Quello che sto per presentarvi è principalmente una descrizione della flora delle dune dell’alto Adriatico. L'idea è nata dopo lo stage che ho fatto con il Servizio Forestale Regionale di Padova e Rovigo, che si occupa della zona del Delta del Po oltre che dei Colli Euganei.
buona lettura!
P.S. grazie a coloro che mi hanno permesso di riutilizzare le loro foto :) grazie ad andrea (theco) per la pazienza, i consigli ecc ecc :)
Modificato da - Centaurea in Data 12 ottobre 2020 19:56:14
Una duna è un cumulo di sabbia, che si è formato per l'azione del vento venuto a contatto col terreno. Le particelle di sabbia, trascinate appunto dal vento, trovano degli ostacoli, di solito piante, e qui si fermano depositandosi e tendendo a coprire quest’ultime. Ogni anno si ferma sempre più sabbia, e quindi la pianta è costretta a crescere verso l'alto. Infatti, le cime delle dune, come vedremo in seguito, sono formate dall'ammofila (Ammophila littoralis), alta e con radici profonde.
Le dune si possono dividere in base:
al colore: BIANCHE, senza vegetazione permanente; GRIGIE, con vegetazione permanente, licheni e muschi.
alla stabilità: DUNE MOBILI, si spostano col vento; DUNE FISSE, stanno ferme, e ovviamente sono le uniche che possono ospitare specie vegetali.
Com'è fatta una duna?
Clicca per ingrandire
Come si vede ingrandendo l'immagine, a partire dal mare c'è una successione di ambienti e vegetazioni:
Inizialmente è presente una zona afiotica, ovvero senza piante, è la zona in prossimità della battigia, formata soltanto da sabbia nuda (e al massimo dagli organismi vegetali e animali portati dal mare --> gusci di molluschi --> conchiglie!).
Prende il nome dalla Cakile maritima, pianta che vive in questa zona della duna, assieme a poche altre specie quali Euphorbia paralias, Salsola kali e Xanthium italicum (quest'ultima è quella che fa quei fastidiosissimi frutti spinosi che si attaccano ai vestiti, le nappole).
Cakile maritima (ruchetta di mare)
a sx foto di Forbix - a dx foto di gioquita
Euphorbia paralias (euforbia delle spiagge)
foto di theco
Salsola kali (erba cali)
a sx foto di luirig - a dx foto di lynkos
Xanthium italicum (lappolone)
foto di theco
Agropireto
La specie più importante è Agropyron junceum (), graminacea alta fino a 80 cm, che grazie al suo lungo rizoma strisciante rende stabili le dune. Altre specie sono: Calystegia soldanella (simile al Convulvulus cantabrica, ma si differenzia per le striature bianche della corolla e soprattutto per le foglie), Eryngium maritimum, Ambrosiamaritima ed Echinophora spinosa. Tutte queste specie sono molto sensibili, quindi se vengono calpestate (per esempio da chi fa motocross) possono provocare addirittura la destabilizzazione delle dune.
Calystegia soldanella (soldanella di mare)
a sx foto di gioquita - a dx foto di lynkos
Eryngium maritimum (calcatreppola marittima)
a sx foto di ginxi - a dx foto di ametista
Echinophora spinosa (finocchio litorale)
a sx foto di phobos - a dx foto di lynkos
Modificato da - Centaurea in data 18 giugno 2017 10:46:41
La specie dominante è Ammophila littoralis, che è l'elemento principale che concorre a fissare le dune. I suoi cespi infatti, sono talmente fitti da ostacolare la sabbia trasportata dal vento. È una graminacea con rizomi lunghi, e fusti alti fino a 1 metro, e anche se coperta di sabbia continua a crescere, facendo così aumentare l'altezza della duna. Assieme a lei, nella parte sommitale della duna, vivono anche l'eringio (Eryngium maritimum), il finocchio marino (Echinophora spinosa), l'apocino veneto (Trachomitum venetum) e la gramigna (Cynodon dactylon).
Ammophila littoralis (sparto pungente)
foto di ametista
Modificato da - Centaurea in data 18 giugno 2017 10:37:21
Prende il nome dalle due specie caratteristiche che lo compongono, un muschio e una pianta erbacea. Il primo, Tortula ruralis, e la seconda, Scabiosa argentea. I muschi (e i licheni) sono fondamentali perchè mantengono l'umidità invernale nel suolo e così favoriscono la germinazione dei semi. Il tortulo-scabioseto inoltre è importante perchè è piuttosto raro, nel senso che si trova soltanto nell'alto adriatico. E rare sono anche alcune specie che vivono in esso, come ad esempio la Centaurea tommasinii.
Syntrichia ruralis
foto di nimispl
Scabiosa argentea (vedovina delle spiagge)
foto di ametista
Centaurea tommasinii (fiordaliso di Tommasini)
foto di theco
Giuncheto
foto di theco
Il giuncheto è la vegetazione delle depressioni interdunali, che si formano tra due dune, a seguito dell’affioramento della falda (= l’acqua del sottosuolo). Per questo, l’acqua si ferma e si creano degli “stagni” dove la vegetazione varia a seconda della salinità dell'acqua, che di solito è poco salata, ma potrebbe essere anche salmastra.
