ATTENZIONE! A causa dello stato di grave minaccia nel quale si trovano attualmente gli anfibi, dovuta non solo all'alterazione degli habitat, ma anche alle patologie legate alla chitridiomicosi e alla possibilità che appassionati e studiosi di anfibi possano diventare vettori involontari del contagio durante le escursioni, invitiamo tutti gli utenti del forum ad avere particolare cura quando ricercano o fotografano questi animali. Considerata inoltre la delicatezza necessaria nel maneggiare gli anfibi, onde evitare emulazioni da parte di persone inesperte, che potrebbero causare danni agli animali, invitiamo gli utenti a non postare foto di esemplari tenuti in mano. Questo tipo di foto d'ora in poi saranno rimosse. Eventuali foto inerenti studi o indagini scientifiche possono essere postate previa autorizzazione da parte dei moderatori di sezione o degli amministratori. Grazie a tutti per la collaborazione
Spettacolari!!! Complimenti per la bella esperienza vissuta e per le foto!
Che importa se le miniere si riempiono di apparecchi elettronici e scorie nucleari, il mio giardino è in ordine e pieno di fiori; che importa se le foreste diventano pellet da combustione, a me l'ossigeno non manca; che importa da dove viene ciò che mangio, basta che ci sia da mangiare; che mi importa di montagne che crollano a suon di martellate, quando la mia casa sta in piedi...
Se solo potessi rendermi conto che è il mondo la mia casa...
Dopo aver trovato gli euprotti mi piacerebbe tanto incontrare anche i loro corregionali "terricoli"!
E allora ti tempesto di domande (poi, se vuoi, mi rispondi)!
1) Li hai trovati all'aperto (come sembra dalla prima e dalla terza foto) o in grotta (come parrebbe dalla seconda)? 2) È vero che escono solo d'inverno o è possibile trovarli all'aperto anche in altre stagioni? O meglio: che temperature desiderano? 3) Corrisponde al vero la storia del profumo di vaniglia?
Barbaxx
Modificato da - Barbaxx in data 12 gennaio 2011 21:09:47
1) ti dico solo che se il substrato della seconda foto pensi sia roccia ti sbaglieresti, è un tronco, e in particolare un tronco marcescente; per le altre due foto sono ovviamente state scattate all'aperto. 2) non ti consiglio di associare le vacanze estive in Sardegna alla ricerca dei geotritoni, specialmente all'aperto, se sei fortunato li trovi in grotta. 3) vaniglia? in effetti in quest'ultimo incontro il profumo era abbastanza delicato, non sapeva di pesce come in altre occasioni, più che altro sarebbe meglio notare la quantità di secreto che questa popolazione, in cui mi sono imbattuto, produce.
Lieto di discutterne ancora. Marco
I giardini che seguirono le foreste, accompagnarono l'uomo nel deserto. Link Link
Altra domanda per "il grigio": il mese di marzo è troppo tardi per trovare i geotritoni all'aperto? La zona in cui (forse) potrei andare è quella del sarrabusensis...
Marzo sarrabusensis??? è possibile! Micosi? no, è la secrezione irritante, tipico atteggiamento difensivo/offensivo, anche se a pensarci bene anche l'intensa colorazione potrebbe fare desistere i predatori. Barbaxx quando scendi in Sardegna, se ti fa piacere posso farti accompagnare da un ragazzo bravo. Poi il sarrabusensis è rintracciabile in ogni stagione...
I giardini che seguirono le foreste, accompagnarono l'uomo nel deserto.
Ciao a tutti, contribuisco anche io con qualche foto:
Immagine: 130,6 KB
Secrezione: Immagine: 220,24 KB
Oltre ad osservare il comportamente difensivo tipico di questa specie abbiamo potuto assistere anche ad un caso di parassitismo da parte di ben 4 sanguisughe (credo Batracobdella algira), che evidentemente non sono per nulla infastidite dalla sectrezione del geotritone
Bravissimi Marco e Matteo! Nella mia esperienza con Speleomantes italicus mi è capitato di rado di osservare questo secreto bianco e soprattutto mai a questi livelli....ma che gli avete fatto poveretti!!??
Davvero molto interessante la foto con le sanguisughe!
