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 Forum Geologia e Paleontologia - Natura Mediterraneo
 GEOLOGIA DEL MEDITERRANEO
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mauriziocaprarigeologo
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Inserito il - 12 luglio 2012 : 21:13:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di balocchi:

siamo riusciti a scrivere un articolo sul significato sismotettonico del terremoto emiliano.

Link

buona lettura




appena avrò un po' più di tempo...mi immergerò nella lettura

ciao

maurizio
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“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu

“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



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Inserito il - 15 luglio 2012 : 22:37:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
complimenti per il lavoro Paolo;

volevo chiederti a proposito di questo passaggio (ripreso amche oltre nel lavoro)

E’ da notare anche una migrazione degli epicentri (fig. 7) relativi agli eventi con Ml>5,0 a partire dalla prima sequenza del 20 Maggio con mainschock nel Comune di Finale Emilia e che mostra una migrazione progressiva degli epicentri dei successivi terremoti in direzione Est interessando i comuni di Bondeno e Vigarano Mainarda. Per la seconda sequenza del 29 Maggio il mainschock cade all’interno del comune di Medolla e progressivamente si ha una migrazione degli epicentri verso Ovest, interessando i comuni di S. Posidonio e Novi di Modena. L’epicentro del mainschock della terza sequenza cade all’interno del Comune di Novi di Modena.

mi ricorda il movimento a twist sulla superfcie di sovrascorrimento (twist tectonic): è possibile?

ciao

maurizio
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balocchi
Utente V.I.P.


Città: Modena
Prov.: Modena

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 16 luglio 2012 : 00:59:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
effettivamente c'è una variazione della direzione dell'asse di massima compressione orrizzontale come mostro nella figura 10. A mio avviso si tratta di effetti locali, probabilmente a rmpe laterali di thrust.

Le diìue strutture sismogenetiche mostrano direzioni di massima compressione molto simili, indicativamente N-S.


Paolo
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bramfab
Utente nuovo

Città: Siracusa
Prov.: Siracusa

Regione: Sicilia


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Inserito il - 20 agosto 2013 : 11:32:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Segnalo che e' uscito il rapporto della commissione dei saggi creata ad hoc dal Servizio Geologico e Sismico regionale della regione Emilia Romagna sul terremoto, cause e storicità' sismica dell'area
Link

bramfab
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mauriziocaprarigeologo
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Inserito il - 21 agosto 2013 : 15:08:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di bramfab:

Segnalo che e' uscito il rapporto della commissione dei saggi creata ad hoc dal Servizio Geologico e Sismico regionale della regione Emilia Romagna sul terremoto, cause e storicità' sismica dell'area
Link


grazie della segnalazione bram;

molto interessante la sintesi; noto in particolare che un ampio spazio è dato alla questione delle possibili connessioni tra perforazioni per idrocarburi e sismicità;
l’avevo visto anche a proposito della sequenza dell’adriatico centro-settentrionale (Conero) di un mese fa; evidentemente la pressione dell’opinione pubblica e dei mezzi di informazione in tal senso si fanno sentire;

fanno bene ad aver istituito una commisiione di studio in proposito…
anche perché le argomentazioni che comunque il Servizio Geologico Regionale propone, mi sembrano un po’ deboli; mi riferisco a quanto segue:

“Quindi per comprendere l’eventuale relazione tra le attività di ricerca di idrocarburi e l’eventuale attivazione di sismicità è utile confrontare la distribuzione dei terremoti antecedenti il 1950 con quella dei terremoti dal 1950 ad oggi. Dal confronto tra le due mappe appare evidente che i terremoti dal 1950 ad oggi hanno interessato le stesse zone già colpite da terremoti storici”

“Le tracce dei profili sismici e la distribuzione dei pozzi per la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi in Emilia-Romagna evidenziano come questa attività si sia concentrata prevalentemente nella pianura mentre la maggior parte dei terremoti verificatisi dal 1950 ad oggi ha interessato la dorsale appenninica”

“...non si evidenzia dunque alcuna relazione tra le attività di ricerca e sfruttamento di idrocarburi e i terremoti dell’Emilia-Romagna.”


La questione relativa alle tecniche di fatturazione idraulica, invece, semplicemente…non si pone;

buona giornata


maurizio
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bramfab
Utente nuovo

Città: Siracusa
Prov.: Siracusa

Regione: Sicilia


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Inserito il - 21 agosto 2013 : 16:22:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Più che altro il rapporto dice che l'evento e' nella norma della storicità dell'area (mentre all'indomani del sisma correva voce che questo fosse decisamente insolito), che e' avvenuto a profondità diverse (ossia più profondo) rispetto alle quote dei giacimenti, in aree non coincidenti con quelle dello sfruttamento metanifero e che e' compatibile con l'assetto strutturale dell'area.

