ATTENZIONE! Considerata la situazione in cui versa la grande maggioranza delle acque pubbliche italiane, il Forum di Natura Mediterraneo ricorda che l’immissione non autorizzata di qualsiasi specie di pesce in acque pubbliche è illegale in quanto può mettere a rischio gli equilibri ambientali e minacciare gravemente la biodiversità. Particolare pericolo è rappresentato dall'introduzione di qualunque specie alloctona. In linea di principio sono da preferirsi immagini di pesci nel loro ambiente naturale o collocati temporaneamente in un acquario fotografico. Le foto di pesci morti sono in generale permesse solo in caso di individui deceduti per cause naturali (es: morie dovute a crisi anossiche o ad essiccazione di bacini, predazione, ecc.). Foto di individui morti dopo essere stati pescati sono ammesse solo in presenza di un reale interesse scientifico della cattura e comunque possono essere pubblicate solo dopo consultazione dei moderatori della sezione. Le foto di individui pescati (fotografati su nasse, retini o in mano) sono ammesse quando si tratti di individui in buona salute e ritratti nei pressi dell’ambiente di cattura, dunque non è possibile (in assenza di interesse scientifico, sempre previo consenso dei moderatori) pubblicare foto di pesci vistosamente feriti (eccettuate naturalmente le normali ferite dovute all’amo), colpiti con il raffio, tenuti tra le mani asciutte o fotografati in ambienti evidentemente lontani dal luogo di cattura (parcheggi, abitazioni, cucine, etc.). Non è inoltre consentito pubblicare nella sezione fotografie di pesci trattenuti in maniera scorretta (ad. es. per gli occhi).
Questo piccolo ciprinide, dall'aspetto dozzinale, banale e poco vistoso, è in realtà una specie molto rara e a rischio critico di estinzione totale, endemica ed esclusiva dei bacini di Arno, Tevere e Ombrone: Si tratta del Cavedano etrusco Squalius (ex Leuciscus) lucumonis, ben caratterizzato rispetto a tutti i Ciprinidi ad esso affini. Dopo tanti anni che lo cercavo (invano), dopo avere perfino dubitato della sua esistenza, l'ho finalmente incontrato ed ho oggi il piacere di sottoporvelo.
Nicola Immagine: 254,86 KB
Modificato da - ugandensis in Data 23 marzo 2009 08:51:38
Interessante... Non una sottospecie quindi, ma una specie a sè stante. Non conoscevo l'esistenza in Italia, di una seconda specie di cavedano. Quali sono i caratteri morfologici che lo differenziano dal più comune (ex) Leuciscus cephalus ? Davide.
Sì, è una buona specie: per anni è stato "sospettato" di essere soltanto un incrocio fra Cavedano comune e Rovella, ma oggi c'è accordo nel ritenerlo specie a sè, fra l'altro riconosciuta da Fishbase e da IUCN. Rispetto al Cavedano comune è più piccolo (max 18 cm), ha corpo più alto, testa più piccola, colorazione di solito più scura a parità di condizioni ambientali. Ha uno-due raggi in meno sia sulla dorsale che sull'anale, un numero minore di branchiospine e di scaglie in serie laterale. E' pazzesco che la specie sia passata inosservata per secoli, descritta solo nel 1983, e riconosciuta ufficialmente da pochi anni.
... e non riconosciuta da tutti, Zerunian, per esempio, la mette in sinonimia con il cavedano comune. Bello, pur vivendo a 250 m dall'Ombrone non credo di averlo mai visto.
... e non riconosciuta da tutti, Zerunian, per esempio, la mette in sinonimia con il cavedano comune.
Vero. E' anche vero che ipotizzarne un'origine ibrida aveva un senso, almeno fino a quando non ci sono venute in aiuto le indagini molecolari. Meno senso ha (con tutto il dovuto rispetto per Zerunian) pretendere di sinonimizzarlo con una specie, come il Cavedano, assolutamente omogenea in tutto il suo areale e per giunta ad esso simpatrica nei tre bacini del piccolo areale dell'etrusco.
No no, il Cavedano è un'altro pesce.... Almeno facendo riferimento a Ittiofauna.org, a IUCN e a Fishbase..... e ad un po' di sano istinto tassonomico
Prima di tutto..grazie per la condivisione di queste informazioni. Secondo..che bello , mettere il pesciolino in un spazio ristretto! gli si aumentano gli atti respiratori, con conseguente aumento di richiesta di ossigeno! Terzo..la tecnica di tenerlo in mano, con la conseguenza di fargli collassare le branchie, è anche una bella tecnica di tortura.
Ora capisco perchè mio nonno, mio padre e le persone anziane chiamavano il cavedano con il termine vernacolare "squalo". Un motivo c'era e veniva da molto lontano. Saluti, Maurizio.
