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 Provocazione #3: il raccordo fotografico (meccanica)
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enotria
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Città: Gaibanella FE
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Inserito il - 25 marzo 2010 : 00:06:45 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Facile: si prende un tubo, da una parte lo si attacca al microscopio, dall’altra alla macchinetta che fa la foto.

Si, ma quanto deve essere lungo questo raccordo ?
Dipende, se nel raccordare vogliamo utilizzare un oculare, dovrà rapportarsi alla lunghezza di tubo del nostro microscopio, altrimenti dovrà essere il più breve possibile.

Nel primo caso la verifica della giusta lunghezza l’avremo se, messo regolarmente a fuoco un vetrino, togliamo un oculare e lo inseriamo in cima al tubo fotografico: l’immagine deve essere visibile ed ancora perfettamente a fuoco.

Nel secondo caso abbiamo detto il più breve possibile anzi, se si potesse entrare nella testata, sarebbe l’ideale. Il guaio è che normalmente si utilizzano delle reflex e queste hanno uno “spessore”, o meglio un tiraggio, di almeno 45 mm. A questi aggiungete altri 20 mm. di spessore per la flangia e per l’anello T2 d’adattamento e siete già al limite !

Poi, una caratteristica molto comoda che dovrebbe avere il nostro raccordo fotografico è la possibilità di variare l’allungamento in modo micrometrico, così da poter regolare nel migliore dei modi la messa a fuoco sulla fotocamera.

Altre caratteristiche importanti sono poi la stabilità, la robustezza, la capacità di smorzare rapidamente le vibrazioni.

Riguardo a quest’ultimo aspetto che spesso è causa del tanto temuto micro mosso, io sconsiglio sempre l’utilizzo di un sostegno per la fotocamera tenuto separato dal microscopio. Molto meglio se abbiamo a che fare con un’unica struttura solidale, in questo modo, anche se si formassero delle vibrazioni, queste sarebbero in fase fra loro e la foto non ne risentirebbe.

Viceversa, strutture anche robustissime, ma separate, sono sempre causa di vibrazioni sfalsate fra loro, con immancabile creazione del micro mosso.

Infine, se vi è possibile, cercate di contenere il peso delle fotocamera da utilizzare in afocale: se vi capitasse di fare la fotografia non al tubo trinoculare, ma da un normale oculare laterale, molto meglio avere “appesa” una fotocamera da pochi etti e che non sforza sulla delicata struttura della testata.


Ed ora il quiz.
Sto cercando la soluzione migliore per collegare in afocale la mia super compatta al microscopio. Purtroppo la fotocamera è piuttosto pesante, per cui:

A) il microscopio è su un robusto tavolo vicino ad un muro portante, la fotocamera viene così montata con delle robuste staffe fissate a cemento direttamente nel muro.
B) Utilizzo un robusto treppiede, con una comoda testa ad attacco rapido per la fotocamera.
C) Cerco di rendere più rigido e robusto il tubo di raccordo, poi monto la fotocamera direttamente su questo, curando la robustezza delle flangie e dei raccordi.
D) Sfrutto lo stativo di un ingranditore professionale per grande formato, montando il microscopio sul piano dell’ingranditore e la fotocamera al posto della testa da ingrandimento.

Cordiali saluti



Andrea ---> Link

Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)

Modificato da - enotria in Data 25 marzo 2010 00:08:06

escocat
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Città: Messina
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Inserito il - 25 marzo 2010 : 08:33:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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.....C?

B O C C I A T O !


Tanto più piccolo è ciò che osserviamo, tanto più grandi saremo.
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geppe
Moderatore


Città: lesmo
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


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Inserito il - 25 marzo 2010 : 10:30:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
per quanto riguarda il quiz, viste le premesse di Enotria, (io sconsiglio sempre l’utilizzo di un sostegno per la fotocamera tenuto separato dal microscopio) sicuramente C

per quanto riguarda la discussione sull'argomento, posso fare delle considerazioni sulla mia limitata esperienza



Facile: si prende un tubo, da una parte lo si attacca al microscopio, dall’altra alla macchinetta che fa la foto.

Si, ma quanto deve essere lungo questo raccordo ?
Dipende, se nel raccordare vogliamo utilizzare un oculare, dovrà rapportarsi alla lunghezza di tubo del nostro microscopio, altrimenti dovrà essere il più breve possibile.

