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vespa90ss
Utente Super


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Inserito il - 10 settembre 2007 : 19:36:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
........ qualcosa di fondamentale deve cambiare, fuori ma soprattutto dentro la testa e l'anima della gente comune. E' facile per noi qui di parlare di conoscenza, della biodiversità e della necessità di salvaguardarla, ma siamo un'élite infinitamente piccola e debole di fronte ad una realtà che viene da tutt'altro retaggio culturale e sta andando in tutt'altra direzione a piena velocità.......
Sarah


La chiave di tutto è in queste parole di Sarah. La mancanza di luce all'interno di queste persone. L'incapacità di comprendere che aldilà della biodiversità e della necessità di salvaguardarla, uccidendo la natura uccidiamo la Madre.
Uccidiamo quindi insieme a lei noi stessi che siamo parte della Madre e che non possiamo fare a meno del suo seno e del suo latte.
E lei non può fare a meno di noi che le suggiamo il latte.
Finchè non si riuscirà a trasmettere questo messaggio e a farlo albergare nello spirito di chi vive a contatto con la natura, finchè mancherà la capacità di cogliere che siamo cellula infinitesimale di un unico meraviglioso organismo e che viviamo solo in funzione di lui, allora il percorso imboccato ad alta velocità sarà senza più alcuna possibiltà di ritorno.
Ma prima che ciò accada, prima che l'uomo/barbaro possa tentare la strada del cambiamento non esisterà più sulla faccia del pianeta un pezzetto di legno da ardere.
E' sicuramente una lotta contro i mulini a vento rappresentati da individui abbrutiti da una vita di isolamento spirituale e sociale.
Ma ciononostante dobbiamo insistere perchè questi sottili messaggi possano giungere alle loro orecchie. In qualsiasi modo, con qualsiasi mezzo.
Sta a noi, piccola èlite porgere l'esempio e fare da miccia per innescare un fuoco sacro, stavolta.

Beppe






A volte Madre Natura decide di lanciare una palla ad effetto. (Charles Bronson)

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ecolab
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Città: lucera
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Inserito il - 10 settembre 2007 : 22:55:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ecco la forza dell natura:
dopo un incendio di inizio agosto, in Abruzzo:


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ecolab
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Città: lucera
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Inserito il - 10 settembre 2007 : 22:58:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ecco una zona percorsa dal fuoco, in abruzzo, dopo un anno e poco più:


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ecolab
Moderatore

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Inserito il - 10 settembre 2007 : 23:08:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E intanto ai margini del disastro la vita continua, pronta a riconquistare gli spazi perduti


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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

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Inserito il - 11 settembre 2007 : 06:19:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie a te Giampaolo per queste immagini di speranza. Che la natura ha la forza di reagire si sa. Ma spesso, sopratutto se la superficie bruciata è molto grande, torna quel po' più povera di prima... e comunque, solo se data la tregua. Speranze sì, ma non una scusa per indifferenza e inattività dalla parte di che deve agire .

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto" (S. J. Gould)
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ecolab
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Città: lucera
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Inserito il - 11 settembre 2007 : 14:05:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Perfettamente d'accordo Sarah.
Certamente il livello qualitativo (forse anche il livello di biodiversità), per moltissimi anni saà inferiore. Sappiamo tutti come la vegetazione (per limitarci a questo aspetto) reagisca diceramente al fuoco a seconda delle specie.
Anche gli equilibri saranno diversi.
Certamente sapere che la natura, in un modo o nell'atro si rigenera non deve far abbassare il livello di attenzione, soprattutto da parte di chi deve intervenire (si spera preventivamente).
A noi, oltre che indicare, nell'ambito dei nostri limiti, strategie, opportunità e soluzioni, non rimane che sperare.
giampaolo
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Gioquita
Utente Senior


Città: Mattinata
Prov.: Foggia

Regione: Puglia


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Inserito il - 11 settembre 2007 : 14:21:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Pinete distrutte .....
paesaggi rovinati x decenni e decenni ....
tutti inermi a guardare ....
che tristezza!!

