stava ancora attendendo per consentirmi di trasferire a voi l'emozione di quei giorni attraverso il Filo d'Arianna di queste immagini:



Stictoleptura cordigera

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia




Curculionidae - Larinus sp.

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia





Stictoleptura cordigera

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia





Curculionidae-Larinus sp

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia





Netocia morio

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia





Salticidae Genere Heliophanus

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia





Salticidae Genere Heliophanus

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia






Stratiomyidae - Stratiomys longicornis

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia





Cleridae - Tilloidea transversalis

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia







Cleridae -Tilloidea transversalis

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia






Cleridae -Tilloidea transversalis

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia






Carpocoris mediterraneus: due maschi ed una femmina

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia






Curculionidae-Larinus sp

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia






Curculionidae-Larinus sp

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia






Rutelidae - Anomala dubia infilzata da un'Averla su una spina

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia






Rutelidae - Anomala dubia infilzata da un'Averla su una spina

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia






Tabanidae - Chrysops relictus

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia





Carpocoris mediterraneus

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia






Carpocoris mediterraneus
La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia





Vespidae - Polistes sp con una goccia di liquido zuccherino.

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia



a presto, Beppe




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Modificato da - vespa90ss in data 30 settembre 2007 21:42:06
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Alberto Gozzi
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Inserito il - 30 settembre 2007 : 21:16:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

complimenti, Giuseppe


bellissima ed interessante discussione ..............alberto
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FOX
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Inserito il - 30 settembre 2007 : 21:51:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Beppe,
rinnovo i complimenti per questa intregrazione degli insetti, è increbile quanta vita c'è su queste piante...

Ora mi hai fatto venire in mente le stesse piante sul greto vicino al Padule, ricordi?
Sarebbe da verificare all prossima stagione...

Ora non ci resta che attendere le tue nuove intregrazioni con la primavera...
speriamo che questo post sia di esempio e stimolo anche per altri...

grazie

simo





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ecolab
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Inserito il - 30 settembre 2007 : 23:49:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In vari ambienti i cardi costituiscono una enorme riserva di alimento e gli insetti, come prevedibile, ne approfittano.
Sotto certi aspetti si potrebbe studiare la "biodiversità sul cardo".
Tanti insetti attirano anche i loro predatori ed inoltre, a fruttificazione avvenuta, diversi uccelli si cibano dei semi.
Una bellissima documentazione che potrebbe stimolare altre osservazioni sulla funzione attrattiva che talune piante hanno nei confronti di numerosi animali.
giampaolo

Modificato da - ecolab in data 01 ottobre 2007 11:33:38
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

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Inserito il - 01 ottobre 2007 : 09:06:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Parole e immagini che sono una gioia da vedere e che aiutano a riaccendere una piccola scintilla negli altri occhi stanchi.
Non sarà un elenco vero e proprio delle specie perchè questo non è lo scopo primario del mio lavoro nè tantomeno rientra più nella mia mentalità che rifugge ormai da raccolte di qualsiasi genere, che siano di animali veri e propri o semplicemente di dati elencati da collezionare ed aggiornare.

Ci vuol coraggio, Beppe, per andare oltre la tanto rassicurante raccolta di fatti per cercare non solo la conoscenza ma soprattutto la comprensione. E' un passo da gigante che porta su terreno instabile e a volte ostile... ma sono sempre più convinta che è l'unica strada che porta avanti, e che non finisce girando su se stessa in cerchi vuoti che non finiscono mai.

