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 colubro leopardino (Zamenis situla, var. lineata)
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perfect
Utente Senior

Città: Roma


1790 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 19 giugno 2012 : 21:40:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Qui: Link ci sono alcune foto di situle balcaniche e dell'ambiente di ritrovamento, forse può essere interessante.

Dario
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Tiraxiatu
Utente Senior

Città: Palermo
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


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Inserito il - 19 giugno 2012 : 22:29:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Concordo con tutto quello che dite, non ritengo Z. situla una specie termofila(così come possiamo intendere un colubro lacertino), ma per quale motivo non si rinviene se non entro certe quote?
Mi spiego meglio: da noi in Sicilia (e credo anche in Puglia) gran parte delle osservazioni hanno luogo sotto i 400 m s.l.m., con un massimo di poco superiore agli 800 m... evidentemente, a differenza di un biacco che lo trovi fino a 2000 m, tollera poco anche le temperature particolarmente basse (così come quelle alte), io infatti parlerei di specie stenoterma, ovvero con un basso range di tolleranza termica.

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aspis
Moderatore

Città: Bari
Prov.: Bari

Regione: Puglia


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Inserito il - 20 giugno 2012 : 07:24:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
io infatti parlerei di specie stenoterma, ovvero con un basso range di tolleranza termica.


Concordo perfettamente con te, Paolo, il concetto non poteva essere espresso in maniera migliore!

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Fortunato
Utente Senior

Città: Milano


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Inserito il - 20 giugno 2012 : 07:50:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Tiraxiatu:

Concordo con tutto quello che dite, non ritengo Z. situla una specie termofila(così come possiamo intendere un colubro lacertino), ma per quale motivo non si rinviene se non entro certe quote?
Mi spiego meglio: da noi in Sicilia (e credo anche in Puglia) gran parte delle osservazioni hanno luogo sotto i 400 m s.l.m., con un massimo di poco superiore agli 800 m... evidentemente, a differenza di un biacco che lo trovi fino a 2000 m, tollera poco anche le temperature particolarmente basse (così come quelle alte), io infatti parlerei di specie stenoterma, ovvero con un basso range di tolleranza termica.



Ciò che scrivi mi sembra possa essere un'ottima risposta al nostro enigma!

Nel link riportato da Perfect, a pag. 3, si vede la foto di un leopardino trovato in Epiro a 980 m s.l.m. e quasi 1000 metri sono comunque una discreta altitudine.

In Puglia il leopardino è localizzato, e comunque in Puglia non vi sono alture degne di nota; in Sicilia la specie è forse ancor più localizzata e si trova esclusivamente nel sud-est (Catania, Siracusa, Ragusa). Correggetemi se sbaglio.
E anche da quelle parti non vi sono montagne particolarmente alte, che si trovano invece a nord, lungo la costa tirrenica. C'è l'Etna, è vero. Ma l'Etna è un ambiente molto particolare, e le sue distese di lava non mi paiono un habitat così favorevole per la nostra specie.
Il bel libretto francese "Les coulevres et les viperes" (Atlas Visuels Payot Lausanne) presenta in copertina la foto di un colubro leopardino: tale animale è stato trovato in Sicilia, molto all'interno dell'isola (così sta scritto), ad un'altitudine di 500 metri. Si scaldava, al calar della notte, sull'asfalto di una strada trafficata...
Silvio Bruno riporta, sul volumetto "Serpenti", che in Grecia il colubro leopardino può raggiungere i 1600 metri d'altezza, mentre in Italia probabilmente non supera i 600.

Come mai questa differenza ?
Probabilmente per le ragioni che ho esposto sopra: in Italia è specie molto localizzata e nel suo areale italiano non vi sono montagne che, almeno teoricamente, potrebbero essere colonizzate da popolazioni stabili.

Va tenuto presente anche un altro discorso, quando si fanno paragoni fra biacco (che si spinge fino a 2000 metri) e colubro leopardino (che si spingerebbe solo fino a 1600 metri): quando cambiamo d'altitudine, non solo variano le temperature, ma varia anche l'habitat, il tipo di suolo, l'umidità, ecc.

