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ATTENZIONE! Gli Amministratori ed i Moderatori di questa sezione del Forum di Natura Mediterraneo desiderano che l'argomento caccia sia evitato perchè ritengono che Associazioni come il WWF, Legambiente e Lipu, siano molto ben organizzate e coerentemente molto attive su questo argomento.
Inutile dire che siamo completamente in linea con gli ideali di queste associazioni.

Per contribuire alle finalità di salvaguardia che il forum si propone chiediamo inoltre a tutti gli utenti di collaborare con noi affinchè si possa contribuire a diffondere un'etica di approccio all'osservazione della fauna che rechi il minor disturbo possibile agli animali.


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Glypto
Utente V.I.P.

Città: Fossano
Prov.: Cuneo

Regione: Piemonte


443 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 maggio 2009 : 21:25:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il video l'ho postato in buona fede, sperando che riuscisse ad aggiungere un tassello alla dibatria "lince si, lince no".
Mi spiace che si sia rivelato falso.
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Glypto
Utente V.I.P.

Città: Fossano
Prov.: Cuneo

Regione: Piemonte


443 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 24 maggio 2009 : 23:02:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Scusate se la domanda non centra esattamente con l'appennino, ma si hanno notizie certe circa la lince nel nord Italia?Avevo trovato un interessante notizia, ma il sito su cui si trova è protetto da copyright.
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pardus
Utente Senior

Città: solaro
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


1277 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 25 maggio 2009 : 11:32:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao
guarda qui
puoi farti un idea
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c'e un giovane maschio monitorato tramite gps collar in trentino, ormai sembra essere stabilizzato la', ma l'unico nucleo stabile e' quello in friuli dove ci sono state prove di accoppiamenti.

speriamo che presto altri nuclei stabili si verifichino nell'arco alpino e permettano di "mettersi in contatto fra loro" ........solo cosi' si puo' parlare di un effettivo ritorno.

Io sono dell'idea che bisognerebbe fare un operazioni di reintroduzione in varie zone dell'arco alpino.
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pardus
Utente Senior

Città: solaro
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


1277 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 25 maggio 2009 : 17:27:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
un report piu' dettagliato

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Forest
Moderatore Tutor


Città: Sesto San Giovanni
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


10098 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 25 maggio 2009 : 23:59:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Questa estate, nella sede di un importante Parco naturale in Trentino orientale, mi è capitato di sfogliare a lungo uno studio pubblicato, ed ivi in vendita, sulla Lince in Trentino: lo studio menzionava il censimento di diversi esemplari, la loro probabile distribuzione, il loro probabile numero… non ricordo i dettagli, se quest'estate ci ricapito controllo di nuovo e chiedo anche conferme a voce se incontro responsabili presenti. La mia impressione: è come se qualcuno sapesse che ci sono, ma (assai giustamente, secondo me) non lo volesse divulgare troppo. Non so, magari le cose stanno diversamente, ma davvero, quello studio l'ho letto a lungo e mi si presentava seriamente (anche se io sono un profano in queste cose).

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pardus
Utente Senior

Città: solaro
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


1277 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 maggio 2009 : 09:21:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao
se e' il libro che penso io intolato, se non erro, " la lince euroasiatica in trentino" di bernardino ragni, si tratta di uno studio su una popolazioni di lince nella zona del logorai .
questa popolazione era presente e stabile a cavallo fra gli ultimi anni 80 ed i primi anni 90.....poi "senza spiegazione" e' scomparsa dalla zona...

ma magari non e' quello il testo..
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marcospada
Utente Senior


Città: roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


1390 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 maggio 2009 : 14:20:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Queste sono le pubblicazioni del prof. Ragni dell'universita' di Perugia e che riguardano la Lince sulle Alpi.


