Ho scritto queste parole durante il mese di luglio, mentre ero in ferie. Assolutamente nulla di particolare ma fissano un ricordo che penso non sia giusto lasciar morire in fondo al cassetto.
Foto non scattata
Insistente lo scirocco di questa settimana ha strappato a morsi l'ultimo lembo di spiaggia che si addossava sul promontorio delle Rocchette. Appena qualche metro superstite di arenile. Tutto il resto inghiottito dalla voglia di vendetta del mare. Una rabbia che periodicamente affiora dalle profondità del blu e si riappropria di quanto le è stato sottratto giorno dopo giorno dalla mano subdola dell'uomo. Solo questo vento del sud è in grado di stravolgere in poche ore lo scenario abituale. Nel corso di una sola notte una spiaggia si sbriciola e svanisce nel nulla. Ci vorranno giorni e giorni per riformarsi fintanto che la rabbia delle onde non sarà spianata dai venti del nord e la risacca chiacchierina racconterà di nuovo mille favole durante la notte per addormentare le stelle. Nel frattempo gli ombrelloni ed i lettini sono stati decimati: hanno arretrato le loro posizioni ed ora osservano impotenti un campo di battaglia dove i superstiti non hanno gloria perchè è proprio la terra contesa che è venuta a mancare. Un prezzo insensato e nessun premio per alcun vincitore. Una mattanza che si ripete di tanto in tanto. Che così deve essere perchè è così da sempre. Il cielo è ancora incupito di nuvole dense mentre oltre la collina il sole che oggi non ha mai fatto capolino sta pesticciando in tondo ed annusa la sua cuccia per sdraiarsi e dormire l'ultima notte vigliacca. Siedo smarrito davanti a queste onde stanche che il maestrale, penetrato di nascosto sfiorando basso la macchia, sta lentamente smorzando. E' passato questo giorno di ferie che credevo inutile, amico solo dei ricordi affogati nel fiume di pensieri e delle nostalgie che forano di tarlo l'anima. Rimarrà invece questa foto non scattata a tre file di onde che sfidando i colori del tramonto e lo sgomento della luna giungono una dietro l'altra a sfiorarmi i piedi, senza lambirli. Scodinzolano la loro gioia alla mia dolce carezza su una bava di schiuma frizzante che timida sprofonda troppo in fretta nella sabbia di nuovo assetata.
La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.
Grazie Silvana. Anche a me non sono bastate le parole perchè molte le ho tenute dentro, insieme a quella foto non scattata. Resteranno parole non dette. Sospese nel limbo del proprio pudore. E comunque, gradisco molto il tuo "silenzioso" contributo Beppe
La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.