ti ringrazio tantissimo ALberto... in effetti scansionado un dagherrotipo ignoro completamente quale sia il lato sx o dx!!!
Dalla parte superiore c'è l'emulsione. Inoltre il vetro dovrebbe avere una tacca che va posta sempre nello stesso angolo. Scoperto qual'è il primo, per glia altri dovrebbe essere sempre uguale.
L'emulsione sensibile veniva spalmata sul supporto, impressionata e poi sviluppata e fissata. Il supporto in questo caso è il vetro. Poi faranno i film di cleluloide con l'emulsione preparata in fabbrica. Sul vetro veniva spalmata dal fotografo. Se guardi controluce dovresti vedere il lato sul quale c'è stata la spalmatura, questo lato era dalla parte dellobbiettivo.
Per le tacche è vero, sul vetro spesso non ci sono, hanno iniziato con le pellicole a mettere sistematicamente un segno per distinguere al buio la parte emulsionata. Ciao
sul vetro c'è una parte lucida ed una opaca... è la parte opaca quella emulsionata?
A occhio direi di sì. Potresti provare con una punta aguzza a graffiare in un angolino dalla parte liscia, se non asporti niente NON è emulsionata. Ciao
Il castello di Saint Pierre in Val d' Aosta è sede di un bel museo di scienze naturali: una sala è dedicata proprio alle variazioni che ci sono state nel tempo dei ghiacciai valdostani, la foto scattata da tuo nonno, Istrice, potrebbe essere interessante per questi studi.... questo è il sito del museo: Link ciao, Dani
Ciao Aldo, belle le foto che hai messo in rete meriterebbero dei link appositi. Complimenti anche al resto dei partecipanti con relative foto del Mont Blanc. Mi ricordo le mie vacanze estive ormai oltre 50 fa' sacco in spalla e vai nel Wallese a Champex versante svizzero del Monte Bianco. Chi e' in possesso di foto di quel versante le potrebbe mettere in rete, grazie. Un saluto teo
A occhio direi che non sono più dagherrotipi ma lastre asciutte ricoperte di gelatina che sono state utilizzate a partire dalla fine dell'800 L'emulsione sensibile (la gelatina che contiene nitrati d'argento, ad esempio) viene spalmata in assenza di luce o con lampada di sicurezza su un supporto rigido e trasparente e quindi impressionato. L'immagine latente viene sviluppata e poi fissata. E' però in negativo : la parte colpita dalla luce rimane e opacizza il supporto quella non illuminata viene lavata via nello sviluppo. Si inpressiona allora un'altro supporto emulsionato che non serve che sia trasparente perché dà un'immagne negativa di un negativo, quindi positiva, si sviluppa e si fissa. Voilà.
Sì, le lastre di vetro (rigide e trasparenti) di grandi dimensioni venivano impressionate , sviluppate, fissate e poi stampate a contatto, usando il sole come lampada, sulla carta.
Ciao
Bruno
Modificato da - bruno in data 04 marzo 2006 00:18:43
Obviusly, e anche la macchina fotografica, che era lunga quanto larga, una cassa con tanto di treppiede e del peso di 20-25 Kg.
Un po' dopo il signoer Eastmann inventò la KODAK (il nome non vuol dire niente) Con un rullino da 100 foto che veniva sviluppato dai suoi laboratori. E nacque la fotografia popolare.
Sì è proprio un porta lastre. Se lo studi un po' dovresti scoprire come facevano a caricare e scaricare la macchina senza che queste prendessero luce. Belle macchine. Ciao