RAGNI B. (1981) - Segnalazione di un esemplare di lince
tassidermizzata. Natura e Montagna, 1: 105-106, Bologna.
RAGNI B. (1983) - Riuscirà la lince a ricolonizzare il territorio
italiano ? Natura e Montagna, 2: 41-43 Bologna.
RAGNI B. (1988) - Status e problemi di conservazione dei
feudi (Felidae) in Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, 14:4.
55-477, Bologna.
RAGNI B., LAPINI L., PERCO Fr. (1987) - Situazione
attuale del gatto selvatico Felis silvestris silvestris e della
lince Lynx lynx nell'area delle Alpi sud-orientali. Biogeographia,
13: 867-901, Siena.
RAGNI B., POSSENTI M. (1991) - Il ritorno della lince nelle
Alpi. Le Scienze, 273:54-63.
RAGNI B., POSSENTI M., MAYR S. (1993 a) - The
Alynx in the Alps: is it a case of extinction and new acquisition
? Suppl. Rac. Biol. Selvaggina, 21: 187-196,
Bologna.
RAGNI B., POSSENTI M. , MAYR S. , DORIGATTI
E. (1993b) - La lince euroasiatica in Trentino. Provincia
A utonoma di Trento, Serviz i Parchi e Foreste
Demaniali, Trento.

Marco
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La lince nell'' Appennino centrale
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Forest
Moderatore Tutor


Città: Sesto San Giovanni
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


10098 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 27 maggio 2009 : 14:20:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Poteva senz'altro essere quello il testo che ho sfogliato, solo che non ho preso nota del titolo. Quest'estate ci ripasso e ricontrollo. Il parco dove ho trovato il testo è esattamente nella zona del Lagorai, però ricordo che il testo prendeva in considerazione un'area più vasta.
Per piccolissima esperienza personale, posso poi aggiungere che c'è un'altra zona dove, qualche anno fa, gli abitanti locali mi hanno per puro caso riferito di tre diversi possibili avvistamenti di lince: un'area nei dintorni della Val di Zoldo (taccio qui i luoghi precisi, ma non dico nulla di nuovo per gli zoldani, lì la gente da me interrogata sembrava saperlo benissimo). In uno dei tre casi, ho avuto un racconto dettagliato da un amico del testimone oculare, concludendone che l'animale incontrato avrebbe potuto senz'altro essere una lince.

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Forest
Moderatore Tutor


Città: Sesto San Giovanni
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


10098 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 15 luglio 2009 : 14:30:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono appena passato di nuovo nella sede dello stesso Parco, confermo che il testo che citavo è proprio "La lince eurasiatica in Trentino" di Bernardino Ragni et al.

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Padovano
Utente Senior


Città: PADOVA
Prov.: Padova

Regione: Veneto


1570 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 luglio 2009 : 16:13:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
mi è stato detto da una guardia forestale della Riserva fiorentina di Vallombrosa che ormai sono presenti stabilmente 4 linci nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi...a me questa notizia ha stupito anche perchè non lo ritengo l'habitat ideale per questo felino...qualcuno ha notizie in merito?

dama dama
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


4961 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 luglio 2009 : 22:21:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Padovano:
.... ormai sono presenti stabilmente 4 linci nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi...



Tutto è possibile, .... probabilmente saranno "linci volanti" perchè non lasciano traccia del loro passaggio, ..... e anche "digiunanti" .., perchè non si vedono tracce di predazione attribuibili con buona probabilità ad una lince.
Ho idea che alcuni forestali abbiano uno strano modo di fare osservazioni e censimenti.
Ciaoo.

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Glypto
Utente V.I.P.

Città: Fossano
Prov.: Cuneo

Regione: Piemonte


443 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 luglio 2009 : 12:08:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ma perchè non si procede con la reintroduzione in natura di linci come si fa con altri animali?
A proposito, dove è segnalata la lince in Italia e dove la sua esistenza è comprovata?
E come siamo con la sua conservazione?
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ktf
Utente Junior

Città: Trento


87 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 luglio 2009 : 12:31:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Glypto:


A proposito, dove è segnalata la lince in Italia e dove la sua esistenza è comprovata?


