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Angelo p
Utente Senior
   
 Città: Albenga
Prov.: Savona
Regione: Liguria
3071 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 agosto 2008 : 17:19:08
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Nell'alta Valle Tanaro, al confine della provincia di Cuneo con la Liguria e con la Francia, ci sono alcune montagne interessanti, almeno per noi liguri che ci facciamo impressionare dalle quote over 2000. Per salire verso una delle tante (il Pizzo di Ormea) si passa accanto ad una collina che è uno sfasciume unico di massi e pietrisco e sono stato attratto dalla composizione di questo sfasciume. Dopo una osservazione attenta coadiuvata anche dalla "prova temperino" ho accertato trattarsi di rocce quarzitiche, stranamente, perché è risaputo in zona, che il gruppetto di montagne -appartenenti alle Alpi Marittime- Pizzo d'Ormea, Mongioie e Marguareis sono tutte dei grossi ammassi di roccia calcarea (il Marguareis è ricco di pozzi e grotte dove ogni tanto si calano speleologi italiani e francesi). Dalla osservazione di cui sopra, ho anche notato che lo sfasciume in questione è di origine sedimentaria: depositi di sabbia e ciotoli di quarzite, come si può vedere da questa foto:
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a p
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Modificato da - Angelo p in Data 11 agosto 2008 17:38:27
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Angelo p
Utente Senior
   

Città: Albenga
Prov.: Savona
Regione: Liguria
3071 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 agosto 2008 : 17:32:57
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Ma il mio stupore più grande è stato l'osservare che, nonostante la tenacia del conglomerato, molti di questi massi hanno delle evidenti linee di erosione come si può notare da quest'altra foto:
Immagine:
269,41 KB
Le foto sono state scattate a quota 1700 m circa, può essere che a quella altitudine ci passasse un fiume che ha segnato così quelle rocce? Chi mi sa dare una spiegazione al quesito della arenaria (che cosa ci fa lì?) e che attendibilità può avere l'ipotesi di un fiume a quella quota? Grazie. a p |
Modificato da - Angelo p in data 11 agosto 2008 17:39:35 |
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maxthewildcat
Utente V.I.P.
  
Città: roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
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Inserito il - 11 agosto 2008 : 20:33:39
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non conosco la zona nel dettaglio, ma la presenza di arenarie non mi stupisce più di tanto, è noto infatti che alla base delle successioni sedimentarie mesozoiche in più punti affiorano porfidi quarziferi, gneiss quarzitico-sericitici (vedi note carta geologica d'italia 1:100.000 foglio 91); inoltre, la zona delle alpi liguri, dall'eocene è stata tra le prime ad essere interessate da sedimenti flyschoidi, tra i cui termini, nell'eocene inferiore, sono riconosciuti calcareniti a tratti conglomeratiche (luteziano) stratigraficamente sotto a scisti arenacei con brecciole e calcari (che direi potrebbero essere quelli della foto)....
---------------------------------------------------------------------------- geologo, per lavoro faccio altro, musicista per hobby, trekker amatoriale, aspirante fotografo e aspirante abitante di un mondo migliore.......
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Angelo p
Utente Senior
   

Città: Albenga
Prov.: Savona
Regione: Liguria
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Inserito il - 12 agosto 2008 : 10:03:34
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Grazie Max. a p |
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Hulko
Utente V.I.P.
  

Città: Siena
254 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 agosto 2008 : 20:10:32
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Dalle foto che hai messo direi che quelle non sono arenarie ma bensi conglomerati sabbiosi, con i ciottoli prevalenentemente quarzosi. Mi ricordano tanto, a vederli così, quei depositi continentali o marini Triassici alla base della successione mesozoica (che poi costituisce i calcari del marguarais), spesso metamorfosati, che prendono generalmente il nome di Verrucano e che rappresentano i primi depositi a testimonianza dell'apertura dell'oceano tetitidico. Prova a guardare su una carta geologica con che nome le chiamano! Quelli che vedi come tracce d'erosione mi sembrano strutture sedimentarie primarie, e poi non capisco perchè tiri in ballo un fiume.... anche se rappresentano depositi fluviali... questi possono (anzi sono) essersi formati e poi essere stati sollevati durante l'orogenesi!
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"Il tutto è più della somma delle singole parti" B.Pascal |
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Angelo p
Utente Senior
   