1 -incendio a Vieste

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3- incendio a Peschici

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Giò
Link
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

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Inserito il - 11 settembre 2007 : 14:23:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di ecolab:

Perfettamente d'accordo Sarah.
Certamente il livello qualitativo (forse anche il livello di biodiversità), per moltissimi anni saà inferiore. Sappiamo tutti come la vegetazione (per limitarci a questo aspetto) reagisca diceramente al fuoco a seconda delle specie.
Anche gli equilibri saranno diversi.
Certamente sapere che la natura, in un modo o nell'atro si rigenera non deve far abbassare il livello di attenzione, soprattutto da parte di chi deve intervenire (si spera preventivamente).
A noi, oltre che indicare, nell'ambito dei nostri limiti, strategie, opportunità e soluzioni, non rimane che sperare.
giampaolo


Vedi Giampaolo, il danno che produce un incendio spesso è irreversibile.
Il recupero totale dell'ecosistema e delle biodiversità è possibile solo in rari casi. Quasi sempre avviene il dilavamento del terreno in quanto i boschi normalmente ricoprono al giorno d'oggi solo territori collinari e montuosi, poco adatti allo sfruttamento agricolo.
I cambiamenti climatici che via via aumentano di intensità con l'accumulo di anidride carbonica nell'aria, determinano attività metereologiche impreviste ed incontrollabili. Una zona dvastata da incendi con ogni probabilità subirà il dilavamento del terreno con frane e smottamenti spesso di catastrofica entità.
E' un processo che avviene lentamente ma avviene. La roccia viva quindi sostituirà lo strato terroso. Come vedi il processo è irreversibile.
Un incendio forse è tollerabile e recuperabile. E' il successivo che metterà in crisi il tutto. Ed ormai non esiste più nemmeno il senso della misura. Della capacità di sapersi accontentare. Non esiste più equilibrio nella mente di certa gente. Una dissennata ricerca di sfruttare tutto e subito.

Dietro a tutto ciò, il Nulla.
Fino all'ultima briciola di terra di Fantasilandia

Beppe



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Gaya
Utente V.I.P.

Città: Torino
Prov.: Torino

Regione: Piemonte


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Flora e Fauna

Inserito il - 11 settembre 2007 : 15:02:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ogni anno uguale, sempre...
Io ho l'impressione che il problema sia molto più grosso di quanto ci dicono nei telegiornali. Le cause possono essere la sigaretta buttata nelle sterpaglie, il contadino che vuole più zone di pascolo, la vendetta... ma temo che in alcuni casi ... (parte di testo eliminata da Admin) .. siano responsabili.
Perché non vengono aggiornati i catasti delle aree che hanno subito incendi?
Perché terminata l'emergenza non se ne parla più fino all'anno successivo?


Gaia
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Admin
Forum Admin


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Inserito il - 11 settembre 2007 : 15:36:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vi prego di non accusare pubblicamente nessuno in modo specifico, il nostro

compito in questo post è di documentare e far meditare sui fatti accaduti,

senza lanciare accuse dedotte da supposizioni.

Admin.
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 11 settembre 2007 : 15:37:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Senza ulteriore commento, vi invito a leggere questo.

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto" (S. J. Gould)
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 11 settembre 2007 : 15:53:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Su un post dedicato ai rettili avevo postato questo mio intervento che vorrei riproporre in questo ambito che mi sembra più pertinente:

Bisogna operare sul denaro che circola intorno alla riforestazione. Il nodo è lì. Condivido in toto il pensiero di Tartagnan.
Si potrebbe pensare d'attuare qualcosa di simile a ciò che dopo vi esporrò, ma non sono un tecnico nè un politico per cui sono suggestioni che nascono dall'impatto della prima emozione che sgorga da ferite così profonde come quella di mezz'Italia che brucia...

Gli operai che lavorano alla riforestazione appartengono a ditte private? La materia prima della riforestazione (gli alberi) sono acquistati da ditte private?
Se a queste domande viene risposto sì, bisognerebbe assegnare alle regioni un portafoglio per la riforestazione con obbligo di pesante multa in caso di eventuali incendi (tipo una franchigia da pagare ad un fondo nazionale antincendi, per incuria al controllo della prevenzione antincendio).
In questa maniera la totale gestione del business andrebbe alla regione che dovrebbe prendersi carico in toto del personale, della creazione e gestione dei vivai e di tutte le spese per spegnere gli incendi.
Multe più spese d'incendio, servirebbero a smorzare eventuali tentativi di lesinare sulle spese di controllo antincendio (guardiacaccia e guardie forestali) che potrebbero essere rafforzate per arginare l'eventuale attacco di piromani della domenica.
Lo stesso personale impiegato per la riforestazione, dovrebbe essere utilizzato per la manutenzione dei boschi in modo da evitare la tentazione di incendiare per creare l'opportunità di nuove assunzioni, secondo una sana consuetudine italiana. Controllare semplicemente poi, è meno faticoso che.... spegnere e riforestare....ehehe

Ma stavo pensando anche un'altra cosa...
questi incendi così a ridosso di zone a marcata vocazione turistica..non saranno mica effettuati su ordinazione da qualcuno che vuole accalappiarsi il business turistico (non necessariamente degli italiani?)

