Nota! La determinazione degli insetti necessita quasi sempre di un'indicazione geografica e temporale precisa. Invitiamo quindi gli utenti ad inserire questi dati ogni volta che viene richiesta una determinazione o viene postata una foto di un insetto. I dati forniti dagli utenti ci consentiranno anche di attribuire un valore scientifico alle segnalazioni, contribuendo a migliorare e integrare le attuali conoscenze sulla distribuzione delle specie postate.
Nella zona le Apis mellifera sono rarissime. A parte in tarda primavera quando se ne vedono parecchie su una pianta che non conosco, con fiori simili all'erba medica, di solito è più facile incontrare un bombo che un'ape.
Così, quando ho visto questa mi sono avvicinato e mi sono preparato a farle una foto. Ma non l'avevo vista solo io. Subito si è posata sul fiore una femmina di Philantus triangulum che ha aggredito l'ape. Dopo un breve corpo a corpo indistinto, l'ha afferrata per la bocca e le ha piantato il pungiglione nella parte inferione del pronoto.
Ora, mi chiedo: se nel Comune di Santa Teresa Gallura i Philantus triangulum sono apparentemente molto più comuni dell'Apis mellifera, come fanno ad andare avanti predando api? Credo che, per sistemare la sua prole, una femmina di Philanthus triangulum abbia bisogno di predare almeno 10-20 api. Potrebbero essere loro (aumentati particolarmente di numero) tra i responsabili della sparizione delle api, almeno in certe zone? La regola vorrebbe che il predatore non stermini mai la popolazione delle prede, ma in casi contingenti .... luigi
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Modificato da - elleelle in Data 23 ottobre 2012 00:42:32
la natrua non fa mai le cose a cacchio di cane. se le api si estingueranno nella tua zona per via dei Philantus triangulum, beh c'è un motivo per cui succede quindi lasciamo che la natura facia ciò che vuole. ovio che ci sono molte più api di quelkle che vedi perchè non puoi vedere tutti gli insetti di questo mondo, ciò sta a significare che le api uccise da altri animali, sono una parte molto piccola dell'insieme di tutte le api ch girano sullo stesso campo. la sparizione delle api non è dovuta agli insetti, ma all'uomo che fino al 2009 usava dei pesticidi per la concia del mais contenente neonicotinoidi, sostanze volatili che uccidono le api. di recente i pesticidi (per la cronaca, prodotti dalla bayer) sono stati ritirati definitivamente dal mercato e le api stanno ritornando a vivere.
In effetti, mi rendo conto che, con il quesito finale, ho spostato l'attenzione "dalla luna al dito che la indica" come dicono i cinesi. Meglio se restavo più legato al tema delle foto .... luigi
Nel lontano 1999 ebbi un piccolo apiario (all'interno della città di Napoli!) decimato dai calabroni ! Terribile .. non stò a raccontare, ma penso possa interessare che il problema calaboni era andato peggiorando nel corso degli ultimi 2 o 3 anni.. come se le bestiacce avessero <imparato l'indirizzo> del mio apiario .. Ma poi le cose migliorarono, inspiegabilmente e dovetti convincermi che i meccanismi di popolamento delle varie specie, insieme alle influenze delle variazioni metereologiche devono essere una delle cose più difficili e nel contempo più interessanti da studiare.. Ricordo che le api hanno molti predatori, ditteri imenotteri coleotteri ragni ma sono anche parassitate da acari batteri virus e funghi i quali pure sembrano avere <le loro> annate..
Modificato da - nanni in data 02 settembre 2010 23:21:25
Bella documentazione, non ho mai osservato questa specie ne tanto meno il suo attacco. Concordo sul fatto che la sparizione delle api è frutto dell'uso smodato di esticidi e nei cambiamenti delle coltivazioni/rotazioni agrarie
Anch'io sarei propenso a dare la colpa all'agricoltura, ma qualche perplessità ce l'ho. Nell'area della Sardegna che frequento io l'agricoltura è quasi assente; il territorio è coperto per lo più da macchia mediterranea o da pascoli. Perché allora le api sono abbastanza numerose nel Lazio, certamente più antropizzato, e così scarse nella Gallura "marittima"? In Gallura non dovrebbero esistere neppure i calabroni; uno dei primi segnalati l'ho fotografato io la scorsa settimana, ma, naturalmente, non aveva attaccato una delle rarissime api, ma una Polistes. In compenso, i fiori sono letteralmente pieni di Philanthus triangulum. Ora, tornando alla domanda di Angelo, se questi predatori catturassero solo Apis mellifera, e se la matematica non è un'opinione, la diminuzione che si registra da maggio ad agosto (ci sarebbe da aspettarsi invece un aumento di numero, come in tutti gli imenotteri sociali), potrebbe dipendere in parte anche da questo tipo di predazione.
Perché i big non ci danno una mano ?! ........
