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 Il litorale alla Fiumara di Marina di Grosseto
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a p
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Inserito il - 14 settembre 2009 : 17:35:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Personalmente non vedo questa grande intromissione da parte dell'uomo sull'ecosistema. L'unico aspetto negativo è la presenza dei rifiuti abbandonati.
Non possiamo, a mio avviso, bloccare il turismo ma dobbiamo invece promuovere un turismo sostenibile disincentivando quello di massa.

Alessandro PD


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canon fd
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Inserito il - 14 settembre 2009 : 18:08:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un'altra osai WWF infatti era prevista nella zona delle Marze, ma credo che comprendesse solamente l'area pinetata a monte della strada delle Collacchie, e avrebbe dovuto salvaguardare la garzaia che si trova prorpio fra quei pini (si vede anche dal capanno presso l'I. Clodia nella Diaccia); a metà anni 90 erano stati installati anche i cartelli cartelli lungo i futuri percorsi di visita; una guardia (del WWF?) mi aveva assicurato che di lì a poco sarebbe stato preparato un capanno aereo proprio per osservare la garzaia: invece dopo alcuni anni sono stati tolti i cartelli e l'oasi non è mai partita ; speriamo solo che non finisca così pure per la Fiumara, anche se il fatto che il sito sia aggiornato con una certa regolarità lascia ben sperare.
Quanto alle foto ne ho qualcuna relativa alla parte più interna, un bel po' datate e non sempre di buona qualità, che documentano la presenza del cuculo dal ciuffo, di una nutrita colonia di nitticore e la nidificazione del pendolino; magari le posterò quando ci sarà il seguito di questo tread.
Nel frattempo se qualcuno ha curiosità di sapere cosa è (o non è)cambiato negli anni, cliccate Link: in fondo alla pagina ci sono alcune foto fatte sul finire della guerra dagli americani, che utilizavano il forte delle Marze come..stabilimento balneare

saluti

Daniele
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vespa90ss
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Inserito il - 14 settembre 2009 : 19:09:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il turismo deve essere bloccato quando ci si accorge che ormai lo spazio sfruttabile è finito e si sta aggredendo delle zone storicamente sacre. Nella zona di Castiglione della Pescaia e di Marina di Grosseto ce n'è in superabbondanza di turismo.
In questo tratto di costa maremmana rimasto grazie a Dio ancora parzialmente integro, si potrebbero creare delle aree dove non intervenire in alcun modo se non asportando manualmente i rifiuti e lasciando tutto com'è, creando un bella oasi naturalistica.

Ma l'idea di far schei e di far crescere le masse turistiche che non sono mai sufficienti abbastanza porterà in breve termine a trasformare quei piccoli stabilimenti balneari in una lunga teoria di lidi affollati da turisti, di automobili da parcheggiare nella immensa pineta del Tombolo retrostante, di innumerevoli piste che conducono al mare tagliando come ferite tutto ciò che impedisce il transito, di nuove strade statali che dovranno garantire l'afflusso di migliaia di bagnanti in più.
Dovresti provare a percorrere qui trenta chilometri che separano Principina dalle Rocchette per vedere cosa non c'è d'agosto. Una vera follia scatenata. Le mie foto comunque sono state scattate fra le 6,30 e le 9,30 del mattino, quindi assolutamente non significative per ciò che riguarda la presenza umana.
Comunque sia, anche se tutto dovesse rimanere com'è, l'uso dei Caterpillar non mi sembra la soluzione migliore: di sicuro è la più economica e più rapida ma non certo quella che garantisce protezione all'ecosistema.
Per promuovere un turismo sostenibile e non di massa come dici tu, bisognerebbe costruire in pineta dei villaggi turistici e nemmeno tanto distanti dal mare. Diciamo massimo cento metri. Pensi sia una soluzione praticabile? Tutte le altre zone limitrofe sono piene zeppe come uova sode a prezzi non proprio economici (un bungalow in campeggio alta stagione costa 1300 euro a settimana).
Tranquillo che di soldi e di turisti ne circolano già troppi in maremma.
Beppe


Bottled beetles - salviamo le spiagge, i litorali, le dune dai barbari


Arriviamo alla verità, non solo con la ragione, ma anche con il cuore.
Blaise Pascal - Pensées 1670.



