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 Caccia: sospensione dell'utilizzo dei pallini di piombo
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FOX
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Città: BAGNO A RIPOLI

Regione: Toscana


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Inserito il - 27 gennaio 2008 : 17:46:00 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia


Caccia: sospensione dell''utilizzo dei pallini di piombo


Caccia: sospensione dell'utilizzo dei pallini di piombo nelle zone umide


Con un decreto cautelare il TAR accoglie il ricorso presentato dal WWF sulla sospensione dell’utilizzo dei pallini di piombo nelle aree umide. La Provincia di Firenze è una delle ultime province d’Europa a consentire l’utilizzo dei pallini di piombo nelle zone umide. Trattati internazionali, che l’Italia da tempo ha sottoscritto, vietano infatti l’utilizzo del piombo nei pallini dei cacciatori poiché ogni anno provocano la morte per avvelenamento di centinaia di migliaia di uccelli acquatici (soprattutto anatre selvatiche).

Il consigliere provinciale Ragazzo aveva a tal proposito presentato una interrogazione poco prima dell’inizio della stagione venatoria chiedendo il rispetto dei trattati internazionali che sostituiscono i pallini al piombo dei cacciatori con pallini di acciaio. L’amministrazione rispose che affinché avvenisse questa sostituzione c’era bisogno di tempo nonostante il fatto che il trattato internazionale sul divieto del piombo fosse già in vigore da anni. “Finalmente con questo decreto cautelare del TAR della Toscana si ripristina la legalità – dichiarano soddisfatti Ragazzo e Romanelli – anche se la vicenda non è ancora terminata; per capire gli intendimenti della Amministrazione abbiamo presentato una nuova interrogazione”. “E’ bene che il Presidente della Provincia Renzi – conclude Ragazzo - curi meglio la legalità degli atti della sua Giunta ed abbia maggiore sensibilità nei confronti dell’ambiente, poiché questo decreto del TAR dimostra quanto poco valore abbia dato la Provincia di Firenze nei confronti dei trattati internazionali, del rispetto degli animali e dell’ambiente; anche le ultime notizie sulle modalità delle battute di caccia dei cinghialai presso Monte Morello sono indicative dell’influenza che il mondo venatorio ha nella nostra Provincia”.

[31/10/07] qui.





Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan

FOX
Moderatore


Città: BAGNO A RIPOLI

Regione: Toscana


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Inserito il - 28 gennaio 2008 : 12:10:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Aggiungo che la caccia è stata sospesa o vietata del tutto, in tutto il Parco della Piana di Sesto - FI, questo è ancora da accertare, fino a quando non uscirà un decreto degli organi competenti, ma è già un grosso passo avanti, con suoi pro e i contro.



Simo






Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

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Inserito il - 28 gennaio 2008 : 12:47:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se è vero che la caccia è stata vietata in quelle zone ci troveremo di fronte a due possibili scenari.

Il primo:
i cacciatori che fino ad oggi, riunendosi in cooperative, hanno sostenuto le spese per mantenere in vita i molti laghetti di caccia, non avranno più alcun interesse ad autotassarsi per non potere più cacciare. Morale della favola, i pochissimi laghetti superstiti alla grande abbuffata potrebbero essere anch'essi lottizzati e venduti nel giro di pochi mesi al migliore offerente (probabilmente cinesi che ci costruiranno altri capannoni).

Il secondo:

un particolare momento d'illuminazione che induca le autorità locali ad acquistare a congrui prezzi questi laghetti per allargarli sui terreni contigui e costituire una grande oasi di protezione sul tipo della Diaccia Botrona a Castiglione della Pescaia. Basta avere la volontà politica di prendere certe decisioni. Sarebbe un gran bel segnale di svolta verso un futuro più a misura d'uomo e meno da formica (considerate che tra non molto le tre provincie Firenze/Prato/Pistoia si troveranno collegate fra di loro senza soluzione di continuità).

Beppe




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Dany59
Utente V.I.P.


Città: Prato
Prov.: Prato

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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 28 gennaio 2008 : 20:09:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Concordo con te Beppe sul primo scenario.

Sul secondo, che le autorità locali acquistino i terreni per farci delle oasi, la cosa la vedo molto improbabile.
Basti pensare che quel piccolo laghetto dietro l'oasi della Piana è sempre da finire e consegnare,e i due capanni sono ormai rovinati, servono solo al pastore per il ricovero delle pecore.

