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DanieleU
Utente Junior

Città: Compiano
Prov.: Parma

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 16 novembre 2012 : 15:57:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Buon giorno a tutti, scusate se mi inserisco nella vostra bella discussione.
Di uccelli non capisco nulla, anche se, prima o poi, dovrò decidermi ad occuparmene.
Dove vivo, in Valceno ( appennino parmense), c'è una notevole biodiversità, con molti habitat, per cui si vedono specie che altrove non ho mai visto e non mi riferisco solo agli uccelli.

Sono laureato in scienze statistiche.
Per cui, se posso darvi una mano a capire concetti che vi sono ostici lo faccio volentieri.
Ultimamente mi sto interessando di biodiversità, a partire dai funghi come indicatori della salute del suolo.
La geostatistica, tramite semivariogrammi e tecniche di multiscaling è la scienza piu' adatta a studiare modelli non normali, di cui è impossibile formulare ipotesi a priori.
Questo tipo di studi sono estremamente importanti per capire l'abbondanza, la dissimilarità e lo stress delle specie.

Misurare le dimensioni di un uccello, una volta compreso cosa e come misurare, non è difficile e nemmeno avere seriazioni di dati che consentano di fare inferenze.
E' molto piu' difficile studiare il kriging, cioè, in senso geospaziale, come evolvono i fenomeni relativi all'abbondanza.
Del resto, se si vogliono informazioni sulla salute di un territorio non si può prescindere da questo tipo di ricerche.
Scusate la parentesi.
Un saluto a tutti,
Daniele

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DanieleU
Utente Junior

Città: Compiano
Prov.: Parma

Regione: Emilia Romagna


55 Messaggi
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Inserito il - 16 novembre 2012 : 16:23:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Stekal:

Messaggio originario di Gyps:

... ma anche per tutti gli altri: quanto deve essere grande il campione per poter essere considerato significativo?



per me è una domanda da un milione di dollari!
Se si è interessati all'inferenza, direi grande abbastanza in modo che il campione sia distribuito normalmente.. speriamo non legga chi so io!!





Stefano


Se posso risponderti.........
Non esiste un numero "magico".
La grandezza di un campione dipende da piu' aspetti:
- la stabilità dei dati (delta tra media campionaria e media attesa)
- il livello di confidenza
- l'omoscedasticità delle varianze
- la formulazione di rischio alfa ( significatività del test)
- la formulazione del rischio beta ( potenza del test)

L'esperienza empirica ( ma non è una legge) dice che, se il campione rispetta i requisiti fondamentali:
- rappresentatività
- casualità
- indipendenza stocastica
con n=30 unità statistiche si ottiene una buona stima della media "vera".
Non dimentichiamo, infatti, che quando noi misuriamo non siamo interessati alle misure di QUEL campione in sè ma al fatto che, a partire dai parametri campionari possiamo inferire sulla popolazione.
Ne consegue che media, scarto quadratico medio campionari servono a determinare l'ntervallo di confidenza entro il quale si ipotizza si trovi la media "vera" della popolazione, da cui il campione è estratto.

Facciamo un'esempio.
Supponiamo che l'apertura alare di una certa specie d'uccelli abbia media = 48 mm e deviazione standard 0.23.
Avendo osservato 30 unità statistiche, si vuole sapere quale sia la stima della media vera con conf. 95%.
Risposta.
Conf. 95% significa formulare un rischio alfa 0,05. In questo caso con protezione bilaterale ( entrambe le semicurve della gaussiana, perchè il rischio è di avere una media campionaria sia sopra che sotto la media della popolazione).
Il valore tabulato della distribuzione normale standardizzata, per alfa = 0,05 è uguale a 1,96.
Per cui il nostro intervallo di confidenza sarà dato dalla disequazione:
48-1,96* 0,23/radq(30)< µ < 48+1,96*0,23/radq(30)
dove:
48 è la media campionaria
0,23 la deviazione standard
0,23/radq(30) è l'errore standard ( 30 sono le osservazioni del campione)
µ è la "media vera" stimata.

Risolvendo abbiamo 48,91 < µ < 49,08.
Cioè siamo confidenti che la misura della media"vera" dell'apertura alare della specie indagata sia compresa tra 48,91 e 49,08 mm.

Ovviamente questo intervallo risente di tutte le condizioni prima descritte.
In teoria, aumentando n ( numero di osservazioni) l'intervallo di confidenza tende a stringersi.

Detto questo sono anche altri i parametri da osservare: in particolare simmetria e Kurtosi; cioè il momento terzo e quinto ( simmetria) e quarto (Kurtosi).
Infatti, assai difficilmente la curva campionaria sarà simile alla curva di Gauss della distribuzione normale standardizzata.
Per capire se il nostro campione è normale o approssimativamente normale, serve sottoporre la seriazione ad un test di normalità.
Ce ne sono molti. Quelli piu' usati sono il test Shapiro - Wilkes e Lilliefors.
Se la seriazione risulta non normale significa che c'è qualcosa che non va nei nostri dati. A meno che la popolazione, effettivamente, sia non normale.
Trattandosi però di variabili quantitative, come la misure dell'ampiezza delle ali, ritengo che esse siano normali.
Dunque se le misure dicono il contrario, è necessario rivedere le misure. Il modo migliore è quello di aumentare l'ampiezza campionaria facendo altre misurazioni.
Mi fermo qui.
Spero di avere risposto e di non essere stato noioso.


Modificato da - DanieleU in data 16 novembre 2012 16:30:05
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salvob
Utente Senior


Città: Trabia
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


1569 Messaggi
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Inserito il - 17 novembre 2012 : 00:47:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Premetto che nonostante i miei studi di statistica siano stati adeguati e seguiti con passione, sono incappato in un problema "apparentemente" stupido che mi ha bloccato completamente un piccolo lavoro ornitologico:

Ho una lista di venti specie con relativi avvistamenti.
Il numero degli avvistamenti varia da 1 a 100, pochissime specie (2-3) superano i 100 avvistamenti e una soltanto sfiora i 230.
Dovrei dividere il totale delle specie in tre classi: radio, comune, abbondante.
Come fare?

<<Gli uomini? Ne esistono credo, sei o sette. Li ho visti molti anni fà. Ma non si sa mai dove trovarli. Il vento li spinge qua e là. Non hanno radici e questo li imbarazza molto>> - Il piccolo principe
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DanieleU
Utente Junior

Città: Compiano
Prov.: Parma

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 17 novembre 2012 : 07:40:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di salvob:

Premetto che nonostante i miei studi di statistica siano stati adeguati e seguiti con passione, sono incappato in un problema "apparentemente" stupido che mi ha bloccato completamente un piccolo lavoro ornitologico:

Ho una lista di venti specie con relativi avvistamenti.
Il numero degli avvistamenti varia da 1 a 100, pochissime specie (2-3) superano i 100 avvistamenti e una soltanto sfiora i 230.
Dovrei dividere il totale delle specie in tre classi: radio, comune, abbondante.
Come fare?

In questi casi la statistica descrittiva non da risposte sufficienti.
E' necessario ricorrere all'analisi fattoriale, a tecniche di bootstrap (reti neurali, randomForest, Monte Carlo) o, in base ai quesiti posti, alla geostatistica.
Il problema è tutt'altro che "stupido".
Se vuoi una mano te la do volentieri.

Se vuoi

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