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lucyb
Utente Senior

Città: Schio
Prov.: Vicenza

Regione: Veneto


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Inserito il - 08 aprile 2018 : 12:19:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:

Un particolare forse meno noto della sua vita è che si trattasse di uno dei primi bibliofili della storia, il primo in assoluto ad avere concepito l'idea di 'biblioteca pubblica', cioè con libri a disposizione di tutti.


E' una bella storia, magari ne parliamo un po'.


Certo!
Intanto la tomba vista dal lato giusto:
Immagine:
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Lucy

"Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola". (Khalil Gibran)
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Giannibo
Utente Senior

Città: Bologna
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Flora e Fauna

Inserito il - 08 aprile 2018 : 14:45:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Qualche anno fa Michele cantava "dite a Laura che l'amo, e che devo partire..."
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 08 aprile 2018 : 17:41:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
A me piace ricordarlo come colui che scrisse il più bel verso della letteratura italiana, con gioco di parole :
Erano i capei d’oro a l’aura sparsi


Giuseppe
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theco
Utente Super




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Inserito il - 09 aprile 2018 : 00:12:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Racconto qualcosa che magari già conoscete benissimo, nel qual caso mi scuso per la pedanteria.

Fin da fanciullo Francesco Petrarca si interessò alle lettura dei classici latini, una passione che crebbe al punto da fargli trascurare lo studio della legge, dal quale il padre contava di ricavare buoni profitti.
Così il genitore (sebbene fosse un estimatore di Cicerone) perse la pazienza e raccolti tutti i libri del figlio li portò in cortile e sotto i suoi occhi diede loro fuoco. Francesco osservò la scena piangendo disperatamente, al punto che il padre si commosse e sottrasse al fuoco due volumi già mezzo bruciati: gli scritti retorici di Cicerone e le opere complete di Virgilio commentate da Stazio, dicendogli: "Eccotene due, uno per ricreare la mente di tanto in tanto e l'altro a supporto nello studio delle leggi."

Fu l'inizio della biblioteca di Petrarca, una raccolta che raggiunse i 300 volumi, tutti accuratamente postillati di sua mano, senza nemmeno un'opera in volgare, a parte una Divina Commedia donatagli da Boccaccio. Il numero di libri può oggi sembrare risibile, ma all'epoca di Francesco non esistevano libri a stampa, nè ovviamente librerie. L'unico modo di procurarsi un volume era acquistarlo da un altro proprietario: spesso si trattava di comunità monastiche, la cui consistenza libraria, con buona pace del 'nome della rosa' si contava a decine più che a centinaia.

La sua collezione diventa la più bella del mondo contemporaneo e lui la offre al doge Dandolo, a condizione che: "non si possa venderli nè separarli e siano tutti collocati in luogo sicuro e tenuti lungi dal fuoco e dalla pioggia, onde si conservino perpetuamente per utilità e piacere dei letterati e cittadini." E' un'idea nuova (a parte l'antichità), un luogo a disposizione di tutti come fondamento della cultura, è la prima biblioteca pubblica.
Francesco chiarisce meglio la sua visione: "si spera che questa città ne acquisterà di nuovi: che i cittadini amanti delal loro patria, e precipuamente i patrizi, e anche gli stranieri, morendo lasceranno i loro libri a San Marco e così si formerà un giorno una ricca biblioteca, paragonabile a quella degli antichi."

Le cose però non andarono come Francesco aveva sperato...
(a seguire)

Per chi volesse approfondire segnalo che ho prelevato la storia da 'Lo scaffale infinito' di Andrea Kerbaker per l'editore Ponte alle Grazie. Un gran bel libro per appassionati bibliofili.

Modificato da - theco in data 09 aprile 2018 00:20:32
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lucyb
Utente Senior

Città: Schio
Prov.: Vicenza

Regione: Veneto


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Inserito il - 09 aprile 2018 : 16:11:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bella storia!
Racconta, racconta...