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vespa90ss
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Inserito il - 14 settembre 2009 : 19:36:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di canon fd:

Un'altra osai WWF infatti era prevista nella zona delle Marze, ma credo che comprendesse solamente l'area pinetata a monte della strada delle Collacchie, e avrebbe dovuto salvaguardare la garzaia che si trova prorpio fra quei pini .........

Nel frattempo se qualcuno ha curiosità di sapere cosa è (o non è)cambiato negli anni, cliccate Link: in fondo alla pagina ci sono alcune foto fatte sul finire della guerra dagli americani, che utilizavano il forte delle Marze come..stabilimento balneare



confontate con questa mia foto quanto il mare si sia ritirato in quel punto: negli anni quaranta lambiva quasi il Forte delle Marze.


Il Forte delle Marze
Il litorale alla Fiumara di Marina di Grosseto






Modificato da - vespa90ss in data 14 settembre 2009 19:47:05
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vespa90ss
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Inserito il - 14 settembre 2009 : 19:48:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Il litorale alla Fiumara di Marina di Grosseto
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vespa90ss
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Inserito il - 14 settembre 2009 : 19:49:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
per onestà intellettuale devo dire che le anfore appese all'esterno c'erano anche al tempo degli americani
Il litorale alla Fiumara di Marina di Grosseto


Un particolare che può sembrare irrilevante ma di certo non lo è: sulle dune immediatamente confinanti i paraggi del Forte ho raccolto una percentuale di rifiuti abbandonati dal mare nettamente superiore a quella sparpagliata lungo i tre chilometri che lo separano dalla Fiumara. Evidentemente nessuno si era mai preoccupato di farlo.
Non saprei bene quale chiave di lettura attribuire.

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Modificato da - vespa90ss in data 14 settembre 2009 20:01:55
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Inserito il - 14 settembre 2009 : 20:06:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non sono d'accordo con questa affermazione

Il turismo deve essere bloccato quando ci si accorge che ormai lo spazio sfruttabile è finito e si sta aggredendo delle zone storicamente sacre. Nella zona di Castiglione della Pescaia e di Marina di Grosseto ce n'è in superabbondanza di turismo.
In questo tratto di costa maremmana rimasto grazie a Dio ancora parzialmente integro, si potrebbero creare delle aree dove non intervenire in alcun modo se non asportando manualmente i rifiuti e lasciando tutto com'è, creando un bella oasi naturalistica.


Il turismo va gestito concedendo alcuni spazi per attività economiche ambientalmente sostenibili.

Questo principio viene applicato anche alle aree protette, ricordiamo infatti anche la funzione economica sociale di tali ambiti.

Se non si fa così, la popolazione abbandona il territorio e contrasta in ogni modo l'area protetta. Non possiamo "ingessare" le aree di interesse naturalistico, bisogna farle conoscere e gestirle in modo oculato.





Alessandro PD


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vespa90ss
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Inserito il - 14 settembre 2009 : 20:30:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Alessandro:


Il turismo va gestito concedendo alcuni spazi per attività economiche ambientalmente sostenibili.

Questo principio viene applicato anche alle aree protette, ricordiamo infatti anche la funzione economica sociale di tali ambiti.

Se non si fa così, la popolazione abbandona il territorio e contrasta in ogni modo l'area protetta. Non possiamo "ingessare" le aree di interesse naturalistico, bisogna farle conoscere e gestirle in modo oculato.





Alessandro PD


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Ho lasciato di proposito la tua firma. In genere quando quoto le elimino tutte. Questa volta la voglio lasciare espressamente.

Non intendo farmi trascinare per l'ennesima volta nella polemica che mi stai porgendo su un piatto d'argento. Non sono un deficiente come tu credi.
Hai un tuo modo di intendere la vita che è diametralmente opposto al mio, per cui ti lascio ai tuoi convincimenti.
Ciao Alessandro

Beppe


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Modificato da - vespa90ss in data 14 settembre 2009 20:31:42
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Inserito il - 14 settembre 2009 : 20:45:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Cito l'articolo 1 della Legge 394/91 Legge Quadro sulle Aree protette

1 - Finalità e ambito della legge

1. La presente legge, in attuazione degli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto degli accordi internazionali, detta principi fondamentali per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese.
2. Ai fini della presente legge costituiscono il patrimonio naturale le formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche e biologiche, o gruppi di esse, che hanno rilevante valore naturalistico e ambientale.
3. I territori nei quali siano presenti i valori di cui al comma 2, specie se vulnerabili, sono sottoposti ad uno speciale regime di tutela e di gestione, allo scopo di perseguire, in particolare, le seguenti finalità:
a) conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di processi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici;
b) applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare un'integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali;
c) promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative compatibili;
d) difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici.
4. I territori sottoposti al regime di tutela e di gestione di cui al comma 3 costituiscono le aree naturali protette. In dette aree possono essere promosse la valorizzazione e la sperimentazione di attività produttive compatibili .

