La falsa tarantola
Questo ragno è uno
dei più grandi della fauna italiana ed è facile incontrarlo, perché
frequenta ambienti molto diversi: dalle campagne alla boscaglia e
alla macchia mediterranea fino ai giardini ed ai cimiteri cittadini.
Curiosamente, in ambito urbano, l' ambiente sembra essere
particolarmente gradito, forse perché è tranquillo e poco disturbato
dall'azione dei giardinieri.
Le dimensioni delle femmine adulte sono sui 2,5 cm di corpo e
7-8 cm di estensione massima delle zampe. Il maschio ha il corpo un
po' più piccolo.
La struttura fisica denota buone doti di corridore e le zampe
robuste gli permettono di catturare la preda senza uso di ragnatela.
Infatti, l'Hogna radiata, insieme ad alcune altre specie, è
chiamata anche col nome generico di "ragno-lupo".
La faccia interna distale delle zampe è foderata di corti peli
rigidi molto fitti che formano delle specie di spazzole (scopule),
che facilitano la presa e proteggono in una certa misura le zampe
stesse dalle eventuali reazioni della preda.
Il morso è velenoso, come quello di quasi tutti i ragni, ma il veleno è
blando e non pericoloso per l'uomo; comunque, è sconsigliabile
maneggiare l'Hogna radiata, perché è un ragno molto forte e
pronto di riflessi; se cerchiamo di afferrarlo con le dita, morderà
sicuramente e il morso è doloroso per l'azione meccanica dei grossi
cheliceri.
Nel suo ambiente naturale si nutre di una vasta gamma di insetti, comprese
grosse cavallette che impegna in un serrato corpo a corpo, ed è
particolarmente attratto dai ragni di specie più piccole, che
cattura dopo un breve e rapido inseguimento. La preda non è
semplicemente succhiata rimanendo esternamente integra, ma viene
masticata a lungo con i cheliceri fino a diventare una "polpetta"
che il ragno spreme e succhia fino ad estrarne tutte le sostanze
nutritive. Il ragno caccia prevalentemente, anche se non
esclusivamente, durante la notte.
Se il terreno è adatto, le femmine adulte si costruiscono una tana poco
profonda foderata di seta dove passano la maggior parte delle ore
diurne. Di solito preferiscono adattare un buco preesistente. In
alternativa, sfruttano lo spazio tra una pietra e il terreno, che
adattano costruendo "muretti" perimetrali di sassolini tenuti
insieme con la seta.
Il ragno può predare gli artropodi che passano vicino alla tana, anche se
questa non è la tecnica di caccia prevalente come per altri generi
(ad esempio,
Segestria sp.), ma solo occasionale. Ad ogni modo, grattando
il bordo della tana con una pagliuzza, il ragno si affaccia e
attacca. I ragni più giovani non vivono in tane, ma a volte
costruiscono dei grossi bozzoli protettivi tra la vegetazione,
specialmente quando si ritirano per fare la muta.
Il ciclo vitale è annuale: in estate inoltrata le femmine depongono le uova
in una sacca a forma di sfera schiacciata, che si portano dietro
filo alla schiusa. I ragnetti neonati salgono sul corpo della madre
che li trasporta con sé fino alla prima muta, dopo di che si
disperdono. La femmina, di solito, muore prima dell'arrivo della
stagione fredda.
Testo
di Luigi Lenzini
Foto di
Luigi Lenzini e
Clemens M Brandstetter
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