Ciao Daniele
<< Per aspera ad astra>>
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FOX
Moderatore


Città: BAGNO A RIPOLI

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Inserito il - 29 gennaio 2008 : 10:43:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Dany..

per il tuo intervento, quando io dico i suoi pro e suoi contro...
la zona della fotografia, fino ad ora gestita dai cacciatori, che con sacrifici e spese di tasca propria hanno mantenuto per molti anni un habitat sano e idoneo per la riproduzione di varie specie, (soprattuto quelle migratorie), con un continuono ricambio delle acque, piantato piante idonee per il foraggiamento degli animali, anche se nei mesi venatori ci hanno praticato la caccia.

Ora il rischio è più grosso, l'area di proprietà privata di una famosa ditta di costruzioni, per sentito dire, sembra che ci verrà fatto un'ennesimo svincolo dell'autostrada che ricongiungerà la tanto discussa e dubbia "Perfetti Ricasoli, o potrebbe avvenire il peggio.

Conoscendo i personaggi, agguerriti, soprattutto per le continue pressioni avute negli anni da certi organi ambientalisti locali,(???) e dopo la sentenza del TAR, questa area prima di andare in mano loro, di conseguenza protrebbero riempire il tutto di terra, comportando un'ulteriore disagio e verrà a mancare anche questo habitat, mettendo a rischio anche altre specie tipo gli Anfibi.

simo






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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 29 gennaio 2008 : 10:47:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Approfitto di questo post per evidenziare, a chi non ne fosse ancora al corrente, la riconosciuta pericolosità del piombo utilizzato per i pallini da caccia, che non perderà mai le sue caratteristiche di velenosità (a cui si riconduce la malattia e successivamente il decesso per saturnismo). I pallini dispersi nelle zone umide, dopo molti decenni di caccia e milioni di cartucce sparate, costituiscono un pericolosissimo campo minato che sarà molto difficile eliminare. Personalmente ritengo che la bonifica dal piombo sia estremamente difficile da realizzare. Ci penseranno nel corso dei secoli a venire generazioni e generazioni di uccelli che filtrando la melma con il becco ingurgiteranno i pallini raggiungibili sul fondale e morendo li disperderanno altrove, riducendone la concentrazione dalle paludi. Purtroppo la triste realtà è questa. L'uomo ha disseminato nell'ultimo cinquantennio milioni di chili di pallini di piombo. E' un problema gravissimo di cui solo ora recepiamo la triste realtà.
L'obbligo della sostituzione dell'acciaio al piombo non è cosa gradita ai cacciatori in quanto, avendo un peso specifico inferiore, godrà di un'inerzia altrettanto inferiore, diminuendo quindi la gittata utile del tiro.
E' un piccolo passo in più che avvicina il traguardo necessario della chiusura della caccia.
L'argomento della moria degli uccelli è stato trattato ampiamente su questo post:
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Beppe




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oriana
Utente V.I.P.


Città: ascoli piceno


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Inserito il - 29 gennaio 2008 : 11:06:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
il mio desiderio sarebbe quello di vedere proprio LA CACCIA ABOLITA IN TOTO!
ma..rimarrà un pio desiderio credo.....

oriana&ninnì
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

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Inserito il - 29 gennaio 2008 : 11:54:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di oriana:

il mio desiderio sarebbe quello di vedere proprio LA CACCIA ABOLITA IN TOTO!
ma..rimarrà un pio desiderio credo.....

oriana&ninnì


Vedi Oriana, anch'io sono favorevole all'abolizione della caccia ma in questo caso specifico, visto il disinteresse generalizzato da parte di tutti verso la sopravvivenza delle aree umide (escluso quel po' che riesce a fare il WWF e pochi altri), devo riconoscere che la presenza dei cacciatori abbia in qualche modo protetto il mantenimento delle rotte migratorie nella Piana di Sesto Fiorentino.
Quindi, seppur malvolientieri, bisogna essere loro riconoscenti in qualche modo. Il momento in cui venisse vietata la caccia e nessuno si facesse avanti per far sopravvivere queste aree umide, nel giro di pochi mesi tutto verrebbe lottizzato ed edificato con effetti irreversibili.
Ecco perchè dobbiamo sperare, almeno nella Piana di Sesto ed in altre zone simili, che la caccia rimanga aperta fino a che non venga creato qualcosa di buono e di grande. Ma come Daniele nutro molti dubbi.
Nessuno se la sente di legare il proprio nome alla istituzione della nuova Oasi Faunistica della Piana di Sesto. Manca il ritorno politico.
Manca soprattutto il coraggio di Essere.