Probabilmente il Colubro leopardino è legato (e la maggior parte delle foto che troviamo su internet lo dimostrano - fate caso al link di Perfect) ad un habitat mediterraneo o mediterraneo/submediterraneo con alcune ben precise caratteristiche di substrato (quasi sempre si vedono pietre e/o rocce), di vegetazione e, quindi, anche di umidità.

Ma come mai è quasi sempre legato ad un ambiente con tali caratteristiche ?
Una domanda tira l'altra...

Perché, presumibilmente, il quell'ambiente vi sono le temperature per lui ideali, l'umidità ideale, il substrato ideale, le prede ideali (lucertole?), ecc.

Capisco che più che rispondere, io butto lì dei "dati di fatto", ma in ogni caso abbiamo sviluppato una bella e interessante discussione!

Fortunato/Zoroaster

Modificato da - Fortunato in data 20 giugno 2012 07:54:05
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falconez
Utente Senior

Città: Torrebelvicino
Prov.: Vicenza

Regione: Veneto


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Flora e Fauna

Inserito il - 20 giugno 2012 : 08:06:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La diffusione di una specie in un determinato areale è,secondo me,frutto di un insieme di fattori che Fortunato ha elencato poco fa.
Questi fattori sono legati in maniera imprescindibile tra di loro ( se così non fosse l'areale di una specie sarebbe diverso da quello che è ).
Se ci pensiamo,accade più o meno lo stesso per il Malpolon in Liguria:cambia l'ambiente e il Lacertino non c'è più.
Come sempre accade in natura,è un continuo adattarsi di flora e fauna all'ambiente che cambia (concetto molto più generico ma valido).

vivi ogni giorno come fosse l'ultimo...
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Fortunato
Utente Senior

Città: Milano


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Inserito il - 20 giugno 2012 : 08:06:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Immagine:
colubro leopardino (Zamenis situla, var. lineata)
180,73 KB

Fortunato/Zoroaster
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Fortunato
Utente Senior

Città: Milano


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Inserito il - 20 giugno 2012 : 09:05:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Fra i fattori abiotici, non ho citato (anche se si sottindendeva) l'esposizione ai raggi solari, che si ricollega anche al "tipo di substrato" preferenziale.
Con un substrato in parte arido/sassoso e ben esposto alla luce mediterranea si possono sfruttare anche raggi solari in giornate relativamente fredde che sarebbero invece proibitive in habitat molto boscoso o nella nostra Padania...


Vi racconterò, se vi interessa, come e dove ho recuperato il leopardino della foto. E, se gli amici tedeschi mi manderanno le foto, vi farò vedere l'"enorme" leopardino a fondo giallo che abbiamo incontrato questo maggio...

Fortunato/Zoroaster
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Tiraxiatu
Utente Senior

Città: Palermo
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


1314 Messaggi
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Inserito il - 20 giugno 2012 : 09:07:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ma l'Etna è un ambiente molto particolare, e le sue distese di lava non mi paiono un habitat così favorevole per la nostra specie.


In realtà mi sorgono dei dubbi perchè la città di Catania e i suoi dintorni è fortemente caratterizzata dalle distese di lava dell'Etna, eppure più autori dicono che sia un hot spot (forse può confermare anche erix) per questa specie, che proprio sull'Etna non andrebbe molto oltre i 300 m s.l.m....
Anche su Fauna d'Italia si parla di presenza della specie in genere nel range 0-700 m (citano autori stranieri), di inattendibilità del limite 1600 (citano Werner, autore dei primi del '900 da cui probabilmente Bruno prende il dato, in quanto lo cita ma non nel testo). Fauna d'Italia riporta comunque un limite assoluto accertato di 1400 m (quindi poco distante dai 1600), sempre in Grecia.
Ma in ogni caso ho ancora moltissimi dubbi su questa affascinante specie...