Nel primo caso la verifica della giusta lunghezza l’avremo se, messo regolarmente a fuoco un vetrino, togliamo un oculare e lo inseriamo in cima al tubo fotografico: l’immagine deve essere visibile ed ancora perfettamente a fuoco.
questo vale se lavoriamo in afocale ( obbiettivo micro - oculare - obbiettivo fotografico su infinito

Nel secondo caso abbiamo detto il più breve possibile anzi, se si potesse entrare nella testata, sarebbe l’ideale. Il guaio è che normalmente si utilizzano delle reflex e queste hanno uno “spessore”, o meglio un tiraggio, di almeno 45 mm. A questi aggiungete altri 20 mm. di spessore per la flangia e per l’anello T2 d’adattamento e siete già al limite !
ne abbiamo già parlato, a parte il problema delle aberrazioni cromatiche con i medio grandi ingrandimenti, che non sono compensati perchè prevedono parte delle correzioni negli oculari, se lavorassimolto vicino il campo visivo non coprirebbe il sensore di una reflex ( almeno la mia )e siamo così costretti ad allontanarci per sfruttare il sensore.
è interessante invece la soluzione per i video usando una webcam privata di obbiettivo.
quì il sensore è molto più piccolo e non abbiamo problemi di tiraggio.
quante cose da provare se ne avessimo il tempo, questa deve aspettare


Poi, una caratteristica molto comoda che dovrebbe avere il nostro raccordo fotografico è la possibilità di variare l’allungamento in modo micrometrico, così da poter regolare nel migliore dei modi la messa a fuoco sulla fotocamera.
questo se lavori con una reflex, in afocale il fuoco non deve cambiare con la distanza, l'obbiettivo deve essere regolato su infinito.
quello che può variare con la distanza è l'inquadratura.
nel mio caso, lavorando senza obbiettivo e con oculare, ho il raccordo fisso e regolo il fuoco spostando l'oculare


Altre caratteristiche importanti sono poi la stabilità, la robustezza, la capacità di smorzare rapidamente le vibrazioni.

Riguardo a quest’ultimo aspetto che spesso è causa del tanto temuto micro mosso, io sconsiglio sempre l’utilizzo di un sostegno per la fotocamera tenuto separato dal microscopio. Molto meglio se abbiamo a che fare con un’unica struttura solidale, in questo modo, anche se si formassero delle vibrazioni, queste sarebbero in fase fra loro e la foto non ne risentirebbe.

Viceversa, strutture anche robustissime, ma separate, sono sempre causa di vibrazioni sfalsate fra loro, con immancabile creazione del micro mosso.

Infine, se vi è possibile, cercate di contenere il peso delle fotocamera da utilizzare in afocale: se vi capitasse di fare la fotografia non al tubo trinoculare, ma da un normale oculare laterale, molto meglio avere “appesa” una fotocamera da pochi etti e che non sforza sulla delicata struttura della testata.
con le compatte, non ho esperienza.
se si lavora con l'autoscatto e considerando anche che la maggior parte ha un sistema interno di stabilizzazione di immagine, penso non ci debbano essere molti problemi.
con una reflex abbiamo prima il movimento dello specchio poi quello della tendina
per lo specchio è sufficiente alzarlo qualche secondo prima dello scatto ( con tutti i problemi di inquadratura conseguenti
per il secondo c'è solo l'irrigidimento del tutto ed una scelta dei tempi di esposizione.
dalle mie prove sotto ad 1/5 di secondo le vibrazioni iniziali influenzano troppo l'esposizione.
oltre i 4 -5 secondi è il soggetto che comunque si sposta sul vetrino.
mi sono trovato bene con tempi di 1/2 - 1 secondo.
adesso stò percorrendo un'altra strada che mi permette di utilizzare tempi brevissimi e di fregarmene così delle vibrazioni.
con un flash e la bassa potenza necessaria posso usare tempi di illuminazione inferiori al millisecondo.
certo il tempo di apertura della tendina deve essere maggiore per ragioni di sincronismo e di larghezza fessura ( con tempi corti la seconda tendina, quella in chiusura, parte prima dell'arrivo della prima per cui esporrei solo una striscietta di sensore ) ma l'importante è escludere l'illuminazione principale durante lo scatto.
in questo modo l'unica luce che impressiona il sensore è quella del flash per una frazione di millisecondo.
ora la macchina è semplicemente poggiata sul terzo tubo con un distanziale, posso orientarla molto semplicemente per scegliere l'inquadratura, posso sollevarla per cambiare oculare e non ho bisogno di bloccare lo specchio.
la uso come una compattina