Credo, in base alla filosofia dell'unicorno rosa, o della teiera di Russell che anche le argomentazioni della commissione di studio internazionale saranno sempre deboli.

Ciao




bramfab
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



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Inserito il - 11 giugno 2014 : 08:14:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
A circa due anni dal terremoto in Emilia, l’INGV ha pubblicato questo interessante rapporto Link
in forma di 10 domande ai ricercatori che hanno analizzato la sequenza sismica del periodo;

ricorderete anche le plemiche relative alla presunta connessione tra gli eventi sismici e le attività estrattive e di reiniezione di fluidi nella zona epicentrale;
bene, in questo rapporto (alla domanda n°10), viene illustrato sinteticamente il resoconto della commissione internazionale di esperti (ICHESE: International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity in the Emilia Region) che era stata incaricata di far luce sulla questione. La relazione prodotta dalla commissione (oltre 200 pagine!) è pubblica e consultabile a questo indirizzo: Link

Per sintetizzare, la commissione doveva rispondere a due quesiti:

1 – È possibile che la crisi sismica emiliana sia stata innescata dalle ricerche sul sito di Rivara effettuate in tempi recenti, in particolare nel caso siano state effettuate delle indagini conoscitive invasive, quali perforazioni profonde, immissioni di fluidi, ecc.?
2 – È possibile che la crisi sismica emiliana sia stata innescata da attività di sfruttamento o di utilizzo di reservoir, in tempi recenti e nelle immediate vicinanze della sequenza sismica del 2012?

La risposta al primo quesito è un semplice e chiaro NO, in quanto non risulta sia stata effettuata alcuna attività di esplorazione mineraria negli ultimi 30 anni a Rivara.

Riguardo al secondo quesito, la risposta della Commissione è molto più articolata: “esiste una correlazione statistica tra l’aumento della sismicità prima del 20 maggio 2012 e l’aumento dei parametri di produzione da aprile/maggio 2011. Quindi non può essere escluso che le azioni combinate di estrazione ed iniezione di fluidi in una regione tettonicamente attiva possano aver contribuito, aggiungendo un piccolissimo carico, alla attivazione di un sistema di faglie che aveva già accumulato un sensibile carico tettonico e che stava per raggiungere le condizioni necessarie a produrre un terremoto. […] L’attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a “innescare” l’attività sismica del 2012 in Emilia. Pertanto sarebbe necessario avere almeno un quadro più completo possibile della dinamica dei fluidi nel serbatoio e nelle rocce circostanti al fine di costruire un modello fisico di supporto all’analisi statistica.”

Buona giornata

maurizio
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“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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balocchi
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Inserito il - 02 luglio 2014 : 15:53:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il rapporto ICHESE non escludeva la possibilità di una relazione tra attività estrattiva e sismicità emiliana, ma non la confermava neppure.

Maggio/Giugno 2014 sono stati mesi importanti per lo studio sperimentale condotto sul Laboratorio Cavone a cui rimando al link: Link

il 27/06/2014 è uscita la prima relazione di conclusione dello studio con i dati relativi alle prove di interferenza/iniezione della concessione Mirandola.

Riporto di seguito le conclusioni:
Il presente rapporto descrive i risultati del programma delle prove d’iniezione eseguita al pozzo Cavone 14 e l’analisi dei parametri erogativi di superficie registrati sui pozzi produttori (Cavone 7-8-9-17) in termini di portata di olio, acqua e gas, con l’obiettivo di valutare eventuali interferenze fra il pozzo reiniettore ed i pozzi produttori del campo.
La prova di iniezione al pozzo Cavone 14 comprende due fasi:

• Periodo d’iniezione con portata costante di acqua di 600 m3/d della durata di 96 ore che riproduce le normali condizioni di esercizio del campo (23-27 maggio 2014).

• Periodo di chiusura (Fall-Off) della durata di 480 ore (27 maggio – 16 giugno 2014).