Beppe




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Modificato da - vespa90ss in data 29 gennaio 2008 12:35:10
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FOX
Moderatore


Città: BAGNO A RIPOLI

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Inserito il - 29 gennaio 2008 : 12:38:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Convezione Ramsar


"Con la Convenzione di Ramsar (1977) è stato per la prima volta riconosciuto il problema della tutela delle cosiddette "zone umide" a livello internazionale. La Convenzione, sottoscritta anche dall'Italia, ha in un certo senso ribaltato l'ottica assunta dallo stato italiano fino a quel momento. Proprio nella Costituzione (art. 44) si considera la bonifica delle terre come azione preliminare per il "razionale sfruttamento del suolo".
qui . qui. qui.


D.P.R. 13 marzo 1976, n. 448 - Diritto dell'ambiente
Esecuzione della convenzione relativa alle zone umide d'importanza internazionale,
soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto l'art. 87 della Costituzione;
Sentito il Consiglio dei Ministri;
Sulla proposta del Ministro per gli affari esteri, di concerto con il Ministro per l'agricoltura e le foreste;
Decreta:

Articolo unico .
- Piena ed intera esecuzione è data alla convenzione relativa alle zone umide
d'importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici;
firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971, a decorrere dalla sua entrata in vigore a norma dell'art. 10 della convenzione stessa.
TRADUZIONE NON UFFICIALE

N.B. - I testi facenti fede sono unicamente quelli indicati nella convenzione.
CONVENZIONE RELATIVA ALLE ZONEUMIDE DI IMPORTANZA INTERNAZIONALE
SOPRATTUTTO COME HABITAT DEGLI UCCELLI ACQUATICI.

Le parti contraenti,riconoscendo l'interdipendenza tra l'uomo ed il suo ambiente, considerando
le funzioni ecologiche fondamentali delle zone umide come regolatori del regime delle acque e
come habitat di una flora e di una fauna caratteristiche e, in particolare di uccelli acquatici;
convinti che le zone umide costituiscono una risorsa di grande valore economico,
culturale, scientifico e ricreativo, la cui perdita sarebbe irreparabile; desiderando arrestare
ora e per l'avvenire la progressiva invasione da parte dell'uomo e la scomparsa delle zone umide;
riconoscendo che gli uccelli acquatici, nel periodo delle migrazioni stagionali, possono attraversare
le frontiere così da dover essere considerati come risorsa internazionale; essendo persuasi
che la tutela delle zone umide, della loro flora e fauna può essere assicurata mediante l'unione di
una politica nazionale lungimirante con una azione internazionale coordinata; hanno convenuto quanto segue:

