Inserito il - 19 dicembre 2010 : 10:55:57
Nazione: Italia Regione: Emilia Romagna Provincia: PC Comune: Localitŕ:
Per gli amici del piacentino, pubblico ora un itinerario che solo con molta fantasia può essere definito "bello". La "bellezza" dell'escursione sta semplicemente nella difficoltà di trovare una miniera sperduta fra boschi e rocce, ma, grazie alla mia abilità nell'uso di Google Earth, spero di poter essere di aiuto ai... cercatori di amianto del piacentino!
Tutto nacque da queste poche righe lette su internet: "Nella zona sono infine presenti due cavità artificiali di interesse ambientale: l'ex miniera di amianto (Costa Mangiapane) che ospita alcune specie di Chirotteri..."
La zona è questa: Link e include siti molto interessanti da un punto di vista naturalistico, come, per esempio, lo stagno di Averaldi.
Si vedano le due foto.
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Modificato da - Fortunato in Data 19 dicembre 2010 11:14:26
L'idea di trovare una miniera stile "Far West", magari con rotaie ancora in ordine ed una vasta popolazione di chirotteri mi allettava, e quindi mi misi alla ricerca di tale sito, che, a giudicare da alcune mappe trovate sul web, non doveva neanche essere troppo difficoltoso da raggiungere. Mai convinzione fu più errata di questa!
Ma iniziamo con ordine... cioè proprio dalla fine: ecco come si presenta la miniera all'avido cercatore di pipistrelli!
Iniziamo a creare alcuni punti di riferimento nel viandante.
Anzitutto un fondamentale punto di riferimento è la grande "cava" di amianto, che sembra una dolina o l'esito dell'impatto di un meteorite. Tale cava è ben visibile con Google Earth:
La direzione del percorso è verso sud, verso i Piani di Aglio, sito che sconsiglio a chiunque nel periodo estivo, fatta eccezione per gli entomologi che stiano pubblicando un lavoro sulle mosche cavalline...
Se si prosegue in alto, sulla destra della cava, si raggiunge invece un altro pianoro d'altitudine, di natura torbosa, che sembra il sosia dei Piani di Aglio, ma in proporzioni più ridotte:
I monti sopra queste "torbiere" non sono invece ricchi di vegetazione: un minor numero di specie vegetali sono state trovate solamente nella Valle della Morte in California...
Risalendo la valle da Perino, non vi sarà difficile trovare il rifugio Otp-Gea, che, dopo la grande cava, sarà il nostro secondo punto di riferimento. Nel caso di dubbi, potrete sempre fermarvi a chiedere indicazioni a gente del posto: saranno tutti molto gentili e disponibili, ma nessuno avrà la più pallida idea di quello che starete cercando...
Modificato da - Fortunato in data 19 dicembre 2010 17:11:42
Vi sono due percorsi utilizzabili per raggiungere la miniera abbandonata: il primo inizia appena prima (cioè a nord) del rifugio Otp-Gea; il secondo inizia dopo (cioè a sud) il rifugio, poco prima della grande cava di amianto. Entrambi i percorsi sono difficili, ma il secondo è addirittura impossibile: consiglio quindi di raggiungere la miniera attraverso il primo percorso e di ridiscendere dal secondo. Incredibilmente (ma coerentemente con la natura dei luoghi) tali boscaglie vengono utilizzate in estate per gare di "orienteering" e di temibili "cacce al tesoro": e puntualmente, ogni anno, le edizioni locali di "Chi l'ha visto" diffondono inquietanti annunci su bambini mai più ritrovati...
Modificato da - Fortunato in data 19 dicembre 2010 17:20:14
Quello che su Google-Earth ho chiamato "inizio traccia" è in realtà l'arrivo del secondo sentiero sulla mulattiera principale. Percorrendolo in direzione della miniera vi sono troppe probabilità di perdersi, e quindi non consideratelo un inizio, ma un punto di arrivo.
Tale "inizio traccia" è contraddistinto da un grosso masso segnato, a destra della mulattiera che va verso la cava...
- raggiungete il rifugio Otp-Gea e parcheggiate il fuoristrada;
- se non avete il fuoristrada, raggiungete il rifugio Otp-Gea a piedi;
- tornate indietro di un centinaio di metri (mi spiace, ma camminare non fa che bene) ed imboccate il sentiero, appena visibile, che sale, sulla vostra sinistra, lungo la Val Bergaiasca (N.B.);
Nota Bene: per quanto riguarda la Bergaiasca, il concetto comune di "valle" deve essere temporaneamente rivisto: la "Val Bergaiasca" non è infatti una valle vera e propria, come tutti noi la intendiamo, ma una sorta di rigagnolo quasi invisibile, incassato fra due montagnole insignificanti, spoglie e sassose... Non immaginate quindi di trovarvi in Val d'Aosta!!
- ora dovrete dotarvi di una sorta di "sesto senso" e percepire, dopo un due-trecentometri, una piccola deviazione che si arrampica sulla sinistra della valle. Non sperate di trovare indicazioni: i cartelli vengono sì rinnovati di tanto in tanto, ma la loro emivita è estremamente breve.
Grazie Fortunato, ancora qualcosa di nuovo per questa sezione, a che altezza siamo? sono molto curiosa, aspetto il resto della documentazione, non dimenticare i dettagli passo per passo...
simo
Osserva in profondità, nel profondo della natura, solo così potrai comprendere ogni cosa. - Albert Einstein