Recentemente è uscito un lavoro di Antonio Romano, Felix Amat, Xavier Rivera, Giuseppe Sotgiu, Salvador Carranza: Evidence of tail autotomy in the European plethodontid Hydromantes(Atylodes)genei(Temmick and Schlegel,1838)(Amphibia: Urodela: Plethodontidae) Dove sono riportati casi di autotomia della coda nel genei e c'è anche un riferimento a osservazioni simili sul sarrabusensis. E' stato ipotizzato che l'autotomia si sia mantenuta in queste specie in quanto la loro diffusione comprende totalmente (sarrabusensis) o in maggior parte (genei) ambienti privi di grotte, e che quindi le due specie abbiano un'attività maggiormente legata al suolo rispetto alle altre. Siccome sarrabusensis e imperialis sono molto affini, mi chiedevo se anche quest'ultima specie possa ricorrere all'autotomia o magari abbia sviluppato maggiormente le secrezioni irritanti. Voi che avete esperienza con entrambe le specie, avete notato differenze nei metodi di difesa?
Una persona non dovrebbe mai lasciare tracce così profonde che il vento non le possa cancellare.
M. Favelli, R. Repetto, G. Sotgiu, S. Bovero, Preliminary observations on tail autotomy in Sardinian cave salamander (Speleomantes imperialis sarrabusensis), in Marco A. Bologna, Massimo Capula, Giuseppe M. Carpaneto, Luca Luiselli, Carla Marangoni, Alberto Venchi Atti del 6° congresso nazionale Societas herpetologica italica. Roma, Museo Civico di Zoologia, 27 settembre - 1 ottobre 2006; Latina: Edizioni Belvedere, 2007
Ciao ragazzi, sinceramente il primo ed ultimo esemplare di geotritone sardo con coda mozzata, e presumibilmente in rigenerazione, l'ho potuto osservare in quest'ultima escursione nell'areale dello Speleomantes imperialis, mai prima. Non ho ancora letto il lavoro di Romano et al. ma l'ipotesi dell'uso dell'habitat diverso per genei e sarrabusensis rispetto alle altre specie Sarde mi lascia un pò perplesso, in rapporto al tasso di autotomia della coda; anche nelle altre popolazioni gli individui "non vedono l'ora" di uscire dai nascondigli o dalle grotte per alimentarsi e non lo fanno certamente di giorno, in linea di massima, ma di notte. Dai Giacomo non è poi così difficile fare "alterare" un geotritone... A presto Marco
I geotritoni sardi fanno eccezione... Mi ricordo di averne osservato qualcuno, mi pare fossero misti tra flavus e supramontis, ma non vorrei sbagliarmi, nel vivaio dell'università di scienze naturali, qui a Firenze. Fui incaricato della loro "manutenzione" per un breve periodo... Ricordo infatti che se disturbati anche poco si contorcevano su sè stessi emettendo questo liquido, anche se non nelle quantità che si vedono in foto per questi imperialis, molto molto puzzolente! Tanto che Paolo (Malenotti) mi raccontò di questo aneddoto: In una delle sue numerose scampagnate con il Lanza in Sardegna, una volta alzarono un grosso masso, in mezzo ad una arida steppa, e sotto vi trovarono un buco molto profondo che dava su una piccola grotta... Ebbene questa grotta era piena di geotritoni, non ricordo di quale specie; solo che con le mani non arrivavano a raccoglierli... quindi Paolo reggeva Bettino per i piedi mentre quest'ultimo penzolava a testa in giù dentro la grotta, come un pipistrello, con il cappietto da lucertole in una mano e la torcia nell'altra... Paolo mi disse che al Lanza tremavano moltissimo le gambe, ma non per la paura quanto per l'emozione! E mi disse, anche, che dopo averne raccolti tre dentro quella grotta non ci si poteva più stare, a causa del fetore che tutti gli altri geotritoni, allarmati, avevano generato col loro secreto...
Che importa se le miniere si riempiono di apparecchi elettronici e scorie nucleari, il mio giardino è in ordine e pieno di fiori; che importa se le foreste diventano pellet da combustione, a me l'ossigeno non manca; che importa da dove viene ciò che mangio, basta che ci sia da mangiare; che mi importa di montagne che crollano a suon di martellate, quando la mia casa sta in piedi...
Se solo potessi rendermi conto che è il mondo la mia casa...