Allego una mappa di Google che lascia intuire il tipo di colture. luigi
Ciao Luigi, complimenti per la sequenza, vedo che anche tu ti diletti con le scene di predazione Forse dico una stupidaggine, ma (pesticidi a parte) secondo me le api sono ormai molto legate alla presenza dell'uomo che le alleva e ne protegge gli alveari, quindi forse è normale che in zone dove la presenza umana è più marcata esse siano più numerose. Vicino ad Ancona ne vedo tantissime e in pratica non c'è collina senza arnie... Nel luogo che hai indicato (e anche nelle vicinanze, da ciò che ho visto sulle foto del satellite), c'è solo natura selvaggia (o quasi) quindi le api sono probabilmente nel numero a cui è loro permesso dall'ambiente, non trovi?
Anche questa mi sembra una considerazione valida . In effetti, è probabile che le api, in generale, siano più numerose di quanto dovrebbero, cioè di quante erano prima che l'uomo cominciasse ad allevarle. Comunque, la mia zona è veramente molto povera di api e non mi spiego l'abbondanza di Philanthus triangulum (a meno che non cacci anche altre specie). Sviluppando il tuo ragionamento, potrebbe anche darsi che, in passato, ci fossero più apicultori, e i predatori si fossero tarati su quel numero di prede; poi, l'apicultura, per qualche motivo, potrebbe essere stata abbandonata e i predatori si contendono le poche api rimaste. luigi
non potendo entrare nel merito della discussione mi limito ai complimenti per l'ottima sequenza .... catturare scene di predazione è sempre molto difficile andrea
La natura non fa le cose alla cacchio di cane? Dipende dal punto di vista. La selezione naturale non è previdente, favorisce chi è più adatto in un certo luogo in un certo momento, non ha modo di curarsi del futuro. Può anche portare una specie all'autodistruzione o alla distruzione di altre specie e dell'ambiente in cui vive. Siamo anche noi un suo frutto, e non mi pare che per le altre specie la nostra presenza sia un toccasana...
Luigi, tu hai trovato Vespa crabro in Sardegna? Nanni, nel 1999, se ti ricordi, era proprio il comune calabrone o Vespa orientalis, che, molto rara, arriva fino alla Campania ed è specializzata nella predazione di api? Nic
Nic erano presenti le due specie, ma probabilmente i danni peggiori li fece la orientalis Pochi i Philantus, ed invece presente in quegli anni anche la Selatoina tricuspis (nn ricordo bene il nome della sarchophaga..).. Insomma un bell'insieme di nemici che ripeto sembravano aumentare negli anni, forse anche con la mia capacità di diagnosi..
Luigi, trovo in una discussione sul FEI un cenno al fatto che Pagliano riporta come prede dei Philantus anche gli Halictus.
Questo metterebbe un po' a posto i numeri, anche se neppure gli Halictus sono molto numerosi su quelle dune (per forza - dirà qualcuno - con tutti quei Philanthus ....!) luigi
anzitutto, se è vero che le api presenti in una qualsiasi zona sono in realtà molto più numerose di quelle che notiamo noi, questo vale sicuramente anche per i Philanthus... in sostanza, sul fatto che i Philanthus in loco sono mooooolto più numerosi delle api domestiche non ci piove
se i Philanthus possono attaccare sia Apis che Halictus, api alquanto diverse fra loro, non vedo un motivo per cui non possano attaccare Osmia, Chalicodoma, Andrena, Megachile, Amegilla (visto che si parla di dune ) e quant'altro passa il convento
maurizio
quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato, allora ci accorgeremo che il denaro non si può mangiare
Sì Credo che per far quadrare i conti, bisogna che i Philanthus predino una discreta varietà di apoidei.
Considerando che per lo sviluppo di una larva ci vogliano almeno 3-4 api e che una femmina di Philanthus deponga una decina di uova, il fabbisogno è alto.
Quello che posso dire, confermato anche dalle osservazioni successive (estate 2011 e 2012), è che le Apis mellifera in quell'area sono veramente rare. Un altro fatto è che una delle pochissime che ho visto, e che mi stavo preparando a fotografare come rarità, è stata immediatamente predata da un Philanthus; il che fa pensare che l'ape sia la sua preda preferita. D'altra parte, non ho mai osservato un Philanthus predare un altro apoideo. La conclusione di questo discorso non mi è chiara; Ho solo riepilogato i dati. A voi le valutazioni ..... luigi
Modificato da - elleelle in data 24 ottobre 2012 23:32:30
Ha ragione Luigi ! Non si può lasciare irrisolto un quesito importante come il confronto ambientale fra due specie di imenotteri ed il rapporto preda/predatore... Secondo me gli unici che possono rispondere sono gli apicoltori del posto. Ho visto in rete la pubblicità di aziende professionali in Gallura. Domanderò a qualche collega al prossimo congresso. Louis non hai avuto contatti con l'Ap là in giro ? Forse possiamo scrivergli anche ora ...
Modificato da - nanni in data 25 ottobre 2012 10:10:10