Forse mi sono perso una puntata, ma Terruggia di che periodo è? A me sembra Pliocene. Perchè non facciamo esercizio di identificazione su questa bella immagine? Ciao ed a presto.
si i fossili che ho inserito in questa tornata, sono del pliocene, mentre in precedenza, per la stessa località ci si riferiva al miocene (credo), magari per facilitare l'esercizio inserirò (domani) foto parziali più di dettaglio Gianni
Modificato da - qbasic in data 04 maggio 2009 23:37:41
Ci provo: (l'ordine è quello delle ultime foto di qbasic) 1) Nassarius elatus e Cochlis sp. 2) Mitrella nassoides; 3) Mai visto niente di simile; Buccinidae? 4) Clanculus cruciatus (?) e Nassarius elatus 5) Mitrella nassoides
Quanti errori ho fatto???
Modificato da - emilio fossili in data 05 maggio 2009 15:43:20
il numero 4 potrebbe essere un C. cruciatus, ma occorre osservare la columella per capirlo meglio, comunque a giudicare dall'altezza delle spire azzardo anch'io a dire C. cruciatus
La presenza di altri molluschi mi fa propendere, come già detto, per esemplari di mare abbastanza fondo, mentre Clanculus cruciatus è caratteristico di biocenosi abbastanza superficiali. Inoltre le ornamentazioni di Clanculus cruciatus sono strutture piuttosto ottuse, arrotondate ed ordinate in cordoni abbastanza regolari, mentre in questo caso abbiamo quasi processi spiniformi ben evidenti e distanziati, con caratteristici solchi parabasali profondi, mah..., il tutto mi sembra carattersistico di qualcosa di più particolare, tipo Calliotropis o similare. Ermanno, certo, ci potrebbe aiutare. Ciao ed a presto.
A proposito, Emilio! Non parlerei di errori, ci troviamo in presenza di un reperto in cui vediamo una piccola parte di strutture conchigliari per le quali una determinazione corretta richiederebbe molti più particolari... e, soprattutto una scala millimetrica per valutare le dimensioni, che tu hai valutato correttamente basandoti su quelle di Mitrella nassoides. Su questa base il Trochidae mi sembra abbastanza piccolo. Riguardo all'esemplare misterioso, le caratteristiche della protoconca e dei primi giri, mi indirizzerebbero verso un giovanile fratturato di Sassia apenninica (Sassi, 1827). Ciao ed a presto.
la quarta in alto dovrebbe essere calliotropis ottoi che è tipica di profondità tutta la tanatocenosi assomiglia molto ad associazioe di fondale alto/batiae, penso del pleistocene ineriotre (siciliano), l' ultima dovrebbe essere un turride non una mitra, i nassridi fose li becco, devo andare a guardare na cosa
La presenza di altri molluschi mi fa propendere, come già detto, per esemplari di mare abbastanza fondo, mentre Clanculus cruciatus è caratteristico di biocenosi abbastanza superficiali. Inoltre le ornamentazioni di Clanculus cruciatus sono strutture piuttosto ottuse, arrotondate ed ordinate in cordoni abbastanza regolari, mentre in questo caso abbiamo quasi processi spiniformi ben evidenti e distanziati, con caratteristici solchi parabasali profondi, mah..., il tutto mi sembra carattersistico di qualcosa di più particolare, tipo Calliotropis o similare. Ermanno, certo, ci potrebbe aiutare. Ciao ed a presto.
