Ciao Alberto, il nostro Frantzì un mese fa o poco più non ne sapeva niente oggi non ne sbaglia una. Le specie che ci mostri sono: Viviparus contectus (Millet, 1813) e Planorbarius corneus (Linnaeus, 1758). Questa seconda specie è molto sensibile all'inquinamento,una volta era molto comune oggi è scomparsa da quasi tutte le acque italiane, evidentemente il tuo stagno è pulito.
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo
alberto, che dire, hai fatto delle foto che mi fanno impallidire soprattutto meravigliose le ultime con il Viviparus contectus in azione: non avevo mai visto il colore blu cobalto dell'animale, veramente impressionante l'Helicidae individuato da Frantzì dovrebbe essere un vecchio guscio di Cepaea nemoralis nella varietà a fascia singola.
complimenti ancora e aspettiamo la tua prossima uscita!
ang
C'è sempre un baco nella mela. E il baco siamo noi (Alan Burdick)
Ciao Alberto, quello che vedi in Viviparus non è l'epifragma ma l'opercolo. Se vedi la checklist, i primi ordini in elenco sono prosobranchi e derivano direttamente da forme marine.Di queste hanno conservato le strutture tra cui l'opercolo che puo essere calcareo o corneo secondo la specie. Gli ordini seguenti sono sprovvisti di opercolo e per proteggersi dall'essiccamento debbono ricorrere a strategie diverse.Per le specie dulciacquicole il problema non si pone e non producono epifragma. I clausilidi s.l. hanno sviluppato una struttura alternativa detta clausilio che quando il mollusco è retratto all'interno della conchiglia si chiude ermeticamente isolandolo dall'ambiente esterno. Quasi tutte le altre specie,specialmente quelle che vivono in ambiente arido producono l'epifragma che è diverso da specie a specie. Spesso all'interno del primo epifragma se la siccità persiste possono crearne un secondo ed anche un terzo per conservare più a lungo l'umidità interna. L'epifragma è costituito da un muco secreto dal mollusco che si solidifica al contatto con l'aria,la sostanza è idrosolubile ed in caso di pioggia si sciogle consentendo al mollusco di intraprendere le proprie attività.Non so se viene riassorbito o gettato ma sicuramente non se lo porta dietro.Ad ogni sospensione di attività il mollusco forma un nuovo epifragma che può essere un velo leggerissimo per brevi stop o ispessirsi notevolmente per sospensioni di attività prolungate. Per i tempi e gli spessori dell'epifragma non so risponderti,comunque andrebbero osservati e misurati specie per specie.
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