Squilla il telefono: mi chiamano dalla spiaggia! Devo intervenire, è stata trovata una tartaruga marina.

La controllo prendendola in mano: devo stare attento alla sua bocca, il suo becco corneo potrebbe anche staccarmi un dito.
Ecco il motivo per cui l'abbiamo trovata: ha la pinna anteriore sinistra quasi completamente staccata dal filo di una rete, anzi di parte di una rete, probabilmente a strascico. La pinna si regge quasi per miracolo. Noto poi che anche una pinna posteriore è danneggiata, anche se in maniera più leggera.
Bisogna subito fare qualcosa, altrimenti l'animale morirà!

Riesco a farmi portare una grossa bacinella, che riempio di acqua marina: metto dentro la tartaruga: sembra stia già meglio. La misuro: il carapace è lungo 35cm. Torno velocemente a casa e comincio a fare un po' di telefonate: devo trovare il modo di farla arrivare nel minor tempo possibile al personale dell'acquario di Napoli, l'unico in grado di salvarla. Finalmente ci riesco!!!!
Comincia una staffetta che porterà la Caretta, prima a Frascati, poi a Gianola e in ultimo a Napoli.

All'arrivo a Napoli viene subito messa sotto osservazione, ma purtroppo le cure per salvarle la pinna risultano inutili. Dopo qualche mese le viene amputata: ormai si reggeva al corpo solo per un lembo di pelle, poiché l'osso purtroppo era irrecuperabile.

A settembre del 2002 viene liberata a Gallipoli, in Puglia, nonostante l'amputazione. L'esperienza fatta su altre tartarughe seguite con trasmittenti ci dimostra che questi animali riescono a sopravvivere comunque.

La nostra bella storia finisce quindi con un lieto fine, anche se purtroppo molte altre tartarughe ogni anno muoiono nelle reti da pesca.