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KTF
(al tempo Alpinus)
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pardus
Utente Senior

Città: solaro
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


1277 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 luglio 2009 : 12:32:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Glypto:

Ma perchè non si procede con la reintroduzione in natura di linci come si fa con altri animali?
A proposito, dove è segnalata la lince in Italia e dove la sua esistenza è comprovata?
E come siamo con la sua conservazione?


perche' non e' facile reintrodurre un carnivoro, oltre agli aspetti ecologici e bioligici legati all'animali stesso, ci sono fattori umani da considerare........forse quest'ultimo aspetto e' quello piu' importante...prima bisognerebbe "preparare" la popolazione locale......faccio un esempio......2 anni fa sono stato allo Stelvio, parlando con la gente del posto (c'eran in atto un idea di reitroduzione della lince nel settore lombardo) una signora mi ha detto...."ma siamo matti!!! e se poi attacca i bambini ?! "

in italia l'unica popolazione stabile e che si riproduce e' in Friuli vicino al confine sloveno dove vengono monitorate da diversi anni e ci dovrebbero essere 10-15 esemplari.....un altro sicuro esemplare e' un maschio catturato in svizzera l'anno scorso e che ha preso casa in Trentino ,viene seguito tramite gps dai ricercatori....

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Glypto
Utente V.I.P.

Città: Fossano
Prov.: Cuneo

Regione: Piemonte


443 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 luglio 2009 : 14:03:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie molte.
E per quanto riguarda la presunta "lince" fotografata in Abruzzo?
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marcospada
Utente Senior


Città: roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


1390 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 luglio 2009 : 18:19:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
L'"oggetto" fotografato in Abruzzo dall'amico Andrea Artoni (foto pubblicata anche sulla rivista OASIS), e' rimasto tutt'ora indeterminato. Ci sono molti pareri che indicano nell' "oggetto" un giovane cervo accovacciato in una posa che stranamente e' a forma di Lince. Quello che manca per essere chiaramente una Lince e' costituito dalle macchie bianche dietro le orecchie che dovrebbero essere evidenti e da una macchia nera piu' marcata alla base della coda. Per essere un cervo, anche giovane, quello che lascia perplessi e' l'assenza di uno specchio anale vistoso, come anche presente negli altri cervi in alto nella foto, ed anche la forma delle orecchie, anomala rispetto a quella degli altri cervi nella foto. L'osservazione che alcuni fanno e' che la forma della coda corta della presunta Lince e' in effetti lo specchio anale sbiadito del cervo, che invece di essere bianco o beige chiaro contornato da bande nere, e' di colore marroncino uniforme; un po' anomalo ma tutto potrebbe essere.
Allo stato attuale quindi quella foto non puo' essere considerata una prova di presenza. Ma sappiamo che l'assenza di prova non significa prova di assenza.

Per quanto riguarda il discorso reintroduzione, sarebbe estremamente dannoso reintrodurre Linci europee (Lynx lynx carpathicus) nell'Appennino, in quanto se ancora fossero presenti popolazioni residue di "Lince appenninica" descritta da Ragni e Seminara come "piu' piccola di taglia rispetto alla Lince europea, con maculatura abbondante e marcata" (simile alla Lince Iberica o al Bobcat per intenderci) ci sarebbe un grave inquinamento genetico che porterebbe allo snaturamento della specie autoctona, sempre che fosse effettivamente presente.

Tutt'ora non esiste neanche una foto chiara ed inequivocabile di Lince individuata nell'Appennino, ma soltanto molte segnalazioni di avvistamenti, di richiami ascoltati nel periodo degli amori, di orme sulla neve e nel fango fotografate ed esaminate. Come avevo gia' detto in un precedente thread ho avuto modo di vedere delle relazioni scritte e firmate da Guardiaparco del PNA, quindi da pubblici ufficiali, che descrivono dettagliatamente l'avvistamento di Lince all'interno dello stesso PNA.

E' inoltre totalmente escluso, a livello di leggenda metropolitana, che delle Linci siano state liberate abusivamente negli anni '90 nel PNA dal Parco stesso, il che sarebbe oltreche' totalmente contrario alla filosofia di conservazione rigorosamente osservata dalla Direzione del Parco. Tutte le Linci europee discendenti da quelle originariamente importate, nate e morte negli ultimi 20 anni ed oltre, sono rigorosamente annotate in un apposito registro tenuto dalla Direzione del Parco. Attualmete nel PNA sono presenti in ambiente controllato due Linci europee adulte maschio e femmina nell'area faunistica di Civitella Alfedena ed una Lince femmina adulta in un'area riservata del Corpo forestale.