Art. 1
1. Ai sensi della presente convenzione si intendono per zone umide le paludi e gli acquitrini,
le torbe oppure i bacini, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante
o corrente, dolce, salmastra, o salata, ivi comprese le distese di acqua marina la cui profondità,
durante la bassa marea, non supera i sei metri.
2. Ai sensi della presente convenzione si intendono per uccelli acquatici gli uccelli ecologicamente
dipendenti dalle zone umide.
Art. 2
1. Ciascuna Parte contraente designa le zone umide idonee del proprio territorio, da inserire nell'Elenco
delle zone umide di importanza internazionale, chiamato qui di seguito «l'Elenco»,
che viene conservato dall'ufficio istituito in virtù dell'art. 8. I confini di ciascuna zona umida vanno indicati
con precisione, e riportati su una carta e possono comprendere le zone rivierasche, fluviali e marine,
adiacenti alle zone umide, le isole o le distese di acqua marina con profondità superiori ai sei metri
durante la bassa marea, situate entro i confini delle zone umide, in particolare quando tali zone, isole o
distese d'acqua, hanno importanza come habitat degli uccelli acquatici.
2. La scelta delle zone umide da inserire nello Elenco dovrebbe essere effettuata sulla base della
loro importanza internazionale dal punto di vista dell'ecologia, della botanica,della zoologia, della limnologia o dell'idrologia. In primo luogo andrebbero inserite nell'Elenco le zone umide di importanza internazionale come habitat degli uccelli acquatici in qualsiasi stagione.
3. L'inserimento di una zona umida nell'Elenco non pregiudica i diritti esclusivi sovrani della Parte contraente sul cui territorio essa è situata.
4. Ciascuna Parte contraente designa almeno una zona umida da inserire nell'Elenco all'atto della firma della presente convenzione oppure al momento del deposito dello strumento di ratifica o di adesione conformemente all'art. 9.
5. Le parti contraenti hanno il diritto di aggiungere all'Elenco altre zone umide, situate sul loro territorio, di estendere i confini delle zone umide che hanno già inserito nell'Elenco oppure, per interessi nazionali urgenti, di cancellare dall'Elenco o restringere i confini delle zone umide già inserite, esse informeranno immediatamente di tali modifiche l'organizzazione o il governo responsabile delle funzioni di ufficio permanente, come specificato nell'art. 8.
6. Ciascuna Parte contraente deve tener conto delle proprie responsabilità, sul piano internazionale, relative alla tutela, alla sistemazione, alla sorveglianza e al razionale utilizzo delle popolazioni di uccelli acquatici migranti sia designando le zone umide del proprio territorio da inserire nell'Elenco, sia usando il proprio diritto di modificare le proprie iscrizioni nell'Elenco stesso.
Art. 3
1. Le Parti contraenti elaborano e mettono in pratica i loro programmi in modo da favorire nei limiti del possibile, il razionale utilizzo delle zone umide che si trovano sul loro territorio.
2. Ciascuna Parte contraente adotterà le misure necessarie per essere informata al più presto possibile, delle modifiche delle condizioni ecologiche delle zone umide, situate sul suo territorio e inserite nell'Elenco che si sono verificate o si stanno verificando e potranno verificarsi in seguito allo sviluppo tecnologico, alla polluzione o ad altri tipi di interventi da parte dell'uomo. Le informazioni su tali cambiamenti saranno immediatamente trasmesse alla organizzazione o al governo responsabile delle funzioni di ufficio permanente, come indicato nell'art. 8.
Art. 4
1. Ciascuna Parte contraente favorisce a tutela delle zone umide e degli uccelli acquatici creando delle riserve naturali nelle zone umide indipendentemente dal fatto se siano o meno inserite nell'Elenco, e ne assicura una adeguata sorveglianza.
2. Nel caso in cui, per interessi nazionali urgenti, una Parte contraente cancelli o restringa una zona umida, inclusa nell'Elenco, dovrà compensare, nei limiti del possibile, ogni conseguente perdita di risorse in zone umide e, in particolare, dovrà creare nuove riserve naturali per gli uccelli acquatici e per la tutela, nella stessa regione o altrove, di una adeguata porzione di territorio dell'habitat originario.
3. Le Parti contraenti incoraggiano le ricerche e gli scambi di dati e pubblicazioni, relativi alle zone umide, alla loro flora e fauna.
4. Le Parti contraenti si sforzano con la loro gestione di aumentare il numero degli uccelli acquatici nelle zone umide appropriate.
5. Le Parti contraenti favoriscono la formazione di personale competente per lo studio, la gestione e la sorveglianza delle zone umide.
Art. 5
Le Parti contraenti consulteranno circa la esecuzione degli impegni derivanti dalla presente convenzione in particolare nel caso di una zona umida che si estende sul territorio di più di una Parte contraente oppure allorché un bacino idrografico è diviso tra più Parti contraenti. Essi si sforzeranno al tempo stesso di coordinare e promuovere la loro politica e i regolamenti presenti e futuri relativi alla tutela delle zone umide, della loro flora e fauna.