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Fortunato
Utente Senior

Città: Milano


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Inserito il - 20 giugno 2012 : 11:49:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bisognerebbe vedere se davvero le pendici dell'Etna vicino a Catania sono un "hot spot" per la situla (come avrete capito, io non mi fido di nessuno...), vedere che tipo di habitat si riscontra fino a circa 300 metri di quota, e vedere che tipo di habitat si trova sopra tale quota.
Senza dubbio qualcosa di critico e di limitante subentrerà dopo tale quota...

Non so cosa, ma potrebbe essere che la lava, sopra quella quota, diventa inospitale perché si scalda troppo al sole, o perché viene meno la copertura vegetale o che so io...

Avete qualche foto di quegli habitat? Sia di quelli in cui dovrebbe vivere la situla, sia di quelli in cui non si troverebbe più?

Fortunato/Zoroaster
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aspis
Moderatore

Città: Bari
Prov.: Bari

Regione: Puglia


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Inserito il - 20 giugno 2012 : 11:58:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Secondo la mia esperienza posso affermare con sicurezza che questa specie ha come stop-loss la presenza di acqua: zone paludose, fiumiciattoli lenti, raccolte d'acqua naturali, anche piccole o artificiali, come per esempio il "pilone", tipico invaso idrico delle campagne del barese, brindisino e del leccese, gli sono indispensabili per la termoregolazione nei mesi caldi...

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bernardo borri
Utente Senior


Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


3002 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 giugno 2012 : 12:09:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Argomentazioni assai interessanti, appena ho 10 min. mi leggo tutto, per adesso colgo soltanto l'occasione di complimentarmi con Nicola per l'esemplare dalle tonalità accecanti che ha rinvenuto!
Semplicemente magnifico....
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nicola
Utente Senior


Città: Castellana Grotte
Prov.: Bari

Regione: Puglia


2290 Messaggi
Fotografia Naturalistica

Inserito il - 20 giugno 2012 : 12:24:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nel 2012 ho fotografato già sei colubri leopardini.
Sono serpenti di abitudini mattinieri delle primissime luci e crepuscolari.
Si cibano prevalentemente di piccoli roditori.
Si può trovare più facilmente mentre si termoregola sui mucchi di pietra o muri a secco.
Aggingo una foto di un subadulto a macchie.


Immagine:
colubro leopardino (Zamenis situla, var. lineata)


------------------------------------------------------------------------
Ogni essre vivente ha il diritto di vivere e di compiere il ciclo della vita.
Nicola Nitti.

Link
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Tiraxiatu
Utente Senior

Città: Palermo
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


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Inserito il - 20 giugno 2012 : 12:28:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bisognerebbe vedere se davvero le pendici dell'Etna vicino a Catania sono un "hot spot" per la situla (come avrete capito, io non mi fido di nessuno...), vedere che tipo di habitat si riscontra fino a circa 300 metri di quota, e vedere che tipo di habitat si trova sopra tale quota.
Senza dubbio qualcosa di critico e di limitante subentrerà dopo tale quota...


D'accordo con te, il fatto è che Catania stessa e la sua periferia (che d'estate sono dei forni) sono citate come aree in cui la specie è particolarmente comune (vedi anche atlas dei vertebrati siciliani), inoltre le segnalazioni a nord di quest'area (fino a Messina per intenderci) sembrano non aver trovato più fondamento, seppur ancora riportate dagli atlanti (il solito retaggio "brunesco"), quindi pare che effettivamente l'Etna funga da barriera per questa specie. Un'altra cosa interessante per la Sicilia, che complica ulteriormente le cose, è che Z. situla non si trova quasi mai in sintopia con Z. lineatus (comune sull'Etna...), in particolare nell'area iblea, in cui quest'ultima specie è molto rara se non assente... c'è una sorta di vicarianza insomma. Ma non vorrei divagare troppo .
Sono comunque molteplici i fattori da considerare a parte quelli legati all'habitat, ad esempio potrebbe essere determinante l'escursione termica giorno-notte, parametro molto variabile nel territorio che a mio avviso potrebbe influenzare profondamente i cicli di attività di questa specie...

