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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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Cmb
Moderatore
Città: Buers
Prov.: Estero
Regione: Austria
12844 Messaggi Flora e Fauna |
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore
3470 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 26 aprile 2016 : 19:36:26
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ciao clemens qualche informazione è disponibile sull'argomento anche su wikipedia;
Link
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maurizio ____________________
“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu
“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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PaoloMarenzi
Utente Senior
Città: Cremona
Prov.: Cremona
Regione: Lombardia
2807 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 03 maggio 2016 : 16:58:43
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Buongiorno a tutti, argomento complessissimo e affascinante.
Mi hanno incuriosito un paio di cose:
1- è facilmente spiegabile la scomparsa di acqua anche in zone marine con fondali molto profondi?? Mi sembra di aver letto che trivellando anche nei fondali più profondi del Mediterraneo si siano ritrovate le stesse identiche tracce della crisi messiniana.
2- l'evaporazione è l'unica ipotesi da tenere in considerazione e generalmente accettata? Spaccature di faglie sottomarine, tipo la Rift Valley, poi richiusesi sono pure fantasie?
Grazie mille a chi vorrà cimentarsi :-) Paolo |
amatoeridano.blogspot.it |
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore
3470 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 04 maggio 2016 : 23:22:27
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| Messaggio originario di PaoloMarenzi:
1- è facilmente spiegabile la scomparsa di acqua anche in zone marine con fondali molto profondi??
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ciao Paolo; no, tutt'altro, tanto è vero che alcuni dei protagonisti della vicenda (Bill Ryan che era a capo della spedizione scientifica a bordo della Glomar Challenger e Ken Hsu – statunitense anche lui ma di origini cinesi) raccontano la grande sorpresa quando analizzarono la carota del sondaggio 122 che avevano trivellato al largo della costa spagnola, 156 m sotto il fondo del mare in acque profonde più di 2000 m: conteneva ghiaia e sabbia, ma anche gesso, un tipo di sedimento che non poteva essersi deposto sul fondo di un mare così profondo a parità di livello marino attuale. A quel punto cominciarono innanzitutto a pensare alla possibilità che il fondo del Mediterraneo potesse essersi trovato un tempo al livello attuale del mare (così da permettere l’evaporazione e la deposizione del gesso) per poi abbassarsi di nuovo a profondità oceaniche, benché l’idea sembrava essere palesemente in contrasto con quanto si sapeva sul comportamento della crosta terrestre. Intendo dire che per la maggior parte degli scienziati che si trovavano a bordo del Challenger, l’idea di un Mediterraneo che si era prosciugato sembrava semplicemente assurda. Soltanto con l’acquisizione di altri dati sul riflettore-M e, soprattutto, con l’analisi dei sedimenti che si trovano sopra e sotto lo strato evaporitico (in generale marne di acque profonde) l’ipotesi di una “crisi di salinità” del Mediterraneo per la chiusura della soglia di Gibilterra venne presa seriamente in considerazione. E alla formulazione di questa ipotesi contribuì, non dimentichiamolo, anche una nostra grande micropaleontologa, Maria Bianca Cita, che era a bordo del Challenger per la tredicesima tappa (Leg 13) del Deep Sea Drilling Project (assieme all'altro italiano Forese Wezel). La misura di quanto dovesse suonare strana e bizzarra questa idea, è confermata dalla circostanza che del team scientifico che aveva preso parte alla spedizione, solo in tre (Hsu, Ryan e appunto Cita) firmarono l’articolo che presenta l’ipotesi dell’”essiccamento profondo” del Mediterraneo (“Late Miocene desiccation of the Mediterranean” – 1973) Link
| Messaggio originario di PaoloMarenzi:
2- l'evaporazione è l'unica ipotesi da tenere in considerazione e generalmente accettata? Spaccature di faglie sottomarine, tipo la Rift Valley, poi richiusesi sono pure fantasie?