Giuseppe
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Aphyllo
Moderatore

Città: firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Micologia

Inserito il - 25 marzo 2010 : 11:49:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La soluzione C mi sembra ragionevole, tenendo presente che le compatte non provocano vibrazioni allo scatto.

Nel caso di una reflex la soluzione A con un raccordo di gomma flessibile posto tra microscopio e camera non sarebbe ottimo?

A parte il quiz, mi premeva molto capire una cosa:
per risolvere il problema della vignettatura, nel caso di ripresa diretta, Carboni dice di usare una "Relay lens"posta tra reflex e uscita del III tubo. Di cosa si tratta, dove si trova e quali requisiti dovrebbe avere?

Marco F.
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enotria
Utente Senior


Città: Gaibanella FE
Prov.: Ferrara

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 25 marzo 2010 : 16:55:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nulla da aggiungere a geppe che utilizza il flash per congelare l'eventuale movimento dei protisti ed il micro mosso.

Per Aphyllo, la soluzione A è pericolosa perchè forma due unità separate, muro e tavolo, che singolarmente prese sono stabilissime, ma fra loro possono esserci differenze di comportamento che creano il mosso. Fai finta di avere la fotocamera fissata al muro e quindi stabilissima, mentre il microscopio appoggiato sul tavolo risente delle vibrazioni del pavimento. In tal caso il mosso è inevitabile, mentre se la fotocamera fosse attaccata direttamente al microscopio, vibrerebbe anche lei con la medesima fase e medesima ampiezza, quindi senza conseguenze.

Vi invito a rileggere la soluzione D che può essere molto interessante per sostenere videocamere o oggetti troppo pesanti per poter essere appoggiati direttamente al microscopio.
La struttura di un ingranditore professionale è molto stabile e studiata apposta per evitare il micro mosso per cui, appoggiando sul suo piano il microscopio, si forma un insieme stabilissimo e sincrono che smorza qualsiasi vibrazione. Oltre tutto oggi gli ingranditori si trovano per pochi soldi e rappresentano quindi una ottima soluzione per sostenere ingombranti apparecchiature di ripresa.

La Relay Lens è una lente o meglio, un sistema ottico, che ha il compito di spostare una immagine da una posizione ad un'altra, magari per renderla più accessibile. E' caratterizzata da un basso rapporto di ingrandimento, più spesso 1x, e per le sue dimensioni può essere facilmente avvicinata al punto da cui preleviamo l'immagine, ad esempio la intermedia di un microscopio, per poi ricrearla in una posizione a noi più favorevole per essere ripresa dal sensore.
Pertanto, la lente relè non ha un proprio compito all'interno dello strumento che funzionerebbe ugualmente anche senza, ma ne favorisce il collegamento ottico con l'esterno.
Il problema grosso è che va otticamente calcolata: devi sapere dove metterla rispetto all'immagine da spostare, devi sapere dove andrà a finire l'immagine che stai spostando. Comunque, utilizzando il metodo grafico, il calcolo e la progettazione è comunque alla nostra portata.

Prossima provocazione: il raccordo fotografico (ottica)


Andrea ---> Link

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Modificato da - enotria in data 25 marzo 2010 17:07:08
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Volvox
Utente Senior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

Regione: Toscana


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Inserito il - 25 marzo 2010 : 19:03:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di enotria:
...la soluzione D ...può essere molto interessante per sostenere videocamere o oggetti troppo pesanti per poter essere appoggiati direttamente al microscopio.