P.s. bellissime foto Nicola!!


Modificato da - Tiraxiatu in data 20 giugno 2012 12:30:05
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Fortunato
Utente Senior

Città: Milano


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Inserito il - 24 giugno 2012 : 12:01:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Presto dovrebbero arrivarmi foto molto interessanti, compresa quella del leopardino "giallo" versione Extra Large.

Nel frattempo vi racconto come e dove sono riuscito a fotografare il giovane leopardino la cui foto ho riportato qualche post più in alto.
Solo grande pazienza, costanza, abilità e fortuna (il cosiddetto fattore C), mi hanno consentito quella fotografia...

Erano giorni che tormentavo la mia compagna con missioni "mirate" serali e mattutine in quel tratto stradale (tipico "hot spot" ) dove, a maggio, avevamo incontrato tantissimi baby leopardini uccisi sull'asfalto.

Ma a giugno: grandi cervoni, tanti bruchi, insetti predatori di bruchi, ma nessun, e sottolineo nessun colubro leopardino, né vivo, né morto.

Stanchi e sfiduciati, una sera, sulla via del ritorno, in un tratto stradale in ombra e abbastanza distante dagli "hot spot" conosciuti... noto con la coda dell'occhio di aver appena oltrepassato, sulla destra, con la mia fedele Suzuki Jimny, un piccolo "rametto" dalle fattezze sospette.

Un piccolo "rametto" grigiastro ai bordi della strada.

I miei neuroni deputati all'avvistamento di materiale ofidico, evidentemente, si mettono in allarme all'unisono: il mio piede destro si stacca automaticamente dall'acceleratore e si fionda sul freno.

Una quindicina di metri dopo sono fermo e, senza però troppa convinzione razionale, guardo dietro, verso il "rametto".

Il "rametto", quasi miracolosamente, sparisce fra l'erba del fosso!

Non ho dubbi. E' un piccolo leopardino: i giovani cervoni sono ben più "massicci e cicciottelli" nell'aspetto!

Ma riuscire a ritrovare quel microbo in fuga, per una fotografia, è un altro discorso...

Pur con il mio menisco rotto, in pochi secondi, mi precipito sul punto preciso in cui mi pareva fosse "il rametto", puntando però lo sguardo "più in là", cioè verso la boscaglia.

Riesco ad intercettare con lo sguardo il piccolo leopardino appena prima che questo scompaia dall'erba secca del ciglio stradale verso il fitto del bosco!!!



E' fatta! Quella sera festeggiammo, per la felicità, con buon vino rosso e agnello arrosto!

Purtroppo, il giorno dopo, vidi, sull'asfalto nel bel mezzo della strada, alcuni metri di distanza da quel felice ritrovamento, proprio alla stessa ora, un corpicino senza vita che all'inizio interpretai come "lombrico morto"...

Un giovane leopardino era stato, come al solito, travolto da un'auto!

Spero solo che non fosse il "nostro" leopardino che ha voluto cocciutamente attraversare quella dannata strada ad ogni costo...

Ecco la foto del piccolo ucciso, trovato il giorno dopo. Io non ho il coraggio di controllare se i disegni corrispondono...


Immagine:
colubro leopardino (Zamenis situla, var. lineata)
237,65 KB

Fortunato/Zoroaster
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Fortunato
Utente Senior

Città: Milano


1459 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 24 giugno 2012 : 12:08:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho controllato! Il disegno sul capo è diverso!

Magra consolazione, ma comunque sono contento...

Fortunato/Zoroaster
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Coluber
Utente Senior


Città: S. Alessio Siculo
Prov.: Messina

Regione: Sicilia


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Flora e Fauna

Inserito il - 25 giugno 2012 : 00:37:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sull'Etna la copertura vegetale inizia a scarseggiare superando i 1400 metri di quota ad occhio e croce.... diciamo che tra questa quota e i 1800 circa si trovano piccole macchie di bosco, circondate però dall'inospitalità degli ambienti vulcanici. Non so se in queste tracce di bosco vi è la possibilità di osservare serpenti, colubri leopardini non direi proprio. Io l'unico rettile che vedo a quelle quote e in ambienti a volte davvero estremi, sono le Podarcis sicula, comunque rare....