oxon
Infatti avevo messo un punto interrogativo, c'era qualcosa che non mi convinceva in quell'esemplare
la quarta in alto dovrebbe essere calliotropis ottoi che è tipica di profondità tutta la tanatocenosi assomiglia molto ad associazioe di fondale alto/batiae, penso del pleistocene ineriotre (siciliano), l' ultima dovrebbe essere un turride non una mitra, i nassridi fose li becco, devo andare a guardare na cosa
Ciao, mi ha fatto davvero piacere incontrarti a Certaldo! Spero che si si possa reincontrare al più presto. Tornando alle foto di qbasic, l'ultima a me sembra proprio una Mitrella piuttosto che un turridae! Controlla bene, questo è l'unico esemplare sul quale non avevo dubbi Ciao Emilio
Come detto da Qbasic l'associazione è del Pliocene e l'ultimo esemplare è senza dubbio, come detto da Emilio, Mitrella nassoides, comune ed inconfondibile da questi terreni. Trattandosi quindi di Pliocene il Trochidae dovrebbe ricondursi a Calliotropis peregrina (Libassi, 1859), abbastanza diffusa nei sedimenti Pliocenici profondi del bacino padano. La omologa Calliotropis ottoi (Philippi, 1844) del Pleistocene ha spira più elevata ed ombelico più piccolo, quest'ultimo purtroppo non osservabile. calliotropi ottoi è invece abbastanza simile, salvo per dettagli della scultura della teleoconca, a Calliotropis marginulata (Philippi, 1844), anche questa del Pleistocene. Ciao ed a presto.
Ma il genere della peregrina non è Solariella? Fonte: conchiglie fossili del Roero Malacofauna pliocenica toscana Malacofauna mariana (anche se è un pò datato Poi sul Chirli cita altre pubblicazioni abbastanza recenti dove questa specie è chiamata Solariella peregrina. Ciao Emilio
ciao emilio, hai ragione, l'ho eroneamente confusa con una turridae batiale che si trova comunemente nel pleistocene reggino e di cui naturalmente adesso mi sfugeil nome,sul trochide calliotropis dovrebbe essere lo stesso di solariella(detto in modo molto rozzo)poi non so se si definisce riadattamento, revisione o....altro
ciao emilio, hai ragione, l'ho eroneamente confusa con una turridae batiale che si trova comunemente nel pleistocene reggino e di cui naturalmente adesso mi sfugeil nome,sul trochide calliotropis dovrebbe essere lo stesso di solariella(detto in modo molto rozzo)poi non so se si definisce riadattamento, revisione o....altro
Se è come penso io (probabilmente no, poichè oxon è sempre molto aggiornato ) Calliotropis peregrina si definisce sinonimo di Solariella peregrina .
Modificato da - emilio fossili in data 05 maggio 2009 19:10:59
X qbasic: ti do un consiglio per fare foto migliori (anche se non dovrei essere io a dartelo ), quelle che hai postate sono un tantino luminose Prova a usare il flash in ambienti non molto luminosi (ma neanche totalmente privi di fonti luminose) e vedrai che i reperti ritratti saranno omogeneamente illuminati e non mezzi bianchi e mezzi scuri. Ciao Emilio
Landau, Marquet e Grigis, 2003. nel lavoro relativo ai Vetigastropoda di Estepona, ricordano che spesso la specie è stata inserita nel Genere Solariella Wood, 1842, genere che ha caratteri abbastanza simili, ma queste somiglianze sono molto superficiali secondo la revisione di Hickman e McLean, 1990. Systematic revision and suprageneric classification of the trochacean gastropods. Natural History Museum of Los Angeles County, 35, 1-169. Purtroppo gli autori che hai citato, come molti altri, sono impossibilitati a seguire tutti gli aggiornamenti sistematici riportati nei vari lavori, i quali peraltro non è detto che siano esenti da errori, allora si giunge al compromesso di inserire secondo la sistematica più recente i vari taxa nelle "caselle" di ordine superiore ad avanzamento lavori, cercando di tenerci aggiornati reciprocamente. La letteratura, nel nostro caso malacologica e paleomalacologica, si interseca in varie occasioni ed in tutte le lingue del globo, pertanto è uno sforzo impossibile essere aggiornati su tutto; l'aggiornamento, in particolare, avviene quando uno o più autori si interessano alla revisione di un gruppo, procurandosi quindi quante più pubblicazioni possibili e rendendoci dei risultati che, pur non avendo la prerogativa di essere definitivi, si avvicinano sempre un pochettino in più alla realtà della natura che resta sempre molto complessa. Ciao ed a presto.