"i dilettanti hanno costruito l'arca, i professionisti il Titanic"...anonimo...
Ciao anche io, nonostante mi sia trovato d'accordo con Zerunian in molteplici occasioni (Gobio benacensis, Salmo cettii, ecc), stavolta sono d'accordo sulla validità della specie. Belle foto davvero comunque. Nota per PaolinoB: Come lo fotografi un pesce se non lo metti in un acquarietto o lo tieni in mano? Ti assicuro che pesci presi in mano (bagnata) per qualche secondo o fino ad un minuto, se non è caldo, sono poi sopravvissuti senza problemi per anni negli acquari pubblici della mia città.
Paolino, ti assicuro che non c'è stato nessun intento malvagio nella realizzazione di quelle foto. Sono state fatte con i normali accorgimenti che si usano per fotografare piccoli pesci senza arrecare loro alcun danno. In un acquario fotografico il pesce non va in ipossia, a meno che tu non lo dimentichi sotto il sole a picco a ferragosto. In questo caso, poi l'acqua era a 5°C, quindi una condizione di ipossia, anche volendo, era tecnicamente impossibile da realizzarsi. Poi. Un pesce estratto dall'acqua va comunque incontro a collasso delle lamelle branchiali (se no che branchie sarebbero? ). E' il motivo per cui i pesci, fuori dall'acqua, muoiono..... e questo avviene nel giro di alcuni minuti per poche, delicate specie; in diverse decine di minuti nella maggior parte delle specie; in giorni o addirittura settimane in specie che hanno sviluppato particolari adattamenti. Estrarre dall'acqua un pesce per una manciata di secondi per fare un paio di scatti equivale, a tutti gli effetti, a non fare nulla. Senza nessun intento polemico, solo per chiarezza. Ciao
ciao nicola prima di tutto GRAZIE per le foto e le interessanti informazioni
leggo sul tuo post che si tratta di una specie endemica, molto rara, a rischio critico di estinzione totale, e che tu stesso l'hai cercata invano per anni, quindi suppongo sia (ormai) estremamente localizzata
domanda: esiste al momento una qualche iniziativa concreta, o almeno qualche progetto, per la salvaguardia della specie, o il tutto si riduce a una protezione (ad es. nell'ambito di aree protette) che esiste solo sulla carta? o magari nemmeno quello?
maurizio
quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato, allora ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare
Ciao. Prima di tutto una precisazione, perchè ho scritto un'inesattezza: la specie non è "a rischio critico": nella Red List IUCN è classificata EN, cioè "in pericolo", che è una collocazione intermedia fra "vulnerabile" e "a rischio critico"; in ogni caso la situazione è brutta. Alla tua domanda, la risposta purtroppo è NO, e avanzo un paio di ipotesi sul perchè: - La specie non riveste assolutamente alcun interesse per l'industria alimentare, nè per la pesca sportiva o professionale, e non ha valore come pesce ornamentale nè come strumento di lotta biologica
- Su cento pescatori sportivi, forse tre sono a conoscenza dell'esistenza di questa specie, e forse uno è in grado di identificarla.
In altre parole, con un po' di cinismo, è un pesce perfettamente sconosciuto che non "serve" a nessuno... per ora accontentiamoci che sia inserito in All. III della convenzione di Berna, e nell'All. II della Direttiva CEE n. 92/43. Anche se è solo un proforma..... ahimè
Fino a non più di due anni fa il dibattito sulla validità della specie L (oppure S.) lucumonis era ancora aperto. Le posizioni scettiche, anche in ambito AIIAD, erano diverse.
Posso chiderti, Ugandensis, di postare qualche riferimento ai risultati delle indagini molecolari che ha citato?
L'ho postato come lucumonis dopo aver avuto conferma dal dr. Porcellotti, a cui ho sottoposto alcune immagini che non gli hanno lasciato dubbi; senza un parere autorevole, io che mai lo avevo visto dal vivo, sarei stato più prudente. Però, intanto, avendolo avuto in mano e avendolo osservato con attenzione nel microacquario da fotografia, io che non sono nessuno per dire cos'è, posso però dire con sicurezza cosa non è. E non è un cavedano. E non è un vairone, nè una rovella, nè un triotto.
Per questo, fra tutte le ipotesi praticabili, mi sento di escludere la sinonimia.
Vedremo cosa dirà fishbase... io per ora, dopo averlo visto, sono fra i sostenitori della specificità.
Fishbase a parte, che è in fin dei conti un "semplice" e vastissimo data base, sarebbe fondamentale, per il supposto cavedano etrusco e per altre eventuali specie una minima convergenza a livello nazionale tra gli esperti , riconosciuti come tali dalle istituzioni , per coordinare le eventuali azioni di tutela (o per dire: scusate, abbiamo scherzato!).