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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione  |
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
  
Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento
275 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 dicembre 2011 : 07:13:58
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Da più parti leggo che la densità dell'aquila reale sulle montagne dell'Italia peninsulare e insulare, ancorché pesantemente limitata da vari fattori di disturbo, non potrebbe con probabilità raggiungere comunque densità "alpine", soprattutto per la mancanza d'una preda diffusa e comoda come la marmotta, o "spagnole", per la relativa scarsità di conigli - e, nella mia ignoranza, ho ritenuto la spiegazione piuttosto ragionevole. Leggevo però ieri che in Corsica contano 40 coppie, che si nutrono per lo più di giovani capre e mufloni, e poi di serpenti e corvidi (sito LPO). Insomma, non han bisogno di mammiferi di piccola taglia, e sono in numero più che decente. Dipende solo dal minor grado di persecuzione / disturbo? Ossia, se riuscissimo a comportarci così anche in Italia, l'Appennino, invece di 50 coppie o quante sono, ne potrebbe avere magari venti o più volte tanto? Che ne pensate?
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legolas
Utente V.I.P.
  
Città: monterado
Prov.: Ancona
474 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 dicembre 2011 : 13:57:37
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Ciao Aureliano, be' in teoria il tuo discorso puo' funzionare e il fattore disturbo in Appennino e' sicuramente intenso (caccia, fuoristrada, comitive di escursionisti e arrampicatori,spazi ristretti tra attivita' umane e wildernes ecc...) e limitante per le coppie di Aquila reale. Calcola pero' che qui a differenza della Corsica (paese da me visitato sempre negli ultimi 6 anni), non c'e' abbondanza di prede tipo ovini e caprini, in Corsica la pastorizia e' ancora molto praticata sia all'interno che sulla costa. Nelle montagne poi sono presenti pochissime infrastrutture, vedi alta tensione e simili che in Italia mietono molte juv. Aquile. Credo che potenzialmente l'appennino potrebbe fornire ancora qualche sito dove il rapace non si riproduce ancora, ma ritengo anche che le prospettive non siano delle migliori, vedi i mega impianti eolici! In realta' non e' solo un problema di abbondanza di prede, anche se vari studi ci dicono che in effetti la lepre e' l'animale piu' predato. Personalmente ho osservato Aquile che avevano catturato sia rettili, che galline oppure cibarsi di carogne. In ogni caso, un'educazione maggiore al rispetto della natura e' auspicabile. Roberto Ceccucci |
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
  
Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento
275 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 dicembre 2011 : 18:07:17
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Roberto, ciao. Capisco il tuo discorso - e il senso del mio intervento era più che altro quello di capire se questa "costrizione" dovuta alla "scarsezza" di prede non fosse che un "(abbastanza) falso problema", che in verità ne oscura altri (persecuzione e disturbo, come dicevo), più seri. Ma ora mi viene un'altra domanda: dici che le aquile in Corsica vivono in grande numero anche grazie alla presenza del bestiame domestico - ma ne mangiano sotto forma di carogne o lo predano attivamente? In questo secondo caso, come si comportano pastori locali, istituzioni e opinione pubblica? Devo dire che il sito di LPO parla di "giovani mufloni e capre selvatiche", glissando completamente sulla menzione di bestiame domestico... |
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legolas
Utente V.I.P.
  
Città: monterado
Prov.: Ancona
474 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 dicembre 2011 : 20:38:34
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Be, si puo' dire che il confine tra bestiame domestico e quello selvatico e' a quello che ho potuto osservare piuttosto labile. Diciamo che per molto tempo durante la primavera e l'estate, gli animali sono al pascolo brado e avendo molto spazio a disposizione vagano anche piuttosto lontano dalle bergerie' dei pastori. Vengono poi riunite per la mungitura o il ricovero notturno. Parlando con un pastore della zona di Calacuccia appena sotto il monte Cinto, sono venuto a sapere di alcuni casi di predazione di agnelli nati da poco. Altre volte sono state osservate mangiare pecore morte anche assieme all'"Altore" il nome corso del Gipeto. Essendo comunque molto presenti anche animali selvatici, come appunto i mufloni, non ho notato segni particolari di insofferenza dei locali verso le Aquile. Bisogna considerare il fatto che i rapaci hanno a disposizione grandi spazi dove muoversi e che la presenza umana e' molto limitata. Come dici tu poi, niente di piu' facile che in Italia il problema vero degli uccelli rapaci venga affrontato in maniera piuttosto leggera, quando invece sono ancora forti sia il bracconaggio che il disturbo antropico dovuto alle attivita' umane. Dalle mie parti, appennino umbro/marchigiano tutti i siti potenziali sono occupati da coppie riproduttive, anche se devo ammettere che non sempre hanno vita facile e' di questi giorni la notizia (non ufficiale) ma sicura, arrivatami direttamente da un cacciatore di cinghiali,il rinvenimento di un cadavere di Aquila reale nelle vicinanze di un appostamento fisso di caccia al colombaccio...fare due piu' due ci vuole poco... Ciao Roberto
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
  
Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento
275 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 dicembre 2011 : 21:08:12
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Ma - appunto: quando parli di "tutti i siti potenziali", cosa intendi? E' qua, il mio discorso. La "potenzialità" (carrying capacity) è limitata da cosa? Non ci son pareti disponibili per ulteriori nidi? Non ci son prede per ulteriori individui? O i posti non occupati son evitati per questioni di disturbo? Se nel Gran Paradiso oggi ci sono 17 coppie su 71mila ettari (magari alcune coppie vivono solo in parte nel parco, ma insomma...), nei Sibillini perché non ce ne potrebbero esser altrettante? |
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legolas
Utente V.I.P.
  
Città: monterado
Prov.: Ancona
474 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 dicembre 2011 : 21:32:17
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E certo che la discussione si fa' interessante, allora i siti occupati da nord a sud sono: monte Nerone 1 coppia, monte Catria 1 coppia, gola del Furlo 1 coppia, gola di Frasassi 1 coppia monte Cucco 1 coppia monte Pennino (valle scurosa) 1 coppia, e fino qui' le pareti disponibili sono tutte occupate, ossia anche con cibo abbondante non ci sarebbe spazio per un'altra coppia. Per i Sibillini invece il discorso potrebbe e dico potrebbe, essere diverso in quanto forse l'ambiente "reggerebbe" un'ulteriore coppia, ma qui' il disturbo antropico credo proprio sia la causa limitante. In ogni caso io ti parlo da semplice appassionato autodidatta, forse consultando qualche parco potremmo saperne di piu'. Sarebbe interessante avere diverse opinioni anche da altre parti dell'Appennino.
Un saluto, a presto Roberto |
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Carlo SML
Utente V.I.P.
  
Città: S.Margherita Ligure
Prov.: Genova
Regione: Liguria
100 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 16 dicembre 2011 : 21:44:02
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Salve a tutti! Molto interessante questo topic sul "potenziale" dell'Aquila reale in Appennino. La specie mi interessa parecchio da sempre e devo dire che qui in Liguria è presente come nidificante da anni ormai e le segnalazioni devo dire sono numerose, talvolta anche a 2 passi dal mare! Di certo molti esemplari sono juv. in dispersione ma a ben vedere le prede non mancano e i siti adatti pure.Credo sia il disturbo antropico la causa principale che ne limita un'ulteriore espansione. La dieta è molto varia, può predare un pò di tutto, penso anche ai cinghialetti, data la densità elevatissima che abbiamo nei nostri monti. Ma anche giovani caprioli, oltre alla lepre che è ben diffusa. Se verranno tutelati i siti credo si possa espandere ulteriormente.
"sono tormentato dal fiume" |
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taipan
Utente Senior
   
Città: montesilvano
Prov.: Pescara
535 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 17 dicembre 2011 : 23:12:55
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| Messaggio originario di legolas:
E certo che la discussione si fa' interessante, allora i siti occupati da nord a sud sono: monte Nerone 1 coppia, monte Catria 1 coppia, gola del Furlo 1 coppia, gola di Frasassi 1 coppia monte Cucco 1 coppia monte Pennino (valle scurosa) 1 coppia, e fino qui' le pareti disponibili sono tutte occupate, ossia anche con cibo abbondante non ci sarebbe spazio per un'altra coppia. Per i Sibillini invece il discorso potrebbe e dico potrebbe, essere diverso in quanto forse l'ambiente "reggerebbe" un'ulteriore coppia, ma qui' il disturbo antropico credo proprio sia la causa limitante. In ogni caso io ti parlo da semplice appassionato autodidatta, forse consultando qualche parco potremmo saperne di piu'. Sarebbe interessante avere diverse opinioni anche da altre parti dell'Appennino.
Un saluto, a presto Roberto
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Io sono certo di averne avvistata una coppia (nel senso di due ...) nella piana di Castelluccio: due enormi "lenzuoli" scuri con ampie chiazze chiare in prossimità delle estremità delle ali, nel mese di agosto; circa tre settimane più tardi ho intravisto qualcosa di moooolto simile superato l'abitato di Arquata del Tronto, direzione ovest, al di sopra dei monti che sovrastano la strada, direi quindi nella stessa zona (chilometro più chilometro meno ...).
taipan |
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
  
Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento
275 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 17 dicembre 2011 : 23:25:44
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Riprendo dal messaggio di Carlo il discorso dei "due passi dal mare" - anche a proposito dei siti adatti alla nidificazione, mi pare che in letteratura sia confermato l'uso non solo di grossi alberi (anche in Sardegna, non troppi anni fa) ma addirittura del suolo (non in Italia, certo...). Questo dovrebbe portarci a dare un peso relativo alla considerazione del "tutti i siti idonei sono occupati", che spesso facciamo: anche qua, l'idoneità dipende non tanto dal sito in sé, quanto da rischi presenti (minori su una parete rocciosa) e disponibilità alimentari all'intorno (maggiori probabilità di successo riproduttivo a fronte di maggiori rischi per siti di nidificazione non perfetti...), direi.
A proposito, segnalo il recente convegno organizzato dal parco regionale delle Madonie (Sicilia): Link , che ha affrontato proprio temi analoghi... non resta che aspettarne gl'atti. |
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camillo
Utente Junior
 
Città: massarosa
Prov.: Lucca
Regione: Toscana
72 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 18 dicembre 2011 : 21:57:55
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La mancanza di una preda"comoda e diffusa"non limita la diffusione dell' aquila.un esempio. sulle alpi apuane manca la marmotta,di ungulati selvatici ci sono,almeno abbastanza diffusi solo in alcune zone,i mufloni,mancano i tetraonidi e il coniglio selvatico.Eppure sulle apuane la densita' è molto alta. Detto questo c'è da notare che sull'appennino si sta diffondendo in maniera progressiva. Nell'appennino settentrionale nel 2000 venivano monitorate 16 coppie ,nel 2011 sono 26.Questi dati si possono trovare,sino al 2008,sul volume "I rapaci delle alpi apuane" Seguo l'aquila da una ventina di anni,e da alcuni anni collaboro con un gruppo di persone,alcune molto piu' esperte di me,che segue tutta la popolazione di aquile di Liguria,Toscana ,Emilia,e come si vede dai dati c'è un notevole incremento di coppie,in parte dovuto anche probabilmente a maggiore conoscenza,ma innegabilmente anche ad aumento popolazione aquile,ed è molto probabile un ulteriore aumento,almeno nelle zone dove la densita'non è ottimale. Al centro/sud molto probabilmente l'elemento piu' penalizzante è la persecuzione,qui da noi sono state determinanti le molte aree protette. Per quanto riguarda i siti di nidificazione,ovviamente i territori con molte pareti adatte sono molto avvantaggiati,ma l'aquila riesce a nidicare anche in zone apparentemente senza pareti adatte,situazione di alcune zone appenniniche,in questi casi usa piccolissime pareti od alberi(rarissimo)
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
  
Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento
275 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 19 dicembre 2011 : 10:46:47
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| Messaggio originario di camillo: Nell'appennino settentrionale nel 2000 venivano monitorate 16 coppie ,nel 2011 sono 26. Questi dati si possono trovare,sino al 2008,sul volume "I rapaci delle alpi apuane" |
Quindi, ti vorrei chiedere, Camillo: nel libro che citi, come definisce l'"Appennino settentrionale"? Perché tutto era partito dalla mia sorpresa per le 40 coppie della Corsica (non so se ci riferisse alla superficie totale dell'isola = 8.680 kmq, o a quella del solo parco regionale = 3.500 kmq). Ora, l'area montana compresa tra l'autostrade A6 e A1 ha più o meno una superficie analoga all'intera Corsica. Se vi sono 26 coppie contro le 40 corse, questa differenza, a cosa è dovuta? |
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camillo
Utente Junior
 
