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 Batimetria mediterranea: 3. golfo del Leone
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Inserito il - 10 marzo 2008 : 13:22:08 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Continuo verso nord, con le ultime propaggini spagnole della costa catalana e poi con la costa francese: il Golfo del Leone.
Come di consueto linea rossa per l’isobata dei 200 m e linea gialla per quella dei 500 m.


Batimetria mediterranea: 3. golfo del Leone

1. La costa catalana
La sezione più settentrionale della costa mediterranea spagnola è una costa mista, che alterna litorali sabbiosi a litorali rocciosi. La platea continentale è ben definita, ma è incisa da numersi canyon sottomarini che in alcuni casi (Blanes e Fonera Canyon) arrivano a portare molto vicino alla costa le profondità abissali: 500 m di profondità ad appena 6 Km di distanza dalla costa antistante il promontorio di Gerona.
Da ricordare la presenza di due strutture profonde positive, collocate circa 80 Km al largo di Barcellona: Brutus Seamount (41°08’N – 4°05’E) e Spartacus Seamount (40°52’N – 3°57’E) che si innalzano sul fondo marino fino a circa 2000 m di profondità.

2. Il Golfo del Leone
Le cose cambiano completamente non appena entriamo nella costa francese, al limite meridionale del Golfo del Leone.
La platea continentale diventa una tra le più sviluppate dell’intero Mediterraneo, la sua ampiezza si spinge, con pendenze minime, a distanze comprese tra i 40 e i 70 Km rispetto alla costa. Il litorale è interamente sabbioso e la costa è punteggiata di aree lagunari di transizione, in buona parte attribuibili alla dinamica deltizia del fiume Rodano.
A circa 200 m di profondità la platea precipita nella scarpata continentale, in modo tutt’altro che lineare, ma attraverso un fitto intreccio di grandi canyon sottomarini. Ai piedi dei canyon non comincia subito una piana abissale, ma esiste un’ampia zona nella quale si depositano, con pendenze nuovamente moderate, le deiezioni delle correnti torbide che smantellano la conoide del fiume Rodano, precipitando lungo i canyon della scarpata.
Anche la piana abissale in questa zona presenta caratteristiche particolari: non è infatti piatta, ma è interessata da una pendenza verso mare, debole ma continua, che porta il fondo marino dal piede delle conoidi, collocato a circa 2200 m di profondità, fino ai 2800 m di profondità della piana abissale del bacino sardo-balearico, ormai a 400 Km di distanza dalla costa.
Questa ampia zona di raccordo tra lo zoccolo continentale e la piana abissale è inoltre interessata da un profilo altimetrico accidentato, nel suo corpo sono infatti presenti diversi sistemi collinari sottomarini, che movimentano il fondo marino: La Renaixenca Hills (41°37’N – 5°29’E), Felibres Hills (41°37’N – 6°13’E) e Calypso Hills (42°06’N – 6°40’E), con dislivelli che non superano i 100-200 m.

Di seguito è riportata una sezione del Golfo del Leone, tratta dal sito Link che illustra visivamente la situazione sopra descritta: in verde scuro la platea continentale (Continental shelf), in verde chiaro la scarpata continentale attraversata da profondi canyon, in celeste la conoide di accumulo dei materiali di torbida scaricati dai canyon, in blu la piana abissale con i sistemi di colline sottomarine.


Batimetria mediterranea: 3. golfo del Leone

A titolo di curiosità ricordo che il Golfo del Leone non è accidentato solo nella sua parte sommersa, ma anche in superficie è da sempre considerato un tratto di mare pericoloso per la navigazione, a causa delle condizioni meteorologiche particolarmente instabili. Qui si forma infatti la cosiddetta Depressione del Golfo del Leone, che convoglia i venti di Mistral nel Tirreno settentrionale e genera spesso violente e improvvise burrasche in questa zona di mare.
Il Golfo del Leone ha anche un altro primato, che condivide con il Golfo di Trieste, è la zona nella quale la temperatura media dell’acqua marina tocca i minimi registrabili in Mediterraneo, appena 13 °C.

Le zone omogenee
Come di consueto allego la mappa batimetrica delle zone con caratteristiche omogenee:


Batimetria mediterranea: 3. golfo del Leone

6. Piana abissale del bacino Sardo-Balearico
9. Golfo del Leone
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