Oggi voglio aprire una bella nuova discussione sui paesaggi dei Simbruini, ovviamente sono ben accetti contributi! Ai confini con l’Abbruzzo e tutelati da un grande parco regionale, i Monti Simbruini sono una delle aree montane più estese e suggestive del Lazio. Caratterizzate da immense foreste di faggio e da numerosi altopiani interni, queste montagne presentano altresì vette che superano i 2000 metri come il Monte Viglio (2156 m. s.l.m.), che d’inverno si trasformano in una qualificata palestra per gli alpinisti. Vi nascono due fiumi, l’Aniene (che da quasi 2000 anni rifornisce d’acqua Roma) ed il Simbrivio, da cui prende il nome la catena e che significa “sotto la pioggia”. Infatti i Simbruini sono assai piovosi e sono famosi fra gli escursionisti per i continui e pericolosi cambiamenti di tempo e per le frequenti piogge. Alle pendici dei Simbruini si trovano poi borghi dal grande fascino come Jenne, Cervara di Roma, Filettino, Vallepietra, Trevi nel Lazio e soprattutto Subiaco, ormai una cittadina vera e propria, piacevole centro di villeggiatura estiva ed invernale, celebre in tutto il mondo per i suoi due magnifici monasteri (il Sacro Speco e Santa Scolastica), in cui San Benedetto iniziò l’esperienza eremitica. Da sempre nota per la sua amenità, al tempo dei Romani la zona dei monasteri sublacensi era però occupata da un’incredibile villa neroniana a più piani, con tanto di tre laghetti, e di cui rimangono copiose tracce. Ecco il Monte Viglio, la montagna-simbolo della zona, in ivste autunnale ed invernale. Peccato per i condomini che sorsero nella Val Granara, ai piedi del Viglio, durante queglianni di follia collettiva e di furia devastatrice dell'ambiente che furono gli anni 60-70... Nonostante ciò il Viglio è sempre un grande spettacolo.
Il viglio offre una delle più belle escursioni dei Simbruini... il sentiero più frequentato parte dal Valico di S. Antonio e si svolge per buona parte su un'aerea cresta.
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Le imponenti pareti che difendono la montagna sul versante abbruzzese.
Ai piedi della montagna si trova Filettino, rinomata località di villeggiatura, nota soprattutto agli appassionati di sci per i vicini impianti di Campo Staffi, sorti sempre negli illuminati anni 60-70 e costituiti da ville e palazzine altamente deturpanti, la cui vista d'estate è devastante e non ve la risparmio tranquillamente... Il borgo medievale è invece molto suggestivo, sorpattutto quando si proviene da Trevi nel Lazio.
Un'altra montagna magnifica è il Monte Tarino, alto circa 1900 metri e circondato da immense foreste di faggio... una cima molto più selvaggia e solitaria del Viglio, anche perché assai meno frequentata.
I dintorni del Tarino sono come dicevo caratterizzati da un susseguirsi di foreste, che danno al paesaggio un aspetto maestoso. Non bisogna dimenticare, fra l'altro, che le faggete dei Simbruini e degli Ernici, collegate fra loro senza soluzione di continuità, sono considerate come la più grande foresta di faggio d'Europa (fonte: Italia Nostra). Un patrimonio immenso da difendere per le generazioni future. il romanticismo di queste vedute lascia senza fiato l'animo sensibile:
Anche la zona di Subiaco, cuore del Parco, è di straordinario interesse. A parte i due celebri monasteri benedettini, magnifici monumenti del Medioevo europeo, la natura è ancora caratterizzata dalle grandi faggete, sebbene alle quote inferiori, data lapresenza dell'Aniene, siano le fitte leccete a farla da padrone. Una veduta di Santa Scolastica e Subiaco dal Sacro Speco:
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I colori della faggeta presso Subiaco, in autunno e in inverno, intorno al Monte Autore, la vetta più importante di quest'area dei Simbruini.
