Salve, domanda un po' generica, ma non sono esperto di forum e tanto meno di ungulati. Ultimamente sto leggendo un po' di cose sulla Conservazione degli animali in pericolo. Da più parti ho letto dell'esigenza di implementare in alcuni habitat la presenza di radure aperte che in alcune zone con l'abbandono della pastorizia negli ultimi anni stanno venendo a mancare favorendo un rimboschimento naturale che però per alcuni animali già in crisi può essere un fattore limitante. ho letto di questa cosa ad esempio su direttive del ministero dell'ambiente per quel che riguarda i pipistrelli , o anche per i serpenti . La questione per me ha un certo fascino perchè ritengo che in posti di ampissima frequentazione umana , come l'italia, l'equilibrio naturale sia in realtà anche un equilibrio anche antropico. Sto divagando... Quello che mi chiedevo, questa sorta di "servizio ecologico" svolto dagli ungulati domestici in natura da che tipo di ungulati è svolto principalmente ?
Cioè quali sono gli ungulati che contribuiscono di più a mantenere le praterie ? Quando aumentano le popolazioni selvatiche di ungulati ci sono segni evidenti delle regressioni dei boschi o variazioni di specie legate a questi ambienti ?
Ciao, gli ungulati che manterrebbero intatta la prateria sono quelli in grado di digerire maggiormente le fibre e la cellulosa, in sostanza piccoli arbusti. Sono definiti "brucatori" in contrapposizione ai "pascolatori", da cui si differenziano per avere il rumine più piccolo; ne fanno parte il capriolo (strettamente brucatore) e l'alce. Poi ci sono gli intermedi: cervo, capriolo, daino, stambecco e fra i domestici la capra. Per quanto riguarda i brucatori fra i selvatici c'è solo il muflone. Per capirne il tipo di alimentazione tieni presente che il brucatore per eccellenza è la vacca.