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto" (S. J. Gould)
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ecolab
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Inserito il - 01 ottobre 2007 : 11:43:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Ci vuol coraggio, Beppe, per andare oltre la tanto rassicurante raccolta di fatti per cercare non solo la conoscenza ma soprattutto la comprensione. E' un passo da gigante che porta su terreno instabile e a volte ostile... ma sono sempre più convinta che è l'unica strada che porta avanti, e che non finisce girando su se stessa in cerchi vuoti che non finiscono mai.
Sarah


Pienamente d'accordo con Sarah!
giampaolo
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Lepurisposu
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Inserito il - 01 ottobre 2007 : 15:03:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Uno dei lavori più belli che per ora ho letto in questo Forum..davvero i miei più sentiti complimenti caro Beppe, spero davvero che questo tuo progetto non si fermi qui (aspettiamo la primavera, ma anche l’autunno ed il vicino inverno!) e che sia motivo di entusiasmo (è questo quello che ho provato mentre leggevo) ed esempio per tante altre future discussioni proposte dagli utenti del nostro Forum.
Anche io concordo perfettamente con Sarah:
una conoscenza sintetica della natura (fatta esclusivamente di nomi, liste e numeri) non può portare alla sua comprensione, e non può essere quindi, quando presa a sé stante, un’efficace strumento di valorizzazione e tutela degli ambienti naturali. Una conoscenza analitica invece, impostata sullo studio delle interazioni ed interrelazioni ambientali, delle cause e degli effetti, che verte alla comprensione dei sistemi naturali ugualmente nella loro composizione, funzionamento ed evoluzione, può veramente essere un’ utilissima via per provare ad intuire i reali aspetti degli ecosistemi nella loro intimità ed essenzialità: credo sia, come già detto da Sarah, l’unico percorso con cui possiamo portare avanti in modo efficace i temi di divulgazione, valorizzazione e tutela della natura.
un caro saluto a te e a tutti non mancando ancora di farti i complimenti
Frantziscu


àiri a pinta de caddaxu. pinnicadì linna crabaxu

Modificato da - Lepurisposu in data 01 ottobre 2007 15:05:21
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vespa90ss
Utente Super


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Inserito il - 01 ottobre 2007 : 23:58:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Signori,
vi ringrazio davvero tantissimo per come avete apprezzato questo mio lavoro che si scorre in pochi minuti di lettura ma che alle spalle nasconde un notevole sforzo. Un sacrificio che ho effettuato, non solo trascorrendo moltissime ora davanti al pc, ma anche rubacchiando di tanto in tanto (ben volentieri) qualche ora al gorillaio della spiaggia trafitta di ombrelloni.
Lo so benissimo che certe mie affermazioni sono coraggiose, facendomi correre il rischio di crearmi antipatie ed incomprensioni. Ma giunto alla mia ètà che non è più giovane, posso tranquillamente confermarvi che questa è l'unica strada percorribile per stabilire un vero dialogo con la natura. Ed attraverso di essa, cercare quella luce che tutti noi, indistantemente tutti, possediamo e che attende solo di essere scoperta e valorizzata.
Sarà solo il nostro modo attento e profondo di leggere tra le pieghe scavate sulla fronte del giorno e sugli occhi chiusi della notte a poterci rendere veramente compartecipi di questo grande mistero che ci fa ospiti privilegiati del nostro pianeta.
Sarà leggendo nello sguardo delle singole libellule, delle mantidi, delle vespe, che ritroveremo la vera luce dei nostri occhi. Sarà nel lavoro di ricucitura di tanti sguardi, di tante storie, tanti drammi, tanti amori, tante stagioni, tante migrazioni, tanti cicli, che potremo capire la complessità ed allo stesso tempo la fragilità di questo armonico equilibrio.
Ognuno di noi sta seguendo un proprio percorso di ricerca, ma tutti siamo qui in questo forum per trovare la chiave di lettura dell'insieme.

Questo è il mio modo.

Grazie ancora a tutti
Beppe



A volte Madre Natura decide di lanciare una palla ad effetto. (Charles Bronson)

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FOX
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Inserito il - 02 ottobre 2007 : 12:33:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
vespa90ss:


Lo so benissimo che certe mie affermazioni sono coraggiose, facendomi correre il rischio di crearmi antipatie ed incomprensioni. Ma giunto alla mia ètà che non è più giovane, posso tranquillamente confermarvi che questa è l'unica strada percorribile per stabilire un vero dialogo con la natura. Ed attraverso di essa, cercare quella luce che tutti noi, indistantemente tutti, possediamo e che attende solo di essere scoperta e valorizzata.



