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entomologo89
Utente Junior

Città: Italia


23 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 settembre 2011 : 22:00:02 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Salve a tutti, sto facendo una ricerca, volevo chiedervi se vi sono in Italia molluschi d'acqua dolce che siano stati in passato o siano attualmente consumati in quanto commestibili. Sto facendo una ricerca in generale sui molluschi d'acqua dolce e vorrei dedicarne una parte (se vi sono casi) alla loro commestibilità e all'uso tradizionale culinario...ma per ora non ho trovato nulla a riguardo! Eppure mi pare strano che nessuno mollusco d'acqua dolce italiano sia commestibile e venga o sia stato consumato...qualcuno sa aiutarmi?

Mi trovate anche su Link nel mondo degli insetti.

Subpoto
Moderatore


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


9021 Messaggi
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Inserito il - 27 settembre 2011 : 23:48:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per quanto ne so nessun mollusco d'acqua dolce è consumato abitualmente o tradizionalmente, anzi se ne sconsiglia vivamente l'uso, specialmente dei gasteropodi perché sono ospiti intermedi di molte malattie che possono contagiare l'uomo.
Considerando lo stato delle nostre acque interne è sconsigliato anche il consumo di bivalvi che come è noto concentrano i batteri presenti nell'acqua diventando delle vere bombe batteriologiche.
Si è parlato sul forum di cinesi che pescavano Corbicula fluminea per cibarsene,ma non so se è vero o è solo una legenda metropolitana.



La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro
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ugandensis
Utente Senior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


1263 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 28 settembre 2011 : 11:32:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Una persona degna di fede mi ha detto che in certe zone della Toscana, nell'immediato dopoguerra, era cosa normale consumare gli unionidi (non so bene quale specie) allo stesso modo come oggi noi facciamo le vongole.
Penso che se vengono da ambienti "sani", cioè se si può ragionevolmente escludere l'accumulo di metalli pesanti o altri veleni, dei batteri non ci si deve preoccupare granchè, visto che la cottura sterilizza tutto.... mica ne facevano "carpaccio" !
Poi magari organoletticamente sono buonissimi oppure fanno schifo, questo non lo so.

A me la tentazione di provare era venuta, quando trovai una nutrita colonia di Unio pictorum in un limpidissimo laghetto collinare qua in Toscana... poi però passai alla Coop e la serata finì con linguine alle vongole veraci.

"...ho visto nina volare/ fra le corde dell'altalena/
un giorno la prenderò/
come fa il vento alla schiena.."

Modificato da - ugandensis in data 28 settembre 2011 11:33:03
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Subpoto
Moderatore


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


9021 Messaggi
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Inserito il - 28 settembre 2011 : 12:06:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Forse l'ipotesi che non abbiano un sapore eccezionale è plausibile, nelle escargotieres delle grotte dell'uomo neolitico sono state trovate grandissime quantità di gusci di gasteropodi terrestri ma non mi risulta che ci fossero resti di bivalvi o di gasteropodi di acqua dolce.
Eppure all'epoca mangiavano di tutto,in grotte presso il mare vicino Palermo sono state trovate grandi quantità di gusci di Patella ferruginea che essendo dura e callosa non è il massimo dell'appetibilità.



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Sandro
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Ermanno
Moderatore


Città: Longare
Prov.: Vicenza

Regione: Veneto


6436 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 28 settembre 2011 : 14:22:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Qui nel vicentino, nei siti perilacustri delle Valli di Fimon sono stati trovati dei depositi di gusci, composti in prevalenza da Anodonta e Unio, con pochi gasteropodi del genere Viviparus.

Ermanno
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Subpoto
Moderatore


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


9021 Messaggi
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Inserito il - 28 settembre 2011 : 14:56:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Grazie Ermanno,molto interessante questa notizia, forse la scarsità di notizie a riguardo è dovuta alla precaria conservabilità dei gusci in ambiente umido e probabilmente acido.
Sarebbe interessante sapere se la scarsità di reperti di Viviparus rispetto ad Unio sia dovuta alla fragilità del guscio dei primi più difficilmente conservabile nel deposito o alla minore appetibilità degli stessi.
Se hai il pdf del lavoro mi interesserebbe leggerlo.




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Sandro
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entomologo89
Utente Junior

Città: Italia


23 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 28 settembre 2011 : 14:58:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie a tutti, mi state davvero dando informazioni interessantissime!

Mi trovate anche su Link nel mondo degli insetti.
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vill
Utente Senior

Città: Castelnovo di Sotto
Prov.: Reggio Emilia

Regione: Emilia Romagna


638 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 28 settembre 2011 : 16:48:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao,
a proposito di commestibilità dei molluschi acquatici.
Che i cinesi raccolgono Corbicula per mangiarle l'ho scritto io in quanto vi ho assistito in una spiaggia del Po, comunque in Asia, più precisamente nel sudest è abitualmente consumata.
Altra nota, risalente agli anni '80; ero andato in un grande canale di bonifica della mia zona durante lo svuotamento invernale per prelevare grossi bivalvi, ad un certo punto sono arrivati dei Vietnamiti con dei secchi e si sono messi a raccogliere Anodonta ed Unio tra lo stupore mio e dei pescatori. Sicuramente lo hanno fatto a scopo alimentare e non per hobby.

Viller
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Subpoto
Moderatore


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


9021 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 28 settembre 2011 : 17:34:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Grazie vill per la precisazione,ricordavo la notizia ma avevo perso i particolari.
I vantaggi dell'età!!!
Ora è confermata.
Le corbicule sono proprio originarie del sud-est asiatico una zona ad altissima concentrazione antropica dove ogni fonte di proteine è benventuta.