Alessandro PD


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vespa90ss
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Inserito il - 14 settembre 2009 : 20:55:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ricordi la prima guerra di secessione?
Quella dello Stelvio e dei cervi?

Questo articolo 1 della Legge 394/91 Legge Quadro sulle Aree protette me lo hai già inviato almeno altre due volte in quella occasione. L'ho recepito. Tutto ciò che viene riportato, in maremma è stato già fatto ed abbondantemente superato nei limiti del tollerabile.
Non mi sembra il caso di riaccendere una polemica su tale argomento. Eri stato così bravino negli ultimi giorni....
Stammi bene.
Beppe



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Inserito il - 14 settembre 2009 : 21:00:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:

Ricordi la prima guerra di secessione?
Quella dello Stelvio e dei cervi?

Questo articolo 1 della Legge 394/91 Legge Quadro sulle Aree protette me lo hai già inviato almeno altre due volte in quella occasione. L'ho recepito. Tutto ciò che viene riportato, in maremma è stato già fatto ed abbondantemente superato nei limiti del tollerabile.
Non mi sembra il caso di riaccendere una polemica su tale argomento. Eri stato così bravino negli ultimi giorni....
Stammi bene.
Beppe



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Mi chiedo allora se sono stati fatti degli studi sulla capacità portante, sull'impronta ecologica del turismo in quelle aree

Alessandro PD


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vespa90ss
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Inserito il - 14 settembre 2009 : 21:06:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Studia, studia, Alessandro.
Studia le leggi. Io ci vado da quindici anni e forse ho il polso della situazione migliore di tanti studi.
Beppe

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canon fd
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Inserito il - 15 settembre 2009 : 00:44:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Suvvia, state buoni..... e torniamo a bomba!
L'aspetto della spiaggia della fiumara non è poi così cambiato negli ultimi 40 anni anche se rispetto ad allora i turisti\bagnantivandali sono sicuramente aumentati molto; e nenache il periodico avanzamentoarretramento della linea di costa è stato in questa zona molto marcato (come invece purtroppo lo è stato per bocca d'Ombrone e dintorni)o forse (e ripeto forse) maggiori "danni" sono venuti dalla mancata o scarsa manutenzione idraulica del canale: una volta veniva sempre mantenuto in comunicazione col mare, tanto che non era così raro trovarci anche qualche fenicottero, come mi hanno raccontato amici con qualche anno in più di me! O forse danno ancor peggiore potrebbero aver fatto gli scarichi civili e agricoli che probabilmente per anni sono finiti nel canale.
Sicuramente Beppe sono d'accordo che il pesante trattore per setacciare e pulire l'arenile, se anche è adatto e accettabile per il litorale di Marina, forse non è il massimo per la salute della spiaggia della Fiumara, ma ormai sono passati i tempi in cui ogni gestore puliva la propria concessione con un setaccio a trazione "umana" o al massimo con microscopici trattorini; credo che la pulizia dell'intero litorale sia curata unitariamente dall'associazione degli stabilimenti balneari di concerto col Comune di Grosseto.
E forse ciò è anche la causa della differente situazione rifiuti che hai notato in quel tratto di mare: il territorio del Comune di Grosseto termina praticamente proprio al forte delle Marze.
Ciao