Lucy

"Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola". (Khalil Gibran)
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 09 aprile 2018 : 20:19:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Concordo. Indubbiamente una bella storia.


Giuseppe
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theco
Utente Super




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Inserito il - 09 aprile 2018 : 23:13:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Francesco era un'umanista ed è naturale attendersi che coniugasse la sua passione per i libri con il sogno di una biblioteca, così da far rifiorire i fasti delle grandi bibloteche dell'epoca classica, ormai distrutte da molti secoli.

Era però anche un attento amministratore del suo patrimonio, ma soprattutto nutriva poca fiducia nella possibilità che qualcun altro potesse prendersi cura delle sue creature come avrebbe fatto lui, così 'scambiò' la proprietà dei suoi libri con un'abitazione a Venezia, nella quale vivere e raccogliere i libri, dedicandosi ad arricchire la biblioteca.

Il doge risponde alla richiesta di Francesco in sole due settimane (solerzia del tutto anomala) e gli mette a disposizione Palazzo Molin, una residenza "non magna sed onesta" sulla riva degli Schiavoni, la riva monumentale di Venezia.
Le cose procedono bene e Palazzo Molin comincia a diventare sede di incontro e confronto per gli studiosi dell'epoca, non solo italiani. Tra questi ci sono anche quattro giovani e opulenti rampolli della repubblica i quali, probabilmente mossi da invidia (Petrarca fu uno di quelli che raggiunse il successo letterario in vita) cominciarono a rimproverargli la scarsa conoscenza delle dottrine di Averroè (e più in generale di Aristotele), definendolo 'vir bonus, sed sine litteris'(Petrarca! sine litteris!)

Fino a qui non ci sarebbe nulla di male: quattro personaggi da salotto, di assoluta nullità e di inesistente erudizione che versano un po' di veleno sul più grande umanista dell'epoca (perdonami Boccaccio, si fa così per raccontare, lo sai che ti amo anche di più). La faccenda avrebbe potuto finire lì, ma entra in scena una debolezza di Francesco: è permaloso, lo è tanto. Così non si limita ad ignorare i provocatori, ma risponde loro con un violento libello, nel quale (è piuttosto lungo e non lo riporto anche se è divertente) lascia trasparire la sua indignazione chiedendosi, per esempio, a cosa mai può servire 'sapere quanti peli ha in testa un leone' quando si ignora del tutto la natura dell'uomo, e così via.

I provocatori hanno ottenuto il loro scopo e il provocato non ha resistito alla tentazione di porsi al loro livello, le conseguenze sono inevitabili: la città (o almeno una parte di essa) si schiera dalla parte dei piccoli studiosi offesi dal grande personaggio senza scrupoli e Petrarca avverte un progressivo distacco di Venezia da lui e dal suo progetto. Non ci pensa su due volte e fa nuovamente le valigie, lasciando palazzo Molin e portando con sè tutti i libri, che a termini di donazione sarebbero stati di Venezia, ma dei quali Venezia non si curò più.

Si trasferì nel padovano, in un territorio all'epoca proverbialmente ostile a Venezia, nel paese di Arquà, dove Lucyb lo ha scovato. Per arrivare alla prima (riuscita) biblioteca pubblica dell'era moderna sarà necessario attendere ancora un secolo. Ma per sapere questa storia e anche che fine hanno fatto i libri di Petrarca è necessario prima risolvere il prossimo quiz: chi è costui?


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lucyb
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Città: Schio
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Inserito il - 10 aprile 2018 : 21:16:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:
a cosa mai può servire 'sapere quanti peli ha in testa un leone' quando si ignora del tutto la natura dell'uomo...


Bella !!

Messaggio originario di theco:

Per arrivare alla prima (riuscita) biblioteca pubblica dell'era moderna sarà necessario attendere ancora un secolo. Ma per sapere questa storia e anche che fine hanno fatto i libri di Petrarca è necessario prima risolvere il prossimo quiz: chi è costui?