Art. 6
1. In caso di necessità le Parti contraenti convocheranno conferenze per la tutela delle zone umide e degli uccelli acquatici.
2. Tali conferenze avranno un carattere consultivo e saranno competenti in particolare per quanto
segue:
a) prendere in esame l'applicazione della convenzione;
b) prendere in esame le aggiunte e le modifiche dell'Elenco;
c) esaminare le informazioni riguardanti le modifiche delle condizioni ecologiche delle zone umide, incluse nell'Elenco, in conformità con il paragrafo 2 dell'art. 3;
d) fare raccomandazioni, di ordine generale e specifico, alle Parti contraenti relativamente alla tutela, alle gestinone e al razionale sfruttamento delle zone umide, della loro flora e fauna;
e) domandare agli organismi internazionali competenti di preparare relazioni e dati statistici, di carattere essenzialmente internazionale, concernenti le zone umide.
3. Le Parti contraenti assicureranno che i responsabili a tutti i livelli della gestione delle zone umide, siano informati e tengano in considerazione raccomandazioni di tali conferenze, relative alla conservazione, alla gestione ed al razionale sfruttamento delle zone umide, della loro flora e fauna.
Art. 7
1. Ciascuna Parte contraente dovrà includere nel numero dei propri rappresentanti a tali conferenze persone aventi la qualità di esperti per le zone umide o per gli uccelli acquatici grazie alla conoscenza e alla esperienza acquisite nel campo scientifico, amministrativo e in altri settori appropriati.
2. Ciascuna delle Parti contraenti rappresentate ad una conferenza disporrà di un voto; le raccomandazioni vengono adottate con la maggioranza semplice dei voti emessi, purché prendano parte allo scrutinio almeno la metà delle Parti contraenti.
Art. 8
1. L'Unione internazionale per la tutela della natura e delle risorse naturali adempie alle funzioni di ufficio permanente, in virtù della presente convenzione, fino a quando le Parti contraenti, a maggioranza di due terzi, non designeranno un'altra organizzazione o governo.
2. L'ufficio permanente dovrà in particolare:
a) dare la propria assistenza per la convocazione e l'organizzazione delle conferenze, menzionate nell'art. 6;
b) conservare l'Elenco delle zone umide di importanza internazionale e ricevere dalle Parti contraenti le informazioni su qualsiasi aggiunta, ampliamento, esclusione o limitazione relative alle zone umide incluse nell'Elenco, come è indicato nel paragrafo 5 dell'art. 2;
c) ricevere informazioni dalle Parti contraenti circa qualsiasi modifica verificatasi nelle caratteristiche ecologiche delle zone umide, incluse nell'Elenco, come è previsto al paragrafo 2 dell'art. 3;
d) notificare a tutte le Parti contraenti ogni modifica dell'Elenco oppure i cambiamenti delle caratteristiche delle zone umide, in esso incluse, e assicurare l'esame di tali questioni nel corso della conferenza successiva;
e) portare a conoscenza delle Parti contraenti interessate le raccomandazioni delle conferenze relative a tali modifiche dell'Elenco oppure ai cambiamenti delle caratteristiche delle zone umide, inserite nell'Elenco stesso.
Art. 9
1. La presente convenzione è aperta alla firma senza limitazioni di tempo;
2. Qualsiasi membro dell'Organizzazione delle Nazioni Unite oppure di una delle sue agenzie specializzate oppure dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica oppure Parte contraente dello statuto della Corte internazionale di giustizia può divenire Parte contraente di tale convenzione mediante:
a) firma senza riserva di ratifica;
b) firma con riserva di ratifica, seguita dalla ratifica;
c) adesione.
3. La ratifica o l'adesione avverranno mediante il deposito di uno strumento di ratifica o di adesione presso il Direttore generale dell'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (qui di seguito denominato il «Depositario»).
Art. 10
1. La presente convenzione entrerà in vigore quattro mesi dopo che almeno sette Stati saranno divenuti Parti contraenti della presente convenzione, in conformità con le disposizioni del parargafo 2 dell'art. 9.
2. La presente convenzione entrerà in vigore per ciascuna Parte contraente quattro mesi dopo la data della sua firma senza riserva di ratifica oppure del deposito del suo strumento di ratifica o di adesione.
Art. 11
1. La presente convenzione resterà in vigore per un periodo indeterminato.
2. Ogni Parte contraente può denunciare la presente convenzione, trascorso un periodo di cinque anni a partire dalla data in cui la convenzione è entrata in vigore per tale Parte contraente mediante notifica scritta al «Depositario». La denuncia avrà effetto quattro mesi dopo il giorno in cui la notifica sarà stata ricevuta dal Depositario.
Art. 12

