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 Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:21:49
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Mi mancava un ultimo tratto, quello tra Forza D’Agrò e Gallodoro (zona Serrogallo), per completare la mia perlustrazione del magnifico sentiero che congiunge Forza d’Agrò con Castelmola e con Taormina in cerca di Aphyllophorales ed altri macromiceti.
Potete visionare le altre “puntate” qui:
Itinerario 1: da Postoleone al torrente Cardà
Link
Itinerario 2: da Gallodoro verso Forza d’Agrò
Link
Itinerario 3: da Serroghiastro a Postoleone passando per il Torrente Cardà
Link
Effettivamente dal punto di vista micologico (e solo da quello) questo tratto è il meno interessante, almeno fino alla zona di Serrogallo. L’umidità è più bassa,la zona è più aperta ed esposta ai venti e i detriti legnosi sono indubbiamente più scarsi perché gli alberi e gli arbusti sono meno numerosi.
In questo periodo il sentiero è molto frequentato dai cercatori del “Funci Fera” come lo chiamano qui: il prelibato Pleurotus eryngii var. ferulae. Uno di questi, Salvatore, era con noi e devo dire che non ne ha proprio trovati!
In seguito agli incendi (dolosi) di quest’estate vi è stata anche una crescita fuori stagione di asparagi selvatici. E’ entusiasmante constatare con quale forza la natura riconquisti i suoi spazi dopo che il fuoco glieli ha saccheggiati.
Dal punto di vista paesaggistico non ha sicuramente niente da invidiare alle altre parti del sentiero per gli splendidi panorami, i verdi pendii terrazzati e le sommità delle colline immerse in quell’incantevole cielo di quell’azzurro che si ammira solo qui a questa latitudine. Il sole che si rispecchia nel mare ci abbaglia e ci regala un’atmosfera da luogo incantato.
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:24:28
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Mi accompagnavano Pirkko (l’instancabile), Salvatore (il fungaiolo), Fabio (il botanico), Caterina (la mamma dinamite), Brita (l’immancabile e insostituibile) e il nuovo nato Sami che..beato lui..! dopo dieci mesi di vita non è certo alla sua prima escursione, e neanche alla seconda! Se continua così diventerà un’esploratore!
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:26:44
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Dal momento che Sami per via della sua giovane età ha ancora qualche problema di deambulazione, in special modo sul lungo percorso, la sua mamma Caterina, che certamente è dotata di un certo dinamismo, lo sta portando in giro per il mondo utilizzando questa specie di “portantina”.
Due osservazioni:
Sami è un bambino fortunato
Tra i due è anche il più comodo!!
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:29:29
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Non ho trovato tanti macromiceti, anche per colpa della fretta (dovevamo percorrere un lungo tratto di sentiero in poche ore). Purtroppo questa volta nella lista ci sono anche due Phellinus parassiti.
Phanerochaete sordida (su quercia)
Steccherinum ochraceum (su quercia)
Phellinus conchatus?? Da accertare (su ulivo)
Phellinus robustus (su nocciolo)
Colus hirudinosus
Pleurotus eryngii var. ferulae
Laccaria affinis
Hyphodermella corrugata (su quercia)
N.B. La determinazione di ogni specie rinvenuta è confermata da un’indagine microscopica.
Lista delle essenze arboree e arbustive frequenti in questo tratto di sentiero.
ALBERI
Pero selvatico (Pyrus sp.)
Quercia (Quercus virgiliana)
Ulivo (Olea europaea)
Mandorlo (Prunus dulcis)
Bagolaro (celtis australis)
Carrubo (Ceratonia siliqua)
Vari alberi da frutta coltivati
PIANTE e PIANTE ARBUSTIVE
Euforbia (Euphorbia dendroides)
Ferola (Ferula communis)
Salsapariglia (Smilax aspera)
Asparago (Asparagus albus)
Asparagus acutifolius
Vitalba (Clematis vitalba)
Arisarum vulgare
Finocchietto selvatico (Foeniculum vulgare)
Orchidea viticci autunnali (Spiranthes spiralis)
Prospero autumnale subsp. autumnale (Scilla autumnalis)
Ciclamino napoletano (Cyclamen hederifolium)
Narciso tazzetta (Narcissus tazetta)
Narciso autunnale (e Narcissus serotinus)
Fico d’india (Opuntia ficus-indica)
Ginestra spinosa (Calycotome spinosa)
Ombelico di venere (Umbilicus rupestris )
Marco F. |
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:30:12
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I cartelli preparati da Michèle facente parte del gruppo di volontari che ha completato il meraviglioso progetto relativo ai sentieri…
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:32:24
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..sono a volte piegati dal maltempo che (cosa tristemente nota) nell’ultimo periodo ha infierito particolarmente in questa zona.
Questo stava rotolando giù dal dirupo ma Brita …. lo ha salvato!
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:34:15
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Il primo Aphyllophorales incontrato è Phanerochaete sordida su di un rametto di quercia al suolo.
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:35:33
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Si riconosce solo con l’aiuto del microscopio, prima di tutto perché il sistema ifale è monomitico con le ife generative senza giunti a fibbia.
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:36:53
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...e per i frequenti e lunghissimi cistidi cilindrici emergenti dall’imenio. Sono un po’ attenuati all’apice e occasionalmente settati.
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:38:03
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Le basidiospore sono cilindriche a parete liscia e sottile e non amiloide.
Misurano in media 6,0/3,0 um
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:39:30
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Steccherinum ochraceum, sempre su un ramo di quercia a terra. Anche per questa specie è necessaria la microscopia. S. bourdotii ad esempio è completamente uguale macroscopicamente e differisce solo per la misura e la forma delle spore.
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:42:07
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Questo Phellinus, la cui determinazione è ancora in dubbio, secondo me è P. conchatus nella sua forma resupinata., quindi un parassita, anche se non troppo aggressivo.
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:43:25
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Potete leggere la discussione sulla sua determinazione qui, assieme alla documentazione microscopica:
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Propongo nuovamente l’immagine delle Setae imeniali
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:44:38
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Siamo saliti circa 30-40 minuti.
Da una parte si può ammirare il mare
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:45:46
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Da una parte le colline
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:46:46
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Infine si possono ammirare …. Brita e Salvatore!!
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:54:08
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E’ frequente incontrare gli antichi palmenti in pietra che venivano usati per pigiare l’uva e raccogliere il mosto.
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:56:33
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Su di un mandorlo malmesso li vicino ho trovato un Phellinus robustus ancor più disastrato, quasi completamente eroso dagli insetti. Ma si stava riprendendo! Lo testimoniava la ricrescita dello strato imeniale.
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 00:58:58
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Questa specie di Phellinus è un parassita piuttosto aggressivo. Si riconosce per le basidiospore ialine e destrinoidi e per essere sprovvisto di Setae imeniali o tramali, oltre che per la sua crescita su latifoglie.
Le spore all’interno dei tubuli sono più piccole rispetto alla misura riportata nei vari testi, ma ormai ci sono abituato. In questo Genere c’è una consistente differenza (almeno del 20%) tra le spore della sporata e quelle trovate all’interno dei carpofori.
Sono destrinoidi, ialine e a parete ingrossata
Misurano 4,7-5,3/3,6-4,6 um
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Marco F. |
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Inserito il - 12 dicembre 2009 : 01:00:12
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Uno sguardo al mare e si prosegue…
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