Esatto! E più precisamente è la Carlina acaulis subsp. acaulis. Lo dico perchè curiosamente esiste anche la Carlina acaulis subsp. caulescens ( = Carlina simplex). Vale a dire, tradotto letteralmente, una Carlina senza gambo ma col gambo. Strani giochi di parole ... In ogni caso, come diceva giustamente LORENZO, la Carlina è commestibile. I suoi carnosi ricettacoli, puliti dalle squame, dal pappo e dalle brattee involucrali, vengono consumati in vari modi come i fondi dei carciofi in molte zone delle Alpi. Anche crudi hanno una polpa non eccessivamente indurita ed un buon sapore di nocciola. Un'altra curiosità riguardante la Carlina acaulis è che spesso viene anche usata nelle malghe come rudimentale barometro (appesa agli architravi delle porte). Se le squame raggianti rimangono ben distese è indice di tempo buono, se tendono a chiudersi chinandosi sempre più verso il centro è segno di umidità atmosferica foriera di pioggia.
Confermo tutto: il cuore della Carlina acaulis è tenerissimo e molto meglio (secondo me) del cuore dei carciofi.
La pianta (soprattutto viva e vegeta) sente le variazioni di umidità dell'aria. Mio nonno mi ha insegnato a guardare le carline per vedere se il tempo sta cambiando.
Come pianta medicinale, la Carlina è utile nell'idropisia, atonia gastrica, affezioni epatiche. Utile nelle dermatosi. La droga è costituita dalla radice.