Gloeoporus dichrous (Fr.) Bres. e una Polyporacea molto particolare che avevo già trovato qui vicino. I carpofori appartenenti al Genere Gloeoporus si distinguono dagli altri per avere i tubuli gelatinosi da freschi e i dissepimenti dei pori fertili. Trovato su di un ramo a terra sotto una grossissima quercia.
Sotto la stessa grossa quercia del precedente rinvenimento, su legno molto cariato, ho trovato anche una minuscola Hyphodontia sp. che non sono riuscito ad identificare.
Da quando ho iniziato a risalire il sentiero non ho mai alzato lo sguardo da terra deciso a scovare tutti gli Aphyllophorales a portata di occhio e non, ma ora ne vale la pena. Ne approfitto per stirarmi la schiena.
Phlebiopsis ravenelii (Cooke) Hjortstam è un’altra corticiacea molto frequente (trovata sulla parte di legno morto di una quercia viva e ancora in piedi)
Al microscopio si riconosce, oltre che per la misura ed alla forma delle spore (a parete sottilissima e quasi invisibili in campo chiaro), per l’abbondanza di cistidi metuloidi da conici più o meno appuntiti a cilindrici che misurano 50-70/8-12 um
Le spore sono ialine, cilindriche ma spesso ripiegate in prossimità dell’ilo, a parete liscia, sottile e non amiloide Misurano 8,6 (9,0) 9,4/4,3 (4,4) 4,6 um Q medio= 2,03
Un’altra Peniophora (oggi è decisamente la loro giornata): Peniophora lycii (Pers.) Höhn. & Litschche che ho trovato spesso su questi sentieri e che sembra molto frequente in tutta la zona attorno all’Etna. Si riconosce per il suo colore grigio e il suo esile spessore. Ad occhio nudo Si può confondere con P. cinerea ma microscopicamente è inconfondibile. Oggi l’ho trovata 4 volte, sempre su latifoglie (2 volte su quercia)
Ancora un Peniophora, questa volta rara e ancora poco studiata! Peniophora boidinii D.A. Reid. Sulla sua determinazione ho avuto conferma dell’amico Gérard che l’aveva già studiata. Questo è il link della discussione relativa: Link