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Si tratta di Niccolò V, papa dal 1447 al 1455.

Lucy

"Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola". (Khalil Gibran)
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theco
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Inserito il - 10 aprile 2018 : 23:13:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Accipicchia Lucyb, speravo in una serata di pausa, ma hai già scoperto le carte, faccio l'ultima fatica poi prometto che me sto buono a guardare le vostre immagini.

Si tratta proprio di Parentucelli, papa Niccolò V.

Alla morte di Petrarca era papa Gregorio XI, l'ultimo degli avignonesi, colui che riportò la sede papale a Roma, al quale succedettero 7 papi fino alla morte di Eugenio IV nel 1447.
Il conclave si preannunciava semplice e veloce, c'era un grande favorito: Prospero Colonna, era cardinale da vent'anni, aveva una vasta cultura e poi... era un Colonna. Ma allora come oggi 'chi entra papa in conclave ne esce cardinale' e così spunta un outsider di Sarzana, che in soli tre giorni viene innalzato al soglio papale, non ha ancora cinquant'anni e diciotto mesi prima non era nemmeno vescovo: "Preso e messo in su la sedia, istette per lungo spazio quasi ismarrito, sendogli venuto improviso, che non lo aspettava". Disse di se stesso: "avrebbe creduto il popolo di Firenze che un prete da suonare campane fusse istato fatto sommo pontefice?"

Ma aveva una passione: aveva girato a lungo l'Italia e l'Europa appassionandosi alla ricerca di libri che acquistava (era di famiglia benestante) e postillava, portandoli ovunque con sè. Era talmente competente in materia libraria che qualche anno prima aveva scritto, su commissione di Cosimo de' Medici, un canone per definire l'elenco dei testi che non possono mancare in una biblioteca degna di questo nome (erano 98). Diventato papa dette libero sfogo alla sua inclinazione, sguinzagliando ovunque suoi emissari con il compito di portare a Roma ogni codice trovato: il Germania e l'Agricola di Tacito, tutto Svetonio, moltissimi dei greci classici avrebbero avuto sorte dubbia e forse oggi sarebbero testi perduti senza il lavoro di questo papa umanista.

In quello strano Vaticano, dove andavano e venivano persone colte, ben pagate solo per visitare biblioteche in tutto il mondo, Niccolò sentì l'esigenza di fare un po' di ordine e di mettere a disposizione dei tanti letterati che confluivano verso Roma qualcosa che li mettesse in grado di consultare la massa di libri che stava accumulando: gli serviva una biblioteca e la volle pubblica. Nel 1451 nasce il primo nucleo della Biblioteca Apostolica Vaticana, con più di mille codici raccolti da Niccolò. Tutto ciò in soli 8 anni, tanto durò il suo pontificato.

Quella biblioteca esiste ancora, conta oggi un milione e mezzo di volumi, tra i quali 150.000 manoscritti studiati solo in piccola parte, nei quali potrebbero celarsi chi sa quali tesori.
La leggenda vuole per esempio che al suo interno si trovi anche il manoscritto alfa della Divina Commedia, perso da quei tempi e in attesa di essere scovato.

Citando un contemporaneo: "Perché non ebbe egli più lunga vita questo incomparabile pontefice?"

A domani per qualche ragguaglio sul destino della bilbioteca di Petrarca.
Ciao
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lucyb
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Inserito il - 11 aprile 2018 : 12:40:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:
faccio l'ultima fatica poi prometto che me sto buono a guardare le vostre immagini.




Per quanto mi riguarda, spero proprio di no! Le storie tue e di Giuseppe (marz) sono sempre molto interessanti e ricche e si leggono con grande piacere. Capisco che è una faticaccia e che probabilmente non ce la meritiamo, ma  continua a piantare i tuoi semi, perché " educare (o ,se preferisci, raccontare e trasmettere pensieri) è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto".