A bassa quota, diciamo fino a poco meno di 1000 metri, gli ambienti, pur essendo composti da roccia vulcanica, sono molto pieni di vegetazione e secondo me ci potrebbe essere eccome. I problemi sono secondo me i soliti... inquinamento ambientale e compagnia bella.... non vedo nei serpenti in genere animali troppo schizzinosi nel colonizzare ambienti in cui vi sono prede e rifugi. Ho visto Saettoni in piena campagna arida.....

Il Colubro leopardino, nutrendosi di lucertole e piccoli roditori, mi pare normale che si spinge vicino gli insediamenti urbani in prossimità di Catania, dove il clima è mite più o meno tutto l'anno e le prede abbondanti. Temperature e Altezza secondo me vanno considerate in modo meno rilevante. Temperature sotto zero sull'Etna, si trovano dai 1000 metri in poi, in linea di massima, così come dalle mie parti... non crediate che la sicilia sia un posto caldo anche in inverno, in montagna cambia tutto...


Melo

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Fortunato
Utente Senior

Città: Milano


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Inserito il - 25 giugno 2012 : 12:38:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie, Melo, del tuo prezioso contributo (e bentornato )!

E se il problema in realtà fosse molto più semplice?


Vicino a Catania il leopardino può vivere perché, rocce vulcaniche a parte, vi sono orti, giardini, campetti... Insomma l'uomo ha modificato negli anni la "lava" apportando terra, lavorando in parte il substrato, creando piccole riserve idriche, ecc.

Poco più in alto, invece, indipendentemente dalla coperura vegetale spontanea, c'è un terreno di lava.

E la lava:

- lascia scorrere l'acqua al suo interno senza "inumidirsi";
- si scalda tantissimo di giorno (essendo anche nera... );
- è aspra e ruvida come consistenza;
- non crea possibilità di trovare le classiche gallerie scavate da micromammiferi con umidità e "morbidezza" ideali;
- non presenta riserve idriche...

ecc. ecc.

Se il problema fosse quindi la lava stessa?

Ok, voi mi dite, che lo Zamenis lineatus si spinge per bene sulle pendici dell'Etna... Perché non il leopardino?

Siamo sicuri del fatto che Z. lineatus viva sulle pendici dell'Etna fino ai 1000 metri di quota ?

Il fatto che lui ci viva (ma non ne sono così sicuro) potrebbe altresì rappresentare un altro fattore limitante la diffusione della lineata! Nel senso che una "nicchia ecologica" sarebbe già occupata da una specie "simile" dello stesso genere Zamenis.
O il biacco stesso, ben più adattabile all'ambiente vulcanico, potrebbe fungere da superpredatore che limita la diffusione di altre specie.

Non lo so.

Ma prima di azzardare qualsiasi ipotesi, bisognerebbe partire da dati ASSOLUTAMENTE certi.

Cioè:

- fino a dove arriva, per certo, la situla?
- fino a dove arriva, per certo, il lineatus?
- quanto è diffuso il biacco nei vari ambienti da noi presi in esame?
- quanto si scalda la lava durante il giorno e che tipo di substrato reale abbiamo (lava pura, lava mista a terra, terra) alle varie quote?
- quali e quanti fonti di acqua troviamo alle varie quote (come giustamente sottolineava Francesco)?


P.S. Altra riflessione.

Se il leopardino fosse "abbondantissimo" nei dintorni di Catania, con centinaia di individui avvistati ogni anno, mi stupirei anch'io nel non trovarlo "un po' più in sù"...

Ma, probabilmente, il leopardino, vicino a Catania, è lì che conduce una sua esistenza sempre più misera e striminzita, con relativamente pochi esemplari (rispetto, che so io, a certe zone della Croazia o della Grecia, dove in pochi giorni riuscivo a vedere almeno una decina di esemplari), sempre più schiacciati da edilizia, traffico stradale, uccisioni intenzionali, inquinamento, ecc.