Nel primo caso (acqua dolce) si ha una vegetazione nella quale tra le specie principali ci sono i giunchi, Juncus ssp, come per esempio il giunco pungente (Juncus acutus), e il canneto, (Praghmites australis, ). In questo ambiente, potrebbero adattarsi anche specie che sopportano l'umidità, come l'ontano nero (Alnus glutinosa, ), pioppi, salici, ecc.
Juncus acutus (giunco pungente)
foto di ametista
Nel secondo caso (acqua salata) invece, la vegetazione è barenicola, ovvero tipica della barena. La barena è un terreno pianeggiante sempre umido e sommerso dalle acque salate in certi periodi dell’anno, a causa delle maree. La vegetazione che cresce qui è detta vegetazione alofila, infatti le piante alofile sono le uniche che sopravvivono quando la salinità dell'acqua è elevata. In particolare, qui, crescono delle piante succulente. Queste sono piante un po' particolari: per far fronte ai periodi in cui c'è carenza di acqua, quando la barena è sommersa assorbono l'acqua attraverso le radici e le foglie e poi la distribuiscono in tutta la pianta, ma soprattutto rimane nel fusto e nelle foglie (infatti se provate a staccare una foglia e a metterla in bocca sentirete il sapore ). Una pianta succulenta tipica è la salicornia, Salicornia patula/veneta (), e anche la Suaeda maritima (). Nella barena vivono anche lo statice (Limonium serotinum), e l’astro marino (Aster tripolium).
La barena
foto di ametista
Limonium serotinum (statice)
foto di theco
Aster tripolium (astro marino)
foto di gioquita
Ginepro-hippophaeto
Il ginepro-hippophaeto sarebbe “la macchia”, ma quella a cui mi riferisco si trova solo fino alla Romagna, quindi non bisogna confonderla con la tipica macchia mediterranea! le specie che le abitano, infatti, sono molto diverse. La tipica macchia mediterranea è costituita da erica, cisto, corbezzolo, pungitopo ecc. Per il litorale alto Adriatico, invece, si parla di macchia arbustiva a ginepro e olivello spinoso. Le specie principali infatti sono Juniperus communis (scheda in basso) e Hippophae rhamnoides. Nella macchia crescono molte orchidee, tra le più comuni Orchis morio e Ophrys sphegodes, ma si potrebbe continuare la lista.
Hippophae rhamnoides (olivello spinoso)
foto di ametista
Juniperus communis (ginepro comune)
foto di ametista
Habitat: Si adatta a molti ambienti, dal mare alla montagna, ma ha bisogno di molta luce.
Foglie: A forma di ago. Sono lunghe 1-1.5 cm, pungenti con una striscia bianca al centro. Sono inserite
sui rametti a gruppetti di 3.
Chioma: Può avere tantissime forme!
Frutto: Si chiama galbula. Sembra una bacca ma in realtà è uno strobilo! È verde, ma quando matura diventa bluastra.
---> Altra cosa importante da dire sul ginepro, è che la sua capacità di adattarsi ad ambienti molto diversi è dovuta alla variabilità della forma della sua chioma. Per esempio può avere una forma orizzontale, quindi "ripiegata” verso terra, per sfuggire ai venti (al mare soprattutto) oppure per distribuire meglio il peso della neve (in montagna, ovviamente!).
Querceto misto
Il querceto misto è costituito principalmente dalla farnia (Quercus robur) e dalla roverella (Quercus pubescens). Queste, sono due querce abbastanza simili, ma ... ovviamente diverse! Foglie e ghiande sono importanti per differenziare le querce, vediamo come si distinguono queste due specie.
Quercus pubescens (roverella)
foto di polypo
Foglie: picciolate, con picciolo breve e pubescente
Ghiande: sessili
Quercus robur (farnia)
foto di polypo
Foglie: subsessili, più grandi (come si vede in foto)
Ghiande: grandi e peduncolate
AMBIENTI DI ORIGINE ANTROPICA
Pineta
La pineta del litorale alto Adriatico è costituita dal pino domestico (Pinus pinea) e dal pino marittimo (Pinus pinaster). Tuttavia, entrambe le specie non sono autoctone ma sono state importate. La loro origine risale a prima del 5° secolo d.C. , anche se le prime piantagioni erano probabilmente di Pino nero (Pinus nigra). Le pinete sono il frutto di rimboschimenti, e avevano la funzione di proteggere le colture agricole retrostanti dai venti freddi. I pini infatti, e in particolare il pino marittimo con la sua chioma piramidale, sono resistenti ai venti più di altre specie.
Queste due specie vengono confuse spesso, perché hanno delle caratteristiche in comune, ma in realtà sono anche molto diverse!!! Questo schemino spero possa aiutare...
Pinus pinaster (pino marittimo)
foto in alto a dx phobos - foto a sx e in basso Angelo p
Forma della chioma: piramidale.