Presto uscira' una pubblicazione scientifica dello zoologo Francesco Mossolin con una esauriente descrizione e catalogazione di tutte le segnalazioni che indicano la presunta presenza in Appennino di esemplari di Lince.



Marco
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La lince nell'' Appennino centrale

Modificato da - marcospada in data 21 luglio 2009 18:23:25
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Foreste Casentinesi
Utente Junior

Città: Pratovecchio
Prov.: Arezzo

Regione: Toscana


29 Messaggi
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Inserito il - 22 luglio 2009 : 01:33:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Rispondendo a Padovano possiamo certamente affermare che non vi è prova alcuna della presenza di Linci nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, indipendentemente da quanto ciascuno di noi possa auspicare o meno il ritorno o l'arrivo della Lince in tali zone.
L'affermare poi che vi sono 4 linci stabili è una cosa assai grave se davvero ciò proviene da una guardia forestale.
Invitiamo Padovano a riferire alla guardia conoscente che è assai utile una maggior cautela, mentre se ritiene di avere notizie di quel genere non deve far altro che riferirlo, per le vie gerarchiche, al Parco stesso. La qual cosa, siamo sicuri, non accadrà.
Che poi l'ambiente del Parco Nazionale e dei comprensori circostanti nel suo complesso non sia adatto per la Lince è un'altra cosa sulla quale si potrebbe discutere.....se non altro per divertimento.....

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Modificato da - Foreste Casentinesi in data 22 luglio 2009 01:34:10
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hycanus
Utente V.I.P.


Città: Prato
Prov.: Prato

Regione: Toscana


494 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 22 luglio 2009 : 20:26:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Foreste Casentinesi
...Che poi l'ambiente del Parco Nazionale e dei comprensori circostanti nel suo complesso non sia adatto per la Lince è un'altra cosa sulla quale si potrebbe discutere.....se non altro per divertimento.....



Direi allora che potremmo anche divertirci
Da assoluto profano azzardo che l' ambiente di cui stiamo parlando potrebbe invece essere idoneo ad accogliere la lince...c' è e ci vive bene un grande predatore come il lupo...il gatto selvatico sembra starci bene...ci potrebbe stare anche la lince...o mi sbaglio?
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marcospada
Utente Senior


Città: roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


1390 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 22 luglio 2009 : 21:04:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
... continuando a divertirci riporto con copia e incolla parte della sintesi del documento finale relativo al recente convegno sui felidi selvatici tenutosi proprio presso il Parco delle Foreste Casentinesi, dove, come c'era da aspettarsi, la presenza della Lince in Appennino viene liquidata come fantasiosa, con buona pace di chi ci lavora da anni; si fa' presente che nello stesso convegno e' stata impedita forzosamente la possibilita' di un intervento da parte dello Zoologo Dott. Franceso Mossolin, presente al convegno, che doveva proprio relazionare sulla sua ricerca sulla Lince in appennino.



