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 Antico orbettino a 2 teste
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D21
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Inserito il - 14 febbraio 2018 : 00:14:44 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Salve a tutti.

E niente... si gira su internet per preparare il prossimo Darwin Day e succede di scoprire cose strane... molto strane

Stavo guardando gli scritti di Michele Lessona, noto zoologo che da Torino contribuì a indrodurre la teoria dell'evoluzione in Italia, e sbuca questo libriccino, liberamente scaricabile da qui:

Link

I fatti: il 25 agosto 1876, a due passi da casa mia, e in pieno centro storico di Cuneo, nel cortile del vecchio ospedale, il farmacista scopre... un orbettino a due teste!

SEGUE...

Antico orbettino a 2 teste

Dario.
"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira,
nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)

Modificato da - D21 in Data 14 febbraio 2018 00:52:28

D21
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Inserito il - 14 febbraio 2018 : 00:25:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il farmacista dell'ospedale acciuffa il sauro e lo consegna al direttore della biblioteca, Vincenzo Abre.

Abre era un personaggio peculiare, a Cuneo. Viene descritto solitamente così:

«pizzo alla moschettiera, faccia oblunga, pelle incartapecorita e sguardo terribilmente austero; vero babau dei pivellini che per avvicinarglisi prendevano il coraggio a quattro mani e a quattro piedi... ».

Il farmacista era dunque uomo tosto

Abre sa cosa fare: spedisce l'orbettino a Torino a Michele Lessona con uno scambio di lettere. Lessona, grato per aver ricevuto il "vivace animaletto", prova ad allevarlo, ma manca il cibo adatto e l'orbettino muore dopo un solo giorno.

Prima muore una testa e dopo poche ore anche l'altra. Lessona, dispiaciuto, recupera quante più informazioni può dall'animale: la dissezione mostrerà due fegati, per esempio.

Antico orbettino a 2 teste


Antico orbettino a 2 teste

Dario.
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Modificato da - D21 in data 14 febbraio 2018 00:54:32
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D21
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Inserito il - 14 febbraio 2018 : 00:28:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ed ecco l'inizio della memoria, pubblicata come "Estratto degli Atti della Reale Accademia delle Scienze di Torino, Vol. XII, adunanza del 28 gennaio 1877"

Antico orbettino a 2 teste

Dario.
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D21
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Inserito il - 14 febbraio 2018 : 00:48:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Più avanti Lessona scrive che si tratta del primo caso di Anguis fragilis bicefalo noto in Italia .

Se vogliamo fare i pignoli, non è esattamente così. Forse è un caso ancor più raro, dato che oggi sappiamo che la specie italiana non è Anguis fragilis, bensì l'endemismo nostrano Anguis veronensis. Se anche fosse noto un caso di A. fragilis in Europa, questo è comunque diverso. Ma nell'800 la genetica non aveva ancora distinto le due specie, ovviamente...

Ci sono un po' di coincidenze curiose: all'epoca, il palazzo ospitava l'ospedale cittadino: sarà possibile che l'animaletto dovesse la sua fisionomia a qualche elemento che si usava nel palazzo? Ma era davvero nato lì? Non ho mai visto orbettini nel centro storico... Possibile che l'unico noto fosse nel cortile di un ospedale e bicefalo? Chissà cosa usava il farmacista Ma qui sono nel campo delle ipotesi più fantasiose.

Il bibliotecario Abre, all'epoca, era al lavoro nel sottotetto del palazzo comunale, dove era alloggiata la biblioteca, e non poteva tenere d'occhio quel cortile dell'ospedale ogni giorno, ma oggi il palazzo ospita proprio la nuovissima biblioteca 0-18! Chissà che il nuovo direttore, seguendo le orme del predecessore, non dia un'occhiata in cortile di tanto in tanto: ci sono sempre sorpese anche dove meno ce l'aspetteremmo!

Dario.
"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira,
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Modificato da - D21 in data 28 febbraio 2020 22:05:25
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Barbaxx
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Flora e Fauna

Inserito il - 16 febbraio 2018 : 23:06:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
D21, che storia hai trovato! Gli erpeto-gialli storici sono la mia passione.
Molto interessante.
Un po' di curiosità.

1. Intanto ti chiederei di trovare una mappa della zona com'era ai tempi dei fatti. Vedo che tuttora l'ex ospedale confina con aree non cementificate, ma sarebbe bello poter visualizzare il paesaggio di un tempo.

