Stamattina, rispolverando una pila di bollettini della Sociertà Entomologica Italiana ho trovato nel mezzo un vecchissimo libro che ritenevo di aver perduto. Una traduzione in italiano eseguita da C.Siniscalchi del famoso Les Souvenirs Entomologiques - di J.Henri Fabre . Ho scannerizzato un paio di pagine senza essere nemmeno riuscito a comprendere l'anno di stampa del libro (ma penserei anni trenta). E' una simpatica testimonianza di come ci si avvicinava all'entomologia, all'inizio del secolo scorso. L'argomento trattato nel brano non è dei più gioiosi ma è interessante anche la descrizione di certi luoghi che oggi non esistono più.
Grazie Silvana per questa visione meno ostile nei confronti di un certo tipo di letteratura. Stiamo parlando del 1915 o giù di lì, non ricordo bene. Ancora dovevano transitare sulle nostre coscienze due guerre mondiali. Alcuni milioni di cadaveri. Questa triste realtà delle guerre mondiali e del macello che ne sarebbe derivato, stava sopravvenendo giorno dopo giorno. Una realtà che non era stata ancora affrontata e compresa in pieno, per cui l'uomo aveva una visione della vita e della natura leggermente diversa da quella che abbiamo noi. Una visione che si riflette molto chiaramente nelle parole di questo brano che non ho scelto a caso. Les Souvenirs Enntomologiques di Henri Fabre sono una rarità che qualsiasi entomologo dovrebbe possedere per comprendere l'iter che è stato percorso nel corso dei decenni nel modo di rapportarsi con gli insetti. Una collana di libri ricca di sorprese e di spunti per profonde riflessioni. Se vi capitasse di trovarne una copia nei mercatini dell'usato non lasciatevela scappare. Beppe
La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.