################

Questi temi sono stati sviluppati in profondità e con tutto il dovuto rigore scientifico, nel corsodel convegno che si è svolto nella giornata dell’8 novembre. I lavori sono stati aperti dai salutidel Sindaco di Santa Sofia, Ing. Flavio Foietta, che ha evidenziato le numerose iniziative avviatedall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Parco. In particolare è importantel’accordo fra Comune di Santa Sofia e l’Università di Bologna, che consente di utilizzare saleconferenze per attività didattiche e formative, che saranno rivolte agli studenti, ma sarannoanche utilizzabili per le iniziative scientifiche e divulgative del Parco. Il Presidente del ParcoNazionale, Dott. Sacchini ha poi dato il benvenuto a tutti i partecipanti, evidenziando il ruoloinsostituibile del Parco nella tutela delle Foreste Casentinesi, ecosistemi forestali unici in Italia equindi essenziali per la conservazione della biodiversità nel nostro paese. Le relazioni dei duericercatori stranieri, il Dott. Krzysztof Schmidt, che lavora al Mammal Research Institute pressola Foresta di Bialowieza in Polonia, ed il Dott. Mathias Herrmann, attivo in Germania, hannoavviato il convegno. Nella sua bellissima presentazione Krzysztof Schmidt, uno dei maggioriesperti di biologia e conservazione della lince in Europa, ha evidenziato alcuni punti moltoimportanti. Per esempio, tutte le popolazioni di lince in Europa sono dipendenti dalladisponibilità di habitat adatti. Non è sufficiente la presenza di estese foreste, ma è necessarioche le stesse mantengano alberi caduti al suolo, presentino rocce e rifugi che consentano allalince lo svolgimento delle proprie attività di caccia. E’ necessaria anche l’abbondante presenzadi ungulati. La lince è un predatore molto efficiente che può contribuire al declino dipopolazioni di ungulati instabili o mal gestite. In questi casi, i cacciatori possono considerare lalince come competitore per le stesse prede: caprioli, cervi, camosci. E protestare. Le popolazionidi lince sono anche molto sensibili al prelievo venatorio. Dove la caccia alla lince è benpianificata, come in Scandinavia, il prelievo è ben tollerato. Al contrario, dove la caccia èeccessiva, o dove c’è bracconaggio, le popolazioni di lince possono declinare moltorapidamente.Altri interventi nel corso del convegno hanno evidenziato che la presenza della lince nell’arcoalpino italiano è attualmente molto ridotta rispetto a qualche anno fa. La lince nelle nostre Alpiè ridotta a pochi individui in dispersione che transitano dalla Svizzera o dalla Slovenia. Non cisono segnali di presenza stabile, ne di eventi di riproduzione nel nostro paese. Pertanto è arduoparlare di una popolazione alpina di lince in Italia. Un efficacissima sintesi delle informazioniattualmente disponibili ha consentito di escludere che esistano popolazioni, anche piccolissime,o singoli nuclei di linci appenniniche attualmente presenti in Italia. La lince è scomparsa dalnostro Appennino da 2.000 anni e da allora non esistono segnali di presenza accertata, se siescludono avvistamenti estemporanei, sempre mal documentati, di individui singoli che moltoprobabilmente sono nati in cattività e sono fuggiti da gabbie o recinti. La presenza della lince inItalia è dunque scarsa e la costituzione di popolazioni stabili appare problematica. Questeinformazioni sono estremamente importanti per definire linee guida per la conservazione dellalince nel nostro paese. Qualsiasi progetto di reintroduzione dovrebbe essere molto benpianificato, per evitare dolorosi fallimenti.
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Page 3
Meglio documentata è la presenza del gatto selvatico, che vive nella nostra penisola conpopolazioni appartenenti alla sottospecie F. s. silvestris, il gatto selvatico Europeo, distribuitenelle Alpi orientali (Friuli Venezia Giulia), nell’Appennino centro settentrionale ed in Sicilia.Abbiamo inoltre una popolazioni di gatti selvatici di origine africana (F. s. libyca) che venneintrodotta in Sardegna probabilmente da navigatori fenici provenienti dal Vicino Oriente alcunimillenni fa. Incerta rimane la sopravvivenza di un piccolo nucleo di gatti selvatici che erapresente in Liguria, verso il confine con la Francia. Alcune popolazioni italiane di gattoselvatico vivono in frammenti di foresta confinanti con zone agricole dove la presenza di gattidomestici vaganti o inselvatichiti può essere molto consistente. In queste zone esistonosignificativi rischi di incrocio ed ibridazione fra gatti selvatici e gatti domestici. L’ibridazione èforse il principale fattore di rischio per la conservazione delle popolazioni di gatto selvatico.Infatti l’ibridazione può mettere a rischio la sopravvivenza delle popolazioni selvatiche perché igatti ibridi avranno colorazioni dei mantelli variabili e difformi dal colore tipico del gattoselvatico, l’unico che garantisce il mimetismo e l’adattamento alla caccia ed alla vita inambiente naturale. I gatti domestici possono poi trasmettere pericolosi agenti patogeni allepopolazioni selvatiche, e gli ibridi spesso sono meno resistenti alle malattie infettive. Lagenetica aiuta ad individuare la presenza di gatti ibridi, ed è utile soprattutto nel caso diindividui o popolazioni che originano da incroci avvenuti nel passato. I risultati delle analisigenetiche condotte in vari paesi d’Europa indicano che le popolazioni italiane di gatto selvaticonon sono ibridate, anche se occasionalmente si identificano individui ibridi. La frequenza degliibridi sembra essere più significativa ai margini dell’areale distributivo del gatto selvatico,oppure in aree di recente espansione, dove la densità delle popolazioni di gatto domestico èmaggiore di quella dei gatti selvatici. E’ evidente quindi che occorre limitare quanto piùpossibile la presenza di gatti vaganti o di eventuali nuclei di gatti inselvatichiti che vivano inhabitat frequentati dai gatti selvatici. Soprattutto nel caso del gatto selvatico, ma anche perquanto riguarda l’ibridazione fra cani e lupi, misure di prevenzione dell’ibridazione sono forsele uniche azioni efficaci. Gli interventi al convegno hanno anche evidenziato come laconservazione e la buona gestione di vaste zone di ambienti forestali, continui e nonframmentati, oppure connessi da ampi corridoi ecologici, siano essenziali per garantire lapermanenza di numerose popolazioni di gatto selvatico. Il cuore della distribuzione del gattoselvatico in Italia è costituito dal sistema delle foreste e boschi del crinale appenninico, dovevaste estensioni di habitat, abbondante presenze di prede, principalmente micromammiferi, edassenza di gatti vaganti garantiscono la sopravvivenza di numerose popolazioni selvatiche. Daqueste indicazione esce riaffermato il ruolo dei parchi nazionali del crinale appenninico qualiaree di importanza cruciale per la conservazione dei carnivori predatori in Italia.Il convegno è stato anche un primo incontro preliminare alla costituire di due gruppi di lavoroche avvieranno la stesura delle linee guida e dei piani d’azione per la conservazione del gattoselvatico e della lince nel nostro paese, che il Ministero dell’Ambiente e della Tutela delTerritorio e del Mare ha commissionato all’ISPRA.Dott. Ettore RandiISPRA (ex INFS)