Ma forse la zona più suggestiva è quella nel Comune di Cervara di Roma, ove i Simbruini non presentano cime importanti, ma un susseguirsi ininterrotto di pascoli, faggete, pianori e collinette (che un po' ricordano nell'insieme il paesaggio tolfetano) dall'aspetto aspro e poco accogliente. Una zona selvaggia, anch'essa tuttavia colpita negli "anni del cemento" dalla speculazione edilizia, con la costruzione di un villaggio turistico, Campaegli. L'abitato, fatto di ville e villette nel verde, non è inguardabile ma pesa purtroppo la presenza di qualche albergo-ecomostro di fattezze assolutamente indecenti e che si potevano risparmiare. Arroccata su un ardito sperone dei Monti Simbruini, a dominio dell’Alta Valle dell’Aniene, fra foreste e praterie, Cervara di Roma è uno dei borghi più affascinanti ed insoliti della Provincia di Roma. Affacciata su uno straordinario panorama, tra i più belli del Lazio centrale, il borgo conserva intatta la sua struttura medievale, e sorprende per le suggestive sculture nella roccia che si ammirano sulla “scalinata degli artisti”, realizzate da artisti nazionali ed internazionali. La rocca, invece, è stata sottoposta ad un pesante (e discutibile) rimaneggiamento nei decenni passati ed è oggi nota come “la Montagna d’Europa”.
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Pochi sanno che Cervara è da anni il “buen retiro” del grande maestro Ennio Morricone, il quale è stato insignito della cittadinanza onoraria. Pare che su queste montagne ci si sia addirittura sposato, secondo un rito tutto particolare fatto nei pressi di Campaegli. Fra l’altro, a poca distanza, raggiungibile per uno splendido sentiero, si trova il grande e spettacolare altopiano carsico di Camposecco, spesso utilizzato (come tanti altri luoghi del Lazio) per gli “spaghetti western” di Sergio Leone.
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Purtroppo in tempi recenti Cervara è tornata al centro di un nuovo progetto di speculazione edilizia ai danni del vicino altopiano di Campaegli, che ha mobilitato frotte di ambientalisti decisi a non permettere di rovinare del tutto un luogo così ameno. Auspichiamo che il progetto decada definitivamente e che non si torni ad attaccare questo meraviglioso angolo di Lazio e d’Italia.
Uno dei luoghi più affascinanti dei Simbruini è secondo me l'altopiano detto "Campo della Pietra"... Situato nel cuore dei Monti Simbruni, al confine con l’Abbruzzo, il Campo della Pietra anzi forse è uno dei paesaggi di montagna più segreti e misteriosi dell'intero Lazio. Si tratta di un vastissimo altopiano carsico, o meglio di una vera e propria vallata interna, in parte di origine glaciale e in parte derivante dall’azione erosiva di numerosi fossi che lo solcano. Ne deriva una morfologia assai complessa, suddividibile in una zona formata da una serie di grandi prati e in un’altra zona prettamente collinare, segnata dal corso di rigagnoli stagionali, che nei millenni hanno scavato profonde trincee naturali, spesso strettissime. Il paesaggio è quindi un suggestivo contrasto di ameni pratoni, popolati da bovini ed equini, e brulli poggi arrotondati ma fortemente acclivi, che creano scenari singolari e anche un po’ inquietanti per l’asperità e per le pronunciate forme carsiche del terreno, con numerosi menhir e scogli isolati. Alcuni di questi fossi, come il Fioio, sono utilizzati da tempo immemorabile quale transito tra Lazio e Abbruzzo, o meglio tra i due versanti dei Monti Simbruini, oggi ricadenti nelle due regioni. La sensazione è di una wilderness quasi totale, non fosse per alcune domeniche estive, quando la sterrata che attraversa il Campo della Pietra è piuttosto frequentata dalle auto. Ad ogni modo il paesaggio ha un aspetto primitivo e selvaggio, difficile da descrivere anche in foto; e non è raro trovare i segni della presenza di predatori oggi rari come il lupo appenninico. Un altro gioiello che testimonia l’incredibile ricchezza paesaggistica ed ambientale del Lazio, patrimonio, questo, ancora troppo negletto e poco valorizzato. Ma per gli intenditori forse è meglio così: è davvero sublime potersi godere in completa solitudine luoghi del genere, che in molte altre regioni d’Italia sarebbero affollati dai turisti e che invece sono qui sconosciuti agli stessi laziali, spesso molto più interessati a fare gite nei centri commerciali...
Assolutamente accattivante e soprattutto sorprendente. E' una zona che non ho mai indagata, chissà perché, visto che è assai vicina a "casa". Mi sa che aspetterò l'avanzata d'autunno, poi mi farò un giro. Ispirata dalle tue foto. Grazie.
Un paesaggio autunnale nell'articolata Valle del Simbrivio, la più icontaminata e suggestiva dei Simbruini, interessata anche dal fenomeno dei calanchi.