2. Googlando un poco ci sono diverse occorrenze relative alla bicefalia dei rettili, e in questo paper un veterinario afferma che la malformazione può dipendere da anomalie termiche nell'incubazione dell'uovo, Link

3. Il fatto che fosse Anguis veronensis, benché altamente probabile, non lo direi certissimo. Cuneo è piuttosto vicina alle Alpi... sono in corso studi in materia, con qualche sorpresa circa zone di ibridazione nella valle del Rodano e circa isole di A. fragilis nel nord-ovest italiano (ho sentito un intervento al convegno SHI di Trento nel 2016 a cura di Bellati et al., ma poi non è uscito nulla negli atti...).

Un saluto
Barbaxx
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D21
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Inserito il - 17 febbraio 2018 : 22:40:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Uhm.... Davo per scontato che fosse il veronensis, proprio perché le Alpi, qui vicino, sono una barriera formidabile per diverse specie. Se però ci sono studi, benché non facilmente reperibili, che parlano del fragilis da queste parti, la faccenda diventa davvero intrigante! Si potrebbe pure supporre (è possibile?) ibridazioni fra le due specie.

Di sicuro, mi sento di dire che un esemplare del genere, che venira descritto come il primo bicefalo conosciuto per l'orbettino, sia stato conservato da Lessona. Tutt'altro discorso è se esso esiste ancora, ma se c'è, dev'eesere al Museo Regionale di Scienze Naturali, a Torino, dove Lessona era direttore. Il museo però è chiuso da tempo. Varrebbe forse la pena controllare se è ancora lì.

Per l'ospedale di Cuneo, che oggi è stato trasferito altrove, si può vedere il palazzo S. Croce come appariva pochi anni fa, qui: Link

Come si vede, c'era ancora un po' di verde. Ragionandoci (non ci voleva poi molto ) ho pensato che l'orbettino vive normalmente fra l'erba, ma nel cortile, come appare oggi, c'è solo un parcheggio sassoso. All'epoca, però, fu il farmacista a trovare l'animale: mi pare ovvio che l'ospedale coltivasse in cortile delle piante medicinali e che fosse il farmacista a occuparsene... Non ho trovato però conferme in merito, se non un generico accenno al "giardino dell'ospedale".

In ogni caso il palazzo è sempre stato periferico, con il viale vicino o, più anticamente, i baluardi delle fortificazioni, abbattute a inizio '800.

La carta più vicina alla data del 1876 che ho trovato è questa, del 1890. La situazione non doveva essere molto diversa, anche perché il palazzo fu costuito dal 1732, poi interrotto, e ripreso
nel periodo 1769-1773, infine terminato tra il 1775 e il 1783. Dunque, al più, nel 1876 c'era un cantiere aperto da qualche parte, e il cortile poteva essere forse usato anche come deposito di materiali, ma chissà...

Metto la carta del 1890. Comunque, niente di strano che un orbettino vagasse in un giardino periferico coltivato, dove probabilmente entrava solo il farmacista. Ma sono mie supposizioni.

Tratto da Strafforello, 1890

Antico orbettino a 2 teste

Dario.
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D21
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Inserito il - 17 febbraio 2018 : 22:48:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho trovato un riferimento al lavoro di cui parlavi: A. Bellati e A. Crottini in litteris 2013. Sarebbe interesantissimo riusire a trovare il testo. Se qualcuno conoscesse gli autori, vorrei pregarlo di indirizzarlo qui o farmi scrivere (D21[at]live.it). Grazie davvero! Barbaxx, preziosissimo come sempre!

Dario.
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Glypto
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Flora e Fauna

Inserito il - 23 febbraio 2018 : 23:33:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto interessante ;), neanche sapevo ci fossero orbettini, da noi a Cuneo:)

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Barbaxx
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Flora e Fauna

Inserito il - 04 marzo 2018 : 23:24:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto interessante la tua carta, i baluardi sono un habitat particolare, immagino fossero in parte in muratura ed in parte erbosi; erano tenuti accuratamente sgombri da alberi e spesso vi pascolavano le pecore (almeno così mi è capitato di leggere negli archivi, su documenti storici relativi a posti come Palmanova).

Nessun particolare problema, dunque, la presenza di orbettini. Orbettini bicipiti, invece, beh quelli non capitano tutti i giorni.

Cito a memoria da quella relazione sulla genetica degli orbettini, purtroppo non ricordo benissimo tutti i dettagli, credo che vi sia una ricerca ancora in corso; ad ogni modo mi pare di ricordare individui o popolazioni di Anguis fragilis sono emersi mi pare fino nell'estremo nord-ovest della Toscana, peraltro circondate dagli Anguis veronensis. Eccezioni, ma eccezioni significative. Però è una citazione a memoria, insomma se qualcuno riesce a contattare gli autori è meglio.
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