beppe




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FOX
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Città: BAGNO A RIPOLI

Regione: Toscana


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Inserito il - 11 settembre 2007 : 16:09:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Aggiungo QUI il lik della discussione citata da Vespa, altra triste testimonianza, la prima della lunga serie.

simo



Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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Giancarlo33
Utente Junior


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Inserito il - 13 settembre 2007 : 16:51:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
è davvero angosciante, non ci sono parole o commenti che tengano, c'e' solo l'incredulità che alcuni fanno danni enormi e alcni altri non li vedano come tali
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giacomo73
Utente V.I.P.

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Inserito il - 16 settembre 2007 : 10:51:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Come dicevo, la categoria di coloro che appiccano incendi è amplissima.
I "piromani" veri e propri credo siano pochissimi e, comunque, già noti alle autorità.
Poi ci sono i bracconieri, gli operai forestali e comunque le persone coinvolte nei rimboschimenti. Ancora, i pastori, le (piccole) discariche abusive incendiate.
Tantissimi incendi, invece, si sviluppano da residui di coltivazione e sterpaglie bruciate nei campi che, per il caldo ed il vento si propagano sempre al di fuori del controllo di chi li ha innescati. Forse nei pressi degli incroci stradali e sui margini delle strade, il "mozzicone" di sigaretta fa sempre il proprio effetto.
Ci sono, ulteriormente, le bravate di giovani delinquenti, che in città danno fuoco a cassonetti, autovetture, ecc. e fuori dalle città si "divertono" in altro modo, magari sollecitati da un po' di alcool o altro.
Ci sono anche quelli che hanno interessi diretti (risarcimenti da assicurazione, debiti, vendette, ecc.). Non mi suonano tanto, infatti, gli incendi dei camping.
Il caso più emblematico che mi è capitato è quello di un giovane, tra i primi attivisti della protezione civile, uno di quelli sempre con radio, mimetica e scarponcini; in prima linea nelle esercitazioni di protezione civile, croce rossa, ecc.; ovviamente il primo a gettarsi tra le fiamme in caso di incendi; ma ... il primo ad appiccarli: è stato colto flagrante dalla forestale con fiammiferi e benzina mentre il rogo era appena iniziato!
Forse, uno degli errori più frequenti è quello di spettacolarizzare gli incendi e di suscitarne un gran vespaio. Non mi sono neanche piaciuti gli interventi finanziari per campi scuola ed addestramenti di giovani volontari (con contratti tipo co.co.pro.) antincendio: quando il lavoro manca si può far di tutto per arrotondare il mensile.
Al tutto, aggiungete anche gli attriti derivanti da provvedimenti amministrativi poco graditi dalle amministrazioni locali ...
Il presupposto, infine, è una stagione eccezionalmente torrida e secca (non pioveva da quasi più di un anno!), accompagnata da un abbandono della natura (nessuno ripulisce più il sottobosco ricavando legna e fascine per il proprio focolare).
Poi, invece, vi racconterò di come l'italia si difende dagli incendi e, quindi delle "avventure" che mi sono capitate quando portavo una rispettabilissima divisa delle forze dell'ordine e sono intervenuto su alcune situazioni.

Modificato da - giacomo73 in data 16 settembre 2007 10:53:09
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lynkos
Con altri occhi


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Inserito il - 16 settembre 2007 : 11:16:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Perfettamente d'accordo con te Giacomo, con l'eccezione di una cosa.
un abbandono della natura (nessuno ripulisce più il sottobosco ricavando legna e fascine per il proprio focolare).

Personalmente ritengo che un bosco è un habitat naturale che consiste per definizione di 3/4 strati di vegetazione, quello arboreo vero e proprio (considerato da moltissimi l'unico che ci dovrebbe essere in un "bosco"), uno o due strati di arbusti e giovani alberi e uno strato erbaceo. Se mancano questi, non è un bosco ma una "coltivazione di alberi", che avrà pure il suo ruolo (come ce l'ha anche un campo di grano), ma non può più essere considerato un habitat naturale, un Bosco con la "B" maiuscolo.
Ovviamente in un'emergenza, meglio un "bosco" ripulito che un Bosco incendiato, ma non credo che l'eliminazione di ogni forma di vegetazione a parte gli alberi può essere considerato una soluzione nel lungo termine.
Qualcuno sicuramente farà notare che qui in Italia (e non solo purtroppo) ormai i boschi naturali sono praticamente inesistenti e visto lo stato degradato di quelli rimanenti, un certo livello di gestione è essenziale. D'accordo, ma quel gestione dovrebbe essere mirato al ripristino del habitat originario per quanto possibile, non alla continuazione delle stesse pratiche che hanno prodotto il degrado all'inizio.
Magari la natura fosse veramente abbandonata a se stessa. Gli incendi sarebbero mooooolto, ma molto più rari!