Città: Albenga
Prov.: Savona
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3071 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 agosto 2008 : 08:27:03
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| Messaggio originario di Hulko:
Dalle foto che hai messo direi che quelle non sono arenarie ma bensi conglomerati sabbiosi,........
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Beh... non formalizziamoci sulla terminologia esatta, non sono un competente di questa materia, altrimenti non chiederei a voi..... L'origine di una arenaria o di un conglomerato sabbioso possono essere le stesse? O mi sbaglio.
| ....... e poi non capisco perchè tiri in ballo un fiume.... anche se rappresentano depositi fluviali...
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ma allora il fiume c'entra! O potrebbe averci a che fare.
| ....... questi possono (anzi sono) essersi formati e poi essere stati sollevati durante l'orogenesi!
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E questo è quello che volevo sapere! Quindi questi sedimenti (che io vedo abbastanza tondeggianti quindi di origine fluviale?!) si sono formati a quote più basse dell'attuale e poi sono stati sollevati durante la formazione di quella catena montuosa? Aiutatemi a capire, grazie. a p
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Hulko
Utente V.I.P.
  

Città: Siena
254 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 agosto 2008 : 13:22:55
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Allora...per la terminologia non voleva essere una critica eh! solo una puntalizzazione! mi scuso se il tono sembrava un pò "acidulo"!! L'ambiente di origine di arenarie e conglomerati possono essere lo stesso si, anzi, spesso lo sono. In passato la predominanza di sabbie (che poi formano le arenarie) o di conglomerati veniva preso come elemento indicativo per le interpretazioni paleoambientali. Oggi non è più così. Alla fine se provi a pensare ad un ambiente fluviale o ad un ambiente costiero, ti accorgi che sabbie, conglomerati e limi sono frequentemente e intimamente associati. Dalle foto non riesco a capire se sono davvero sedimenti fluviali anche se l'aspetto li ricorda molto... Se per caso hai una carta geologica della zona leggi con che nome li chiamano, così potrò darti informazioni maggiori! In ogni caso, di certo, sono sedimenti che si sono formati e poi sono stati interessati dall'orogenesi che li ha deformati e sollevati. Anche i calcari del Marguareis, per esempio, hanno subito la stessa sorte. Si sono formati in un ambiente marino poco profondo e solo dopo sono stati sollevati e deformati dall'orogenesi alpina... Spero di poterti essere utile! Ivan
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Angelo p
Utente Senior
   

Città: Albenga
Prov.: Savona
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Inserito il - 13 agosto 2008 : 19:14:57
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Grazie Ivan per la tua pazienza e adesso comincio a capire qualcosa di più. Non possiedo cartine geologiche ma, se dici che possono aitarmi a capire ancora meglio, le cercherò. Un'ultima domanda poi non ti "rompo" più: tu dici "Anche i calcari del Marguareis, per esempio, hanno subito la stessa sorte....."; come è possibile che nella orogenesi di quella catena ci siano montagne lontane pochi chilometri (in linea d'aria) ed abbiano una composizione, sia fisica che chimica, così diverse? Grazie ancora. a p
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maxthewildcat
Utente V.I.P.
  
Città: roma
Prov.: Roma
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Inserito il - 13 agosto 2008 : 19:53:14
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Hulko
Utente V.I.P.
  