Durante entrambe le fasi di prova al pozzo Cavone 14 il campo è stato in esercizio con i pozzi 7-8-9-17.
La prova d’iniezione è stata preceduta da un periodo di chiusura dell’iniezione (13-23 maggio 2014) che ha compreso le prove selettive sui pozzi 7-8-17 (17-23 maggio 2014).
La pressione e la temperatura di fondo sono state misurate tramite memory gauge posizionato a 3243 m di profondità. I dati registrati in quantità rilevante sono risultati di ottima qualità.
I parametri erogativi di superficie di superficie si sono mantenuti costanti durante lo svolgimento delle prove, che hanno visto differenti configurazioni di produzione e reiniezione del campo. L’analisi degli stessi parametri e dei valori registrati di pressione e temperatura non evidenzia fenomeni di interferenza fra il pozzo reiniettore ed i pozzi produttori.
L’interpretazione di entrambe le fasi di prova (iniezione e chiusura) è stata effettuata mediante l’elaborazione di un modello matematico, la cui metodologia e risultati sono riportati in appendice. E’ stato possibile ricostruire il comportamento della pressione di giacimento al datum (quota espressa in metri dal livello del mare cui sono riferite tutte le pressioni del campo).
Sono stati inoltre calcolati l’indice di iniettività e la distribuzione spaziale della variazione di pressione in giacimento.
Le risultanze dell’elaborazione di tale modello hanno consentito di ricavare le seguenti principali conclusioni:

1. La pressione al datum del campo di 297.55 kg/cm2a che coincide con la pressione iniziale del giacimento. Questo risultato indica che l’iniezione d’acqua durante la vita del campo di Cavone non ha causato pressurizzazione del sistema e, a oggi, si ritrova la pressione iniziale (pressione originaria di giacimento).

2. Sulla base del profilo statico di pressione e temperatura registrati il 16 Maggio ed il 16 Giugno 2014 al pozzo Cavone 14, è stato possibile ricostruire lo stato del pozzo ed individuare con precisione l’intervallo con maggior capacità di assorbimento.

3. Dall’applicazione dell’equazione generale del moto dei fluidi è stato possibile stimare che la variazione di pressione risulta non significativa già sul pozzo più vicino Cavone 3, distante circa 500 m dal pozzo Cavone 14, mentre si annulla sui pozzi più lontani ed ai bordi del giacimento.


Con questo studio viene detto che le sovrapressioni e gli effetti della reiniezione scompaiono a 500 metri dal Cavone 14 (pozzo di reiniezione di fluidi). Non sembra quindi possibile che in condizioni di esercizio normale ci sia stata una perturbazione in grado di propagarsi per 30 km.

Paolo
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balocchi
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Inserito il - 02 luglio 2014 : 16:04:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Link

Paolo
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mauriziocaprarigeologo
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Inserito il - 03 luglio 2014 : 08:04:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao paolo, bentrovato, è un pezzetto che non ti si sentiva, tutto ok?
quindi, anche alla seconda domanda la risposta è, secondo questo studio, NO...
buona giornata

maurizio
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Inserito il - 03 luglio 2014 : 14:34:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
lo studio conclude dicendo che la variazione di pressione a 500 metri dal Cavone 14 (pozzo di re-iniezione di fluidi)risulta non significante (0.64 Kg/cm2a) mentre sui pozzi più distanti la differenza di pressione si annulla.

Detto questo, viene da se che dallo studio fatto, la re-iniezione dal pozzo Cavone 14 con una portata di servizio di 600 m3/d (portata utilizzata anche durante la produzione di petrolio), non mostra variazioni di pressione nel sottosuolo che possano influenzare le strutture tettoniche alla base del giacimento Cavone. L'apertura del Cavone 14 (open hole) si trova ad una profondità di circa 3300 m mentre gli epicentri dei terremoti si trovano al di sotto dei 5000 m di profondità. La distanza verticale tra la faglia sismogenetica e lopen hole del pozzo è di circa 1700 metri. In questa distanza la variazione di pressione per l'iniezione dal Cavone 14 si annulla. Nessuna variazione di pressione sul piano di faglia.

Paolo
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balocchi
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Inserito il - 14 luglio 2014 : 03:52:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Lo studio non è terminato e prosegue con l'obiettivo di fare una modelizzazione fluidodinamica e geomeccanica 3D, finalizata alla descrizione delle caratteristiche del giacimento e quindi all'analisi dei possibili meccanismi fisici di inesco/induzione degli eventi sismici applicati al caso delle attività di produzione/reiniezione svolte.

Tale studio sarà condotto da sei docenti accademici statunitensi, ciascuno dei quali con competenza specifica.

Attendiamo questo nuovo traguardo che dovrebbe chiarire in modo più dettagliato la relazione terremoti-petrolio.

Paolo
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balocchi
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Inserito il - 19 luglio 2014 : 23:40:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
lo studio in Inglese è disponibile a questo link: Link

mentre qui potete trovare la traduzione del Prof. Mucciarelli di alcune parti fondamentali delle conclusioni dello studio: Link


Paolo
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