Città: massarosa
Prov.: Lucca
Regione: Toscana
72 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 19 dicembre 2011 : 15:28:49
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Dunque le 26 coppie sono nella zona dall'estremo confine nord dell'appennino ligure,non vi sono comprese le coppie delle alpi liguri,fino,piu' o meno ,al Casentino. Questa zona,specie l'appennino toscoemiliano fino a diversi anni fa' era molto impoverita faunisticamente,poi grazie alla maggiore protezione ed ad una maggiore attenzione naturalistica è tornata a livelli piu' che accettabili. L'aquila non è ancora a livelli ottimali,probabilmente. Ma il paragone con la Corsica non è proponibile,come del resto con le Alpi.gli ambienti sono molto diversi,non è solo questione di prede. L'appennino è molto boscoso,i rilievi sono piu' dolci,non è l'ideale per le aquile,che vi si adattano bene e prosperano se ci sono prede e non vengono perseguitate,ma la densita'non potra'mai essere quella di zone ideali come molte vallate alpine.Anche la Corsica penso sia un ambiente ideale. Naturalmente l'abbodanza prede è proporzionale alla densita' dei predatori,tutti,anche l'aquila |
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
  
Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento
275 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 21 dicembre 2011 : 18:36:13
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| Messaggio originario di camillo:
L'aquila non è ancora a livelli ottimali,probabilmente. Ma il paragone con la Corsica non è proponibile,come del resto con le Alpi.gli ambienti sono molto diversi,non è solo questione di prede. L'appennino è molto boscoso,i rilievi sono piu' dolci,non è l'ideale per le aquile,che vi si adattano bene e prosperano se ci sono prede e non vengono perseguitate,ma la densita'non potra'mai essere quella di zone ideali come molte vallate alpine.Anche la Corsica penso sia un ambiente ideale. |
Mi sembrerebbe una spiegazione ragionevole - ma allora, su rilievi più boscosi e meno rocciosi (quali l'Appennino in questione), gli spazi lasciati dall'aquila reale (che non raggiungerebbe densità altissime) in teoria da chi andrebbero occupati? La famosa aquila minore che da noi non si ferma? |
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camillo
Utente Junior
 
Città: massarosa
Prov.: Lucca
Regione: Toscana
72 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 21 dicembre 2011 : 21:24:08
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L'aquila minore freguenta altri ambienti,almeno da noi.Quest' anno se ne sono viste molte,di passo ma poi se ne erano fermate parecchie in zone sia collinari,ma prevalentemente in boschi radi,vicino a zone palustri ecc. Parlo di qui ,in toscana prov lucca/pisa. Non penso freguenti zone di media/alta montagna. Tornando all'aquila reale,nelle zonemontuose/boschive anche se qui ha densita' basse,sfrutta bene anche questi territori,l'aquila caccia anche nei boschi folti.Per farti un esempio io,le poche volte che ho l'ho vista predare con successo ha preso la preda sulle cime degli alberi Certo che 10kmquadrati di foresta daranno le prede di 2km di zone ottimale,all' incirca,ovviamente sono calcoli approssimativi,ma questo spiega perche' le coppie di certe ambienti abbisognano di territori di caccia molto piu' estesi. Poi in Italia non ci sono rapaci diurni,che per abitudini e prede,possono sostituire l'aquila reale |
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albill
Utente Senior
   
Città: Poncarale
Prov.: Brescia
Regione: Lombardia
640 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 21 dicembre 2011 : 22:55:40
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sono un pò OT.....però segnalo che anche nel nord Italia l'aquila sta colonizzando nuovi areali, come le prealpi sui 1300-1400 mslm, nidificando anche su abeti (alto garda)
Alberto |
Modificato da - albill in data 21 dicembre 2011 22:56:28 |
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camillo
Utente Junior
 
Città: massarosa
Prov.: Lucca
Regione: Toscana
72 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 22 dicembre 2011 : 16:28:47
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Sulle alpi le aquile sono seguite molto bene,specialmente alpi occidentali e parchi vari,monitorate coppiaxcoppia.Anche nel resto delle alpi penso ci sia la stessa situazione. Si pensa che siamo vicini al massimo di densita'. Sarebbe molto interessante sapere qualcosa di piu' sulla popolazione dell'appennino centrale/meridionale/isole.La zona umbro/marchigiana è seguita con attenzione,del resto d'Italia so pochissimo |
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
  
Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento
275 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 23 dicembre 2011 : 10:58:57
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| Messaggio originario di albill:
anche nel nord Italia l'aquila sta colonizzando nuovi areali, come le prealpi sui 1300-1400 mslm, nidificando anche su abeti (alto garda) Alberto
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Interessante, anche ai fini del discorso "appenninico": colonizzazione di ambienti con possibilità di nidificazione non perfette, a quote non alpine e magari con caratteristiche ecologiche più paragonabili alle montagne dell'Italia peninsulare...
Per il discorso di Camillo sulla conoscenza della situazione nel resto del paese, spero che qualcosa venga fuori dagli atti dell'ultimo convegno in Sicilia - come dicevo, il parco dei Nebrodi conta ad esempio 5 coppie (che coprono anche zone esterne) su 85mila ettari, monitorate anche in video... |
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
  
Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento
275 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 luglio 2012 : 19:15:32
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Riesumo questo vecchio discorso, per notare come, secondo un intervento al convegno "La tutela dei Rapaci in Italia e in Europa - Esperienze a confronto - Foggia, 25 Marzo 2011" (atto conclusivo del progetto LIFE Gargano), in Campania sarebbero (state) nidifcanti 3 coppie in tutta la regione! L'intervento e` scaricabile da Link . |
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
  
Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento
275 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 agosto 2012 : 11:37:51
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| Messaggio originario di Aureliano Cerreti: [...] in Campania sarebbero (state) nidifcanti 3 coppie in tutta la regione! |
...mentre nel parco nazionale Gran Sasso - Laga (150mila ha), ci sono 5 coppie, apparentemente destinate a diventare 6.
Ho fatto una breve e rozza ricognizione sui siti di alcuni parchi dell'Italia a meridione del Gran Sasso - e ne ho comparato i risultati con la situazione in Corsica. Da considerare che i dati sono molto imprecisi: per esempio, in Campania il totale darebbe almeno 5 coppie, contro i 3 dichiarati nel convegno al Gargano citato in precedenza; le coppie che insistono su un parco (o vi nidificano) possono benissimo avere un territorio che s'estende molto oltre, riducendo la densita` rispetto al mio calcolo.
Si diceva, l'anno scorso, che in Corsica c'e` circa 1 coppia ogni 225 km2 (40 coppie, 9.000 km2 in totale). E sul Gran Sasso, avremmo densita` "corse": 1 coppia / 250 km2 (6 coppie, 1.500 km2 di parco). Sulla Maiella: 1 coppia / 148 km2 (5 coppie, 740 km2) Sulla Marsica: 1 coppia / 83 km2 (6 coppie, 495 km2) Sul Matese: 1 coppia / 335 km2 (1 coppia, 335 km2 in Campania) Sui Picentini: 1 coppia / 620 km2 (1 coppia, 620 km2) Sui monti del Cilento: 1 coppia / 603 km2 (3 coppie, 1.810 km2) Sul Pollino / Orsomarso: : 1 coppia / 630 km2 ("poche coppie", secondo il sito del parco - ne ho considerate 3, 1.900 km2). Sulle Serre, la Sila e l'Appennino Lucano solo individui erratici, pare. Sull'Aspromonte: 1 coppia / 650 km2 (1 coppia, 650 km2). Sui Nebrodi: 1 coppia / 297 km2 (3 coppie, 890 km2). Sull'Etna: 1 coppia / 680 km2 (1 coppia, 680 km2). Sulle Madonie: 1 coppia / 100 km2 (4 coppie, 400 km2).
Questi dati sono ovviamente lontanissimi dal poter offrire basi per un'analisi seria, ma mi danno comunque la sensazione d'una distribuzione "disturbata" ancora pesantemente da fattori antropici. |
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
  
Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento
275 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 20 ottobre 2012 : 11:39:19
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Secondo il riassunto pubblicato dell'intervento "MONITORING OF GOLDEN EAGLE AQUILA CHRYSAETOS BREEDING PAIRS IN THE NORTHERN APPENNINE (1997-2012)", di Stefano Schiassi, Angelo Battaglia, Mario Bonora, Massimo Campora, Renato Cottalasso, Lorenzo Del Chiaro, Michele Mendi, Riccardo Nardelli, Alberto Pastorino, Mario Pedrelli, Ubaldo Ricci, Luigi Sesti, presentato al II Convegno sui rapaci a Treviso (12-13 ottobre, appena passati), nei 9mila kmq tra Appennino Ligure e Tosco-Romagnolo, le coppie identificate son passate da 17 a 29, con 4 aggiunte negl'ultimi tre anni (in linea con quanto riportato a suo tempo da Camillo nella sua risposta qua). La produttivita` alta corroborerebbe l'ipotesi di popolazione in crescita e territorio non saturo. A questo proposito, sia in altri interventi nello stesso convegno (riguardanti Appennino e Alpi), sia in uno studio sul Lazio, si conferma una tendenza espansiva della specie. |
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Modificato da - Aureliano Cerreti in data 20 ottobre 2012 11:45:50 |
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