Immagine: 226,15 KB Tra le colline del vino riemergono le tracce di un mare dimenticato, un mare di un tempo lontano, dove i terreni, oggi dimora dei vigneti più famosi al mondo erano sommersi dalle calde acque di un mare tropicale, popolato da creature meravigliose. Sono trascorsi , 4, forse 5 milioni di anni ; passeggiando fra i filari dei nobili vini di Montalcino carichi di grappoli di uva che maturano al sole, guardando sotto questi antiche tracce affiorano quali testimoni di un passato che ancora oggi caratterizza una località fra le più belle e importanti della Toscana. Sabbie e argille segnate dal tempo si alternano alle zolle lavorate da sapienti mani in una lussureggiante campagna immersa fra presente e passato. Antichi casolari e castelli si ergono dalle colline come fossero costruiti su isolotti che dominavano un tempo le vallate sommerse dal mare, un mare i cui antichi abitanti vengono a noi restituiti dall'erosione delle acque piovane che mettono a nudo ciò che il tempo ha preservato per milioni di anni. Creature lontane che riemergono dal terreno ed offrono agli studiosi la possibilità di ricostruire un acquario marino pietrificato dal tempo. Resti fossili di molluschi, squali, ma anche interi scheletri di balene, sono riemersi ai giorni nostri grazie al costante lavoro del Gruppo GAMPS Mineralogia Paleontologia Scandicci , che, negli ultimi 12 anni, attraverso la propria passione e le scoperte , ha rivoluzionato molte teorie sull'antico mare che un tempo sommergeva gran parte della Toscana. Questa volta non si tratta della scoperta di un mammifero marino o di squali che hanno viaggiato nel tempo, ma di una coppia di conchiglie, molluschi di rara bellezza, che ci fanno capire come il Mare Nostrum sia cambiato negli ultimi 5 milioni di anni. Una favolosa coppia di pecten giganti sono riemersi dal terreno grazie alle piogge che in questi giorni si sono abbattute sulla regione seminando il malumore fra i villeggianti che affollano le coste toscane. Piogge gradite a noi appassionati ricercatori perché consentono di riportare alla luce reperti unici nel suo genere che troveranno la loro dimora nel Museo Geopaleontologico di Scandicci, per poter essere a disposizione dei visitatori ed essere d'insegnamento alle scolaresche di tutte le età . Un museo che nascerà grazie all'impegno della Soprintendenza Alle Antichità della Toscana, al Comune di Scandicci, ma anche ad un Gruppo di appassionati che sta dedicando la propria vita a diffondere la conoscenza sull'antico mare un tempo popolato da queste meravigliose creature del passato. Sicuramente il tempo e le successive piogge avrebbero distrutto queste meraviglie del passato, ma grazie ad un monitoraggio costante dei terreni è stato possibile riportare alla luce queste fantastiche conchiglie fossili conosciute con il nome di Chlamys latissima. Con i suoi 30 centimeti di diametro, ci fanno capire che tipo di biodiversità fosse presente nel Mar Mediterraneo oltre 4.5 milioni di anni fa, in un momento di massima espansione di un mare arginato nella sua forza da una costa che lambiva i monti del Chianti. Un mare dalla temperatura oggi riscontrabile solo nelle acque tropicali, dimora di specie ormai estinte, salvo rare eccezioni di veri e propri fossili viventi Le abbondanti piogge di questi giorni hanno permesso a Simone Casati, ricercatore del GAMPS Scandicci, di riportare alla luce una favolosa coppia di Pecten, celati a guisa di scrigno dalle argille di un nobile vigneto che si erge a 300 metri sul livello del mare, testimone di un'antico fondale marino. Un accurato e paziente recupero ha permesso di estrarre dal terreno le conchiglie, avvolte ancora in una porzione di sedimento e trasportare questi reperti inglobati nella matrice che li ha preservati per milioni di anni. Una coppia di fossili sicuramente meno significativi e importanti dei bronzi di Riace, ma che il mare ha voluto restituire dopo un riposo lungo milioni di anni. Il sonno di un mare che ancora oggi vive sotto le colline della nostra fantastica Toscana.
Tutto finisce, ma il ricordo del nostro passaggio vivrà nella memoria sino a quando l'ultima persona avrà occhi per vedere ciò che abbiamo fatto. Simone Casati
Tutto finisce, ma il ricordo del nostro passaggio vivrà nella memoria sino a quando l'ultima persona avrà occhi per vedere ciò che abbiamo fatto. Simone Casati
e si, le segnalazioni di Simone, oltre ad essere accompagnate da un testo che ci rende partecipi dei colori e dei profumi della campagna toscana, tanto più se rivissuti in questa fredda stagione, sono sempre accompagnate da una iconografia ed un racconto delle scoperte che ci fanno rivivere le sue emozioni. Ciao.
Oxon
Give me the fruitful error any time, full of seeds, bursting with its own corrections. You can keep your sterile truth for yourself. Vilfredo Pareto
Ho osservato, letto e guardato con grande attenzione ed entusiasmo ... sono un'ignorante totale ma mi entusiasmano le vostre attività e i vostri ritrovamenti. Grazie !
Tutto finisce, ma il ricordo del nostro passaggio vivrà nella memoria sino a quando l'ultima persona avrà occhi per vedere ciò che abbiamo fatto. Simone Casati