Fusto: dritto con rami a palchi.
Aghi: a fascetti di 2 molto lunghi (fino a 20 cm) e pungenti.
Pigna: lunga 10-20 cm e larga 5-8 a forma di cono. Sono riunite a gruppi di 2-4 sul ramo. Le pigne possono "nascere" anche dal fusto.
Altre caratteristiche: sopporta meglio del pino domestico la presenza laterale delle altre piante.
Pinus pinea (pino domestico)
foto a sx theco - foto in alto a dx e in basso Angelo p
Forma della chioma: globosa, a ombrello.
Fusto: cilindrico con rami a palchi leggermente portati verso l'alto.
Aghi: a 2 non pungenti lunghi 10-12 cm.
Pigna: ovato-globose lunghe 8-14 cm e larghe 7-12 di solito solitari.
Altre caratteristiche: preferisce vivere isolato.
Modificato da - Centaurea in data 18 giugno 2017 10:45:06
Ora che ho parlato di tutte queste piante, mi sembra doveroso spiegare come sopravvivono nell'ambiente così "ostile" delle dune.
N.B. Non ho riportato le foto delle piante citate, perchè le ho già inserite quando ho parlato di loro negli ambienti dove vivono.
Come riescono a sopravvivere le piante psammofile (=che vivono sulla sabbia)?
Per rispondere alla domanda bisogna prima ricordare quali sono le caratteristiche dell'ambiente della spiaggia:
- l'acqua è scarsissima - il vento soffia forte - la sabbia si sposta continuamente durante il giorno e quindi non permette alle radici di "ancorarsi" bene oppure sommerge le piante e le soffoca - le temperature durante il giorno sono altissime, ustionano fusto e foglie, e l'acqua traspira la poca acqua che ha (anche le piante "sudano"!).
Le piante si procurano il cibo con la fotosintesi clorofilliana.
In questo processo, le piante "captano" l' energia solare. Sono necessarie però anche l'acqua, che proviene dal suolo e sale dalle radici, e l' anidride carbonica, assorbita dall'aria. Questi tre elementi insieme formano gli zuccheri e liberano ossigeno.
I “nemici” delle piante psammofile, quindi, sono principalmente tre: l’acqua, il vento e il sole (e il caldo).
Come si difendono dalla mancanza di acqua?
1- foglie piccole e dure, a volte ridotte a semplici filamenti o aghi. 2- fusto o foglie che trattengono l'acqua (Calystegia soldanella) ossia succulente (già spiegato precedentemente). 3- abbondanza di bulbi, rizomi, tuberi. 4- ciclo vitale centrato sul periodo umido o ciclo di vita annuale (Cakile maritima).
Come si difendono dal sole e dal caldo?
1- foglie in posizione verticale (Euphorbia paralias). 2- tessuti spessi e/o rivestiti di cera. 3- peli su fusto e foglie. 4- colore chiaro, riflettente (Eryngium maritimum) 5- presenza di oli essenziali --> piante aromatiche, come l’ Helichrysum italicum (che ha un odore quasi da liquirizia)
Helichrysum italicum (elicrisio)
foto di ametista
Come si difendono dal vento?
Il vento può insabbiare, sradicare e seccare le piante, che per questo possiedono:
1- radici molto lunghe e profonde. 2- forma "a cuscino", sferica, (come Echinophora spinosa) oppure strisciante. 3- capacità di emettere molti germogli e riprodursi tramite questi.
Un gran bel lavoro. Brava Ame. Allora sta a sentire...io vado spesso al mare. Finalizzerò una certa parte delle mie ferie alla documentazione fotografica di alcune fasce costiere toscane. Spero di poter contribuire così in qualche modo al tuo lavoro. Un caro saluto, Beppe
A volte Madre Natura decide di lanciare una palla ad effetto. (Charles Bronson)
Grazie per questo bellissimo lavoro,molto utile anche per i non botanici,può aiutarci a capire la distribuzioni delle varie specie costiere lungo la fascia litorale.
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo
Da buon montanaro sono venuto a conoscenza di zone ed habitat che ignoravo. Ho letto con interesse e ti tingrazio.
ciao giorgio
....in breve tutto è ammirabile nella creazione,ma questi esseri ci sembrano ancora più meravigliosi in quanto tali non si giudicherebbero a prima vista;solo il microscopio ce ne rivela l'intiera struttura,mettendoci sotto l'occhio un mondo nuovo,ed insegnandoci ad apprezzarne le recondite bellezze... don G.bresadola 1847-1929
...bello! complimenti! Posso usarla come minilezione per i miei studenti quando arrivo all'ambiente di duna? ciao PL PS: un errorino di stumpa su Trachomitum...
Cara Margherita, mi associo a tutti i complimenti che stai ricevendo, hai fatto un lavoro davvero apprezzabile, nel metodo, nei contenuti e nella freschezza del taglio che hai saputo dargli.
Hai di che essere orgogliosa, ora non ti resta che rimboccarti le maniche e partire verso nuove scoperte.