Sarah


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giacomo73
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Inserito il - 16 settembre 2007 : 14:19:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Hai ragione, aggiungo solo due cose:
1. perso lo stato di natura e con i rischi attuali di incendi (dolosi o colposi che siano), è opportuno in alcuni casi ripulire i sottoboschi più a rischio (anche per problemi idrogeologici);
2. anche nello stato di natura, nel momento in cui l'animale-uomo ha scoperto il fuoco, sicuro i sottoboschi, almeno quelli più vicini ai villaggi e dunque più soggetti a potenziali incendi, saranno stati più puliti.
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Inserito il - 16 settembre 2007 : 14:57:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
che mania questa della pulizia del sottobosco..ma se lo puliamo come dobbiamo chiamarlo? strada asfaltata? sentiero nel bosco? e il sottobosco dove va a finire?
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lynkos
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Inserito il - 16 settembre 2007 : 16:22:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un'altra riflessione. I boschi che ho visto più devastati dagli incendi di quest'anno sono stati faggeti e pinete, entrambi boschi che per la loro natura tendono ad avere un sottobosco molto sparso al punto di essere quasi inesistenti, se non nelle radure. Ovviamente in un bosco ceduo, il sottobosco include anche la nuova crescita. Ma il rimedio migliore per quello sarebbe non la "pulizia", ma una gestione sensibile mirata a ripristinare il bosco maturo naturale.
Insieme alla deforestazione per espandere lo "spazio vitale", la raccolta di legna da ardere (e per altri scopi ovviamente) dall'uomo è in buona parte responsabile per lo stato pietoso delle foreste e boschi che abbiamo ereditati dai nostri predecessori. Mò basta!!! Adesso che abbiamo la meravigliosa opportunità rappresentata dallo "stato dell'abbandono" della campagna, sfruttiamolo per ricuperare una certa qualità ambientale, una certa "naturalezza".
Se abbiamo incendi, la colpa non è della natura, ma degli uomini. Mi dispiace, non accetto altra spiegazione. Come non accetto che la natura deve essere punita e l'uomo no.
Nel passato, un incendio in campagna toccava tutti da vicino, tutti avevano qualcosa da perdere e quindi erano pronti ad intervenire rapidamente e in collaborazione. Adesso, fino a quando il fuoco non arriva davanti alla loro porta, non è una cosa che gli riguarda di persona. Tanto "gli altri" (il comune, la provincia, la regione, la protezione civile, i vigili, l'ente parco, basta che sono gli altri) dovrebbero intervenire, dovrebbero fare qualcosa. Che cosa? "Boh!!! Non è mica il mio problema. Loro sono pagati per quello! E poi se non riescono, beh, ci saranno degli indennizzi, no?"
Insomma, non basta togliere ogni possibile opportunità di sfruttare un incendio per profitto (il bastone), ci deve essere anche più da guadagnare da un ambiente sano e naturale che da un deserto nero (la carota). Vedresti come le cose cambierebbero e in fretta! Un sogno? Non credo. Basta solo un pizzico di volontà politica per deviare un po' dei soldi adesso buttati via in agevolazioni e finanziamenti per appoggiare pratiche agricoli (e non solo) superate. L'hanno già fatto in Inghilterra e pian piano il concetto sta entrando anche in Italia, per un esempio, vedi qui. Solo che non credo che "pian piano" ci basta più.

Sarah


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Daniele Taffon
Utente Junior

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Flora e Fauna

Inserito il - 24 settembre 2007 : 13:44:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ecco io di fronte a queste cose divento feroce.
Penso che i crimini ambientali siano da giudicare alla stregua di un omicidio e nel caso dei più gravi (incendi di grandi dimensioni, rilascio di inquinanti etc...) alla stregua di crimini contro l'umanità.
Non ci capisco nulla di diritto...ma vi interrogo su questo. Avete tutti parlato giustamente di natura, ma vogliamo citare tutte le persone che per un motivo o un altro rischiano di morire a causa di questi criminali?
La natura soffre, l'uomo soffre...
Oltre ai boschi e alla macchia, vorrei ricordare tutti gli esseri umani che quest'estate sono morti in Italia, in Grecia e nel mondo a causa di un incendio.
Ciao, Daniele
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