Come potrebbe (se le mie supposizioni sono vere) una popolazione già vacillante e ridotta "al lumicino" espandersi alla garibaldina verso il Monte Etna...?

Fortunato/Zoroaster

Modificato da - Fortunato in data 25 giugno 2012 13:10:31
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Coluber
Utente Senior


Città: S. Alessio Siculo
Prov.: Messina

Regione: Sicilia


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Flora e Fauna

Inserito il - 26 giugno 2012 : 01:49:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sai Zoro, credo che la lava in sè, non costituisce poi un problema rilevante. Fino ai 1200 - 1400 metri di quota, la lava vulcanica è invasa da una buona copertura vegetale, vi sono boschi di pino, di betulla, di castagno.... insomma, muretti a secco, pietraie e i principali habitat frequentati da serpenti sono composti da roccia vulcanica, e molte specie di rettili ce li trovi sopra a pascolare senza problemi... ovviamente questi ambienti sono stati leggermente compromessi da colate laviche particolarmente consistenti, che sono scese fino a quelle quote percorrendo 2000 metri di dislivello (La cima dell'Etna è alta intorno ai 3350 metri)... percui salendo di quota, dove la lava fa fatica sempre meno ad arrivare, diminuisce la copertura vegetale fino a scomparire quasi del tutto.

Restando sempre sui 1200 metri però, capita frequentemente di imbattersi in spazi aperti dove vi è solo lava, quindi ambienti esposti totalmente al sole e con poca vegetazione. In tale habitat vi si trovano certamente le Lucertole. Ma la Coronella austriaca pare pure si veda spesso. Io stesso in compagnia di Angelo e Giovanni ne vidimo una. Certo, magari i serpenti non si spostano eccessivamente nel "centro" di queste piccole conche, ma rimangono in prossimità dei boschi. Tra la lava ci sono degli insetti che potrebbero invece motivare le Lucertole.

Quanto alle specie, secondo me il Saettone si trova senza problemi, visto che ci sono i suoi habitat principali (bosco di castagno, ecc...). Il Biacco vi dirò che l'ho visto raramente lassù, mentre a bassa quota sempre abbondante (ma questo vale anche dalle mie parti... più si sale di quota, e meno se ne vede). Coronelle e Vipere si trovano pure.
Ma venendo al Colubro leopardino..... ecco che non sò cosa dire, effettivamente. L'ambiente e le sue caratteristiche secondo me li permetterebbero di sopravvivere anche intorno ai 1000 metri (del resto Angelo, mi ha raccontato di averne visto uno proprio a oltre 900 metri)... il fatto che non sia abbondante, secondo me dipende da ben altro..... e mi viene da pensare alle solite cause, colpa dell'uomo (uccisioni, investimenti, ecc..) .... non crediate che le pendici dell'etna siano incolte.... vi sono terreni coltivati anche a quelle quote..... un secolo fà, magari il leopardino era comune quasi quanto un biacco, come lo era sicuramente nelle aree rurali di catania, a testimonianza di Giovanni che racconta spesso le parole dello zio, che fanno riferimento a un comunissimo serpente a macchie rosse, che anno dopo anno, diminuì......

Melo

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Fortunato
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1459 Messaggi
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Inserito il - 26 giugno 2012 : 06:15:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Coluber:

L'ambiente e le sue caratteristiche secondo me li permetterebbero di sopravvivere anche intorno ai 1000 metri (del resto Angelo, mi ha raccontato di averne visto uno proprio a oltre 900 metri)... il fatto che non sia abbondante, secondo me dipende da ben altro..... e mi viene da pensare alle solite cause, colpa dell'uomo (uccisioni, investimenti, ecc..) .... non crediate che le pendici dell'etna siano incolte.... vi sono terreni coltivati anche a quelle quote..... un secolo fà, magari il leopardino era comune quasi quanto un biacco, come lo era sicuramente nelle aree rurali di catania, a testimonianza di Giovanni che racconta spesso le parole dello zio, che fanno riferimento a un comunissimo serpente a macchie rosse, che anno dopo anno, diminuì......