1. Il Depositario comunicherà al più presto possibile quanto segue, a tutti gli Stati che hanno firmato la convenzione o vi hanno aderito:
a) le firme della presente convenzione;
b) i depositi degli strumenti di ratifica della convenzione;
c) i depositi degli strumenti di adesione alla convenzione;
d) la data d'entrata in vigore della convenzione;
e) le notifiche di denuncia della convenzione.
2. Quando la presente convenzione sarà entrata in vigore il Depositario la farà registrare al Segretariato delle Nazioni Unite in conformità con l'art. 102 della Carta.

IN FEDE DI CHE, i sottoscritti, debitamente autorizzati a tale scopo, hanno firmato la presente convenzione.

FATTO a Ramsar in un unico esemplare originale il 2 febbraio 1971 nelle lingue inglese, francese, tedesca e russa, essendo prevalente in caso di divergenza di interpretazione il testo inglese il quale esemplare sarà depositato presso il Depositario che ne rilascerà copie certificate conformi a tutte le Parti contraenti. Diritto dell'ambiente.



Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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maurizioforti
Utente V.I.P.

Città: Cascina
Prov.: Pisa


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Inserito il - 29 gennaio 2008 : 13:14:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di FOX:


Grazie Dany..

per il tuo intervento, quando io dico i suoi pro e suoi contro...
la zona della fotografia, fino ad ora gestita dai cacciatori, che con sacrifici e spese di tasca propria hanno mantenuto per molti anni un habitat sano e idoneo per la riproduzione di varie specie, (soprattuto quelle migratorie), con un continuono ricambio delle acque, piantato piante idonee per il rifocillamento degli animali, anche se nei mesi venatori ci hanno praticato la caccia.

Ora il rischio è più grosso, l'area di proprietà privata di una famosa ditta di costruzioni, per sentito dire, sembra che ci verrà fatto un'ennesimo svincolo dell'autostrada che ricongiungerà la tanto discussa e dubbia "Perfetti Ricasoli, o potrebbe avvenire il peggio.

Conoscendo i personaggi, agguerriti, soprattutto per le continue pressioni avute negli anni da certi organi ambientalisti locali,(???) e dopo la sentenza del TAR, questa area prima di andare in mano loro, di conseguenza protrebbero riempire il tutto di terra, comportando un'ulteriore disagio e verrà a mancare anche questo habitat, mettendo a rischio anche altre specie tipo gli Anfibi.

simo






Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan




Ciao, argomento complesso: cacciatori, privati, istituzioni pubbliche, enti di protezione ambientale (Lipu e WWF tanto per fare dei nomi......)Ho scoperto di recente che nella zona di Pisa (per intenderci la zona a Sud della FI-PI-LI) che giunge fino a Livorno, ci sono diversi chiari, con relativi capanni, usati per la caccia: in alcuni di questi chiari nidifica anche il cavaliere d'Italia (forse le sez: Lipu e WWF provinciali lo sanno) e altre specie di uccelli. Senza dubbio i cacciatori, fino ad oggi, hanno avuto il merito di preservare questi ambienti dove da febbraio diverse persone andranno per vedere/fotografare animali. Faccio solo una considerazione: non ho mai abitato in città e quando ero un giovincello non era facile vedere merli, cardellini e tantomeno aironi, guardabuoi, cicogne per non parlare dei rapaci (e chi più ne ha più ne metta); i cacciatori erano il doppio (se non di più) di quelli attuali e forse cacciavano anche per un ritorno economico........
Credo e penso che di sicuro hanno salvaguardato (per il loro scopo)piccoli ambienti che forse oggi non ci sarebbero, e se oggi li abbandonassero????? Le istituzioni è vero ma si interesserebbero?????
Non lo so..........
Forse alla fine conviene.........qualcuno lo ha già detto......
Che vengano fatte rispettare le regole.....
..ripeto complessa tutta la questione e penso che ognuno di noi abbia idee in proposito. Io credo che favorevoli o contrari alla caccia si debba trovare una soluzione che accontenti (se va bene) tutti o che scontenti (se va male) la minor parte di persone

Ciao
Maurizio

Maurizio Forti
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scolopendro
Utente V.I.P.


Città: Chieti

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 29 gennaio 2008 : 19:42:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Maurizio sono d'accordissimo con te....io ho diversi amici cacciatori ma prima di tutto sono amanti della natura.Secondo me i politici sono peggiori dei cacciatori che per quanto possano sembrare crudeli a volte preservano-forse per proprio interesse-dei bellissimi posti.