Prima di tutto ringrazio tutti per le illuminanti discussioni. Per quanto rigurda le foto, mi sono reso conto che (bonariamente) non sono il massimo, potrei rifarle con più perizia, ma poi non credo che io possa inserirle in sostituzione di quelle già pubblicate (forse è nelle possibilità di un moderatore farlo) e consentire una migliore presa visione per la determinazione. PER QUANTO RIGUARDA LA GIACITURA: la cava sfruttava un tipo di argilla che non avevo mai vista, di colore grigio-rosato, sufficiente lavorabile umida, durissima ascutta, la particolarita era la sensazione di talcosità. Non esistevano sorta di stratificazioni, ma nella parte superficiale, per uno strato non superiore ai 10 cm, ho rinvenuto impronte di foglie (sempre su argilla), rossicce per lo più, ma alcune con superficie verde-blu (forse glauconite) e frammenti di legno. Peccato che il sito ora sia diventato un campo di grano!!! Non so se quanto comunicato può influenzare le vostre considerazioni. Ciao Gianni
Messaggio originario di emilio fossili:
X qbasic: ti do un consiglio per fare foto migliori (anche se non dovrei essere io a dartelo ), quelle che hai postate sono un tantino luminose Prova a usare il flash in ambienti non molto luminosi (ma neanche totalmente privi di fonti luminose) e vedrai che i reperti ritratti saranno omogeneamente illuminati e non mezzi bianchi e mezzi scuri. Ciao Emilio
E sì, un'altra località di interesse paleontologico preservato per i posteri dai nostri illuminati amministratori, sebbene abbastanza in zona non ne avevo mai sentito parlare,.... un'altra occasione persa, e con questa un'innumerevole quantità di reperti frantumati dalla sarchiatrice, ed anche questo in barba alle leggi deputate alla conservazione del patrimonio paleontologico. Meno male che in Piemonte grazie a poche persone illuminate si è iniziato a preservare perlomeno dei simulacri di giacimenti, sperando che anche questi non contrastino con interessi diversi. Riguardo al colore ed aspetto delle marne, in altra località si riscontrano noduli di aspetto simile, inglobanti materiale di mare piuttosto fondo, mentre la presenza di foglie dovrebbe essere caratteristica di zona estuariale, magari con meno batimetria ed eventualmente più recente e meno fonda a causa di subsidenza. Ciao ed a presto.
Landau, Marquet e Grigis, 2003. nel lavoro relativo ai Vetigastropoda di Estepona, ricordano che spesso la specie è stata inserita nel Genere Solariella Wood, 1842, genere che ha caratteri abbastanza simili, ma queste somiglianze sono molto superficiali secondo la revisione di Hickman e McLean, 1990. Systematic revision and suprageneric classification of the trochacean gastropods. Natural History Museum of Los Angeles County, 35, 1-169. Purtroppo gli autori che hai citato, come molti altri, sono impossibilitati a seguire tutti gli aggiornamenti sistematici riportati nei vari lavori, i quali peraltro non è detto che siano esenti da errori, allora si giunge al compromesso di inserire secondo la sistematica più recente i vari taxa nelle "caselle" di ordine superiore ad avanzamento lavori, cercando di tenerci aggiornati reciprocamente. La letteratura, nel nostro caso malacologica e paleomalacologica, si interseca in varie occasioni ed in tutte le lingue del globo, pertanto è uno sforzo impossibile essere aggiornati su tutto; l'aggiornamento, in particolare, avviene quando uno o più autori si interessano alla revisione di un gruppo, procurandosi quindi quante più pubblicazioni possibili e rendendoci dei risultati che, pur non avendo la prerogativa di essere definitivi, si avvicinano sempre un pochettino in più alla realtà della natura che resta sempre molto complessa. Ciao ed a presto.
oxon
Se aggiungiamo pure il fatto che quella che i belgi hanno determinato S.peregrina, con molta probabilità non lo sia.......il gioco si complica.