Lucy

"Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola". (Khalil Gibran)
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theco
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Inserito il - 11 aprile 2018 : 14:33:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di lucyb:
Per quanto mi riguarda, spero proprio di no! Le storie tue e di Giuseppe (marz) sono sempre molto interessanti e ricche e si leggono con grande piacere. Capisco che è una faticaccia e che probabilmente non ce la meritiamo, ma  continua a piantare i tuoi semi, perché " educare (o ,se preferisci, raccontare e trasmettere pensieri) è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto".


Grazie Lucyb, anche per me è un piacere leggere belle storie.
Non ho intenti educativi, credimi, sarei ben poco qualificato.
Semplicemente mi piace scrivere.
Inserisco un'immagine preparatoria della conclusione: può sembrare strano, ma questo signore qua ha avuto un suo ruolo sul destino della biblioteca petrarchesca.


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marz
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Inserito il - 11 aprile 2018 : 20:25:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Premettendo che, come umanista, mi pare che i meriti di Niccolò V siano indiscutibili (come theco ci ha indubbiamente e brillantemente dimostrato) e che in precedenza ho sostenuto che bisogna contestualizzare i personaggi storici nel loro tempo, darei però anche un' occhiata alla sua enciclica "Romanus Pontifex".
In essa Niccolo V sostiene alcune tesi che definirei quanto meno discutibili.
Cito da wikipedia Link

« Perciò noi, […], poiché abbiamo concesso precedentemente con altre lettere nostre tra le altre cose, piena e completa facoltà al re Alfonso di invadere, ricercare, catturare, conquistare e soggiogare tutti i Saraceni e qualsiasi pagano e gli altri nemici di Cristo, ovunque essi vivano, insieme ai loro regni, ducati, principati, signorie, possedimenti e qualsiasi bene, mobile ed immobile, che sia di loro proprietà, e di gettarli in schiavitù perpetua e di occupare, appropriarsi e volgere ad uso e profitto proprio e dei loro successori tali regni, ducati, contee, principati, signorie, possedimenti e beni, in conseguenza della garanzia data dalla suddetta concessione il re Alfonso o il detto Infante a suo nome hanno legalmente e legittimamente occupato le isole, terre, porti ed acque e le hanno possedute e le posseggono, ed esse appartengono e sono proprietà “de iure” del medesimo re Alfonso e dei suoi successori; […] possano compiere e compiano questa pia e nobilissima opera, degna di essere ricordata in ogni tempo, che noi, essendo da essa favoriti la salvezza delle anime, il diffondersi della Fede e la sconfitta dei suoi nemici, consideriamo un compito, che concerne Dio stesso, la sua Fede, e la Chiesa Universale – con tanta maggior perfezione, in quanto, rimosso ogni ostacolo, diverranno consapevoli di esser fortificati dai più grandi favori e privilegi concessi da noi e dalla Sede Apostolica. »

(Niccolò V, Romanus Pontifex)

Giuseppe

Modificato da - marz in data 11 aprile 2018 20:43:11
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lucyb
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Inserito il - 12 aprile 2018 : 12:15:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:

Non ho intenti educativi, credimi, sarei ben poco qualificato.
Semplicemente mi piace scrivere.



Sì, hai ragione, “educare” non è il termine più appropriato: sembra quasi sottintendere il possesso della verità e la presunzione di poterla trasmettere a forza. Non intendevo questo. Penso , però, che chi ha i talenti li debba investire, per se stesso e per gli altri. Poi, si sa, il fiore non può fare niente perché il seme giunga nel posto giusto; tocca al vento che va e viene come vuole.