Ciao,Matteo

Andate a vedere il mio sito internet!!

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zodiac
Utente Senior

Città: Sesto Fiorentino
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 17 aprile 2008 : 19:05:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Ambiente, nominato il comitato di gestione dell'Anpil "La Querciola" facente parte del Parco della Piana

L'assessore all'ambiente Marta Billo, Simone Guidotti di Legambiente e Roberto Borchi dell'associazione A.S. Lago Padule sono i tre membri nominati dal sindaco per il nuovo comitato di gestione dell'area naturale protetta di interesse locale (Anpil) del podere "La Querciola". L'organismo si riunirà per la prima volta nei prossimi giorni ed esaminerà alcuni progetti da presentare per accedere ai finanziamenti regionali. Il regolamento di gestione delle Anpil approvato alcuni mesi fa dal Consiglio comunale intende migliorare gli aspetti di conservazione e fruizione dell'ambiente nelle due aree naturali protette di interesse locale. Per i membri del comitato di gestione non è prevista alcuna indennità, né gettone di presenza.

Stefano

Modificato da - zodiac in data 17 aprile 2008 19:06:39
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zodiac
Utente Senior

Città: Sesto Fiorentino
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Inserito il - 17 aprile 2008 : 19:10:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
“Bosco della Piana”: a che punto siamo? interrogazione dei Verdi in Provincia

Bosco della Piana”: a che punto siamo?
Sul progetto per la realizzazione del cosiddetto “Bosco della piana” una domanda di attualità è stata presentata in Palazzo Medici-Riccardi dal capogruppo dei Verdi, Luca Ragazzo.

A seguito del Protocollo di Intesa sottoscritto nel 2005 tra la Provincia di Firenze ed i Comuni di Firenze Campi e Sesto Fiorentino, l’Amministrazione Provinciale si è infatti impegnata a finanziare la piantagione di un bosco nell’area intorno alla localizzazione del nuovo inceneritore previsto a Case Passerini.

“Il bosco previsto si inserirà nell’ambito di un’area già fortemente industrializzata ed inquinata – sottolinea il consigliere dei Verdi - e l’intervento di realizzazione di circa 20 ettari di aree boscate dovrebbe avere la funzione di mitigare gli effetti sulla qualità dell’aria dovuti alla prevista realizzazione del nuovo inceneritore”.

“Poiché da parte della Provincia sono già stati previsti, e già inseriti nei bilanci scorsi, investimenti per milioni di Euro – scrive Luca Ragazzo – si chiede alla Amministrazione Provinciale di sapere a che punto è la progettazione del bosco e quali siano le tempistiche per la realizzazione ed completamento dell’intervento”.

“In merito ai fabbisogni idrici del progetto – chiede Ragazzo - sono state studiate le modalità di irrigazione in considerazione della vasta area da irrigare, oltre che l’eventuale fonte da cui prelevare la quantità di risorsa idrica che sarà necessaria?”

“E’ stato previsto il rispetto dei pochi elementi salienti di paesaggi ed ecologici – chiede infine Ragazzo - come le siepi (lasciandole in piccole radure) ed i fossetti dove si riproducono molte specie rare di anfibi (tutti protetti dalla Convenzione Internazionale di Berna e dalla L.R. 56/2000), tra cui il tritone crestato che è in Direttiva “Habitat” dell’Unione Europea.


Stefano
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FOX
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Città: BAGNO A RIPOLI

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Inserito il - 17 aprile 2008 : 19:43:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Grazie Stefano,

se ben ricordo anche Simone Guidotti ne aveva accennato durante la nostra ultima visita...

Macchè piantino sti benedetti alberi !!!!

Simo


Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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zodiac
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Inserito il - 17 aprile 2008 : 20:14:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Si, ce l'aveva accennato Simone Guidotti che sarebbe stato nominato il comitato di gestione del parco, ma allora non sapevano chi erano i componenti.
Il Comune di Sesto Fiorentino ora li ha nominati ufficialmente.

Stefano
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FOX
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Inserito il - 17 aprile 2008 : 20:23:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Forse qualcuno si rosicherà un pò e ne sarà scocciato....

simo


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