Daniele
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vespa90ss
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Inserito il - 15 settembre 2009 : 06:25:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Stavo parlando della pulizia delle dune proprio nella parte alta, sopraelevata ad alcuni metri, dove il forte vento di libeccio con gli anni trascina e accumula qualsiasi oggetto galleggiante: una zona che non può essere pulita da macchinari per ovvi motivi di impraticabilità. Il tratto trascurato dalla pulizia interessava la parte confinante alle adiacenze del forte su ambo i lati. Proseguendo verso Castiglione (quindi nella giurisdizione non più di pertinenza di Grosseto) la situazione riprendeva identica al tratto precedente, cioè con rifiuti sparsi ma non concentrati come (erano) intorno al Forte.
Una pulizia della linea di battigia e dell'arenile retrostante praticabile si potrebbe effettuare con svariati mezzi leggeri, piccoli e maneggevoli, i quali richiederebbero però più mano d'opera. Anche lo stesso lavoro di pulizia sulla parte più alta delle dune fatto da me potrebbe essere organizzato periodicamente (una volta all'anno?) a spese dei comuni interessati e non lasciato alla buona volontà dei passanti o delle organizzazioni ambientaliste.
Troppo facile così, sapendo che Legambiente e WWF intervengono in forma ciclica.
Tu che sei del posto sai bene che il denaro che affluisce nelle casse comunali di Castiglione e Grosseto non manca di certo . Sono le priorità di spesa che seguono una scaletta ormai nota e vengono indirizzate verso obiettivi che possano offrire un ritorno tangibile ed immediato. Approfittare quindi del lavoro di risorse offerte dalla collettività non mi sembra intellettualmente onesto.
Beppe

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Inserito il - 15 settembre 2009 : 12:15:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:

Studia, studia, Alessandro.
Studia le leggi. Io ci vado da quindici anni e forse ho il polso della situazione migliore di tanti studi.
Beppe

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per fortuna che c'è ancora qualcuno che studia, visto che la CULTURA in Italia è la cenerentola (come la ricerca, ecc.) e chi la crea è considerato un cretino non produttivo (il PIL purtroppo non considera i servizi immateriali che non sono nuova ricchezza prodotta per il Paese)

Suvvia, state buoni.....


Non è star buoni o fare i cattivi. E' difendere certe posizioni cui si crede (e che spero qualcun altro ci creda)

torniamo a bomba!


Mi sembra, tornando alla pulizia della spiaggia, che quel mezzo non comporti un gran dissesto al terreno vista la sua tessitura sciolta ed i pneumatici larghi. Questi ultimi ripartiscono il peso su una superficie maggiore evitando il costipamento per pressione.



Alessandro PD


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vespa90ss
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Inserito il - 15 settembre 2009 : 13:12:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Alessandro, non voglio alimentare inutilmente una polemica che sai bene mi trova in posizioni nettamente contrapposte con le tue. Eravamo entrati in conflittualità interpretativa della legge quadro sulle aree protette a proposito dei meleti che venivano danneggiati dei cervi. Io ti rispondo riproponendoti questo link che ti pregherei di leggere con la stessa attenzione con cui ti sei studiato la legge 394/91:

Link

Tu ti interessi di botanica: vorrei sottolinearti che l'unica stazione da me individuata di Polygonum maritimum facente capo ad un unico esemplare giovanissimo descritta in questo post (approfitto per ricordarti che ancora non è stato aggiornato il titolo in quanto la pianta è stata determinata come tutte le altre mie 8 ancora sospese nel limbo degli innominati) e sottolineo l'unica , l'ho individuata proprio lì, accanto alla Fiumara a meno di trenta metri dalla linea di battigia in un tratto battuto periodicamente da quel mezzo munito di erpice speciale che avete visto in foto.
Un unico esemplare sfuggito all'aratura lungo una fascia costiera di litorale sabbioso di svariati chilometri, ispezionato con la massima attenzione e per lunghissimo tempo.
Gli studi, caro Alessandro, non si fanno solo sui libri: si fanno sul campo in primo luogo trascorrendoci centinaia di ore.
Ma non è solo questo: ti dicevo che tu ti interessi di botanica: forse un po' meno d'entomologia. Quella fascia sabbiosa è interessata dalla presenza di due cicindelidi conviventi, di notevole importanza: Calomera littoralis nemoralis e Cylindera trisignata, nonchè di due specie di scaritidi, Scarites buparius e S. laevigatus, ambedue a rischio di scomparsa proprio per questo specifico problema della pulizia degli arenili con mezzi meccanici. Loro trascorrono la loro esistenza e completano il ciclo evolutivo proprio in quella striscia sabbiosa percorsa dal "peso ripartito meglio dall'uso di pneumatici larghi". Qui si sta parlando di mezzi che pesano alcune tonnellate, nemmeno quintali....
Penso che possa bastare come commento quotidiano alle tue parole.
Concludo dicendoti che mi sembra tu ti sia fatto un'idea sbagliata del mio grado di competenza al riguardo di certe conoscenze specifiche. Ti pregherei di prendere definitivamente in considerazione le esperienze che ti porto credendomi sulla parola e documentandoti sulle decine di post e di foto che ho pubblicato sul forum in innumerevoli occasioni (puoi divertirti a trovare i riferimenti con la funzione "cerca").
Grazie per la capacità di accoglienza che saprai dimostrare alla mia ignoranza dilagante.
Ciao Beppe