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Sulle cause che portarono alla chiusura della soglia di Gibilterra e al prosciugamento del Mediterraneo si è molto discusso; in questo lavoro molto recente (2015)Link Link si parla di più fattori che agirono contemporaneamente: variazione glacio-eustatica del livello marino, aggiustamenti isostatici e deformazioni nel mantello terrestre in conseguenza della variazione della colonna d’acqua e del carico dei sedimenti evaporitici (non viene considerato determinante, invece, il movimento relativo tra placche).
Un altro aspetto curioso di tutta questa storia è che, contrariamente a quanto ho letto su Wikipedia, l’esistenza di un canyon sepolto al di sotto dell’attuale valle del Nilo (con una quota inferiore di 200 metri al livello attuale del Mediterraneo) era già nota ai geologi e agli ingegneri (per la maggior parte russi) che avevano costruito la diga di Assuan all’inizio degli anni sessanta. Che ci facevano sedimenti marini – si saranno chiesti – sul fondo di un canyon fossile del Nilo a 800 km dalla foce attuale del fiume? Sì, sedimenti marini al di sotto del livello attuale del Mediterraneo coperti da sedimenti fluviali più recenti! I pochi geologi che erano al corrente di queste informazioni avranno certo sospettato qualcosa, ma la storia finì lì, in attesa di una possible spiegazione che venne dieci anni più tardi…
Buona serata
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maurizio ____________________
“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu
“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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PaoloMarenzi
Utente Senior
Città: Cremona
Prov.: Cremona
Regione: Lombardia
2807 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 07 maggio 2016 : 20:45:37
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Come ho detto altrove, non credo che esista una disciplina che richieda un maggior dispendio di immaginazione e creatività come la geologia. Richiede doti quasi artistiche... Grazie per il tuo approfondimento |
amatoeridano.blogspot.it |
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore
3470 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 10 maggio 2016 : 22:10:51
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| Messaggio originario di PaoloMarenzi:
Come ho detto altrove, non credo che esista una disciplina che richieda un maggior dispendio di immaginazione e creatività come la geologia. Richiede doti quasi artistiche...
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certo, per completezza occorre comunque dire che l’ipotesi del disseccamento profondo del Mediterraneo è stata messa in discussione da autorevoli scienziati; in questo lavoro (scaricabile completamente) Link ad esempio, partendo dall’analogia con quanto osservabile nelle successioni evaporitiche messiniane del nostro caro Appennino, si ipotizza che le evaporiti “profonde” (bacinali) delle aree attualmente più depresse del Mediterraneo (considerate primarie nell’ipotesi classica), possano in realtà essere corpi risedimentati da processi gravitativi (torbiditici); di fatto, nelle successioni di “bacino profondo” affioranti in Appennino e quindi studiabili nel dettaglio, non c’è traccia, secondo gli autori, di abbassamenti significativi del livello marino nè tantomeno di disseccamento, trattandosi sempre di depositi evaporitici risedimentati.
Che le successioni bacinali evaporitiche messiniane appenniniche siano “risedimentate” è un fatto conosciuto da tempo, ed è sempre stato spiegato ammettendo che l’avanfossa appenninica sia stata, per tutto il Messiniano, un bacino non connesso con il resto del Mediterraneo (con un bilancio idrologico positivo ed un’altezza della colonna d’acqua significativa)…come si vede i tasselli da inserire in questo complicatissimo puzzle sono tanti…
Buona serata
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maurizio ____________________
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“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore
3470 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 giugno 2016 : 08:23:40
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…uno sguardo alla grande “salina fossile” rappresentata dalla F.ne Gessoso-solfifera, testimonianza della “crisi di salinità” messiniana del Mediterraneo, completamente esposta nella Vena del Gesso (Appennino emiliano-romagnolo - la foto è scattata da Borgo Tossignano)
Link
la Vena del Gesso è il principale corpo gessoso messiniano dell’Appennino; in vari punti è esposta l’intera successione, costituita da 15-16 cicli (macroscopicamente individuabili come "banconi" nella foto), da cui è stato ricavato il modello interpretative della deposizione evaporitica.
buona giornata
Immagine: 128,78 KB |
maurizio ____________________
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