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Hogna radiata

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Falsa tarantola Hogna radiata

 
 
Femmina di Hogna radiata in un terreno stepposo a pascolo

Hogna radiata che attacca all'ingresso della tana

Hogna radiata femmina con piccoli sul dorso foto di Clemens Brandstetter

Bozzolo di Hogna radiata foto di Luigi Lenzini

 

La falsa tarantola

Questo ragno è uno dei più grandi della fauna italiana ed è facile incontrarlo, perché frequenta ambienti molto diversi: dalle campagne alla boscaglia e alla macchia mediterranea fino ai giardini ed ai cimiteri cittadini. Curiosamente, in ambito urbano, l' ambiente sembra essere particolarmente gradito, forse perché è tranquillo e poco disturbato dall'azione dei giardinieri.
Le dimensioni delle femmine adulte sono sui 2,5 cm di corpo e 7-8 cm di estensione massima delle zampe. Il maschio ha il corpo un po' più piccolo.
La struttura fisica denota buone doti di corridore e le zampe robuste gli permettono di catturare la preda senza uso di ragnatela. Infatti, l'Hogna radiata, insieme ad alcune altre specie, è chiamata anche col nome generico di "ragno-lupo".
La faccia interna distale delle zampe è foderata di corti peli rigidi molto fitti che formano delle specie di spazzole (scopule), che facilitano la presa e proteggono in una certa misura le zampe stesse dalle eventuali reazioni della preda.
Il morso è velenoso, come quello di quasi tutti i ragni, ma il veleno è blando e non pericoloso per l'uomo; comunque, è sconsigliabile maneggiare l'Hogna radiata, perché è un ragno molto forte e pronto di riflessi; se cerchiamo di afferrarlo con le dita, morderà sicuramente e il morso è doloroso per l'azione meccanica dei grossi cheliceri.
Nel suo ambiente naturale si nutre di una vasta gamma di insetti, comprese grosse cavallette che impegna in un serrato corpo a corpo, ed è particolarmente attratto dai ragni di specie più piccole, che cattura dopo un breve e rapido inseguimento. La preda non è semplicemente succhiata rimanendo esternamente integra, ma viene masticata a lungo con i cheliceri fino a diventare una "polpetta" che il ragno spreme e succhia fino ad estrarne tutte le sostanze nutritive. Il ragno caccia prevalentemente, anche se non esclusivamente, durante la notte.
Se il terreno è adatto, le femmine adulte si costruiscono una tana poco profonda foderata di seta dove passano la maggior parte delle ore diurne. Di solito preferiscono adattare un buco preesistente. In alternativa, sfruttano lo spazio tra una pietra e il terreno, che adattano costruendo "muretti" perimetrali di sassolini tenuti insieme con la seta.
Il ragno può predare gli artropodi che passano vicino alla tana, anche se questa non è la tecnica di caccia prevalente come per altri generi (ad esempio, Segestria sp.), ma solo occasionale. Ad ogni modo, grattando il bordo della tana con una pagliuzza, il ragno si affaccia e attacca. I ragni più giovani non vivono in tane, ma a volte costruiscono dei grossi bozzoli protettivi tra la vegetazione, specialmente quando si ritirano per fare la muta.
Il ciclo vitale è annuale: in estate inoltrata le femmine depongono le uova in una sacca a forma di sfera schiacciata, che si portano dietro filo alla schiusa. I ragnetti neonati salgono sul corpo della madre che li trasporta con sé fino alla prima muta, dopo di che si disperdono. La femmina, di solito, muore prima dell'arrivo della stagione fredda.

Testo di Luigi Lenzini

Foto di Luigi Lenzini e Clemens M Brandstetter

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