Beppe,

l'importante che abbiamo dato il nostro messaggio, so quanto tu ami la natura e tutto quello che la circonda, non tutti vedono con il nostri occhi...

non dev'essere vista dall'alto verso il basso, ma soprattutto vista con gli occhi della semplicità, umiltà, rispetto e amore per questa...

simo





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vespa90ss
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Inserito il - 02 ottobre 2007 : 13:47:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di FOX:


Beppe,

l'importante che abbiamo dato il nostro messaggio, so quanto tu ami la natura e tutto quello che la circonda, non tutti vedono con il nostri occhi...

non dev'essere vista dall'alto verso il basso, ma soprattutto vista con gli occhi della semplicità, umiltà, rispetto e amore per questa...

simo



Potevi lasciare che fosse qualcun altro ad esprimere questo concetto. Ma TU QUOQUE hai voluto puntualizzarlo: evidentemente lo avverti in prima persona e ti infastidisce non poco.

Mi spiace di aver turbato la tua sensibilità che guarda con "gli occhi della semplicità, umiltà, rispetto e amore per la natura..."

A questo punto, se ci saranno ancora altre occasioni cercherò di tenerlo in buon conto.
Beppe






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FOX
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Inserito il - 02 ottobre 2007 : 14:28:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
vespa90ss:

Mi spiace di aver turbato la tua sensibilità che guarda con "gli occhi della semplicità, umiltà, rispetto e amore per la natura..."



Beppe,

tu non hai turbato un bel niente, anzi, mi spiace che tu mi hai fraintesa, tu hai fatto tutto il possibile attraverso la tua documentazione fotografica e scritta, per sensibilazzare le persone.

quando io dico:

gli occhi della semplicità, umiltà, rispetto e amore per la natura

Purtropo ci sono persone che usano la parola "natura" sotto forma di snobbismo, fa tanto moda, e questo non ne il mio e nel tuo caso...

il mio riferimento a quelle persone che vanno in ambienti tipo questo della Diaccia Botrona, con magliette, pantaloncini e beretti colorati, come tante rificolone, disturbando e gli uccelli che nidificano e tutto l'ecosistema, lasciando cartacce e residui ovunque, con atteggiamenti da lunapark, come tu mi hai più volte detto..
che corrono per mantenersi in linea con walktalking, che vi portano a passeggio il cane (con tutto il rispetto per questi).

queste sono le cose mi disturbano, e trovo che è una vera violenza alla natura!

simo



Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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FOX
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Inserito il - 20 dicembre 2007 : 10:16:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia



Mie brevi impressioni sulla Diaccia Botrona


Come promesso da Beppe, alcuni giorni fa di ritorno dalla costa dell'Ombrone abbiamo fatto una breve sosta alla Diaccia Botrona, luogo magico e paradiso incantevole per chi ama la natura come noi...ecco alcune mie brevi impressioni.


Casa Ximenes

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia


La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia

Un canale

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia

I fenicotteri

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia


La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia

Gli ispidi cardi

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia

Ancora alcune piante in fiore

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia

Un gasteropoda

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia

Non è mancato un fungo...

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia

I viottoli

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia


La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia

Altro scorcio della palude a est

La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia


La Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia


Ringrazio Beppe per avermi dato questa opportunità e condiviso con me questa splendida giornata, con la speranza che questi fenicotteri non facciano la fine di quelli della Delta del Po...

simo



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vespa90ss
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Inserito il - 03 aprile 2008 : 12:38:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Desidero aggiornare il post, aggiungendo questi link ad altri miei due lavori che riguardano la fauna della Diaccia Botrona.

Link

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Beppe Miceli




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