Grazie Melo!

Alla fine le tue ultime riflessioni coincidono con le mie ultime riflessioni: lo zampino dell'uomo c'entra quasi sempre...
Altro che "espandersi sull'Etna" (alla garibaldina, come ho scritto io): ci va bene se il leopardino sopravvive dove ancora c'è!

Notevole il dato del leopardino a oltre 900 metri.

Mi sono permesso di evidenziare due punti nella tua risposta che mi hanno molto colpito.

A presto!

Fortunato/Zoroaster

Modificato da - Fortunato in data 26 giugno 2012 06:15:51
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Coluber
Utente Senior


Città: S. Alessio Siculo
Prov.: Messina

Regione: Sicilia


3708 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 giugno 2012 : 12:18:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Figurati Zoro, Angelo, ovvero il nostro eryx potrà testimoniare. Non si sa mai che ricordi male io, ma non credo, perchè colpì abbastanza anche me. Stessa cosa per le parole dello zio di steve93, serpenti a macchie rosse, con tutta la buona volontà, nei dintorni di Catania credo proprio fossero loro.... la specie è comunque ancora presente, talvolta anche in ambienti molto antropizzati per quanto ne so, con una diminuizione altissima dovuta probabilmente all'alterazione dell'habitat, investimenti, uccisioni ecc..ecc..

Una cosa interessante da sapere, sarebbe il perchè, il Colubro leopardino, non abbia mai superato il fiume Alcantara, colonizzando le mie montagne di casa, i Peloritani?
Il fiume alcantara rappresenta senz'altro uno dei fiumi principali, con un alveo e una foce discretamente ampia.

Possibile davvero che sia l'eccessiva grandezza del fiume a fermarlo, tra l'altro secco in estate, almeno nei tratti aperti. Come facciamo a dire, io per primo, che il Colubro leopardino non abbia mai davvero colonizzato qualche ambiente aldilà del fiume Alcantara, nel territorio Taorminese, dove tra l'altro Bruno lo segnalò.... ma pure... come faccio a dire che non c'è ancora? Vi posso garantire che i Monti Peloritani sono tra le montagne meno esplorate, e quando giro in certi posti, non so nemmeno io cosa aspettarmi, notizie bibliografiche sono scarsissime..... se dovessi mai imbattermi in qualcosa, state tranquilli che non la tengo per me...

Per concludere, provo a dare un idea dell'ambienti etnei in relazione alla quota, postando qualche mia foto:


Immagine: Panorama dell'habitat a 2000 metri... scarsissima vegetazione, prevalenza di habitat vulcanico.... ma se guardiamo 1000 metri sotto, vediamo boschi abbondanti....
colubro leopardino (Zamenis situla, var. lineata)
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Immagine: Questa è la valle del Bove, un enorme conca scavata da una consistente colata lavica, che ci crediate o no, lì sotto vi sono Lucertole e chissà cos'altro....
colubro leopardino (Zamenis situla, var. lineata)
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Immagine: In un bosco a 1100 metri circa, con eryx e steve93, trovammo numerosi Ramarri, Lucertole e una Vipera. Ma probabilmente vi sono anche Biacchi e Saettoni
colubro leopardino (Zamenis situla, var. lineata)
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Immagine: Uscendo fuori dal bosco, si presenta un tipico habitat aperto creato da una colata lavica scesa fino a quelle quote... cosa trovammo? Una Coronella austriaca... ;)
colubro leopardino (Zamenis situla, var. lineata)
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Immagine: Ecco come si presentano tali habitat, in inverno, da 1000 metri in su.... ma se ci fate caso, ho solo un maglione con le maniche arrotolate. Le temperature scendono sotto zero la notte, di giorno, con il sole, i raggi uv scaldano persino a gennaio.... è sempre un sole siculo, no? :)
colubro leopardino (Zamenis situla, var. lineata)
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Melo

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