Beh, io qualcosa di simile l'ho realizzato con una base di legno su cui poggia il microscopio e a cui è fissata una zampa di ventilatore a piantana. All'interno della "zampa", fissato pure alla base lignea, c'è un manicotto da idraulica, uno di quelli che ha le due estremità filettate. Una vitona senza fine, dello stesso passo, va dal manicotto all'estremità del tubo interno, scorrevole della "zampa" e attraversa una staffa a L cui è fissata la foto o videocamera. Ruotando una manopola, fissata all'estremità della "vitona", quest'ultima fa uscire o rientrare micrometricamente il tubo interno e quindi fa alzare o abbassare opportunamente la foto o videocamera rispetto al terzo tubo del microscopio.
E' chiaro che la zampa del ventilatore non garantisce la stabilità offerta dall'ingranditore di Enotria e non so come si comporti con una reflex, dal momento che non ci ho mai provato; quel che è certo è che impedisce all'apparecchio di ripresa di gravare sulla testata del microscopio.

In mezzo al circostante inferno, eccolo qua, il trabiccolo

Immagine:
Provocazione #3:  il raccordo fotografico (meccanica)
106,63 KB

ora con la rampa di lancio del Saturno 5 realizzata per bilanciare con un contrappeso di pallini da caccia il peso monumentale della Canon SX1 IS in modo che la medesima possa scorrere verso l'alto o verso il terzo tubo trascinata agevolmente dal motore del suo zoom lungo 15 metri circa

Immagine:
Provocazione #3:  il raccordo fotografico (meccanica)
90,42 KB

e con cui, finora, non sono riuscito a combinare un piffero.

Si notino, all'estremità superiore, i due mozzi di ruota di bicicletta mercé i quali la corda del contrappeso, costituito dal sacchetto nero, pregno di pallini da caccia, si collega al supporto scorrevole della fotocamera.

Tutto lavoro e genio sprecato!

Volvox

"Omnia ab ovo".
Le còcce, pe' piacere, ner biologgico!

Modificato da - Volvox in data 25 marzo 2010 19:25:27
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escocat
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Inserito il - 25 marzo 2010 : 22:44:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Immagine:
Provocazione #3:  il raccordo fotografico (meccanica)
55,3 KB

Tanto più piccolo è ciò che osserviamo, tanto più grandi saremo.
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Volvox
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Inserito il - 25 marzo 2010 : 22:50:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Appunto!

Volvox

"Omnia ab ovo".
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Aphyllo
Moderatore

Città: firenze
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Micologia

Inserito il - 25 marzo 2010 : 22:58:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di enotria:


La Relay Lens è una lente o meglio, un sistema ottico, che ha il compito di spostare una immagine da una posizione ad un'altra, magari per renderla più accessibile. E' caratterizzata da un basso rapporto di ingrandimento, più spesso 1x, e per le sue dimensioni può essere facilmente avvicinata al punto da cui preleviamo l'immagine, ad esempio la intermedia di un microscopio, per poi ricrearla in una posizione a noi più favorevole per essere ripresa dal sensore.
Pertanto, la lente relè non ha un proprio compito all'interno dello strumento che funzionerebbe ugualmente anche senza, ma ne favorisce il collegamento ottico con l'esterno.
Il problema grosso è che va otticamente calcolata: devi sapere dove metterla rispetto all'immagine da spostare, devi sapere dove andrà a finire l'immagine che stai spostando. Comunque, utilizzando il metodo grafico, il calcolo e la progettazione è comunque alla nostra portata.



Potrebbe quindi essere una buona soluzione per la ripresa diretta, invece di tagliare tubi o croppare l'immagine?

Marco F.
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enotria
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Inserito il - 26 marzo 2010 : 00:01:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
x Aphyllo:
Certo, potrebbe essere una soluzione, ma anche lei porta dei problemi: calcolo dei parametri, trovare le lenti adatte e con la necessaria qualità ottica, allineare e mettere a punto, ecc.

x Volvox:
la tua costruzione è mirabile, un vero monumento all'ingegno.
Assomiglia molto a quelle trappole estremamente macchinose che il cartone animato Billy Coyote costruisce per catturare il suo eterno avversario Beep Beep.
Non vorrei che anche il finale fosse lo stesso: un immane disastro !

A parte gli scherzi, tu che hai il problema di collegare una videocamera abbastanza pesante, fai un pensierino ad un bel ingranditore IFF Duogon a pantografo. Io ne ho uno per le mie stampe B/N e ti assicuro che se gli dai un calcione mentre lavora non fa neppure una piega, solo che ti rompi il piede.

Cordiali saluti

Andrea ---> Link

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