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Sandro
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Danius
Moderatore


Città: Bastia
Prov.: Ravenna

Regione: Italy


3056 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 28 settembre 2011 : 17:49:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ricordo una visita guidata al Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo, in cui il direttore, se non erro, mostrò dei nicchi di Planorbarius corneus dell'età del Bronzo o del Neolitico, ritrovati in un chiocciolaio, e quindi utilizzati a scopo alimentare. Puoi provare a contattare lo staff del Museo, sicuramente avranno più dettagli sull'argomento.
Anche un mio amico, da bambino, provò a nutrirsi di una Anodonta in golena, ma non ne è rimasto molto soddisfatto.

La Rana non s'ingozza mai di tutta l'acqua dello stagno in cui vive
[Proverbio Sioux Teton]

Modificato da - Danius in data 28 settembre 2011 17:52:25
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


2327 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 28 settembre 2011 : 21:35:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per i molluschi d'acqua dolce in tempi storici ci sono due testimonianze che attestano il consumo dei grossi bivalvi in Veneto. Il primo e' Georg von Martens, 1824 che delle specie seguenti dice (trad. mia):
Anodonta anatina: talvolta e' mangiata dai contadini
Unio pictorum: disprezzata come cibo
L'altro e' A. Massalongo (1860?)
Taluni mangiano le specie di questo e dei due seguenti generi [Anodonta, Alasmodonta, Unio] sebbene abbiano la carne assai dura e non saporita.
Sembrerebbe un fenomeno marginale, legato alla poverta' piu' che ad una tradizione culinaria. Ciao,

fern



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Ermanno
Moderatore


Città: Longare
Prov.: Vicenza

Regione: Veneto


6436 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 29 settembre 2011 : 12:07:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per Alessandro.

Nei rilevamenti dei siti sono solo indicati i depositi di gusci, non ci sono classificazioni ... quelle sono mie in base ad alcuni campioni che mi hanno fatto vedere... c'era in quel tempo da parte del museo di Vicenza, l'idea di farci un lavoretto sopra, ma poi non sembrò così importante.
Con quello che hai scritto ... la cosa sembrerebbe guadagnare di peso.

Ermanno

PS.
I gusci sono veramente malconservati ... pochissimi i resti di cerniere ... ma in ogni caso significativi ad occhio.
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


2327 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 29 settembre 2011 : 13:05:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anche i fratelli Villa (1844 ?) ne hanno accennato, ma in negativo:
Un piu' accurato studio potrebbe ... accertare in qual tempo certe bivalvi siano veramente venefiche e in quali possano offrire innocuo alimento, utile ai litorani dei fiumi e dei laghi, ove sono piu' copiose.
parole che lasciano intendere un serio rischio per chi li mangiava, prima ancora dell'era industriale

p.s. il lago Fimon era menzionato nell'800 per l'incredibile abbondanza di grossi bivalvi. Oggi finisce nelle cronache TV per il gambero della Louisiana.

Modificato da - fern in data 29 settembre 2011 13:10:44
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ugandensis
Utente Senior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


1263 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 29 settembre 2011 : 14:30:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi sa che si fa confusione.... io posso consumare quello che voglio a patto che:
1)Non sia di per sè tossico.
2)Non sia contaminato da veleni che potrebbero porre a rischio la mia salute.

Io credo che quei grossi bivalvi siano stati usati da sempre per mettere qualcosa nel piatto. Velenosi non sono, almeno non ho trovato nessuna evidenza in merito.
Ma ora mi avete stuzzicato, e a breve avrete un report con una nuova ricetta.... se non lo vedete in tempi brevi vuol dire che sono morto causa ingestione di Unio.


"...ho visto nina volare/ fra le corde dell'altalena/
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Subpoto
Moderatore


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


9021 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 29 settembre 2011 : 15:59:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Caro uga BUON APPETITO, ma non ti seguo.

Che non siano un piatto prelibato mi sembra che sia assodato.

Il problema che si poneva ai tempi del Villa era perché a volte i molluschi potevano generare colera,febbri tifoidee e quant'altro mentre in altre occasioni non erano causa di malattia.
Il problema era che ai sapeva poco o niente delle diffusione dei batteri e del potere di concentrarli da parte dei bivalvi,senza andare troppo indietro anche a memoria nostra il consumo di mitili crudi ha causato epidemie di colera.

Per Ermanno credo che un lavoro sui ritrovamenti di depositi di nicchi di molluschi dulciacqucoli potrebbe essere molto interessante,l'unico problema che vedo è il dimostrare che effettivamente fosse un deposito di gusci utilizzati per uso alimentare e non un accumulo naturale formatosi in un fango anaerobico piuttosto frequente in ambienti lacustri e lagunari.
Credo che nelle comunità lacustri fosse un cibo abituale insieme al altre gustose vivande che non ci sogneremo neanche di assaggiare.
Sembra che solo il 10% delle risorse provenissero dalla nobile arte della caccia praticata dagli uomini mentre il restante 90% provenisse dell'umile raccolta delle donne.



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Sandro
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Danius
Moderatore


Città: Bastia
Prov.: Ravenna

Regione: Italy


3056 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 01 ottobre 2011 : 12:23:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quante notizie! Evidentemente molti nostri antenati devono averci provato, magari con esemplari crudi , sempre con le vecchissime regole da cacciatori/raccoglitori... e grazie alle antenate dunque per essere in qualche modo ancora qua

La Rana non s'ingozza mai di tutta l'acqua dello stagno in cui vive
[Proverbio Sioux Teton]
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