Città: Siena
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Inserito il - 13 agosto 2008 : 20:58:00
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Angelo ma figurati se rompi!!! La geologia è la mia passione e amo parlarne! Se poi posso rendermi utile ancora meglio!!! Allora, la tua domanda è arguta e ti devo dare due risposte a seconda di cosa sono quei conglomerati: 1- Ipotiziamo che siano conglomerati e arenarie del gruppo del Verrucano. Bene, questi sedimenti rappresentano i primi depositi (continentali) che testimoniano l'inizio della formazione di quella depressione che poi darà origine alla tetide. Tali depositi hanno grande diffusione areale (arrivano anche da me in toscana! anzi...sono molto ben espressi!). Devi immaginare che man mano che la tetide si formava e si sviluppava, nel medesimo punto (fisico) le condizioni paleoambientali cambiavano e cambiava la sedimentazione. Quindi per esempio, dopo una prima fase di deposizione continentale, il mare invade l'area e inizia la deposizione di depositi marini, dapprima poco profondi e progressivamente più profondi. Se immagini la situazione verticalmente puoi immaginare quella che è la reale successione sedimentaria, che parte con depositi dapprima continentali e poi evolve in depositi marini. In questo caso, queste differenze che tu vedi a pochi km di distanza non sono altro che da imputare al fatto che tu osservi una porzione diversa della successione verticale, ma la storia che ha interessato le due montagne è la medesima. 2- Se i depositi conglomeratici non sono pre-successione mesozoica (vedi Calcari del Marguaraeis) puoi spiegarti questo fatto osservando l'attuale corso di un fiume. Se ti immagini di "sezionare" la zona perpendicolarmente all'alveo, ti puoi rendere conto facilmente di come la continuità laterale dei depositi sia limitata, cosa che ti spiega le variazioni alla scala dei km. Nella zona che sto studiando adesso, per esempio, i depositi fluviali hanno continuità laterale metrica, passando da conglomerati ad argille nel giro di pochi metri. Spero di essere stato chiaro, ma non esitare a chiedere se hai dubbi! Visto che son speleologo e che da anni sogno Piaggia Bella...magari quando andrò sul marguarais farò un giro a vedere questi conglomerati! Ivan
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"Il tutto è più della somma delle singole parti" B.Pascal |
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Angelo p
Utente Senior
   

Città: Albenga
Prov.: Savona
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Inserito il - 15 agosto 2008 : 11:07:40
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Grazie Max per il link, non avrei proprio saputo dove cercare quelle cartine! Grazie anche e soprattutto a Ivan per le dettagliate spiegazioni:
| Messaggio originario di Hulko:
....... Quindi per esempio, dopo una prima fase di deposizione continentale, il mare invade l'area e inizia la deposizione di depositi marini,......
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Quindi c'è da presumere (ma per voi geologi è una certezza) che il mare, quando ha invaso la Padania, sia arrivato fin qui dove queste montagne non c'erano per niente; è impressionante!!
| Spero di essere stato chiaro, ma non esitare a chiedere se hai dubbi! Visto che son speleologo e che da anni sogno Piaggia Bella...magari quando andrò sul Marguareis farò un giro a vedere questi conglomerati!
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Chiarissimo. Mi raccomando, se vieni da queste parti mandami un messaggio, chissà che non riusciamo a vederci; ne approfitterò per farti qualche altra domanda . Ciao a p |
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Hulko
Utente V.I.P.
  

Città: Siena
254 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 15 agosto 2008 : 18:50:18
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| Messaggio originario di Angelo p:
Quindi c'è da presumere (ma per voi geologi è una certezza) che il mare, quando ha invaso la Padania, sia arrivato fin qui dove queste montagne non c'erano per niente; è impressionante!!
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In realtà non è proprio così: questa del mare che "invade le terre" oggi conosciuti da noi è una semplificazione che viene troppo spesso fatta per spiegare queste tematiche ai non addetti ai lavori. Il discorso dell'invasione delle acque è vero se i lineamenti morfologici e quindi la paleomorfologia si sono mantenuti sostanzialmente inalterati. Per esempio, la Toscana nel Pliocene aveva dei lineamenti paleomorfologici simili a quelli attuali e nelle depressioni è avvenuta una vera e propria "invasione" da parte delle acque con la conseguente deposizione di sedimenti marini (e anche in questa breve spiegazione, faccio parecchie semplificazioni!). Ma il tuo caso è diverso. Al tempo della formazione di quelle rocce, come per quelle carbonatiche del Marguarais, non esisteva nessuna pianura padana, così come la conosciamo oggi. Quelle rocce sono state dapprima sepolte, poi interessate da un'orogenesi, quindi piegate, a volte metamorfosate, fratturate, ecc. Solo a quel punto l'erosione ne ha provocato l'esumazione. Ma la storia che ha portato alla delineazione morfologica dell'attuale pianura padana....è molto più recente!! Insomma...son due eventi separati, da non confondere... Tieni conto che la paleogeografia italiana ha cominciato ad essere simile a quella attuale nel Pliocene Inferiore! A presto Ivan
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