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Modificato da - vespa90ss in data 15 settembre 2009 13:30:51
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Inserito il - 15 settembre 2009 : 13:39:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ma non è solo questo: ti dicevo che tu ti interessi di botanica: forse un po' meno d'entomologia. Quella fascia sabbiosa è interessata dalla presenza di due cicindelidi conviventi, di notevole importanza: Calomera littoralis nemoralis e Cylindera trisignata, nonchè di due specie di scaritidi, Scarites buparius e S. laevigatus, ambedue a rischio di scomparsa proprio per questo specifico problema della pulizia degli arenili con mezzi meccanici. Loro trascorrono la loro esistenza e completano il ciclo evolutivo proprio in quella striscia sabbiosa percorsa dal "peso ripartito meglio dall'uso di pneumatici larghi". Qui si sta parlando di mezzi che pesano alcune tonnellate, nemmeno quintali.
...

Spero passi un entomologo per confermare/smentire quanto citato. Ovviamente con fonti bibliografiche

Per quanto riguarda l'uso dei mezzi meccanici in terreni sabbiosi, Ti consiglierei di vedere Pellizzi Meccanica agraria. Il peso (tonnellate non quintali, cosa ovvia) viene ripartita su un'ampia superficie (pneumatici) e sull'area sottesa all'interasse.
Pertanto con banali formule matematiche se la pressione=forza/superficie aumentando la superficie dimunuisce la pressione sottesa.

Alessandro PD


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vespa90ss
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Inserito il - 15 settembre 2009 : 14:26:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
e quindi una larva di cicindela o un adulto sopravvive alla pressione grattandosi il pancino....

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lynkos
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Inserito il - 15 settembre 2009 : 14:40:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se mi sbaglio, chiedo scusa in anticipo, ma gli interventi di Alessandro mi fanno pensare che lui, in comune con la stragrande maggioranza degli non-esperti in materia, non è del tutto consapevole del fatto che una spiaggia non è una semplice piattaforma asettica di sabbia, ma un habitat ricco, delicato, affascinante e soprattutto preziosissimo non solo per la sua biodiversità ma anche per il suo ruolo strutturale come prima difesa contro l'erosione costiera con tutto ciò che importa, dalla semplice perdita di terra emersa alla contaminazione salina della falda.
Le foto che ha postato Beppe dimostrano chiari segni di degrado ambientale, con remodellamento profondo del profilo naturale della spiaggia emersa, eliminazione totale della fascia delle dune embrionali dove dovrebbe in teoria svilupparsi le piante tipiche del Cakiletum responsabile con le loro radici del primo consolidamento della sabbia, facendo arrivare la spiaggia afitoica fino alla prima duna consolidata dove si vede chiaramente la formazione di un gradino d'erosione che incide direttamente sulla la vegetazione dell'Elymetum.
Nella duna consolidata stessa, ci sono ampi segni di una forte erosione da calpestio che non soltanto denuda le dune dalla vegetazione e erode la loro struttura, ma crea anche corridoi aperti al vento con il conseguente peggioramento dell'erosione eolica.
La pulizia meccanica dell'arenile non è compatibile con le esigenze della salvaguardia del litorale sabbioso, non per problemi di compattazione, ma perché toglie meccanicamente (appunto) non solo i rifiuti antropici ma anche il materiale organico spiaggiato che gioca un ruolo fondamentale nell'evoluzione dell'ambiente. Da una parte perché fornisce il nutrimento necessario per lo sviluppo e mantenimento di vita sulla prima spiaggia emersa, dall'altra perché nel caso del materiale più "ingombrante" (rami, tronchi, canne ecc) serve a proteggere e consolidare la sabbia, evitando che venga rimossa dal vento o moto ondoso e così permettendo alle prime piante di mettere giù radici e sopravvivere la forza degli elementi in questo ambiente ostile per definizione... per non parlare della sua importanza nella nidificazione di alcune specie di uccello, prima di tutto il fratino (Charadrius alexandrinus), considerata una specie a rischio.
Personalmente ritengo che la fruizione antropica dei pochi tratti di litorale sabbioso italiano sopravvissuti non è per nulla necessaria, visto l'estrema fragilità di questo habitat in via d'estinzione e il fatto che stiamo parlando di piccoli bricioli in confronto ai chilometri senza fine già infrastrutturizzati, attrezzati e accoglienti alla fruizione. Comunque, se proprio non si può fare a meno, bisogna adottare e soprattutto far rispettare certi accorgimenti, fra quali il divieto assoluto di pulizia meccanica, un numero limitato di accessi con passerelle sopraelevate attraverso le dune (duna embrionale inclusa), divieto assoluto di accesso alla duna consolidata e limitazione dell'occupazione antropica alla sola spiaggia afitoica. Il tutto accompagnato ovviamente con una campagna d'informazione capillare. Non ci sono mezze misure.
Non sono mai andata all'università quindi sono una degli ignoranti senza voce in merito. Consiglio quindi chi è interessato a non prendere per verità le mie parole, ma di iniziare lo studio di questi ambienti affascinanti con una lettura approfondita della pubblicazione eccellente: "Dune e spiaggia sabbiose" di Paolo Audisio, Giuseppe Muscio e Sandro Pignatti nella serie "Quaderni habitat" del Ministero dell'Ambiente (scaricabile qui) dove troverete tutte le indicazioni qui sopra (e non solo) insieme ad una bibliografica ricca.

