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 Domanda sugli effetti della primavera
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SaZiRi
Utente nuovo

Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


6 Messaggi
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Inserito il - 24 luglio 2016 : 16:27:39 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Una primavera irregolare può influenzare la popolazione degli insetti in alcune zone? Quest'anno dalle mie parti - periferia di Roma - ho notato una netta diminuzione di macaoni, podaliri e asilidi, per non parlare delle cicindele praticamente scomparse nel nulla. E'un semplice caso? L'altra ipotesi è un peggioramento dell'aria dovuto all'inquinamento di una grande città...

Chalybion
Moderatore

Città: Bagnacavallo
Prov.: Ravenna

Regione: Emilia Romagna


12882 Messaggi
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Inserito il - 22 agosto 2016 : 22:47:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao, benvenuto! Si discute molto su quali possano essere le cause di una generalizzata diminuzione della biomassa degli artropodi in genere ormai valutabile anche ad occhiometro e sulla quale un po' tutti gli addetti ai lavori concordano. Magari non che le specie siano diminuite in un determinato ambiente ma che il numero di esemplari osservabili sia nettamente inferiore in molti ambienti è evidente. Per tornare alla tua domanda è presumibile che stagioni irregolari in senso lato possano influire sull'abbondanza degli insetti; si pensi a primavere siccitose che causano precoci essiccamenti di bacini con poca acqua di falda; la conseguenza è che molte larve acquatiche o legate a zone umide possono perire totalmente o in gran parte prima di aver raggiunto lo stadio di ninfa (libellule, coleotteri ed emitteri acquatici). Localmente poi scarse piogge durante la bella stagione possono rendere difficile la vita a tutte quelle specie geofile (carabidi, ecc.) soprattutto allo stadio larvale, quando necessitano di ambienti o rifugi con un minimo di umidità. Temperature estreme possono peggiorare gli effetti della siccità essiccando anzitempo la vegetazione, fonte di cibo o di rifugio o limitando le fioriture su cui si alimentano gli adulti di molti insetti. Un caro amico mi raccontava che una tremenda e fittissima grandinata di luglio (mi pare) durata più di mezz'ora e su un vasto comprensorio vicino al Monte Vigese (BO) aveva trasformato il bosco ove possiede una casa per le vacanze, in un paesaggio invernale, con una coltre di ghiaccio ovunque e gli alberi quasi spogli del tutto; per settimane, si sono osservati pochissimi insetti in volo e quasi nessuno al suolo; presumo che l'evento abbia creato morie tra gli artropodi, in parte per l'azione battente della fitta e grossa grandine ma forse di più per la temperatura al suolo che dev'essere precipitata in pochi secondi da oltre 25/30°C a zero (o meno) gradi e mantenutasi tale per diverse ore prima che la grandine, compattatatasi in uno strato congelato, si sia sciolta completamente. In particolare gli stadi giovanili potrebbero aver subito morie. Sono supposizioni benché sia noto che momenti di freddo possono essere sopportati dagli insetti ma congelamenti sono deleteri. Casi particolari a parte (come inquinamenti casuali da fitofarmaci o sostanze emesse da attività umane), forse non è un caso che nelle aree ove si siano registrate alterazioni dei cicli di piogge e temperature rispetto ai decenni del secolo scorso siano anche quelle dove ci appaiono alterati anche i quantitativi di artropodi osservabili. Anche l'aumento della superficie boscata, evidente dalle foto aeree, influenza in negativo alcune popolazioni di artropodi che prediligono spazi aperti con abbondanti fioriture. Per questo critico apertamente alcuni amici forestali che si ostinano a rimboschire fino all'ultimo metro quadro di radura. Ma questo è una altro tema che non è il caso di affrontare qui.
Ciao. Giorgio.
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SaZiRi
Utente nuovo

Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


6 Messaggi
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Inserito il - 30 agosto 2016 : 15:17:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie per l'accoglienza e per la risposta esauriente!
Luigi


Modificato da - SaZiRi in data 30 agosto 2016 15:18:24
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