La lince è scomparsa dalnostro Appennino da 2.000 anni e da allora non esistono segnali di presenza accertata, se sie scludono avvistamenti estemporanei, sempre mal documentati, di individui singoli che molto probabilmente sono nati in cattività e sono fuggiti da gabbie o recinti.


A parte le documentatissime uccisioni di Lince in Abruzzo avvenute nel secolo scorso (non 2000 anni fa') la storia ancora ulteriormente ripetuta delle Linci fuggite da gabbie o allevamenti la trovo abbastanza patetica. Piu' che altro per la dignita' e la credibilita' di chi ancora la ripete.

Marco
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La lince nell'' Appennino centrale

Modificato da - marcospada in data 22 luglio 2009 21:11:07
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


4961 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 22 luglio 2009 : 21:49:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ero presente a quel convegno, e credo di poter dire che sono state "messe in campo" le maggiori competenze e conoscenze (italiane e non solo) sui felidi selvatici. Credo anche che non sia molto dignitoso formulare accuse gratuite (parlando "per sentito dire") nei confronti di eventi qualificati e qualificanti come il primo convegno nazionale sulla biologia e conservazione dei felidi in Italia.
A proposito poi della perdita di credibilità .......
Messaggio originario di marcospada:

L'"oggetto" fotografato in Abruzzo dall'amico Andrea Artoni (foto pubblicata anche sulla rivista OASIS), e' rimasto tutt'ora indeterminato ....


... credo non sia il massimo esempio di credibilità continuare a negare l'evidenza ..... oppure fotografare una "lince in agguato" in pieno giorno (anzi in prossimità di mezzogiorno ) senza neppure accorgersene, .... e ipotizzarne la presenza in mezzo a un gruppo di cervi ... solo visionando dei crop una volta rientrati.
Ciaoo.

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