Una piantina di Cakile marittima protetta dalle mareggiate da materiale spiaggiato. Per questa pianta una bottiglia vale il ramo di un albero. Non è così purtroppo per i bottled beetles .

Il litorale alla Fiumara di Marina di Grosseto
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Una spiaggia sana, nonostante la presenza di una certa quantità di rifiuti antropici che devono però essere rimossi con attenzione e strettamente a mano, lasciando invece il materiale organico spiaggiato.
Il litorale alla Fiumara di Marina di Grosseto
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Il materiale organico spiaggiato più piccolo rappresenta invece l'habitat di numerose specie di fauna specializzate non rinvenute altrove, come il coleottero Tenebrionidae nella prossima foto
Il litorale alla Fiumara di Marina di Grosseto
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Phaleria bimaculata
Il litorale alla Fiumara di Marina di Grosseto
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Sarah Gregg - Con altri occhi, Flickr


"Mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto", (Stephen Jay Gould)

Modificato da - lynkos in data 15 settembre 2009 14:48:21
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Inserito il - 15 settembre 2009 : 14:53:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Cara Sarah, non considero asettico il litorale sabbioso e privo di biodiversità. Se ho trasmesso questo messaggio, mi spiace ma non lo intendo così.

Anzi parafrasando "con altri occhi" direi per osservare ogni ecosistema bisogna andare "oltre altri occhi".

La pulizia meccanica dell'arenile non è compatibile con le esigenze della salvaguardia del litorale sabbioso, non per problemi di compattazione, ma perché toglie meccanicamente (appunto) non solo i rifiuti antropici ma anche il materiale organico spiaggiato che gioca un ruolo fondamentale nell'evoluzione dell'ambiente


Rispondo anche a questo, ricordando che l'evoluzione della sostanza organica in ambienti sabbiosi, caldi e salini subisce in tempi rapidissimi un processo che prende il nome di eremacausi. Qundi non vedo il problema

Mineralizzazione della sostanza organica per ossidazione veloce, tipica dei climi caldi o dei terreni nudi sottoposti a intensa insolazione.

Fonte:Link



Non credo che tutti i

cicindelidi conviventi, di notevole importanza: Calomera littoralis nemoralis e Cylindera trisignata, nonchè di due specie di scaritidi, Scarites buparius e S. laevigatus, ambedue a rischio di scomparsa proprio per questo specifico problema della pulizia degli arenili con mezzi meccanici


siano severamente minacciati in quanto "tutti" concentrati nell'area dove avviene la sistemazione con mezzi meccanici. Tra l'altro possono anche spostarsi. Pertanto non vedo quali gravi impatti ambientali generalizzati possa creare tale intervento, se confinato in piccole aree.

Ignorare come ingrandire tali aspetti non è assolutamente responsabile. Credo che il parlarne non faccia altro che migliorare la sensibilità e la conoscenza.

Non sono mai andata all'università quindi sono una degli ignoranti senza voce in merito.


Non serve andare all'università, basta frequentare NM per migliorare la conoscenza verso questi ambienti.

Mi è piaciuto molto l'intervento di Sarah




Alessandro PD


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