Lucy

"Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola". (Khalil Gibran)
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lucyb
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Inserito il - 12 aprile 2018 : 12:19:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marz:

Premettendo che in precedenza ho sostenuto che bisogna contestualizzare i personaggi storici nel loro tempo, darei però anche un' occhiata alla sua enciclica "Romanus Pontifex".
In essa Niccolo V sostiene alcune tesi che definirei quanto meno discutibili.



Sono sicuramente discutibili . Possiamo prenderne le distanze con relativa tranquillità proprio perché l'anno della bolla pontificia è il 1454. Purtroppo queste tesi hanno avuto conseguenze enormi nei secoli e nemmeno oggi possono essere ignorate.

Lucy

"Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola". (Khalil Gibran)
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theco
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Inserito il - 12 aprile 2018 : 15:13:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marz:

Premettendo che, come umanista, mi pare che i meriti di Niccolò V siano indiscutibili (come theco ci ha indubbiamente e brillantemente dimostrato) e che in precedenza ho sostenuto che bisogna contestualizzare i personaggi storici nel loro tempo, darei però anche un' occhiata alla sua enciclica "Romanus Pontifex".
In essa Niccolo V sostiene alcune tesi che definirei quanto meno discutibili.
Cito da wikipedia Link

« Perciò noi, […], poiché abbiamo concesso precedentemente con altre lettere nostre tra le altre cose, piena e completa facoltà al re Alfonso di invadere, ricercare, catturare, conquistare e soggiogare tutti i Saraceni e qualsiasi pagano e gli altri nemici di Cristo, ovunque essi vivano, insieme ai loro regni, ducati, principati, signorie, possedimenti e qualsiasi bene, mobile ed immobile, che sia di loro proprietà, e di gettarli in schiavitù perpetua e di occupare, appropriarsi e volgere ad uso e profitto proprio e dei loro successori tali regni, ducati, contee, principati, signorie, possedimenti e beni, in conseguenza della garanzia data dalla suddetta concessione il re Alfonso o il detto Infante a suo nome hanno legalmente e legittimamente occupato le isole, terre, porti ed acque e le hanno possedute e le posseggono, ed esse appartengono e sono proprietà “de iure” del medesimo re Alfonso e dei suoi successori; […] possano compiere e compiano questa pia e nobilissima opera, degna di essere ricordata in ogni tempo, che noi, essendo da essa favoriti la salvezza delle anime, il diffondersi della Fede e la sconfitta dei suoi nemici, consideriamo un compito, che concerne Dio stesso, la sua Fede, e la Chiesa Universale – con tanta maggior perfezione, in quanto, rimosso ogni ostacolo, diverranno consapevoli di esser fortificati dai più grandi favori e privilegi concessi da noi e dalla Sede Apostolica. »

(Niccolò V, Romanus Pontifex)


Colpisce ancora di più per due motivi: il primo perché dubito che Niccolò potesse ignorare che la maggior parte (se non la quasi totalità) dei classici latini è giunta a noi tramite una seconda 'colonizzazione dell'Europa' resa possibile solo dal fatto che, a differenza di quanto accadde in Europa, in Oriente le biblioteche non smisero mai di svolgere la loro funzione di conservazione della cultura, nemmeno durante l'alto medioevo. Anche la nuova colonizzazione da parte del classicismo, mediata dagli odiati 'mori', è una bella storia.

Il secondo motivo è che i suoi emissari viaggiavano regolarmente nelle biblioteche 'infedeli' dell'Islam, per copiare o acquistare manoscritti.
Credo che nel caso di Niccolò le necessità politiche e la passione per la cultura fossero in qualche modo antitetiche: suppongo che sia riuscito a trovare un qualche equilibrio interiore che gli ha permesso di farle convivere.
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theco
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Inserito il - 12 aprile 2018 : 15:18:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di lucyb:

Messaggio originario di theco:

Non ho intenti educativi, credimi, sarei ben poco qualificato.
Semplicemente mi piace scrivere.



Sì, hai ragione, “educare” non è il termine più appropriato: sembra quasi sottintendere il possesso della verità e la presunzione di poterla trasmettere a forza. Non intendevo questo. Penso , però, che chi ha i talenti li debba investire, per se stesso e per gli altri. Poi, si sa, il fiore non può fare niente perché il seme giunga nel posto giusto; tocca al vento che va e viene come vuole.


Grazie Lucyb
E' la seconda che usi i semi, gli alberi e i frutti come metafora di quello che qui si scrive. Non puoi immaginare quanto io lo apprezzi e quanto il mondo 'arboreo' mi sia davvero vicino
Ciao
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theco
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Inserito il - 12 aprile 2018 : 18:16:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:
la maggior parte (se non la quasi totalità) dei classici latini è giunta a noi tramite una seconda 'colonizzazione dell'Europa'


greci, non latini

Modificato da - theco in data 12 aprile 2018 18:16:39
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theco
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Inserito il - 12 aprile 2018 : 22:23:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per concludere il discorso sulla biblioteca di Petrarca non resta molto da dire: dispersa la biblioteca e andati perduti la maggior parte dei volumi.

Alcuni volumi hanno viaggiato molto, scomparendo per un secolo o due e poi ricomparendo misteriosamente in città e nazioni diverse, è curiosa la sorte che può avere un manoscritto, di per sè fragilissimo, ma in grado di sopravvivere ispirando rispetto e protezione negli esseri umani, in molti di loro per lo meno.

All'Ambrosiana di Milano si trova ancora il volume con le opere complete di Virgilio postillato da Petrarca, un imponente volume con la copertina blu intenso e un titolo in oro 'Virgilius cum notis Petrarcae'. Tra le note di Petrarca anche la celebre descrizione del colpo di fulmine, nella chiesa di Santa Clara ad Avignone, per Laura, l'antenata del marchese De Sade, alla quale Petrarca avrebbe poi dedicato la bellezza di 366 poesie.

Napoleone, oltre che un generale di ineguagliabile capacità, era anche un trafugatore di opere d'arte altrettanto irreprensibile. E' sbagliata però la fama secondo la quale l'esercito francese trafugava, per diritto di conquista come amavano dire, tutto ciò che gli capitava sotto mano. In realtà, al seguito dell'Armata d'Italia, Napoleone portava una legione composta dai migliori artisti, ingegneri, naturalisti e naturalmente letterati francesi, con l'unico scopo di individuare e trasferire a Parigi solo il meglio.

All'Ambrosiana di Milano, ricca di meraviglie, trafugarono principalmente due libri: il Virgilio di Petrarca e un'altra sciocchezzuola, che è oggetto del prossimo quiz: cos'altro portò via con sè Napoleone dall'Ambrosiana?

Dopo il congresso di Vienna entrambi i manoscritti fecero ritorno a Milano, il Virgilio di Petrarca con il monogramma imperiale stampato sopra.
Dopo tanta esibizione di spicciola cultura è doveroso ritornare con i piedi per terra, citando due endecasillabi, di incerta attribuzione, che a modo loro riassumono l'intera produzione poetica del Petrarca:

Laura è morta senza avermela ...
Piango assai l'occasione mancata.


Scusate l'irriverenza, non ho resistito.

Modificato da - theco in data 12 aprile 2018 22:25:43
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lucyb
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Città: Schio
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Inserito il - 13 aprile 2018 : 20:52:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:


All'Ambrosiana di Milano, ricca di meraviglie, trafugarono principalmente due libri: il Virgilio di Petrarca e un'altra sciocchezzuola, che è oggetto del prossimo quiz: cos'altro portò via con sè Napoleone dall'Ambrosiana?




Il Codice Atlantico di Leonardo. Link

Lucy

"Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola". (Khalil Gibran)
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theco
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Inserito il - 13 aprile 2018 : 23:25:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di lucyb:
Il Codice Atlantico di Leonardo. Link


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